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Patate

Post n°141 pubblicato il 01 Agosto 2013 da cpeinfo

Bisogna attarversare la dimensione del tempo e il vissuto degli umori per sedersi alla festa dell'Unità , a mangiare patatine fritte e la pizza.

Non ci vuole molto ad accorgersi che qualcosa, nelle persone, è cambiato. Che la distanza del partito che loro sentono di comporre è chi dice di rappresentarli è ormai incolmabile.

Musica, televisori accesi. Fritto e sapori di un tempo in un luogo ormai autoeferente, avulso dal contesto politico, ostinatemente erettosi anche quest'anno per desiderio di quei volontari che si sentono orfani


La situazione attuale rende fuori tempo e grottesco un antichissimo e consolidato rituale delle feste dell'Unità. Il segretario -padre che entra nelle cucine e ringrazia cuochi e cuoche imbrattate di fritto. Volontari i quali presiedevano questo antico rittuale di 'passeurs' e con la loro stretta di mano investivano dal basso , e quindi in maniera potente ed efficace, il segretario del più grande partito popolare d'Italia.
Berlinguer era adorato dai cuochi, e memorabili sono le scene del distinto signore sardo che omaggia le 'rezdore' con gesti di bon ton antichi. E' stato tolleratoOcchetto, accettao D'alema. E' stato sentito come proveniente dalle medesime fila popolari Bersani, rude e spiccio come loro.

Mi chiedo cosa potrà ma dire a questa gente Gianni Letta, fautore convinto delle nozze impossibili, dell'innaturale accoppiata Pd Pdl. L'uomo che di fronte ad un chiaro messaggio delle ultime elezioni cittadine ( un Pd solitario che si irrobustiva a detrimento di una destra vissuta come naturale avversaria nelle piccole città ancorate a terra e nella storia) dichiara alla stampa ' dove la coalizione pd pdl tiene i risultati ci sono). Mi chiedo se le mani unte dei volontari stringeranno di buon grado quella di un segretario alleato di quel Belrusconi che per tanti anni ha insultato questa gente, se serviranno volentieri il fritto a chi di solito mangia con Alfano e Brunetta.
Probabilmente la formà terrà, avrà la meglio sul sentire popolare.
I cuochi si scappelerranno innanzi a Letta obbedendo al ruolo di chi serve una causa, una vecchia idea.
Ormai  tradita,tanto lontana, tanto rinnegata che non spegnerà le voci di dissenso, di rabbia, di rammarico e incazzatura di quelli che alla festa del Pd vengono a mangiare, per sentirsi a casa.

La tv accesa rimanda e sottolinea la miserrima deriva culturale di quello che, un tempo, era il partito che voleva istruire, educare e formare le generazioni, seguendo le orme di Gramsci.
Sul primo canale c'è una delle neo intelettuali di punta del Pd. La Marzano, eletta direttamente dalla Francia per meriti sconosciuti alla maggioranza degli spettatori. Presa dallo scontro intellettuale con Giuliano Ferrara (sic) si lascia andare ad una lunghissima prolusione contro Berlusconi. Nominato come una ossessione, parola usata ed abusata, da lei rinnovata ed infarcita di odiosi tecnicismi , banale, insipida  e prevedibile,marca con spocchia intellettuale il suo posto di avanguardia intellighente che ' lei si che sa cosa fare con Berlusconi'. Cosa facesse prima questa donna, chi mai l'abbia scelta ed in nome di chi, è oscuro ai presenti che non capiscono una parola di quello che dice.  Hanno però sentito parlare del suo libro autobiografico che tratta di anoressia e Lacan. Non va meglio sul canale 3, dove c'è l'onnipresente e straricco filosofo dei festival , il quale sotto la folta barba spiega ed insegna da par suo, al popolo delle patate fritte, che il problema è 'Berlusconi, il suo potere e i suoi mezzi'. Termina il trio il Famoso Psicoanalista che, dimentico di aver accettato a suo tempo il quotidiano della famiglia Berlusconi come patner per un iniziativa pubblicitaria, spiega dal canale 3 come si possa uscire dal Berlusconismo.

Intellettuali   a libro paga di Repubblica tutti e tre, lasciano spaesati i presenti. I quali non solo non capiscono nulla di ciò che dicono, ma sopratutto non riescono ad uscire dall'impasse di miltare in un partito alleato di quel Berlusconi che l'intellighenzia a parole pesate e pagate descrive come il Male.

L'odiato calpestatore della loro festa ( quella del 25 Aprile).

Il capo della destra cha ha sdoganato l'odio, l'insulto come merce di scambio politico.

 

Senza padri, senza riferimenti, tesserati ad un Partito che li ha messi al tavolo col nemico di sempre.

Costretti ad ingurgitare e chinare il capo.

Un popolo democratico, semplice, istruito. 

Curioso, attento.
Sincero e spaesato.
Costretto a vivere questo matrimonio innaturale.

 

Custode di un passato lontano, sudato e ricco di militanza, vede la sua  eredità sputtanata in nome di una realpolitik che non ha mai amato, di una convenienza che non lo ha mai attirato.

Commenti al Post:
marittiella
marittiella il 05/08/13 alle 13:40 via WEB
parole perfette, dopo Bosco Albergati, ieri sera...
 
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