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Post n°265 pubblicato il 16 Marzo 2009 da passandodiquipercaso
Un forte dolore sveglia Giulia. Un dolore che parte dal collo e finisce all'intestino, al centro del torace. L'orologio segna le 6,00. Sua figlia Elisa di 13 anni, continua a dormire placidamente al suo fianco. Giulia, distesa nel letto, si chiede cosa fare...e, intanto, arriva un collasso che le fa quasi perdere i sensi. E' sicuramente qualcosa di grave, occorre muoversi, pensa Giulia. Come fare con i ragazzi che dormono ancora? Bisogna svegliarli senza agitarsi e parlare loro pacatamente. Bisogna vestirsi e prepararsi nell'eventualità che la trattengano in ospedale. Cosa può servire? Sicuramente pigiama, vestaglia, biancheria intima, ciabatte,asciugamani... Giulia si alza a fatica, compie i gesti per aprire i cassetti lentamente ma è costretta a sedersi sul letto, il dolore è troppo forte. Sono le 7,00, chiama dolcemente sua figlia, le dice che sta male e che bisogna andare all'ospedale. La ragazzina si sveglia di colpo, è leggermente impaurita ma Giulia le chiede di aiutarla. E' ancora in pigiama, deve vestirsi, si fa porgere la roba dalla bambina. I collant sono sfilati, chiede ad Elisa di porgergliene degli altri. Arriva l'ambulanza, Giulia porta con sé quel dolore lancinante da quasi tre ore... Giulia non si sorprende piu' di nulla. Niente può piu' lasciarla senza fiato. Quattro mesi fa è stata sul punto di essere fuori dai giochi. Un infarto e tre stent nelle coronarie non sono un gioco. Un piccolo pezzo del suo cuore è morto ma lei è viva. Ha pensato...”prendessero pure tutta la posta in palio, io mi ritiro; coltiverò, come Candido, il mio orticello”. Ma, Candido, aveva viaggiato, aveva visto il mondo. Giorno dopo giorno, in quella lunga e lenta ripresa, Giulia ripercorre la sua vita passata piena di doveri, ricorda quante volte ha dimenticato sè stessa, pensa a quanto abbia ancora voglia di fare, di vivere. Giulia ha voglia di perdersi tra le braccia di un uomo, di innamorarsi; ha voglia, perchè no, di soffrire per amore, di sentirsi viva e incazzata, felice di stare a questo mondo, con tutti i suoi pregi e i suoi difetti. Ha voglia di scalare le montagne, di sentire il freddo intenso pungerle il viso, di sentire le orecchie ghiacciarsi...Giulia ascolta “Cervo a primavera” di Cocciante, sembra che riguardi lei, la sua rinascita, e si sente come qualcuno che...senza paura di cadere...non può fallire... Giulia è pronta a ributtarsi nella mischia. Bentornata, Giulia!
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