But first, coffee

Verde oggi non è verde speranza, solo verde acido.

La rabbia mi è salita oggi.
Sei una merda.
Vali meno di zero.
E io ti odio.

Talmente tanto che se ti avessi qui accanto io...io penso che proverei ad ucciderti.
No, invece no.
Sarebbe faticoso, e tu per me non vali neanche lo sforzo di piegarmi a raccogliere una matita.
Nemmeno lo sforzo di spostarmi una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
Non vali una cicca masticata, una sigaretta arrivata al filtro, un bicchiere di plastica vuoto, un tovagliolo di carta usato.

Non vali un cazzo.
E mi fai schifo.
Perchè non ti sei degnato nemmeno di cambiare le parole che hai usato con me, per un'altra ragazza.
Sei anche un povero stronzo, perchè davvero, no dico davvero tu pensavi che non lo avrei saputo?!
Ma davvero?!?
Povero, povero coglione.

C'è voluto poco per gasarti eh?
E adesso?
Ti senti il più bonazzo della città?
Lì con la tua aria di chi non è smosso da nulla, di chi non dà importanza a quello che pensa la gente, però...eeeh però le cose non quadrano.
Le tue stupide tute di merda?
Scomparse.
Ora solo golfini e cardigan da fighetto.
I capelli osceni?
Scomparsi, ora sempre e solo col taglio di capelli preciso pseudo alternative-chic.
Le scarpe?
Quelle matte da non-me-ne-importa-niente-io-son-figo-perchè-ci-sono-nato-non-lo-faccio-mica-apposta.
Vallo a raccontare a tutte le troie che ti orbitano attorno ultimamente con fare da gattine in calore.
Quelle che ti vedono adesso, da figo, e l'aria menefreghista, e fanno le smorfiose di sta minchia.

Ma no, per favore, non venire a dirlo a me, non adottare con me l'atteggiamento da bello e dannato, perchè io ti ho conosciuto, io ti ho visto, io ti ho voluto bene quando tu non eri nessuno, quando non eri un cazzo e la gente faceva caso a te solo se ti inciampava addosso.