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Assemblea Lavoratori Bolognesi Autoconvocati.

Post n°226 pubblicato il 04 Febbraio 2011 da VoceProletaria

Contro il nuovo Patto (anti)Sociale,
 Sciopero Unitario Generale.

    Siamo donne e uomini con storie politiche e sindacali plurali, lavoriamo in comparti produttivi diversi e con diverse forme di contratto, uniti però da un fatto che riguarda il presente ed il futuro di tante e tanti: siamo parte di quei soggetti sociali che subiscono le conseguenze della crisi provocata dalla finanza, dalla speculazione, dalle banche e dalle multinazionali.
    Siamo parte di quei soggetti sociali che continuano ad essere espulsi a centinaia di migliaia dal proprio posto di lavoro e che subiscono continuamente la cancellazione dei propri diritti conquistati con anni di lotte e di sacrifici.
    Ci troviamo in una fase in cui i poteri forti del nostro paese (che hanno prodotto questa crisi) sono uniti – con l’appoggio decisivo dei sindacati complici e, in modo bipartisan, delle forze politiche presenti in Parlamento – attorno ad un’unica parola d’ordine: fare pagare i costi della crisi ai settori sociali più deboli e al lavoro dipendente attraverso la stipula di un nuovo Patto (anti)Sociale.
    Un Patto Sociale che passa attraverso le politiche di Marchionne e della Confindustria, il blocco dei salari nel pubblico impiego di Brunetta, le (contro)Riforme Gelmini, l’approvazione del Collegato Lavoro, lo smantellamento del welfare, la cancellazione dei diritti democratici, la criminalizzazione del lavoro migrante, l’impoverimento della vita di molti a favore dei profitti di pochi.
    Di fronte a questo progetto, l’unica possibilità di contrasto sta nella generalizzazione delle lotte e del conflitto sociale e la loro messa in rete e siamo convinte/i che sia possibile farlo ora, subito.
    Perchè ciò avvenga è però necessario ricostruire un’identità di classe e collettiva che rovesci i meccanismi di isolamento, separatezza e individualizzazione che ci hanno colpito, nei luoghi di lavoro e nella società in questi ultimi trent’anni di flessibilità e precarietà del lavoro e della vita e che ancora di più si diffondono dentro questa crisi.     E possiamo farlo solo a partire da noi stessi, dal basso, costruendo spazi pubblici di confronto e organizzazione in cui ci si possa ritrovare a partire dalla propria condizione sociale, a prescindere dall’appartenenza politica e/o sindacale di ciascuno/a.
    Un passaggio decisivo è sicuramente la costruzione dello Sciopero Unitario Generale e Generalizzato.     Uno sciopero generale che però non va pensato come “la fine della Storia”, ma come un percorso lungo, capace di mettere assieme e in moto tutti i settori sociali in un processo di blocco prolungato della produzione e della circolazione delle merci, pensando anche a nuove forme di lotta di massa capaci, ai nostri giorni, di assicurare il massimo del danno economico ai nostri avversari con il minimo dei danni ai nostri già poveri compensi.
    Dobbiamo però constatare che il rifiuto della maggioranza del gruppo dirigente della CGIL (a dispetto della volontà espressa più volte dalla FIOM e da larga parte dei/delle propri/e iscritti/e) di farsi carico di questa necessità e l’insufficiente capacità di mobilitazione unitaria del sindacalismo di base, sono di ostacolo alla crescita del conflitto.
    Noi però siamo convinti che lo sciopero generale o è di tutti o non è.
    Anche in questo caso pensiamo che solo la spinta unitaria dal basso di tutti i lavoratori e tutte le lavoratrici, con la presa di parola nelle proprie organizzazioni e nei luoghi di lavoro e la capacità di praticare assieme momenti di mobilitazione esemplari che indichino pubblicamente la volontà e disponibilità alla lotta, sarà capace di “trasformare radicalmente lo stato presente delle cose”.
    Crediamo sia cioè necessario costruire, anche a Bologna, un Coordinamento Autoconvocato di Lavoratori e Lavoratrici Contro la Crisi che sia strumento di sostegno e solidarietà per ogni singola vertenza dentro e fuori i luoghi di lavoro.     Che lavori alla individuazione di una piattaforma e di una vertenza territoriale capace di riunificare concretamente i lavoratori ed i diversi soggetti sociali e indichi le forme di lotta necessarie alla vertenza.     Che si impegni concretamente alla crescita e alla generalizzazione del conflitto sociale che si sta esprimendo con grande forza in questi mesi.
    Per discutere e confrontarsi assieme su questi temi e proposte invitiamo tutti/e i lavoratori/trici, i/le precari/e, i/le disoccupati/e, gli studenti e le studentesse e tutte le organizzazioni sindacali non concertative e di movimento a una

ASSEMBLEA PUBBLICA
al VAG 61 - Via Paolo Fabbri 110 -  Bologna
 Mercoledì 23 Febbraio alle ore 18.00

Saranno presenti anche alcuni lavoratori di altre città che ci racconteranno la loro esperienza.

 Primi firmatari:

Lorenzo Gatto – ENEA; Giusto Fagarazzi – ENEA; Virginio Pilò – Università di Bologna; Ivan Trocchia – INPS; Andrea Tesini – Osp. Maggiore; Giovanni Grandazzo – Pensionato ATC; Simone Febbo - Lavoratore Autonomo; Giulio Tiberio – S. Orsola; Gisella Vismara – Precaria Università; Marina Izzi – Unibo; Paolo Carta – Unibo; Gregorio Bartolotta – Unibo; Giuliano Sorbello – Unibo; Ferruccio Guaglianone – Unibo; Alessandra Maltoni – Unibo; Clemente Garruto - macchinista FF.SS.; Davide Ghepardi - insegnante precario; Marco Sinico - operaio Alstom; Marco Fincardi – Ricercatore Università;

 

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