Creato da vittoriozacchino il 04/10/2014
Storia di Galatone e del Salento

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lA LEZIONE-RICETTA DI MAC ARTHUR

Post n°27 pubblicato il 07 Dicembre 2014 da vittoriozacchino

 il grande stratega statunitense della  prima e seconda guerra mondiale, l'autorevole e autoritario generale repubblicano, direttore dell'accademia militare di West Point, poi destituito da Truman, ci insegna la forza di essere giovani e fedele agli ideali. Pillole di saggezza Consigli da osservare.

NON SI DIVENTA VECCHI  PERCHE’ CI E’ PIOVUTO ADDOSSO UN CERTO NUMERO DI ANNI : SI DIVENTA VECCHI PERCHE’ SI SONO ABBANDONATI I PROPRI  IDEALI   (Gen. Douglas A.Macarthur)

 

 GLI ANNI  SOLCANO LA PELLE ; RINUNCIARE AL PROPRIO IDEALE SOLCA L’ANIMA.

 LE PREOCCUPAZIONI, I DOLORI, I TIMORI E LA DISPERAZIONE SONO I NEMICI CHE , LENTAMENTE, CI PIEGANO VERSO LA TERRA E CI FANNO DIVENTARE POLVERE PRIMA DELLA MORTE.

 GIOVANE E’ COLUI CHE E’ CAPACE DI STUPORE E MERAVIGLIA. COME IL BAMBINO, INSAZIABILE EGLI SI DOMANDA: E POI? EGLI SFIDA  GLI AVVENIMENTI E TROVA GIOIA NEL GIOCO DELLA VITA.

 

   VOI SIETE GIOVANI QUANTO LO E’ LA VOSTRA FEDE. VECCHI COME IL VOSTRO DUBBIO. GIOVANI COME LA VOSTRA FIDUCIA IN VOI STESSI. GIOVANI COME LA VOSTRA SPERANZA. VECCHI QUANTO IL VOSTRO ABBATTIMENTO. RIMARRETE GIOVANI FINCHE’ VI CONSERVERETE RECETTIVI. RECETTIVI A CIO’ CHE E’ BELLO, BUONO, E GRANDE. RECETTIVI AI MESSAGGI DELLA NATURA, DELL’UOMO,  DELL’INFINITO.

 

(Gen. Douglas A.Macarthur)

 

 

 

 

 
 
 

SALVINI- TE IN SALENTO

Post n°26 pubblicato il 01 Dicembre 2014 da vittoriozacchino

                                                           Vittorio Zacchino

SCOPPIA AL SUD IMPROVVISA LA  SALVINI-TE

Da Lecce a Nardò una gara a chi è più veloce a salire sul carro leghista.

Chi lo avrebbe detto? Il segretario della Lega Nord Matteo Salvini,  colui che ha sbancato Parigi facendo  estasiare Marine Lepen,  il federalista che divora   immigrati e incanta sudisti e salentini, il populista che si batte per la fuoriuscita dall’euro e dall’Europa di cui è parlamentare, è sbarcato di nuovo nella nostra provincia, da trionfatore. Manco  Degaulle che infila l’arco di trionfo di Parigi, o Garibaldi che conquistata la Sicilia risaliva disarmato fino alle porte di Napoli, scortato dai nostri  Liborio Romano e Antonietta De Pace. Sottoscritto dalla barese La Gazzetta del Mezzogiorno, e dal Nuovo Quotidiano di Puglia di Lecce ,il trionfo di Matteo Salvini ha dimensioni sovranazionali, è l’incoronazione  di chi, facendo piazza pulita dei trogloditi Bossi e Maroni, Borghezio e Rosi Mauro, di colpo vede proni e plaudenti ai  propri piedi, la destra nazionale e salentina, ormai allo sbando, i neofiti di Nardò e l’ex MSI di Poli Bortone, il patron del Movimento Regione Salento dell’ospitale Paolo Pagliaro, patron di Telerama. Quale scandalo e meraviglia? Dopo gli schiaffi ai naufraghi senza pane, che cercano di sopravvivere alle insidie dei traghettatori e del Mediterraneo, lo scandalo non sta per niente nel nuovo sbarco del capo della lega Nord, ora “lega dei popoli”, nel Salento, se mai la memoria corta  di questa destra zoppa e sbandata, di leccesi e neritini ,la loro fretta a ripararsi sotto l’ombrello protettore del Matteo  lumbard, che sa tanto di corsa al neo posizionamento strategico alla corte dell’anti Renzi.Un barlume di sopravvivenza, il sogno di chi muore.

Chi si ricorda più  dell’incursione  salviniana al Capo di Leuca   e di Radio Padania nel 2011? Il tentato shopping meridionale dove spuntavano segnali di autonomismo e di indipendenza da Bari, tra esternazioni da manicomio e vomiti di insulti? Un soccorso a tutti coloro che si muovovevano in direzione della libertà. Storie di ordinaria espansione elettoralistica, ora tranquillamente  e populisticamente digerita.

 

 

 

 

 

 

 

 
 
 

SALVINI- TE IN SALENTO

Post n°25 pubblicato il 01 Dicembre 2014 da vittoriozacchino



 

 
 
 

IMPROVVISI

Post n°24 pubblicato il 26 Novembre 2014 da vittoriozacchino

Persiste a Lecce lo stillicidio di politicanti contrapposti i quali, non riuscendo a digerire la sconfitta di Lecce a Capitale europea 2019 della cultura, continuano a tener vivo il dibattito, se così si può chiamare questo  liso e logoro copione, attribuendo la colpa all'avversario.Il massimo della demagogia in una città che, in questo modo, dimosstra di aver meritato di non vincere.Nessuno che si ricordi, se ne è a conoscenza, di passare in passare in rassegna  il patrimonio di cultura e civiltà delle altre  città competitrici che si chiamano Matera, Assisi-Perugia, Siena, Ravenna, Cagliari.Un buon motivo per rivedere il proprio bagaglio culturale, prima di prodursi in mediatici sproloqui stucchevoli che infastidiscono i lettori, per l'assenza di misura e sobrietà. Complici anche i gestori della carta stampata. Possibile che non si riesca ancora ad apprezzare il dono inestimabile del silenzio?

 
 
 

IMPROVVISI

Post n°23 pubblicato il 23 Novembre 2014 da vittoriozacchino

HO CONOSCIUTO TANTI POETI, ANCHE GRANDI, COME MARIO LUZI, INCONTRATO ALL'EX "GIUBBE ROSSE" A FIRENZE, NEL FEBBRAIO 1967, NEL CORSO DEL MIO VIAGGIO DI NOZZE, DOPO L'ALLUVIONE DEL 4 NOVEMBRE:IMMENSO, DISPONIBILISSIMO. MA DESIDERO QUI PARLARVI DI DUE SALENTINI:VITTORE FIORE DI GALLIPOLI E GIROLAMO COMI DI LUCUGNANO.

IL PRIMO LESSE SUOI VERSI ALL'ESTATE GALATEA DEL 1978, MA ERAA GIA' STATO QUI NEL 1942,E L'AVEVA RITRATTA NELLA SUA  QUIETE SONNOLENTA E SURREALE NELLA SEGUENTE CARTOLINA. "GALATONE ERA BIANCA, ANONIMA E IMMUTABILE, CHIUSA IN SE' STESSA COME SE FOSSE VUOTA E NON ATTENDESSE NULLA.ERA IL TEMPO ASCIUTTO DEI PAPAVERI E AL MATTINO LA CALCE SUI MUURI TI AVVAMPAVA IN SILENZIO.LE CASE, LE STRADE, LA CAMPAGNA, TUTTO GIRAVA INTORNO AL SOLE.

ANCHE COMI ERA STATO QUI NEL 1964 A PARLARCI DEL GENIO DEL CRISTIANESIMO.POI GLI AVEVANO RESTITUITO LA VISITA A LUCUGNANO, CON ERCOLINO D'ANDREA E FERNANDO MAGLIO. IN QUELLA OCCASIONE MI REGALO' UN LIBRETTO DI FIORE, ERO NATO SUI MARI DEL TONNO, TUTTO CHIOSATO. MI AVEVA COLPITO QUESTA QUARTINA: ERO NATO SUI MARI DEL TONNO / MA LA TUA POESIA MI FA VENIRE IL SONNO/ IL TONNO MI SA DI SALVATICO / PREFERISCO I PESCI DELL'ADRIATICO /. QUANDO LO DISSI A FIORE, MI MISE IN CROCE PER AVERLO,E GLIELO DONAI VOLENTIERI. IN FONDO GLI APPARTENEVA.

 

 

 

 

 
 
 
 
 

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