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I funerali di Vik Arrigoni.

Post n°337 pubblicato il 26 Aprile 2011 da VoceProletaria


I funerali di Vik Arrigoni

di Pietro Ancona,  24.04.2011

Scrivo questo articolo sui funerali di Vittorio Arrigoni. Sono le ore 20 e su internet ho letto tutte le notizie che arrivano da Bulciago dove oggi pomeriggio si sono svolti .  Sono centinaia i siti ed i giornali che se ne occupano ma, come se si fossero messi tutti d'accordo, non si superano le trenta righe. Una particolare notizia è stata data soltanto da uno o due dei siti e riguarda la concelebrazione della messa da parte di Monsignor Capucci, arcivescovo di Cesarea della chiesa ortodossa, persona che ha impegnato la sua vita nella lotta per la liberazione del popolo palestinese. Un prelato di 90 anni che si è sottoposto agli strapazzi di un lungo e difficoltoso viaggio per salutare Vittorio e dirgli che è morto da santo, da eroe, da martire.
La parola d'ordina velinata che ha mosso il gregge dei giornalisti che hanno steso i pezzi evidentemente è stata quella di non aggredire, di fare un racconto breve di quello che è accaduto, di dire quante persone c'erano (alcuni scrivono due mila, altri alcune centinaia), di essere se non proprio riguardosi  soft politicamente corretti…
Anche questo taglio dato dalla disinformazione massmediatica ha dato il suo contributo al silenziamento della vita, della storia, delle opere di Vittorio del perché è morto e di chi lo ha ucciso. Non crederò mai che si tratta di una scelta di un gruppo di arrabbiati. Cui prodest la morte?  Prodest ad Israele che a giorni dovrà affrontare un nuovo tentativo dei pacifisti europei di raggiungere Gaza e che ha interesse a distruggere ogni possibile testimonianza che non sia embedded come certi servizi di Rai3.
Non ho letto commenti dei nostri famosi opinionisti. Mi pare che il veleno della destra sia già stato schizzato dai giornali del Cavaliere e dell’ineffabile Angelucci, miliardario che deve le sue fortune alla sanità pubblica spolpata dal di dentro come da un terribile verme tenia.
Vedremo se nei prossimi giorni torneranno a parlarne ma ne dubito. La parola d'ordine è un'altra.
Ho letto che l'unica corona di fiori è stata inviata dal Manifesto. Non è stata data notizia di altri omaggi floreali provenienti dallo establishement politico e sindacale italiano.
Avevo chiesto alla signora Camusso di partecipare ai funerali ma i giornali non ne danno conto. Non danno conto neppure della presenza dei leaders della sinistra comunista.
Bah!
Insomma, il funerale ha dato una rappresentazione veritiera dello stato dell'arte in Italia.
Una militanza generosa ed appassionata, colta ed impegnata che si estende dai cristiani ai comunisti agli anarchici. Una galassia che il potere, e non solo il potere, ma anche l'opposizione tendono a circoscrivere, isolare e magari criminalizzare.
L'assenza delle istituzioni e del Presidente della Repubblica fanno compiere un passo avanti verso la postdemocrazia e l'appiattimento totale alle posizioni degli USA e di Israele.
Forse è stato scelto di essere assenti magari per essere più presenti altrove, ad esempio nei bombardamenti in Libia dove abbiamo vigliaccamente  inviato gente dello Stato e forse delle milizie private dei contractors ai quali apparteneva, ricordate?, Fabrizio Quattrocchi.
Ieri a tarda notte ho visto un documentario trasmesso da RaiNews24. Una intervista a Vittorio che colpisce per la pacatezza, per il tono sottovoce con cui parla delle tragedie palestinesi, un tono che non diminuisce ma dà  maggiore forza alla sua militanza.
E' chiaro che oggi a  Bulciago si è approfondita una frattura tra l'Italia resistenziale ed umanitaria e le istituzioni. Ma forse si è preso atto di un'altra frattura, tra il movimento in qualche modo espresso da Vittorio e la sinistra esistente che si contorce in gravissime contraddizioni e, per non pagare dazio, si è inventata una differenza tra lotta di classe e geopolitica (sic!).
Ma forse Vittorio non è espressione di una minoranza disperata ma di una Italia che comincia da Gobetti e dai fratelli Rosselli, che è viva e pulsa nelle arterie della cultura e della storia italiana.

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