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DISTRUGGIAMO ISRAELE ???

Riceviamo dagli Amici della fondazione "Giorgio Perlasca" (www.giorgioperlasca.it), e più che volentieri pubblichiamo.

Non si può dare torto all'Ambasciatore dello Stato d'Israele che all'ennesima provocazione del Ministro D'Alema su Hamas ha risposto "Chi ci invita a negoziare con Hamas ci invita semplicemente a negoziare sulla misura della bara e sul numero dei fiori da mettere sulla corona: Hamas vuole soltanto la distruzione di Israele". La pace si fa sì con il nemico, ma con un nemico che desidera la pace e la convivenza dell´uno accanto all´altro. La posizione di Hamas è nota e non è cambiata. Non sono disposti a riconoscere il diritto di Israele ad esistere e non sono neanche disposti a parlarci. I loro leader continuano ad invocare la distruzione dello Stato di Israele".

E onestamente non si riesce a comprendere la posizione del nostro Ministro uscente specie poi in un momento così delicato ove posizioni non equilibrate vanno a rafforzare solo gli estremisti di Hamas a danno delle componente moderata di Abu Mazen.

Corriere della Sera, 13.3.08

BRUXELLES - Massimo D'Alema prova a gettare acqua sul fuoco in merito alla questione Hamas, all'indomani delle dichiarazioni che hanno provocato la dura replica dell'ambasciatore israeliano a Roma Gideon Meir. «Non credo di aver detto nulla di scandaloso - spiega D'Alema -. L'ambasciatore israeliano naturalmente può avere una diversa opinione del tutto legittima». Così il ministro degli Esteri ha risposto a Bruxelles a una richiesta di commento sulla posizione espressa da Meir. POLEMICHE - L'opportunità di un dialogo tra Tel Aviv e Hamas, caldeggiata dal titolare della Farnesina, è stata accolta con un certo disappunto dall'ambasciatore israeliano. «Chi ci invita ad aprire trattative con Hamas in effetti ci invita a negoziare sulle misure della nostra bara e sul numero dei fiori da mettere nella corona», ha accusato Meir.  FASSINO - «Io ho ricordato - ha ribadito giovedì D'Alema - che questa necessità di negoziare una tregua è condivisa dalla grande maggioranza di cittadini israeliani ed è sostenuta anche da tanti commentatori». Di Hamas ha parlato anche Piero Fassino intervenendo a un incontro organizzato dallo European Press Club: «Il coinvolgimento di Hamas nel processo di pace non può che avvenire entro due fondamentali passaggi - ha spiegato Fassino - : per la comunità internazionale è prioritario verificare che ci sia un'intesa tra Fatah e Hamas che, a sua volta, deve sciogliere l'ambiguità sul riconoscimento di Israele». Riferendosi alle polemiche tra il ministro degli Esteri e l'ambasciatore di Israele in Italia, Fassino ha sottolineato di essere convinto che le sue considerazioni siano «condivise anche da D'Alema, il quale non ha mai avuto alcun dubbio sul fatto che qualsiasi processo di pace debba essere fondato sul pieno riconoscimento di Israele e dei suoi diritti». «DA CHE PARTE STA VELTRONI?» - Sulle posizioni espresse dal ministro degli Esteri e sulla polemica D'Alema-Meir sono intervenuti anche diversi esponenti del centrodestra. - «Non apprezzo l'apertura di Massimo D'Alema ad Hamas: una presa di posizione che indebolisce il negoziato europeo e degli Stati Uniti, ma anche il lavoro di Abu Mazen Fatah e dell'autorità nazionale palestinese» afferma il leader dell'Udc Pier Ferdinando Casini. Mentre Benedetto Della Vedova, presidente dei Riformatori Liberali e deputato di Forza Italia, in aperta polemica con il candidato premier del Pd, si chiede da «che parte sta Veltroni? Da quella di D'Alema o da quella dell'Ambasciatore d'Israele?».

dal Corriere della Sera, 12.3.08
È nuovamente polemica tra Italia e Israele. «Hamas controlla un pezzo importantissimo del territorio palestinese e se si vuole la pace bisogna coinvolgere chi rappresenta una parte importante del popolo palestinese. E poi, non dimentichiamoci mai che Hamas vinse le elezioni...». In un'intervista a Sky Tg24, il vice premier e ministro degli Esteri Massimo D'Alema ribadisce così l'opportunità di dialogare anche con Hamas per raggiungere la pace tra israeliani e palestinesi. D'altra parte, osserva D'Alema, «con chi si negozia la pace? Con i nemici, con gli amici non c'è bisogno di negoziare». 
 
 
 
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