Creato da: blobbino2005 il 29/12/2005
Il fischiettista è molto utile per la comunità. Mi chiamo Giovanni Maria TAMPONI, sono un collaudato whistleblower e sottolineo l'importanza di creare un ambiente che non impedisca ai fischiettisti di fare il loro dovere (morale) cioè quello di denunciare strani comportamenti sbagliati all'interno della propria Azienda (ci saremmo risparmiati una figuraccia internazionale con i casi di Parmalat, Cirio, Banca d'Italia etc.:) e soprattutto come nel caso del sottoscritto, licenziato illegittimamente per ben due volte dagli amministratori di una Pubblica Amministrazione (CAMERA DI COMMERCIO DI ROMA) solo per aver denunciato una truffa a danno degli utenti dell' Ufficio BREVETTI & MARCHI. Grazie al cielo ne sono uscito recentemente vittorioso (dopo dieci lunghi anni) è sono stato gratificato dai dirigenti camerali corrotti con un congruo risarcimento dei danni morali, retribuzioni arretrate comprese. Loro sono stati semplicemente puniti con una censura verbale seguita da un trasferimento d'Ufficio presso altra Area. Non ho potuto fare altro che denunciarli alla Magistratura contabile. Il BLOG è dedicato al mio amico Gian Paolo POGGI, ex Direttore di un' Azienda della CCIAA di Roma. Questo coraggioso "Whistleblower", recentemente scomparso, aveva denunciato delle gravi irregolarità e quindi licenziato illegittimamente durante un periodo di malattia (tumore al pancreas). L'impunità in Italia è uno STATUS SYMBOL.

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Post n°3566 pubblicato il 05 Giugno 2009 da blobbino2005

OGGI LA VERGINE DI CASORIA IERI LA VIRGINIA SANJUST DI TEULADA - SI SFOGA L’EX ANNUNCIATRICE, OGGI COMMESSA IN UN NEGOZIO DI PRATI - “BERLUSCONI MI AVEVA PRESO A CUORE MA È L’UOMO PIÙ IMPOTENTE DEL MONDO."

Virginia Sanjust di Teulada, nel 2003, era il volto più bello e più dolce tra le «signorine buonasera» della Rai. Ha avuto con Silvio Berlusconi un lungo e non superficiale rapporto che adesso, alla luce del caso Noemi, torna fuori e provoca ulteriori polemiche. Un passaggio dell'articolo «L'harem di Berlusconi» pubblicato sull'ultimo numero dell'Espresso ha scatenato le ire di Niccolò Ghedini, deputato Pdl e legale del premier: «Si tratta di un'assurda ricostruzione del tutto contraria alla realtà dei fatti così come accertati dall'autorità giudiziaria con provvedimento definitivo».

Effettivamente, la vicenda giudiziaria (una causa avviata dall'ex marito della Sanjust contro Berlusconi) si è conclusa totalmente a favore del presidente del Consiglio. Ma, al di là di questo aspetto, la storia non è mai stata chiarita fino in fondo. Oggi ha deciso di andare a chiedere lumi alla diretta interessata. Ne è venuta fuori un'intervista intensa e sorprendente. A partire dalla confessione più inaspettata: «Provo compassione per Noemi. Ma non in senso negativo, perché non è pena. Nel senso che in lei rivedo un po' di me e di ciò che mi è successo in passato».

Virginia Sanjust oggi ha 32 anni. Sempre bella, ma con qualche chilo in più, si muove lentamente e parla sottovoce. Da qualche mese lavora come commessa in un negozio di abbigliamento nel quartiere Prati, a Roma. È diffidente, accetta con fatica di rilasciare l'intervista. Ma accetta. E dopo anni passati nel silenzio, parla finalmente di sé e di quel rapporto di «profonda affinità elettiva» con l'allora, e attuale, presidente del Consiglio. Rapporto che, suo malgrado, l'ha poi travolta e condotta fino ad un punto di non ritorno. Quindi il suo ritiro dalla televisione e la volontà di cancellare quelle voci che la vedevano amante, raccomandata, preferita, favorita.

«Che tristezza vedere come l'attenzione di tutti sia concentrata contro il presidente. Lui ha delle responsabilità immense. Invece di andargli sempre contro, andrebbe aiutato! Non conosco Noemi ma immagino come sia difficile per lei, come lo era per me, sopportare tutto questo assalto mediatico. Spero che la sua famiglia le stia accanto più di quanto abbia fatto la mia. Ma fa tristezza vedere come la gente e i giornalisti facciano a polpette una persona, assecondando, così, la volontà di chi vuole solo sentire qualcosa di squallido. Non so cosa ci vedano di eccitante in così tanti dettagli inutili».
Lei sa bene cosa vuol dire essere al centro dell'attenzione. «Berlusconi mi aveva preso a cuore», dice Virginia. «Probabilmente aveva apprezzato anche la mia padronanza del linguaggio, credeva in me e nelle mie potenzialità professionali». Berlusconi le aveva anche fatto dei regali importanti, la aiutava economicamente. Si trattava, per esempio, di bracciali di diamanti. «Si, è vero» ammette. «Ma non mi è rimasto niente di tutto quello che mi aveva regalato. Ho donato qualsiasi cosa ad alcuni miei fratelli più poveri di me».
Racconta di essere stata assunta in Rai tramite un semplice provino. Ma perché avrebbe provato a far parte proprio di quel mondo che dice di non aver mai sentito suo? «Mia nonna era malata, facevo le notti per starle vicina. Ma di giorno dovevo lavorare per mantenere mio figlio, nato nel 1998. Dopo diversi lavori, avevo provato anche con un'agenzia di spettacolo. Da lì, poi, il provino e l'assunzione in Rai».

Porta ancora i segni, dentro di sé, delle conseguenze di quei 18 mesi da annunciatrice.
Dice di avere sofferto troppo per colpa del mondo dello spettacolo, che ora tiene ben lontano. «Non leggo riviste, non vedo la Tv. Di quel mondo non voglio più saperne. Un mondo fatto troppo spesso solo di immagine e di superficialità. Io l'ho sempre saputo, solo che pensavo di poter sopravvivere. Hanno costruito un mondo di cattiverie sopra il nulla. E mi è costato la salute, perché ancora non mi sono ripresa del tutto dal crollo psicologico avuto. Mi è costato soprattutto l'allontanamento da mio figlio, che è stato affidato a mio marito, Federico Armati. Per fortuna adesso i rapporti sono buoni, ma sono stata davvero male e mi hanno anche presa per pazza, rinchiudendomi in ospedali psichiatrici, costringendomi a prendere farmaci. È stata una vera a propria violenza. Non so cosa mi abbia aiutato a sopravvivere, forse solo la preghiera».

Virginia ripete più volte il nome di un maestro spirituale, che aveva conosciuto nel 2005 tramite due amici, e che le è stato molto d'aiuto. «Si chiama Ratu Bagus, di Bali, e mi ha salvato la vita. Sto ritrovando le mie energie, lentamente, solo grazie a lui. "Dentro la tua anima c'è tutto", è il suo insegnamento. Ora sto molto meglio».

La Sanjust riesce a tornare al tema «nostro presidente», come lo chiama sottolineando il rispetto che nutre nei confronti di Berlusconi. Ha delle parole anche per la moglie Veronica, che «invece di aiutarlo, l'ha lasciato proprio in un momento di difficoltà. Lei avrà avuto delle buone ragioni, ma adesso doveva stargli vicino. Sì, lui poteva rinunciare a rapporti con ragazze giovani che poi danno adito a pensieri di bassa cultura. Forse doveva portare sua moglie a Roma, appianare le divergenze, metterla nelle condizioni di capirlo. Sono sicura che, se si sono sposati, un motivo ci sarà. Invece, in questo momento di grande necessità lui è carente di una forza femminile, quella forza che proprio sua moglie mi sembra avere».

Cerca anche di mettersi nei panni del premier, di dispensargli consigli. «Fossi in lui, ridurrei tutto all'essenziale, alla sostanza. Invece di stare a cantare, per esempio, le canzoncine con Apicella. È vero che, pieno di impegni, va sempre in giro come una trottola. Ma c'è un popolo in ginocchio e ci sono delle necessità, delle priorità che non c'entrano con la questione Noemi. In questi momenti, uno che ha così tante responsabilità si rimbocca le maniche e dice: "Dovrò fare a meno dei miei divertimenti e invece di litigare con mia moglie devo pensare a cosa è più importante, costruttivo e concreto per il mio popolo"».

Si vede che Virginia sta cercando di ritrovare se stessa. «So di aver fatto molti errori. Stavo per essere travolta anch'io dal mondo del falso potere e per questo sono andata via dalla Tv. Oggi, però, devo muovere delle forti critiche soprattutto al mondo del giornalismo. Perché se un uomo è sovraccarico, lo si aiuta e si chiude un occhio sulle sue debolezze. Se ha dei punti deboli, non si sottolineano proprio quelli. E non si fanno mille articoli su Noemi. È inutile accanirsi in questo modo. Aiutarlo, invece, a capire e sentire le sue responsabilità sono sicura che servirebbe anche per farlo governare in modo migliore».

Eh sì, Virginia conosce bene Berlusconi. Era stata proprio lei ad annunciare un discorso del premier a reti unificate. Lui era rimasto colpito al punto da mandarle un mazzo di fiori con un bigliettino: «Un debutto a reti unificate: evviva e complimenti!». Lei aveva telefonato per ringraziare e da lì la loro «affinità elettiva» era proseguita. Lui l'aveva anche invitata a colazione a Palazzo Chigi. «È vero», ammette, ma senza aggiungere altro.

Si erano comunque frequentati per tutti i mesi in cui lei lavorava in Rai. Si sentivano, si vedevano, e pare che lui si aprisse molto con lei. «Mi ha anche insegnato molto, ma il nostro è rimasto, tutto sommato, un rapporto superficiale. Niente di significativo, diciamo così».

Ma il suo ex marito, Federico Armati, come viveva questo rapporto? «Mi diceva: dai che così svoltiamo. Per lui era un'occasione da non perdere. Anche lui è un po' troppo materialista. Poi, nel tempo, ha cominciato a crearmi seri problemi, a fare denunce, fino a farmi togliere l'affido di mio figlio. Che è la cosa peggiore che mi potesse capitare».

Nei confronti dell'ex marito dice di provare sempre un senso di protezione materna, senza nemmeno sapere il perché. Di Berlusconi parla invece come di un amico che ha bisogno di aiuto. «Lui ora è in grande difficoltà. È circondato da persone che dimostrano una falsa riverenza verso il potere. Attorno a lui c'è un ambiente troppo ruffiano. Lui, invece, ha un grande cuore, un equilibrio fuori dal comune e sa essere molto paterno come era stato con me. Quando mi telefonava mi raccontava tutto quello che stava facendo, mi chiedeva se avevo bisogno di qualcosa, era molto gentile. Ma senza mai andare oltre. "Potrei essere tuo nonno" mi diceva. Io sono sicura di averlo aiutato, anche se l'impatto con il suo mondo poi mi ha fatto male. Lui è vittima della sua troppa intelligenza, vorrebbe farcela e lotta con tutto se stesso per riuscirci. Ma ha sempre ricevuto troppi attacchi, anche dalla medicina che lo convince della necessità di curare all'estremo la sua immagine. È circondato da persone peggiori di lui, questo è il problema. E non ha il tempo nemmeno di rendersene conto. Così, purtroppo, non emergono le sue vere qualità».
Aggiunge: «Io invito il presidente a ritrovare se stesso e la fede. Perché proprio una delle prime cose che mi disse era questa. "Sai Virginia", mi confidò da subito, "io ho un po' perso la fede". Per forza, sei attorniato da un mare di vampiri che vogliono sempre qualcosa in cambio o vogliono solo i tuoi soldi! Ci credo che te ne allontani. Forse dovrebbe ammettere di aver sbagliato, di essersi fatto travolgere dal potere dei soldi. Ma alla sua età, dopo una vita, è molto più difficile».
L'ex marito di Virginia aveva testimoniato delle lunghe telefonate, dei regali e degli appuntamenti della sua ex moglie con il presidente. «Non ho letto il libro Intrigo di Stato, dove ho capito c'è lo zampino del mio ex marito. Ma in ogni caso lui ha esagerato e io ho fatto anche cinque denunce nei suoi confronti».

Sembra non avere peli sulla lingua. Si vede, però, che preferisce parlare di ciò che è spirituale. «Io mi sento vecchia, anzitempo», dice piano guardandosi e accarezzandosi il braccio. «Tutto quello che ho passato mi ha fatto invecchiare. Adesso non penso che alla mia anima. Ho già dato per ciò che riguarda il carnale. Ho vissuto il sesso e per me è ormai è passato, è solo un ricordo. Il mio corpo adesso è un oracolo, un altare sacro. È molto più importante l'amore platonico, come quello che avevo per Berlusconi. Posso fare una provocazione? Berlusconi è l'uomo più impotente del mondo. È Ratu Bagus, invece, quello più potente. Perché il potere che ha il presidente è un falso potere se non accompagnato dalla fede. Quello spirituale, divino, è il potere vero. Quello che ha Ratu Bagus, che mi insegna a comunicare proprio con il divino. Dove non ci sono soldi, non c'è sfarzo, dove non c'è lusso, non c'è la bella vita ma la buona vita. Quella vera».
Donatella Briganti

IL MARITO ACCUSA, IL GIUDICE ARCHIVIA
Una storia di mobbing. La vicenda giudiziaria che fa emergere le implicazioni personali tra Virginia Sanjust di Teulada e Silvio Berlusconi, scaturisce dalla denuncia presentata nel gennaio del 2008 da Federico Armati, ex marito di Virginia. Abuso d'ufficio e mobbing, queste le accuse rivolte dal denunciante (ex agente del Sisde, il servizio segreto italiano in attività fino al 2007) a Berlusconi. Reo, a parere dell'Armati, di avergli stravolto la vita lavorativa, su richiesta dell'ex moglie con la quale era in lotta per l'affidamento del figlio. È lo stesso Armati, nelle sue dichiarazioni al tribunale a esporre con dovizia di particolari la natura della relazione tra il Cavaliere e Virginia Sanjust. Quasi una telecronaca scandita da date, luoghi e situazioni dettagliate.

Il Tribunale di Roma, nella sentenza datata 26 gennaio 2009, archivia definitivamente il caso a carico di Berlusconi, scrivendo tuttavia che la Sanjust all'epoca di fatti «...aveva indubbiamente stretto una relazione personale con il presidente del Consiglio dei ministri...» (in basso, l'estratto di una copia della sentenza con la frase dei giudici in evidenza).

Un matrimonio tormentato. Virginia e Federico si conoscono nel dicembre 1997. Dopo tre mesi le nozze e nell'ottobre dell'anno successivo la nascita del figlio Giancarlo. Un anno dopo arriva però il divorzio consensuale e l'affidamento congiunto del piccolo. Nel settembre del 2003 Virginia viene assunta come annunciatrice alla Rai. È lei a presentare l'intervento del premier in Tv per illustrare il suo progetto sulle pensioni. Il presidente nota Virginia e le fa recapitare un gigantesco mazzo di rose e gardenie. Inizia così una relazione, fatta di inviti, telefonate e doni. I rapporti tra lei e il marito sono fino a quel momento del tutto sereni, complici addirittura. Le cose cambiano nell'autunno del 2004, quando Armati vieta alla ex di portare con sé il figlio in Piemonte presso una comunità spirituale che frequenta da un po'. Ne scoppia una lite per l'affidamento del bambino. Di lì a poco comincia l'odissea lavorativa di Armati. Nel frattempo la salute della Sanjust peggiora fino al crollo psicologico e fisico nel 2007, anno in cui viene ricoverata per ben cinque volte in reparti ospedalieri e cliniche specialistiche. Poi la denuncia del 2008, il caso giudiziario, l'archiviazione. (Maria Elena Mancuso)

 

 
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