2 passi tra le righe

Frasi rubate qua e là... di VILMA REMONDETTO

Creato da Vilma66 il 16/09/2012

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« "Hunger Games -La ragaz..."La dama e l'unicorno... »

"Il canto della rivolta" di Suzanne Collins

 "Mi chiamo Katniss Everdeen. E ho diciassette anni. Sono nata nel Distretto 12. Ho partecipato agli Hunger Games. Sono fuggita. Capitol City mi odia. Peeta è stato fatto prigioniero. E' vivo. E' un traditore, ma è vivo. Devo mantenerlo in vita..." 

                                                                                                                                    Quello che vogliono è che io assuma il ruolo che hanno concepito per me. Il simbolo della rivoluzione. La Ghiandaia Imitatrice. Non basta ciò che ho fatto in passato, sfidando Capitol City ai Giochi e offrendo loro un motivo di aggregazione. Adesso bisogna che diventi il loro leader, il volto, la voce, l'incarnazione della rivoluzione. La persona su cui i Distretti - gran parte dei quali è ormai apertamente in guerra con Capitol City - potranno contare perchè indichi loro la via  della vittoria. 

Seguo la strada per abitudine, ma è una pessima scelta, perchè è piena dei resti di chi ha cercato di scappare. Alcuni sono stati completamente inceneriti. Altri invece, forse soffocati dal fumo, sono fuggiti dal grosso delle fiamme e ora giacciono lì, nel fetore dei diversi stadi della decomposizione, carogne per i saprofagi, ricoperti di mosche. "Vi ho ucciso io," penso mentre oltrepasso un ammasso di cadaveri. E ho ucciso voi. E voi. Perchè è quello che ho fatto. E' stata la mia freccia, diretta al punto debole del campo di forza che circondava l'arena, a scatenare questa tempesta di fuoco castigatrice. A far piombare tutta Panem nel caos. Sento nella testa le parole che il presidente Snow pronunciò la mattina in cui stavo per iniziare il Tour della Vittoria. "Katniss Everdeen, la ragazza di fuoco. Lei ha acceso una scintilla che, se lasciata incustodita, può crescere e trasformarsi in un incendio che distruggerà Panem." Non stava esagerando o solo provando a spaventarmi, evidentemente. Forse cercava davvero di assicurarsi il mio aiuto. Ma io avevo già messo in moto qualcosa che non ero minimamente in grado di controllare. 

I circa ottocento superstiti sono sfollati nel Distretto 13, il che, per quanto ne so, equivale a essere esiliati per sempre. So che non dovrei pensarlo, che dovrei essere riconoscente per il modo in cui ci hanno accolti. Malati, feriti, affamati e nullatenenti. Eppure non riesco a ignorare il fatto che il distretto 13 ha contribuito in modo decisivo alla distruzione del 12. Questo non assolve le mie colpe: di queste ne ho abbastanza. Ma, senza di loro, io non avrei fatto parte di una più vasta congiura  per rovesciare Capitol City, nè avrei avuto i mezzi per farlo.

Prima ci sono stati gli Strateghi, che hanno fatto di me la loro star e poi sono stati presi dalla frenesia  di rifarsi per quel pugno di bacche velenose. Poi il presidente Snow, che ha cercato di usarmi per spegnere le fiamme  della ribellione con il solo risultato  di far diventare incendiaria ogni mia mossa. Dopo ci sono stati i ribelli, che mi hanno intrappolata in un artiglio di metallo per prelevarmi dall'arena, mi hanno eletta a loro Ghianadaia Imitatrice e infine sono stati costretti a incassare il colpo di fronte alla possibilità  che non desiderassi affatto quelle ali. E adesso la Coin, con la sua manciata di preziose armi nucleari e la macchina ben oliata del suo distretto, scopre che preparare una Ghiandaia Imitatrice a svolgere il proprio ruolo è persino più difficile che catturarne una. Ma lei è stata la più veloce a capire  che ho un mio piano personale e che quindi  non ci si può fidare di me. Lei è stata la prima a bollarmi pubblicamente come una minaccia.

Comincio a comprendere appieno sino ache punto si è spinta la gente per proteggermi. Ciò che significo per i ribelli. La lotta che conduco tutt'ora contro Capitol City, e che tanto spesso mi è parsa un viaggio solitario, non l'ho intrapresa da sola. Ho avuto migliaia e migliaia di abitanti dei distretti al mio fianco. Ero la loro Ghiandaia Imitatrice  molto prima di accettare quel ruolo. Una nuova sensazione comincia a germogliare dentro di me. Non arrivo a definirla finchè non mi ritrovo in piedi su un tavolo ad agitare le mani in un ultimo saluto verso la roca litania del mio nome. Potere. Dispongo di un tipo di potere che non ho mai saputo di possedere. Snow lo sapeva, l'ha capito non appena  ho tirato fuori le bacche. Plutarch lo sapeva, quando mi ha salvato dall'arena. E lo sa la Coin. Al punto da dover ricordare pubblicamente alla sua gente che non sono io a comandare. 

Solo adesso che l'hanno cambiato apprezzo appieno il vero Peeta. Anche più di quanto avrei fatto se fosse morto. La sua gentilezza, la sua solidità, la tenereza dietro cui nascondeva un ardore inaspettato. A parte Prim, mia madre e Gale, quante persone al mondo mi amano  senza riserve? Nessuna. A volte, quando sono sola, prendo la perla dalla tasca e cerco di ricordare  il ragazzo del pane, le braccia forti che tenevano lontano gli incubi sul treno, i baci nell'arena. Per indurmi a dare un nome a ciò che ho perduto. Ma tanto a che serve? Tutto questo se n'è andato. Lui se ne è andato. Qualunque cosa ci fosse tra noi, non esiste più. Rimane solo la mia promessa di uccidere Snow. Me lo ripeto dieci volte al giorno.

Mio padre. Sembra che sia dappertutto, oggi. Muore nella miniera. Si fa largo cantando nella coscienza confusa di Peeta. Guizza nello sguardo che mi rivolge Boggs mentre mi avvolge le spalle in una coperta con fare protettivo. Non chiedo di unirmi ai combattimenti, e nemmeno me lo permetterebbero. Non ne ho il fegato, comunque, non c'è calore nel mio sangue. Vorrei che Peeta, il vecchio Peeta, fosse qui, lui sarebbe in grado di spiegare con chiarezza perchè è sbagliato spararsi addosso quando qualcuno, chiunque sia, sta tentando di farsi strada con le unghie per uscire dalla montagna. O è la mia storia personale a rendermi troppo sensibile? Non siamo forse in Guerra? Questo non è semplicemente un modo per uccidere i nostri nemici?

Vero o falso? Vado a fuoco. Le sfere fiammeggianti esplose dai paracadute sono schizzate oltre al recinto, hanno attraversato l'aria bianca di neve  e sono atterrate tra la folla... Un ibrido di fuoco conosce un'unica sensazione: l'agonia. Niente più vista, suoni o percezioni, tranne l'implacabile  incendio della carne... Sono la Ghiandaia di Cinna che vola frenetica per evitare l'inevitabile. Le piume di fuoco che mi spuntano dal corpo. Battere le ali non fa che attizzare l'incendio. Mi consumo ma invano. Alla fine le mie ali cominciano a indebolirsi, io perdo quota e la forza di gravità mi attira in un mare spumeggiante ... Galleggio sulla schiena  che continua a bruciare sott'acqua, ma l'agonia si placa sino a diventare dolore. Nel momento in cui sono alla deriva e incapace di tenere la rotta, ecco che arrivano. I morti. Quelli che ho amato volano come uccelli nel cielo sereno sopra dime. Planando, zigzagando, invitandomi a raggiungerli. Io vorrei tanto seguirli, ma l'acqua di mare mi intride le ali, impedendomi di sollevarle. Quelli che ho odiato si sono rifugiati tra i flutti, orribili esseri squamosi che dilaniano la mia carne salata con denti che sembrano aghi. Mordono, ancora e ancora. Mi trascinano sotto la superficie... Intrappolata per giorni, anni forse secoli. Morta, ma senza poter morire. Viva, ma praticamente morta. Così sola che qualsiasi persona, qualsiasi cosa, per quanto ripugnante, mi sarebbe gradita. Ma il visitatore che infine bussa alla mia porta è dolce. Morfamina. Mi scorre nelle vene, allevia il dolore, alleggerisce il mio corpo, permettendogli di risalire verso la superficie e posarsi di nuovo sulla schiuma.... Poco a poco, sono costretta ad acccettare chi sono. Una ragazza gravemente ustionata senza più ali. Senza più fuoco. Nè sorella.

"Mi chiamo Katnis Everdeen. Ho diciassette anni. Sono nata nel Distretto 12. Il Distretto 12 non esiste più. Sono la Ghiandaia Imitatrice. Ho rovesciato Capitol City. Il presidente Snow mi odia. Ha uciso mia sorella. Adesso io ucciderò lui. E finalmente gli Hunger Games saranno finiti per sempre..."

 

 

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