Creato da Dauto il 24/08/2013

Four Wheels to Me

Niente di interessante se non ti piacciono le auto

 

 

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Alfa Romeo (parte 3)

Post n°3 pubblicato il 25 Agosto 2013 da Dauto

Un auto poco conosciuta è l'Alfa 164 Pro Car, che avrebbe dovuto correre in un campionato prototipi è nata solo come esemplare unico ed è un peccato perchè era una auto da pista estrema ed aveva una tecnologia al massimo livello, gestita da centraline elettroniche e dotata di sospensioni a triangoli sovrapposti da gara di tipo Push Rod (come nelle Formula 1 moderne o nelle supersportive) monta anche un motore di derivazione Formula 1 un 10 cilindri aspirato da 3.500 cc capace di sviluppare ben 640 cavalli, che devono spostare una massa molto minore visto che l'auto è in pratica fatta di leggere e resistenti fibre composite come Kevlar e fibra di carbonio, ne derivano prestazioni incredibili con una velocità massima di 340Km/h e percorre i 400 metri in 9,7 secondi. Un vero peccato che questa meraviglia non abbia mai corso e tantomeno vinto visto il potenziale, un occasione persa per il reparto corse.

Ancora meno conosciuta e altrettanto sfortunata è stata l'Alfa Romeo Sport Prototipo, un auto che trovo ancora bellissima e moderna, un auto da competizione destinata a correre nel leggendario e durissimo campionato mondiale sport prototipo; questo campionato tra gli anni '80 e primissimi '90 è stato per grado di evoluzione tecnologica e prestazioni solo un filo dietro alla Formula 1 e garantiva grandi ritorni di immagine, le regole permettevano grandi potenze e molte sperimentazioni, cosa in abbiamo sempre saputo eccellere, ma purtroppo questo campionato è stato poi eliminato perchè ritenuto troppo pericolo e costoso, quest'Alfa quindi anche per problemi economici della Fiat non prese mai parte a gare, ma aveva in sè un notevole poteziale da sviluppare.

  

Il motore era lo stesso di derivazione F1 della 164 Pro Car,la potenza solo leggermente inferiore, perchè questi motori erano destinati a gare di durata e quindi dovevano garantire le prestazioni e la funzionalità anche per ben 24 ore filate durante le più importanti gare come la 24 ore di Le Mans, in seguito venne montato anche il motore Ferrari da F1 a 12 cilindri sempre di 3.500 cc, il tutto unito alla ricerca delle massime prestazioni con un grande studio aerodinamico (ha una linea molto filante adatta alla categoria sport prototipi), soluzioni tecniche di prim'ordine ancora oggi: carrozzeria e pianale in compositi, sospensioni push rod e degli efficacissimi freni in carbonio, soluzione che era appena arrivata in Formula 1.

Il vantaggio di questo tipo di freni è che riducono le masse non sospese all'interno delle ruote (meno peso = più prestazioni e miglior controllo, minor affaticamento meccanico) e permettono l'uso esasperato della frenata senza deformazioni e senza consumare il disco, non risente del fading in frenata, anzi più sono caldi meglio funzionano (il contrario di quelli normali in metallo), è usato oggi su pochissime supercar in quanto produrre questo tipo di freni è un processo lungo e costoso, 4 freni a disco (senza pinze) possono costare anche 20.000 Euro, ma l'altro vantaggio su auto stradali è che durano (non le pastiglie però) tutta la vita dell'auto tanto sono resistenti.

Tornando alle vetture stradali gli inizi degli anni '90 è stata criticata da molti la gestione Fiat, anche se ha saputo fare buone auto o ottime auto e di tornare a vincere in competizioni sportive; ma l'Alfa Romeo si conferma sempre travagliata anche se tanti sono sempre incantati da ciò che trasmette anche quando non sembra al meglio.

Un auto molto particolare, dal desing che definirei brutale per l'essere strana, grezza e cattiva, è stata la sportiva SZ disegnata e costruita da Zagato vicino ad Arese (Mulazzano di Rho), basata sul pianale ed il motore 3.000 dell'Alfa 75 garantiva ottime prestazioni (245 Km/h) con la carrozzeria leggera in vetroresina e con particolari in carbonio; ne sono stati costruiti 1000 esemplari; più rara in circa 350 esemplari è stata la versione spider RZ esteticamente più piacevole alla vista, ma senza mezze misure, o piace o non piace, molto originale comunque e oggi ricercate dai collezionisti.

      

La sostituta dell'Alfa 75, ultima Alfa di grande produzione a trazione posteriore è l'Alfa 155 costruita sull'ottimo ed in anticipo sui tempi (verrà poi copiata da tutti questa tecnica) del pianale modulare "tipo" che ha dato origine a moltissime auto del gruppo Fiat (Tipo, Tempra, Coupè, Bravo, Brava, Marea) Lancia (Dedra, Delta II) Alfa Romeo (155, GTV Spider, 145, 147, 147, 156, GT).

Permetteva grandi risparmi industriali ma non sempre certe scelte stilistiche hanno convinto, l'Alfa 155 ha diviso le opinioni, non era brutta, ma nemmeno così bella, molto comoda, abitabile (grande spazio), grazie alla coda alta un bagagliaio capiente e la solita proverbiale guidabilità Alfa Romeo a mettere una pezza sulla trazione anteriore ( 4x4 in alcune versioni), la solita affidabilità elettronica non sempre impeccabile e qualche finitura interna da rivedere.

Ma il colpo grosso e storico è stato quello di correre in casa dei tedeschi nel loro sacro campionato delle berline il famosissimo DTM e di vincere in casa loro il campionato nel 1993 un campionato all'epoca estremo, delle auto di serie non rimaneva nulla se non la forma; l'auto è la leggendaria 155 V6 TI dotata di un motore appunto V6 di 2500 cc aspirato dotato di ben 420 cavalli, trazione integrale (TI) e di soluzioni tecniche all'avanguardia come il cambio sequenziale.

Quel campionato gareggiato contro i colossi tedeschi è stato vinto sia il campionato piloti con Larini che quello costruttori e con ben 12 gare vinte su 20 abbiamo dimostrato di che pasta sono fatte le Alfa Romeo anche in questa categoria.

Trovo che sia stupenda nella livrea Martini Racing; l'Alfa 155 non si è più ripetuta a questi livelli (ha perso per poco l'anno seguente il titolo nonostante 11 vittorie) forse anche per budget ridotti poi, ma ha continuato a gareggiare e vincere gare singole in una versione meno estrema nella categoria Superturismo, dove le auto erano più simili alle vetture di serie.

      

L'Alfa Romeo tra la fine del 1994 e l'inizio del 1995 lancia due auto compatte nuove di segmento C destinate a sostituire la vecchia 33, sono la 145 e la 146, la prima dal design più dinamico a 3 porte era destinata ai giovani, la seconda più tradizionalista ma inconsueta (non molto bella) con quella mezza coda e 5 porte era più un auto da famiglia.

Le linee erano particolari, non somigliavano a nessun altra auto ed erano quindi inconfondibili, ma non particolarmente riuscite, con il restyling ci fu qualche miglioramento estetico, nei motori (addio ai boxer e arrivarono i twin spark a doppia accensione) e negli interni.

Anche le due auto sportive del decennio non mi hanno convinto molto pur essendo molto buone (preferivo il Fiat Coupé) sono la sportiva coupé GTV e la sua versione spider chiamata per l'appunto semplicemente Spider richiamando i nomi storici della casa.

Debutta nel 1998 l'erede della 164: la 166, ma non è altrettanto fortunata e bella, nasce vecchia, il progetto è stato più volte rimandato e quando esce lo stile del frontale è discutibile, per il resto l'auto è molto valida, si viaggia comodi ed ha buone finiture e motori; ma quel frontale ha rovinato l'immagine dell'auto, mi domando come possano averla messa in produzione così con quei piccoli brutti fari e quelle prese d'aria ai lati; negli anni 2000 c'è stato un restyling che ne ha migliorato il frontale ma ormai il modello era a fine carriera.

Disegnata in collaborazione con Pininfarina ha ancora oggi una bella linea frontale e di tre quarti, una fiancata originale dinamica con quella linea a salire, mentre il posteriore l'ho sempre trovato troppo semplice, banale e anonimo, se fosse stato diverso e meno tozzo secondo me sarebbe stata molto più bella. Il motore di punta è sempre il Busso portato a 3.200 cc e capace di portare queste Alfa Romeo ad oltre 240 Km/h

Finalmente arriva il 1997 ed inizia una rinascita (ora interrotta in attesa del rilancio) grazie a due modelli che arriveranno tra qui ed il 2000, due modelli disegnati da Walter Da Silva (che poi non si è più ripetuto) che conservano ancora a distanza di tanti anni linee quanto mai attuali e belle.

La prima del nuovo corso stilistico che richiama modelli del passato come la Giulietta anni '50 è la bellissima 156 dalle linee che sono un mix vincente tra tradizione, eleganza e sportività, una vera Alfa Romeo ed è subito un successo, ha una linea pulita convincente e vanta anche una soluzione estetica poi copiata da molti dove la maniglia posteriore è nascosta nel montante faceno quasi sembrare un auto coupè, ha ottime finiture interne a livello delle migliori, viene eletta nel 1998 Auto dell'Anno; vanta anche una primizia mondiale, un invenzione del gruppo Fiat che ha rivoluzionato tutti i motori del mondo e che oggi usano tutti (brevetto stupidamente ceduto poco dopo all Bosch...): il Common Rail nel Diesel, una tecnologia che permette grazie ad iniezioni estremamente precise e bilanciate di aumentare significativamente le prestazioni del motore e al tempo stesso ridurre consumi, inquinanti, vibrazioni e rumori.

Monta raffinate sospensioni a quadrilatero alto all'anteriore e Mac Pherson al posteriore, soluzioni pregevoli che la fanno diventare una grande stradista, che ti stampa il sorriso sulle labbra nelle curve; se la gioca come sportività con la BMW serie 3 l'unica altra berlina a mio parere dalla linea e dalle prestazioni con cui l'Alfa se la gioca in quegli anni.

Monta un motore 2.500 V6, mentre qualche anno dopo arriva la versione GTA dall'estetica ancora più sportiva, erede di una dinastia di auto belle (un pò meno leggera visto che non ha particolari di carrozzeria in alluminio) e potenti, monterà l'ultima declinazione del leggendario V6 Busso da 3.200cc da 250 cv che le permetteranno di raggiungere i 250 Km/h.

  

Diventa una delle Alfa Romeo più vincenti degli ultimi anni e dal 1999 e fino al 2004 vince ovunque nella categoria Superturismo, diventa la regina dei campionati europei, nonostante la trazione anteriore contro la più redditizia posteriore.

                

Nel 2000 esce la versione station wagon o come dicono giustamente in Alfa: la Sportwagon, dalla linea sportiva e seducente è un altro successo meritato di critica e pubblico, la capacità del bagagliaio è ridotta, ma resta una delle più belle station wagon del segmento, anzi, la più bella del periodo.

     

Il posto guida e la plancia sono sportivi, il cruscotto dalla bella linea, non è monotono, tutto nero e serio fino ad essere noioso come sulle tedesche, ma ha carattere ed è orientato sul guidatore per tenere sotto controllo gli indicatori più facilmente; nel 2003 c'è un restyling piuttosto esteso ad opera di Giugiaro, interessa il frontale e gli allestimenti, arriva anche una versione integrale Q4 destinata solo alla Sporwagon, c'è in due versioni interessanti, la All Road più rialzata con protezioni più estese alla carrozzeria destinata ad un uso anche fuori dall'asfalto ed una più bassa e stradale denominata Crosswagon che preferisco ed era molto bella con i cerchi a 5 razze.

Da questo modello nasce, come sostituta della 145 e 146, nel 2000 un altro grande successo, : la 147 stavolta bellissima auto dallo stile pulito, elegane e sportivo, stranamente nasce prima la 3 porte e a distanza di qualche mese arriva la 5 porte, caso strano, stilisticamente mi è sempre piaciuta di più questa versione, sembra più sportiva e riuscita, forse grazie alla maniglia posteriore nascosta come sulla 156, o al bel taglio del finestrino posteriore, ma a distanza di tanti anni rimane splendida e sono convinto che venderebbe ancora anche oggi se fosse ancora in produzione, stupenda nelle versioni speciali in particolar modo con cerchi da 17 pollici e tetto nero.

   

  

Negli ultimi anni di produzione riceve un ottimo differenziale anteriore a slittamento limitato che migliora notevolmente le prestazioni di trazione in curva e quelle versioni si chiamano Q2.

Anche all'interno riprende lo stile della 156, ma migliorando le plastiche, le finiture e l'estetica, era diventata una compatta premium del segmento C, anche lei ottenne grande successo e il titolo di Auto dell'Anno nel 2001. Verrà declinata anche lei in versione GTA con lo stesso motore della 156, la trazione anteriore non le permetteva di scaricare facilmente tutti i 250 cv ma era una rivale tosta delle più potenti della categoria.

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