Marcegaglia: notizie dal ventre del capo della bestia
Di “lavoratori Marcegaglia di Uniti Contro la Crisi”
Milano, 13 dicembre 2010
Il contratto integrativo e le “difficoltà” della Marcegaglia a Milano.
Nell’ultimo periodo ci stiamo trovando di fronte a una situazione davvero paradossale, noi lavoratori Marcegaglia di Milano.
Noi abbiamo bocciato con il referendum la proposta del coordinamento sindacale nazionale del gruppo di una contrattazione integrativa che, “stranamente per la FIOM”, è assolutamente allineata alle richieste inaccettabili di Confindustria di maggiore flessibilità e produttività, legando praticamente ogni aumento salariale alla crescita produttiva dell’azienda.
Se continuiamo a credere a tutto quello che ci raccontano le aziende sulle presunte crisi produttive, saranno sempre loro a decidere, quando e quanto aumento dare ai lavoratori. Fermo restando che per ora Marcegaglia ha proposto solo di ridurre le retribuzioni attraverso il salario d’ingresso.
La FIOM, unica organizzazione sindacale presente nella RSU, invece di fare una seria autocritica per aver sostenuto le ragioni dell’azienda solo 10 mesi fa, costringendoci a una cassa integrazione che non ha mai avuto ragione di esistere, pare voglia continuare a farci inghiottire le scelte aziendali in materia di orario plurisettimanale, ferie, par e organizzazione del lavoro.
Nel giro di pochi mesi, in cui tutti si sono accorti che il lavoro invece di diminuire aumentava, l’azienda è stata costretta a rimangiarsi tutto ciò che ci aveva raccontato.
Ora vuole usare lo stesso metodo per costringerci ad accettare le sue richieste, compresa
la delocalizzazione in Brasile di parte della produzione di profili aperti, trasferendo lì anche i macchinari.
La FIOM ancora si allinea con l’azienda, sostenendo la fattibilità delle sue richieste.
Perché a livello nazionale la FIOM, soprattutto in FIAT, mostra di resistere agli attacchi aziendali, e a casa del capo dei padroni accetta qualunque cosa. Se sono intrecci legati a strane amicizie tra una certa politica (Vendola e Marcegaglia) o altre cose poco chiare, non ci interessa.
Vorremmo che si affrontasse con coerenza e determinazione la contrattazione integrativa in Marcegaglia, e si tutelino seriamente gli interessi di tutti i lavoratori.
La richiesta dell’azienda di flessibilizzare ulteriormente i lavoratori e legare il salario alla produttività non possiamo accettarla!
Bisogna chiedere un aumento fisso, uguale per tutti, visto che pur in presenza di aumento della produzione dei pannelli in cui è stato necessario rinforzare l’organico ci è stato decurtato il salario utilizzando una CIGO inutile, scaricando sulla collettività e sui lavoratori i costi di una crisi inventata.
Non dobbiamo accettare l’orario flessibile, su base plurisettimanale, e l’utilizzo per scopi aziendali di scarico lavorativo delle nostre ferie. L’azienda dovrebbe puntare al miglioramento dell’organizzazione del lavoro, e utilizzare i periodi di calo lavorativo per la manutenzione ordinaria e straordinaria degli impianti, in maniera tale da migliorare la qualità del lavoro e la sicurezza degli impianti.
Non dobbiamo accettare la delocalizzazione di alcun macchinario. Ciò che si può produrre in Brasile si può produrre anche qui a Milano.
Il referendum ha dato un’indicazione importante. Chiediamo a tutti i lavoratori di riflettere su questi punti e trovare assieme delle rivendicazioni comuni in maniera da ottenere uniti dei risultati importanti. Risultati che migliorino la condizione di tutti noi e che non lascino spazio alle solite divisioni.
Con l’unità dei lavoratori possiamo ottenere grandi risultati!