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Post n°689 pubblicato il 05 Giugno 2012 da VoceProletaria
La solidarietà degli ex operai Thissen ai terremotati dell’Emilia di ex lavoratori ThyssenKrupp – Torino, 04.06.2012 Ancora una volta ci ritroviamo, dopo l’alluvione che ha colpito la Liguria lo scorso novembre e il terremoto che ha devastato l’Aquila e provincia nel 2009, a dover esprimere vicinanza e solidarietà alle famiglie dei lavoratori duramente colpite nei giorni scorsi dal terremotato in Emilia-Romagna. Sempre più evidenti appaiono, alla luce di questi tragici eventi, i legami tra crisi economica e, di conseguenza, ambientale, che accomuna queste calamità: scarso rispetto delle norme che regolano le costruzioni antisismiche, Amministrazioni Comunali che non adottano adeguate misure di sicurezza e di evacuazione in caso di rischio sismico o di calamità naturali in generale (sempre più prevedibili), ripresa dell’attività produttiva anche in quei casi in cui il ripetersi delle scosse di assestamento, dovute allo sciame sismico, era sotto gli occhi di tutti e presagiva al peggio. Mentre a Roma si sono dilapidate montagne di denaro pubblico nelle sobrie celebrazioni del 2 giugno e contemporaneamente, a Milano, il Comune spendeva 3 milioni di euro per l’ospitalità al Papa, ci chiediamo se non era meglio, per risparmiare risorse economiche preziose, trasmettere in tv la registrazione del 2 giugno celebrato lo scorso anno e destinare parte dei volontari utilizzati per l’accoglienza al Pontefice (ben 7000) ad aiutare ed alleviare le sofferenze e i disagi patiti dalle popolazioni colpite dal sisma in Emilia. Contro la crisi economica, ambientale (e morale) in cui il profitto dei padroni ci sta trascinando occorrono misure immediate: a sostegno del lavoro e mirate ad una ricostruzione immediata delle zone colpite dalle calamità (non solo in Emilia) e del lavoro, utile e dignitoso per tutti, più in generale, specie per donne e giovani; un serio monitoraggio dei rischi in tutto il Paese; la bonifica di tutte le produzioni nocive e pericolose per la popolazione e la loro riconversione a produzioni utili e non dannose; una maggiore tutela del patrimonio urbanistico ed artistico, che oltre a rappresentare gran parte patrimonio della cultura mondiale è anche, per gli operatori del turismo e dell’indotto di quest’ultimo, una preziosa fonte di reddito. Se non si comincia da subito l’opera di ricostruzione delle zone colpite si rischia il ripetersi del dramma dell’Aquila e della Liguria: prima indebolite e rese fragili dall’incuria, dalla speculazione edilizia e dalla devastazione ambientale, poi abbattute come castelli di carta dalla furia degli elementi e infine, dopo mille promesse di una pronta e migliore ricostruzione, puntellate (L’Aquila) alla meglio e così lasciate, in un limbo che fa venire rabbia al solo pensiero. In attesa di cosa? La ricostruzione promessa? O l’ennesimo sisma che mieta nuove vittime tra gli uomini già duramente provati e spazzi via definitivamente le già precarie costruzioni? Prendere soluzioni immediate oggi, volte alla salvaguardia della dignità delle persone e del lavoro utile e dignitoso per tutti, significa salvare vite e insieme salvaguardare ambiente e posti di lavoro domani.
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