2 passi tra le righe

Frasi rubate qua e là... di VILMA REMONDETTO

Creato da Vilma66 il 16/09/2012

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"Hunger Games" di Suzanne Collins

Non appena l'orologio cittadino batte le due, il sindaco sale sulla pedana e comincia a leggere. E' la stessa storia ogni anno. Racconta di Panem, la nazione risorta dalle ceneri di un luogo di un tempo chiamato Nord America. Elenca i disastri, le siccità, gli uragani, gli incendi, l'avanzare dei mari che inghiottirono buona parte della terra ferma, la lotta brutale per le poche risorse rimaste. Il risultato fu Panem. Una splendente Capitol City attorniata da tredici distretti, che portò pace e prosperità ai suoi cittadini. Poi vennero i Giorni Bui, la rivolta dei distretti contro la capitale. Dodici furono sconfitti, il tredicesimo distrutto. Il Trattato del Tradimento ci diede nuove leggi, per assicurare la pace e per ricordarci ogni anno che i Giorni Bui non dovranno più ripetersi, e ci diede anche gli Hunger Games. Le regole sono semplici. Come punizione per la rivolta, ognuno dei dodici distretti deve fornire due partecipanti, un ragazzo e una ragazza, chiamati tributi. I ventiquattro tributi vengono rinchiusi in un'ampia arena all'aperto che può contenere di tutto, da un torrido deserto a una landa ghiacciata. Per varie settimane i concorrenti devono combattere fino alla morte. L'ultimo tributo ancora in piedi vince. Prendere i ragazzini dai nostri distretti, obbligarli a uccidersi l'un l'altro sotto gli occhi di tutti ... è così che Capitol City ci ricorda che siamo totalmente alla sua mercè. Che avremmo ben poche possibilità di sopravvivere ad un'altra ribellione.                                                                                                                                                                                             Per rendere la cosa ancora più umiliante quanto straziante, Capitol City ci costringe a considerare gli Hunger Games come una festa, un evento sportivo che oppone ogni distretto a tutti gli altri, un reality show come un altro. Una volta tornato a casa l'ultimo tributo sopravvissuto avrà una vita agiata e il suo distretto sarà coperto di premi, soprattutto cibo. Per tutto l'anno Capitol City ostenterà le ricche forniture supplementari assegnate al distretto vincitore, cereali e olio e persino prelibatezze come lo zucchero, mentre il resto di noi combatterà contro la fame.

Poi accade qualcosa di inaspettato, o almeno sono io che non me l'aspetto, perchè penso che il distretto 12 non sia un luogo in cui ci si preoccupa per me, ma qualcosa è cambiato, dopo che mi sono fatta avanti per prendere il posto di Prim, e adesso sembra che io  sia diventata una persona cara. Prima uno, poi l'altro, poi quasi tutti i componenti del pubblico portano le tre dita di mezzo della mano sinistra alle labbra e le tendono verso di me. E' un antico gesto del nostro distretto, un gesto che si usa di rado e si vede qualche volta ai funerali. Significa grazie, significa ammirazione, significa dire addio a una persona a cui vuoi bene.

All'inizio sono impietrita, ma poi scorgo l'immagine di noi due su un grande schermo televisivo e rimango senza parole nel vedere quanto sia straordinario il nostro aspetto. Con quei mantelli ondeggianti, ci lasciamo dietro una scia di fuoco. Cinna aveva ragione riguardo al trucco essenziale: siamo più attraenti ma restiamo decisamente riconoscibili. 

Alzo il mento un pò di più, mi stampo in faccia il sorriso più affascinante che ho e saluto con la mano libera... Quando acquisto sicurezza , lancio qualche bacio alla folla. Gli abitanti di Capitol City stanno impazzendo, ci inondano di fiori, gridano i nostri nomi che si sono presi il disturbo di cercare sul programma. La musica incalzante, le acclamazioni, l'ammirazione mi entrano nel sangue, e non posso soffocare la mia eccitazione. Cinna mi ha dato un grande vantaggio. Nessuno si dimenticherà di me. Nè del mio aspetto, nè del mio nome. Katniss. La ragazza in fiamme.

Vado con la mente a mia madre e a Prim. Devono essere alzate. Mia madre starà preparando la pappetta della colazione. Prim starà mungendo la sua capra  prima di andare a scuola... Cosa hanno detto ieri sera del mio fiammeggiante debutto nel reality? Le ha fatte sperare o ha semplicemente accresciuto il loro terrore quando hanno visto la realtà di ventiquattro tributi che giravano in tondo sapendo che uno solo sarebbe sopravvissuto?

Non è stato il fuoco da campo sfuggito al controllo di un tributo, non è stato un fatto accidentale. Le fiamme che avanzano minacciose verso di me hanno un'altezza innaturale, un'omogeneità che le classifica come prodotto umano, come prodotto degli Strateghi. Oggi è stato tutto troppo tranquillo. Nessuna morte, forse nessun combattimento. Il pubblico di Capitol City si starà annoiando, dirà che questi Hunger Games rasentano la monotonia. E questa è la sola cosa che il reality non può permettersi. Non è difficile capire le motivazioni degli Strateghi. Da una parte c'e il branco dei Favoriti e dall'altra il resto dei tributi, me compresa, probabilmente lontani e sparpagliati da una parte all'altra dell'arena. Questo fuoco serve a farci uscire allo scoperto, ad avvicinarci. Magari non è la trovata più originale che abbia visto, ma è molto, molto efficace.

Da qualche parte, in una stanza fresca e immacolata, uno Stratega siede davanti  a una serie di comandi con le dita sulle levette che tra un secondo potrebbero mettere fine alla mia vita. Serve solo un colpo diretto.

Sorprendentemente simile nell'esecuzione. Un arco teso, una freccia scoccata. Totalmente differente nelle conseguenze. Ho ucciso un ragazzo di cui non so nemmeno il nome. Da qualche parte la sua famiglia lo sta piangendo. I suoi amici esigono il mio sangue. Forse aveva un'innamorata davvero convinta che sarebbe ritornato ... Ma poi penso al corpo immobile di Rue e riesco a scacciare il ragazzo dalla mente.  Almeno per adesso.

Compare un hovercraft che preleva il ragazzo morto. Il sole tramonta dietro l'orizzonte. Cala la notte. Su nel cielo vedo il sigillo e immagino che sia iniziato l'inno.

Nell'arena, quando ho tirato fuori quelle bacche, pensavo solo a mettere nel sacco gli strateghi, non alle conseguenze che le mie azioni avrebbero avuto su quelli di Capitol City. Ma gli Hunger Games sono la loro arma e non è previsto che tu possa farla fallire. Quindi adesso faranno finta di aver sempre avuto tutto sotto controllo. Come se avessero orchestrato loro tutto l'evento, compreso il doppio suicidio. Ma funzionerà solo se sto al loro gioco. 

"Non ce n'è bisogno. Lui ci è già arrivato". A cosa? A capire prima di me che gli Hunger Games non sono ancora finiti e il pericolo che corriamo? Oppure a ... essere follemente innamorato? Non lo so. Non ho neanche cominciato ad analizzare i miei sentimenti per Peeta. E' troppo complicato. C'è quello che ho fatto per il programma, per le telecamere. Che si contrappone a quello che ho fatto per rabbia, quando ero a Capitol City. O a quello che ho fatto pensando a come sarebbe stato giudicato nel distretto 12. O a quello che ho fatto semplicemente perchè era l'unica cosa giusta da fare. E poi c'è quello che ho fatto perchè mi importava di lui. Questi sono punti che andranno chiariti a casa, nella pace e nel silenzio dei boschi, quando nessuno mi starà guardando. Non qui, con gli occhi tutti su di me. Ma non avrò quel lusso per chissà quanto tempo. E adesso la parte più pericolosa degli Hunger Games sta per cominciare.

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