2 passi tra le righe

Frasi rubate qua e là... di VILMA REMONDETTO

Creato da Vilma66 il 16/09/2012

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"Chiedi alla neve" di Domenico Garofalo

Foto di Vilma66

Quello che davvero preoccupava Aldo era la sensazione che molti avessero covato la speranza di cambiare la loro vita alla casa di riposo dopo l'arrivo di alcune donne. Ci voleva una soluzione, dovevano inventarsi qualche rimedio per tenere tutti impegnati e non sotto pressione, almeno per i prossimi venti giorni. E quale soluzione trovare era diventato il pensiero fisso di Aldo che voleva coinvolgere gli altri rappresentanti della squadra per ricevere un aiuto, un consiglio. 

La primavera decise  di fermarsi stabilmente dalle parti di "Campo Olimpico", quasi a voler festeggiare anch'essa il momento fortunato portando giornate calde e un cielo azzurro. La curiosità degli anziani aumentava con il passare delle ore. Ognuno aveva l'immagine delle donne stampata nella mente, chi si vedeva passeggiare, chi danzare, chi cenare a un tavolino riservato nella sala da pranzo. Alcuni si spingevano oltre immaginando scene un pò osè. Nessuno si vedeva correre sulla pista di atletica seguendo le istruzioni di allenamento. Niente da fare, possiamo parlare di età finchè vogliamo ma la donna non rimane mai indifferente all'uomo, avesse egli pure cent'anni.

Erano tutte molto carine, ognuna con le sue peculiarità. Le classiche brave donne, affabili, sorridenti, valenti lavoratrici.

C'erano tutti i presupposti, infatti, perchè i molti uomini presenti sprigionavano, nonostante l'età avanzata, feromoni e diventavano potenziali mine vaganti per le signore appena arrivate. Per carità, nulla di pericoloso per l'incolumità fisica, ci mancherebbe, non erano queste le mire dei nostri baldi vecchietti. Ma sarebbe potuto iniziare un corteggiamento che avrebbe provocato guai ancora tutti da definire e individuare. Vero è che non avevano fatto nulla per impedire questo scarico ormonale. In fondo, data l'età degli uomini, le signore non pensavano di correre pericoli, ma il rischio di un errore di valutazione era molto alto in quel momento.

Tutti erano consapevoli che davanti evevano la Adele allenatrice, non la bella donna dagli occhi grigi. Lei iniziò a guardare uno a uno, per cercare qualche segno di volontà di mettersi in gioco, ma ben pochi ne vennero mandati dai nostri baldi atleti.

Quella chiamata per allenare sbandati vecchietti era stata accettata proprio perchè, avendo a che fare con coetanei, si riteneva in grado di gestirli bene. Nessuno quindi che le ricordasse suo figlio e del marito non le importava molto...

Tullio le piaceva da morire. Aveva forti muscoli e poi quel suo modo scanzonato e allegro l'aveva ipnotizzata. Era entrato nella sua testa e lei non riusciva a pensare ad altro. A tratti il suo modo libidinoso di proporsi poteva infastidire; a lei piaceva, al punto di aver avuto diverse volte pensieri su di lui che andava aldilà delle semplici carezze ed effusioni. Poveretta Bianca, non avrebbe mai immaginato che, dopo una vita di timidezza e pudore verso l'altro sesso, a quell'età di colpo si sarebbero risvegliate voglie assopite.

Candido non aveva più voglia di competizioni, allenamenti. Solo tranquillità. I suoi ottant'anni iniziavano a pesare. Del resto lui era stato l'artefice di tutto quello che era diventato "Campo Olimpico". Tanto tempo prima, quella casa di riposo era una dimora per anziani con ancora pochi anni da vivere, molti con malanni e problemi fisici. La noia permaeva quelle mura e un grigio silenzio, come anticamera del cimitero, non permetteva il benchè minimo rapporto tra i residenti. Perfetti sconosciuti che come morti viventi si aggiravano nei corridoi, nei viali del parco, tra le sale di ritrovo dove al loro interno, tutti gli altoparlanti diffondevano musica classica.                                                                     Al suo arrivo, Candido aveva conosciuto subito un silenzioso Luca, arrivato due mesi prima e al suo racconto su come si vivesse in quel luogo decise che non potevano aspettare la morte senza provare a vivere fino in fondo i loro giorni. Luca e Candido, quasi settantenni erano, a differenza degli altri ospiti, in salute e ottimisti sul loro futuro, desiderosi di passare mesi, anni al meglio delle loro possibilità. Passeggiando tra quei viali, Candido aveva avuto l'idea di mettere in atto una protesta che potesse anche uscire dai confini della dimora e come  un boomerang ritornare con effetti deleteri per tutti i titolari, amministratori, gestori di quel luogo di morte annunciata.

Basta quell'assurdo modo di concepire l'assistena agli anziani, basta con i giorni tutti uguali, Candido e Luca avevano scoperto il nervo del problema: l'apatia. E modificare il lento, uguale e inesorabile trascorrere delle giornate era possibile con un progetto da elaborare insieme alla direzione...                                                                                   Con stupore di tutti i residenti, di chi aveva inziato la protesta e dei mezzi di comunicazione, cinque giorni dopo un breve annuncio nella bacheca centrale avvisava che, entro un mese, una cordata di nuovi e giovani imprenditori avrebbe sostituito l'attuale amministrazione.

 
 
 
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