Creato da: blobbino2005 il 29/12/2005
Il fischiettista è molto utile per la comunità. Mi chiamo Giovanni Maria TAMPONI, sono un collaudato whistleblower e sottolineo l'importanza di creare un ambiente che non impedisca ai fischiettisti di fare il loro dovere (morale) cioè quello di denunciare strani comportamenti sbagliati all'interno della propria Azienda (ci saremmo risparmiati una figuraccia internazionale con i casi di Parmalat, Cirio, Banca d'Italia etc.:) e soprattutto come nel caso del sottoscritto, licenziato illegittimamente per ben due volte dagli amministratori di una Pubblica Amministrazione (CAMERA DI COMMERCIO DI ROMA) solo per aver denunciato una truffa a danno degli utenti dell' Ufficio BREVETTI & MARCHI. Grazie al cielo ne sono uscito recentemente vittorioso (dopo dieci lunghi anni) è sono stato gratificato dai dirigenti camerali corrotti con un congruo risarcimento dei danni morali, retribuzioni arretrate comprese. Loro sono stati semplicemente puniti con una censura verbale seguita da un trasferimento d'Ufficio presso altra Area. Non ho potuto fare altro che denunciarli alla Magistratura contabile. Il BLOG è dedicato al mio amico Gian Paolo POGGI, ex Direttore di un' Azienda della CCIAA di Roma. Questo coraggioso "Whistleblower", recentemente scomparso, aveva denunciato delle gravi irregolarità e quindi licenziato illegittimamente durante un periodo di malattia (tumore al pancreas). L'impunità in Italia è uno STATUS SYMBOL.

Area personale

 

Tag

 

Archivio messaggi

 
 << Ottobre 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
  1 2 3 4 5 6
7 8 9 10 11 12 13
14 15 16 17 18 19 20
21 22 23 24 25 26 27
28 29 30 31      
 
 

Cerca in questo Blog

  Trova
 

I miei Blog preferiti

FACEBOOK

 
 
Citazioni nei Blog Amici: 8
 

Ultime visite al Blog

paolopoggi2010qwertyyyxPGGawronskisa70dglstefanoxxxx1bonelliletiziaacademypaviabert_90massimo.sbandernogaetanopozzillitamponixtoni.romaloredana.capurrosilvio.franceschina
 

Chi può scrivere sul blog

Tutti gli utenti registrati possono pubblicare messaggi e commenti in questo Blog.
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 

 

 
« gmtgmt »

gmt

Post n°3538 pubblicato il 23 Aprile 2009 da blobbino2005

QUANTO è BUONO BRUNETTA!

"Chi investe in azioni e obbligazioni lo fa a suo rischio".


Per il ministro l' Italia c'è un sacco di gente  che non ha nulla da fare e cazzeggia su internet di giorno e di notte. Tra i fannulloni del web è nato addirittura un blog nel quale si discute sull'altezza di Renato Brunetta, il figlio del venditore ambulante che a maggio compirà 59 anni e ha annunciato di sposare la bionda Titti, un architetto che avrebbe fatto impazzire Botticelli. inistro veneto l'altezza è diventata una chance che lo ha reso popolare e sulla quale scherza con intelligenza. D'altra parte è noto che grandi personaggi di bassa statura hanno segnato la storia. Il condottiero macedone Alessandro conquistò in 12 anni l'impero persiano e passò alla storia con il nome di Alessandro Magno, anche se Magno non era perché misurava soltanto un metro e 35 centimetri. Per non parlare poi di Napoleone al quale Brunetta si ispira per il decisionismo e la volontà di fare.

Purtroppo il rutilante ministro qualche volta fa la pipì fuori dal vaso e sembra non conoscere il famoso detto secondo il quale "c'è un tempo per parlare e un tempo per tacere". Le parole gli escono dalla bocca ogni giorno come un fiume in piena e i suoi collaboratori più stretti che si permettono di contestarlo vengono rottamati come è successo al suo capo di gabinetto, Patroni Griffi, e pochi giorni fa al capo dipartimento, Stefano Torda.

Ieri il gigantesco Brunetta ne ha fatta un'altra delle sue perché dopo aver giustamente denunciato il mostruoso ritardo dei pagamenti da parte della Pubblica Amministrazione, si è concesso una cinica battuta che tradisce il quoziente di cattiveria sempre presente in chi non ha rimosso del tutto i complessi di inferiorità.

Questa volta le sue parole sono andate nei confronti degli azionisti e obbligazionisti della vecchia Alitalia che grazie all'operazione di salvataggio sono rimasti con le chiappe al vento. Per questi poveracci è scattata una meritevole campagna di stampa che ha visto in prima fila il quotidiano "MF", il giornale diretto da Osvaldo De Paolini che ha denunciato per un'intera settimana il miserabile rimborso previsto dal Tesoro. Con questo vessillo la testata milanese ha venduto 20mila copie in più nelle edicole e la battaglia ha avuto successo perché Giulietto Tremonti ha fatto capire che quel 30% potrebbe aumentare in maniera sensibile.

Brunetta ha subito aggiunto parole inopportune e ha detto: "chi investe in azioni e obbligazioni lo fa a suo rischio". Dietro questa dichiarazione si ripropone per l'ennesima volta il conflitto con l'altro candidato al premio Nobel che sta a via XX Settembre. E in questa occasione l'Alessandro Magno del Governo è apparso in perfetta sintonia con l'ineffabile Augusto Fantozzi che il 20 novembre scorso dichiarò a cuor leggero: "gli azionisti di Alitalia faranno una brutta fine".


 
MARONI CASTRA LA CASTA: VIA 24 prefetti ai quali ne seguiranno altri 70.


I sondaggi dicono che quanto a popolarità Roberto Maroni batte il gigantesco Brunetta e va dato atto al 55enne ministro di Varese di gestire il dicastero con mano  sicura.
In qualche rarissimo caso gli slitta la lingua, ma in genere appare misurato nei gesti e nelle parole. Nei giorni scorsi si è buttato su un terreno improprio quando ha detto che per la ricostruzione dell'Abruzzo sarebbero serviti 12 miliardi, una previsione che è stata rapidamente smentita dai colleghi di governo Matteoli (il più triste ministro della Repubblica) e da Claudio Scajola (il perfetto steward dell'aeroporto di Albenga).

Maroni che ha cominciato a fare politica negli anni '80, se ne frega altamente di questi rigurgiti invidiosi e non ha nemmeno reverenza nei confronti della casta dei prefetti che nella storia della Repubblica sono sempre stati intoccabili.
Quando Giulietto Tremonti li ha caricati del compito di sorvegliare l'erogazione del credito da parte delle banche che hanno preso i suoi bond, i prefetti hanno sentito scorrere nelle vene il sangue di un orgoglio che li ha riportati a ricordare come la figura del prefetto abbia radici storiche (il primo a istituirli fu Napoleone Bonaparte nel 1800).

Adesso arriva la notizia, preannunciata da Dagospia due mesi fa, che il ministro-jazzista amante di Bruce Springsteen, ha deciso di tagliare la casta liquidando prima della fine dell'anno 24 prefetti ai quali ne seguiranno altri 70.
È facile immaginare il malessere che questa decisione provocherà nei personaggi coinvolti, molti dei quali vicini ai 40 anni di anzianità. Le forbici di Maroni - spiega il "Sole 24 Ore" - caleranno su Carlo De Stefano (antiterrorismo), Paolo Calvo (vicecapo del dipartimento di Pubblica Sicurezza), Mario Esposito (direttore dell'Istituto Superiore di Polizia), Giosuè Marino (Commissario antiracket), Giovanni Troiani (Commissario vittime della mafia), Anna Maria Cancellieri (prefetto di Genova).

Lo spoil system è stato apprezzato dai funzionari dell'amministrazione civile del ministero dell'Interno, e allo stesso modo si applaude all'invito che Maroni ha fatto alle forze di sicurezza di tagliare in maniera drastica le spese e le consulenze per la Festa che ogni anno celebra la ricorrenza di Polizia, Carabinieri e Guardia di Finanza.


 FACCIAMO ECONOMIA? VIA GLI ECONOMISTI.


Ormai è certo che gli economisti  non sanno prevedere e non sanno prevenire.
La categoria è sotto schiaffo e le battute nei loro confronti sono sempre più salaci. A menarli è stato per primo un loro collega, quel Giulietto Tremonti che oltre ad essere un grande fiscalista è diventato un predicatore biblico e un profeta.

Non c'è dubbio che di fronte alla vastità della crisi economica molti di loro abbiano pronunciato verdetti frettolosi; alcuni come Nouriel Roubini e Paul Krugman, continuano a lanciare messaggi inquietanti ma il popolo bue ormai ha capito che il messaggio più forte è quello di Luca di Montezemolo che ha detto testualmente: "la crisi è come la boxe, chi resta in piedi vince". Queste parole non aggiungono molto alla cultura economica del Paese, ma nella loro straordinaria povertà hanno qualcosa di realistico che vale più di tanti ragionamenti.

In Italia ci sono almeno tre economisti di cui vale la pena ancora seguire le piroette intellettuali. Il primo è Giacomo Vaciago, il professore piacentino che insegna alla Cattolica di Milano ed è dotato di un'intelligenza vivace. Alcuni anni fa ha fatto il sindaco a Piacenza e questa esperienza gli ha dato una capacità di eloquio diretto e semplificato. Purtroppo il 69enne professore ama in maniera eccessiva le metafore e i paradossi.

Così l'altro ieri in un'intervista al "Messaggero" ha detto che la crisi ora sembra un acquazzone e che nei guai sono rimasti soltanto coloro che hanno perso il lavoro "ma altri paradossalmente hanno ricevuto vantaggi, come le famiglie che adesso risparmiano migliaia di euro sui mutui variabili e il crollo dei prezzi del carburante".

Se Vaciago, che ha preso il master ad Oxford ed è considerato una prima donna da utilizzare nei convegni, parla con tanta disinvoltura, Tito Boeri ragiona invece in maniera più articolata. Anche lui insegna a Milano dentro la Bocconi, la madre di tutti i sapientoni, e per il suo profilo da Richard Gere della Bovisa, sarebbe un personaggio ideale del Grande Fratello.

Per il professore 51enne la crisi non è affatto superata e l'ha scritto in maniera precisa sulla "Repubblica" mettendo in guardia dai rischi che ancora incombono sui mercati dell'Est e sul debito mostruoso dello Stato italiano. Nella sua analisi non è mancato il riferimento al Fondo Monetario di cui è stato consulente dopo aver ottenuto il dottorato alla New York University. Nell'articolo in questione viene fuori la sua anima neokeynesiana che denuncia il cancro dell'evasione fiscale e mette in guardia dall'ottimismo precipitoso della Marcegaglia.

L'ultimo degli economisti da tenere d'occhio è Francesco Giavazzi che in questi mesi si è tenuto coperto perché ha capito la fine del pensiero unico liberista. Per il professore di Bergamo che ha preso il dottorato al Mit di Boston e insegna come Boeri alla Bocconi, il tasto da battere è quello della politica che può cambiare il mondo. Questa tesi l'ha esposta nel libro "La crisi" scritto a quattro mani con Alberto Alesina, un'altra testa eccellente che si sta sprecando in mille convegni di stampo salottiero.

Oggi Giavazzi, che a Milano definiscono un dandy per la sua eleganza di vestito e di parola, ritorna sul tasto fisso delle riforme e dice che "è venuto il momento di smetterla con le inutili discussioni sulle colpe della finanza e sul futuro del capitalismo". E per dare forza alle sue tesi cita un lungo brano del giornalista del "Corriere" Dario Di Vico e una frase di Roberto Zuccato, presidente degli Industriali vicentini.
Se questo è il modo di liquidare il pensiero unico liberista, Giavazzi è pronto a traghettarci verso il pensiero debole dell'economista. 
 
L'ARGENTINA STACCA LA LINEA.


Argentina addio! Sembra questa la  conclusione alla quale sta arrivando TelecomItalia dopo il duro verdetto delle  Autorità di Buenos Aires che l'hanno spossessata dei suoi poteri.
Ieri a Salerno Gabriele Galateri di Genola non l'ha detto esplicitamente, ma in queste ore corrono telefonate febbrili tra i grandi soci di Telco (Mediobanca, Generali, BancaIntesa, Benetton, Tronchetti, ecc) perché sembra che il tango telefonico sia alle battute finali. Dai piani alti dell'azienda non trapelano notizie ufficiali e Franchino Bernabè è l'unico che può decidere da un momento all'altro di uscire da quel Paese dove il socio Telefonica con la sua presenza ha fatto scattare il verdetto dell'Antitrust.

Nella sua infinita miseria Dagospia aveva annusato nei vicoli della Boca dove la comunità italiana è dominante, che il capitolo industriale stava per chiudersi alle spalle di Telecom. E aveva anche anticipato che tra gli ultimi tentativi per contrastare la lobby della Casa Rosada dove la signora Kirckner e i malfidati Werthein menano la danza, c'era anche quello di coinvolgere in un tentativo finale il gruppo che fa capo all'imprenditore armeno Eurnekian. Quest'ultimo è una figura ben nota alle cronache italiane perché anni fa è finito in brutte avventure giudiziarie a proposito degli aeroporti di Milano dove camminava sottobraccio con Giorgio Fossa.

Dal "Corriere della Sera" di oggi arriva la conferma che Telecom avrebbe in corso colloqui con il braccio destro di Eurnekian, Ernesto Gutierrez, vicino alla presidentessa botulina, ma per i soci forti di Telecom la partita in Argentina è già conclusa.


I Mondiali non sono ancora cominciati e Giovannino Megalò non vuole nuotare nei fascicoli dei tribunali
Avviso ai naviganti: "Si avvisano  i signori naviganti che Giovannino Malagò, organizzatore principe dei Mondiali  di Nuoto, è molto preoccupato. La Procura di Roma ha aperto un'inchiesta sul  maxi-impianto della nuova piscina olimpica coperta che si sta costruendo lungo  le rive del Tevere in località Settebagni.
I Mondiali non sono ancora cominciati e Giovannino Megalò non vuole nuotare nei fascicoli dei tribunali".

 

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 
Vai alla Home Page del blog

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963