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Egitto: una rivoluzione sconfitta dal tempo e dalla mancanza di un progetto.
di Pietro Ancona, 06.02.2011
La rivoluzione dovrà accontentarsi di una maquillage del regime.
Il blocco sociale che reggeva al potere Mubarak resta saldo in sella e il regime attenuerà alcune delle sue fattezze più impresentabili. Da Mubarak a Sulemein per Israele non cambia niente. E neppure per la funzione di Gendarme dell'Imperialismo riservata all'Egitto.
C'è un rafforzamento dell'influenza nazi-sionista sul vertice con l'avvento di Sulemein rispetto il quale la candidatura di Al Baradei e degli altri pretendenti liberalborghesi appare patetica. Il tempo ha funzionato bene contro la piazza dei dimostranti.
La gente deve continuare a vivere e tredici giorni sono tanti, tantissimi.
Non ci sarà nessun cambiamento come non ci sarà nessun cambiamento in Tunisia.
I reclusi di Gaza faranno in tempo a morire nel lager prima che le cose cambino davvero. Quattrocento morti e migliaia di feriti e di prigionieri sono stati sacrificati quasi per niente.
La rivoluzione deve avere una Ideologia, una Direzione e deve essere armata oppure soccombe.
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