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Il referendum quotato in borsa

Post n°400 pubblicato il 14 Giugno 2011 da VoceProletaria

Il referendum quotato in borsa

di Pietro Ancona,  13.06.2011

    Ho sentito in auto un pezzo di una trasmissione di Radio 24 che riportava i riflessi in borsa dei risultati del referendum. I titoli delle società che si occupano di energie rinnovabili hanno fatto un balzo in avanti del 12 per cento distanziandosi da tutti gli altri. I titoli legati alla privatizzazione dell'acqua hanno avuto un cedimento notevole di circa il sei per cento. Questo commento del mondo degli affari è assai eloquente. Gli investimenti nelle energie rinnovabili ne sono incoraggiati e può darsi che ne scaturirà una spinta alla crescita produttiva in un settore  avveniristico che può trovare in Italia un ambiente migliore di quello tedesco. Bisognerà fare molta ricerca per averne molta innovazione.
  L'altro commento del referendum è stato dato dagli italiani che si sono riuniti spontaneamente nelle piazze per gioire insieme, per ridere, per dichiarare la propria soddisfazione. E' come se una cappa plumbea si fosse sciolta. Ci sentiamo tutti più liberi. La democrazia è fatta di partecipazione e la partecipazione è libertà e liberazione. Una democrazia basata sulla passivizzazione delle masse private dai partiti del diritto financo di scegliersi i propri rappresentanti, fatta di telespettatori chiamati solo ad assistere alle finte lotte tra Rinaldo ed Orlando non è vera è oligarchia, telecrazia, è autoritarismo in cui una parte della società opprime l'altra, quella più debole.
  Ho assistito a parte dello svolgimento del voto referendario nelle sezioni della scuola del mio  quartiere a Palermo. La gente giungeva alla spicciolata, ad ondate, per famiglie, per gruppi e si infilava con molta decisione nelle sedi di voto. Usciva con le facce raggianti, sorridenti, come chi era sicuro di avere avuto finalmente in mano uno strumento per punire colui che ci ha umiliato per anni, per esprimere una voglia di rinnovamento che aveva già avuto modo di manifestarsi in occasione delle amministrative. Non avevo mai visto gente tanto contenta all'uscita dei seggi. Come se avesse vinto un terno al lotto.
 Ma l'esito elettorale di ventiseimilioni di persone che dicono decisamente no alla privatizzazione dell'acqua e dei servizi cozza con interessi dei partiti che si sono consolidati lontano dalle aspettative popolari e spesso contro di loro. Il PD ha recuperato schierando la sua enorme organizzazione per i quattro SI, ma non dimentichiamo che si ritirò dal gruppo referendario, criticò Di Pietro, promise e non so se fece la presentazione di un disegno di legge di iniziativa popolare alternativo al referendum. Il tempo e notevoli sensori sugli orientamenti della pubblica opinione lo hanno ricondotto sulla  retta via. Ma un grande contributo è stato dato da migliaia di organizzazioni volontaristiche, dalla nascita di un grande sentimento popolare di rivolta contro tutto quello che le privatizzazioni rappresentano a cominciare dalle bollette dell'acqua, ma non solo, di tutte le angherie alle quali la società liberista, ma profondamente autoritaria, ha inflitto ai cittadini utenti o consumatori comprese le ganasce ed i pignoramenti per le rate insolute spesso per una manciata di euro.
 Non c'è in Italia una sola privatizzazione che non sia diventata una soma pesante sulle spalle delle famiglie. Il mercato in Italia non esiste. L'acqua avrebbe avuto nella privatizzazione un monopolio angarioso di un privato come avviene per le poste per le telecomunicazioni per le ferrovie.
  Ma il referendum è stato soprattutto un atto di separazione dell'Italia da Berlusconi e dalla sua consorteria. La borghesia violenta ed intollerante del berlusconismo è stata sconfitta da una borghesia liberale e civile alleata alla classe operaia per una gestione corretta dello Stato.
  Spero tanto che si organizzino referendum per l'abrogazione della legge Biagi e delle leggi sulle pensioni. Bisogna liberare i giovani ed i pensionati dalle terribili tagliole di Sacconi e Tremonti. Bisogna anche abrogare i decreti sul federalismo che danno poteri eccessivi ai signorotti locali ed aumentano le tasse.
  Spero che cessi la conventio ad excludendum verso la federazione della sinistra e che si il popolo del PD che ha sentimenti socialisti e democratici si trovi a condurre battaglie unitarie per la classe operaia, per i salari, per pensioni giuste. Spero in una scuola pubblica forte e sostenuta da leggi  che ne facciano un motore per la prosperità del Paese.

 
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