Creato da WONDERFULCHET il 15/07/2005

Wonderfulchet - jazz

Jazz bossanova e non solo...anche qualche puntatina sul pop-rock

 

 

Autore su Cupido/Autore Moralista

Post n°85 pubblicato il 06 Luglio 2006 da WONDERFULCHET
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"A questo punto mi chiedevo se gli autori, così come l'opinione pubblica li percepisce, siano iscritti a Cupido"

Sì gli autori...anche gli autori...sono iscritti a Cupido...così come possono iscriversi alla lega evangelica di Bombay...oppure firmare le leggi razziali...o anche aderire al movimento irridente del soppalco...deridere i poveri...adottare monelli...radere l'aiuola...vendere catenine sulle bancarelle di piazza vittorio...emigrare e non essere creduti...insomma...possono fare di tutto...anche scrivere porcate, così come meravigliare...e fare un sacco di soldi...dormire sotto i ponti...suonare solo campanelli...scrivere parole di fuoco...incazzarsi...debordare...infischiarsene e starsene seduti...una sola cosa non possono fare gli autori...essere moralisti...non perché si perda il titolo di "autore"...ma solamente perché si diventa "cattivi autori"...ma a pensarci bene...gli autori possono anche scegliere di essere..."cattivi autori"...

 
 
 

Almost blue...but very Chet

Post n°84 pubblicato il 21 Giugno 2006 da WONDERFULCHET
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Tanto tempo fa...e lontano da qui...la bellezza ti viveva sulla faccia...nello sguardo minaccioso...tra le mani tribolate...tanto tempo fa...e lontano da qui...lo splendore e la decenza...la decadenza...come premonizione...nella tua valigetta...nastri e spartiti...nella tua valigetta...la colla per la dentiera...stasera hai un concerto..vammi in farmacia...a prendere della pasta adesiva...please...all'angolo americano...c'eri tu e Diane...a rifarsi le unghia...c'eri tu...e Diane...tu...con una foto tra le mani...tribolate...e cantavi..."Far, far away a long, long time ago"..tra le lacrime...che cadono via dalle rughe..."Far, far away a long, long time ago"...

Almost blue

Almost blue
Almost doing things we used to do
There's a girl here and she's almost you
Almost all the things that your eyes once promised
I see in hers too
Now your eyes are red from crying

Almost blue
Flirting with this disaster became me
It named me as the fool who only aimed to be

Almost blue
It's almost touching it will almost do
There's a part of me that's always true...always
Not all good things come to an end now it is only a chosen few
I've seen such an unhappy couple

Almost me
Almost you
Almost blue

 
 
 

Vuelvo al amor...

Post n°83 pubblicato il 20 Giugno 2006 da WONDERFULCHET
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Vuelvo al sur

Vuelvo al Sur,
como se vuelve siempre al amor,
vuelvo a vos,
con mi deseo, con mi temor.
Llevo el Sur,
como un destino del corazon,
soy del Sur,
como los aires del bandoneon.

Sueño el Sur,
inmensa luna, cielo al reves,
busco el Sur,
el tiempo abierto, y su despues.

Quiero al Sur,
su buena gente, su dignidad,
siento el Sur,
como tu cuerpo en la intimidad.

Te quiero Sur,
Sur, te quiero.

Vuelvo al Sur,
como se vuelve siempre al amor,
vuelvo a vos,
con mi deseo, con mi temor.

Quiero al Sur,
su buena gente, su dignidad,
siento el Sur,
como tu cuerpo en la intimidad.
Vuelvo al Sur,
llevo el Sur,
te quiero Sur,
te quiero Sur...

Music by: Astor Piazzolla
Lyrics by: Fernando E. Solanas

 
 
 

La mia porticina stretta stretta...piccola piccola...

Post n°82 pubblicato il 16 Giugno 2006 da WONDERFULCHET
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La mediocrità e la banalità paga...e questa non é una sorpresa...anzi, é cosa banale sostenerlo.
E' un dato di fatto che la "persona - media", trovandosi di fronte ad una banalità, si senta in grado di commentare...di argomentare e di esprimere il proprio punto di vista...ben si intenda...banale.
La banalità, che spesso si accompagna con la mediocrità, é cosa da dover sopportara perché molto diffusa. E' come trovarsi non fumatoe in un vagone di soli fumatori...e trovandosi in minoranza, colui che sopporta deve stare ben attento a non scatenare l'ira e la sensibilità dei mediocri e di coloro che riescono solo a sortire banaltà. Il fatto é che se si denuncia la mediocrità e la banalità, si passa per "radical - chic"...e ancora peggio...colui che condanna le banalità e la mediocrità intrinseca di certi personaggi o di certe citazioni, viene tacciato di classismo...ora mi rendo ben conto che é più facile commentare una banalità...anche perché essa é come una porta ben aperta e di grandi dimensioni...tutti vi possono passare, anche a tre a tre...il fatto é che io ho da sempre scelto che l'ingresso della mia casa fosse una porticina piccola piccola, stretta stretta...davvero una jattura per chi soffre di pinguedine da banalità...

 
 
 

Waits'voice...

Post n°81 pubblicato il 14 Giugno 2006 da WONDERFULCHET
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Nessuno nella mia famiglia fa seriamente parte del mondo dello spettacolo, ma vi furono due tra tutti i miei parenti che lasciarono una impronta in un certo senso indelebile su di me, quando ero ragazzo: lo zio Vernon e lo zio Robert. Da bambino ho sempre odiato il suono della mia voce. Ho sempre desiderato che suonasse più simile a quella di mio zio Vernon, che aveva una voce ruvida e stridula. Qualunque cosa dicesse lo zio Vernon sembrava importante, e dovevi capirla al primo colpo perché nessuno si sarebbe azzardato a chiedergli di ripeterla.
Per caso, venni a conoscenza del fatto che lo zio Vernon da bambino aveva subito un'operazione alla gola e i dottori gli avevano lasciato dentro un paio di forbicine e della garza, quando lo ricucirono. Anni dopo, a un cenone di Natale, lo zio Vernon stava per soffocare tentando di disincagliare un fagiolino vagante, e tossì fuori la garza e le forbicine.
Ecco come lo zio Vernon ottenne quella voce, ed ecco da dove presi la mia, cercando di farla somigliare alla sua.
La domenica, eravamo soliti andare a trovare lo zio Robert, che faceva l'organista in una chiesa metodista a La Verne, in California. Lo zio Robert aveva questo organo a canne in casa sua che finiva dritto sul tetto. Quando suonava, impastava tutte le note insieme come tanti pastelli scaldati e sciolti e la casa tremava tutta quanta.
Ricordo che casa sua era un gran casino: vestiti ovunque, letto perennemente sfatto. "Così, questo è il mondo dello spettacolo", mi dissi. Chiesi a mia madre perché non potevo tenere anch'io la mia camera come quella dello zio Robert. "Tom, tuo zio Robert è cieco", mi rispose.

© Tom Waits

 
 
 

La fortuna di saper leggere...

Post n°80 pubblicato il 09 Giugno 2006 da WONDERFULCHET
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Amleto di carta

Tu Amleto di carta sei una perla che ha visto la morte.
Un giorno tanti anni fa quando hai visto una donna hai pensato
che fosse la tua fede in Dio.
Era bella ma era amara come tutte le sorti dell'uomo.
Come amante eri un saggio
bevendo lei hai bevuto la sua cicuta.
Come era amara e come era dolce.
Possedendo lei hai sentito nel suo grembo la polvere di tante strade
hai visto rose e cancelli, cancelli e rose.
Possedendo lei hai capito che la vita era uno sbaglio
e che solo l'amore è la vera tragedia dell'uomo.
Non eri mai stato un uomo e lei non era mai stata una donna.
Il fatto è che uniti dalle vostre mani
avevate scoperto che eravate grandi come l'universo.
Il vostro errore è stato quello di scoprire la verità.
Tu oggi sei morto
ma non è che sei morto perchè hai una sepoltura
ma perchè hai mangiato, digarito e amato il suo cuore
come si mangia la luna e il sole.
Tu sei diventato il re dell'universo, tu sei impazzito d'amore.
Ti piace sentirla lontana dal tuo martirio
dalla tua veloce bocca che è sempre un figlio
un condottiero segreto che naviga il dolore come un gaudio.
Ma poi un giorno avete scoperto una terra
dove non abitava nessuno e lì avete messo la tenda dell'amore.
Avete mangiato i vostri pensieri come una cacciagione.
Come sono belli i pensieri d'amore
sono colombe alte di cui si mangiano anche le piume.
Eppure il cuore del vostro cuore non è una statua solitaria
ma un occhio in cui tanti guardano
per concepire il paradiso della pace.
Tu e lei siete morti in questo silenzio
ma la vostra sepoltura non è mai esistita.

Alda Merini

 
 
 

Una bella scoperta...

Post n°79 pubblicato il 08 Giugno 2006 da WONDERFULCHET

Il blog di liosase: http://blog.libero.it/sonosensazioni/view.php?nocache=1149779732

 
 
 

Ovunque io sia...

Post n°78 pubblicato il 08 Giugno 2006 da WONDERFULCHET
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Per sentirla mia...nelle ore che passo sui bus...in quelle che trascorro nei bar..ce ne ho messo di tempo...ed ora mi risuona nella testa...nei momenti di silenzio...nel traffico di Roma e nelle quiete del tramonto...ovunque io sia...


Proteggi

Non dormo ho gli occhi aperti per te,
guardo fuori e guardo intorno
come è gonfia la strada
polvere e vento nel viale del ritorno...

Quando arrivi, quando verrai per me
guarda l'angolo del cielo
dove è scritto il tuo nome,
dove è scritto nel ferro...

Nel cerchio d un anello...
dove ancora mi innamoro
e mi fa sospirare così...
adesso e per quando tornerà l'incanto

E se mi trovi stanco
e se mi trovi spento
sei meglio già venuto
e non ho saputo
tenerlo dentro me

I vecchi già lo sanno il perché
e anche gli alberghi tristi
che troppo e per poco e non basta ancora
ed è una volta solo

E ancora proteggi la grazie del mio cuore
adesso e per quando tornerà l'incanto...
l'incanto di te...
di te vicino a me.

Ho sassi nelle scarpe
e polvere sul cuore
freddo nel sole
e non bastan le parole

Mi spiace se ho peccato,
mi spiace se ho sbagliato
se non ci sono stato
se non sono tornato

Ma ancora proteggi la grazie del mio cuore
adesso e per quando tornerà il tempo...
il tempo per partire...
il tempo di restare
il tempo di lasciare
il tempo di abbracciare..

In ricchezza e in fortuna
in pena e in povertà
nella gioia e nel clamore
nel lutto e nel dolore
nel freddo e nel sole
nel sonno e nel rumore
ovunque proteggi la grazia del mio cuore
...ovunque proteggi la grazia del tuo cuore

ovunque proteggi proteggimi nel male
ovunque proteggi la grazie del tuo cuore

 
 
 

Scellerati e figli di tali...scellerati

Post n°77 pubblicato il 07 Giugno 2006 da WONDERFULCHET
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La mia recensione...quando avrò finito di leggerlo...adesso questa:



Recensione a cura di Francesco Iannamico
Revisione di Christian Michelini

“Colui che domina gli odori,
domina il cuore degli uomini.”

È su questo presupposto che Süskind getta le basi della propria opera.
Il romanzo, ambientato nella Parigi pre-rivoluzionaria, narra lo sfortunato destino di Jean-Baptiste Grenouille, il protagonista del racconto. Nato da una madre sciagurata, che lo lascia cadere in terra durante il parto e successivamente viene giustiziata per tentato infanticidio, Grenouille riesce comunque a sopravvivere, e non farà altro in tutta la vita se non tentare di sfuggire alla morte. Il nostro protagonista ha però due grandi particolarità: la prima è quella di possedere un olfatto potentissimo, la seconda, la più inquietante, è quella di non emanare odore alcuno e per colpa di questa facoltà non verrà mai considerato un essere umano, ma un mostro, dato che, come sostiene l’autore, tutti noi siamo considerati per quel che siamo grazie al nostro odore. Questa teoria viene abilmente celata al lettore incauto, quasi fino alla fine del libro.
Dopo un'infanzia trascurata, adottato da un convento di frati che subito lo manda da una balia che per fortuna di Grenouille è indifferente nei confronti dei bambini che alleva, e quindi lo tratta come gli altri, all’età di dodici anni Grenouille viene mandato a lavorare in una conceria, a quel tempo luogo malsano e pericoloso a causa degli agenti chimici utilizzati durante il processo della conciatura; lavora sodo ma in poco tempo finisce per ammalarsi di carbonchio. Condannato quasi a morte certa, miracolosamente riesce a sopravvivere e quindi diviene immune all’antrace. In questa come in altre occasioni l’autore paragona l’esistenza di Grenouille a quella di una zecca che attende per anni e anni di potersi nutrire, e poi, quando gliene capita l’opportunità, usa tutte le sue energie per non lasciarsi sfuggire il pasto. Medesimo destino capita al protagonista che ha come unico scopo nella vita quello di catturare odori ed intrappolarli nella sua memoria, per poi divertirsi a mescolarli creando fragranze irreali e meravigliose. Un giorno gli viene commissionato di consegnare alcune pelli al più rinomato mastro profumiere di Parigi, che però stava attraversando un periodo di profonda crisi: Grenouille durante l’incontro riesce a convincere il mastro ad assumerlo come aiutante, grazie ad un piccolo saggio delle sue capacità nel creare fragranze che stupisce profondamente il profumiere. Nel corso della sua carriera da “aiutante” Grenouille crea più di seicento profumi tutti di gran lunga più raffinati di quelli già esistenti; gli viene concesso di uscire in giro per la città e, durante una di queste uscite, riesce a scovare l’odore più buono che abbia mai sentito... appartiene ad una fanciulla e per impossessarsene, il protagonista la strangola e si immerge nel suo odore, che però non potrà possedere per sempre, perché il mondo degli odori è un mondo temporaneo e fugace. Allora torna dal suo maestro e, tormentato dal ricordo dello straordinario profumo, si ammala gravemente credendo che mai più avrebbe potuto sentire quella stupenda fragranza, e in punto di morte chiede come ultimo desiderio al mastro di dirgli se esistono altri modi per ghermire dalle cose la loro essenza prima, oltre alla distillazione, processo imparato dal profumiere, e gli viene confermato che esistono vari modi che però si praticano solo in un piccolo villaggio del Sud della Francia, chiamato Grasse. Alla notizia Grenouille si rimette immediatamente in salute, quasi dipendesse dalla sua volontà, e pochi giorni dopo il profumiere gli dona l’araldica di garzone e di conseguenza è libero di andare dove vuole: all’età di 18 anni lascia Parigi e si dirige verso Sud.

La seconda parte del libro narra del viaggio e del soggiorno a Grasse del protagonista. Il viaggio viene presentato come una fuga dall’umanità da parte del garzone, che viaggia di notte guidato solo dal suo naso, si nutre dei soli frutti della terra e si dirige il più lontano possibile da villaggi e persone, fino a trovare un luogo dove non riesce a scorgere più alcun odore umano: la cima di una montagna arida e disabitata, dove decide di stabilirsi, trovando in quel posto la casa che non ha mai potuto avere. Si rintana in una stretta caverna dove non fa altro che immaginare di vivere come vorrebbe, vi rimane per sette anni, fino al giorno in cui, in una delle sue immaginarie “orge olfattive” rimane quasi affogato da quello che si scoprirà in seguito essere il proprio odore. Adesso un nuovo motore spinge Grenouille a continuare a sopravvivere... come una zecca. Per possedere un odore proprio, personale e diverso da tutti quelli esistenti, il miglior odore che si sia mai sentito, l’odore di un angelo; ma per creare questo profumo, un macabro piano viene a tessersi nella mente del protagonista che ci sarà svelato man mano, durante la sua esecuzione.
Quindi Grenouille si dirige verso la città a lui più vicina, dove viene scambiato per un mostro a causa del suo aspetto trasandato, ma, quando mostra il diploma da garzone, gli vengono offerti riparo e viveri. Spiega ai cittadini che è stato rapito da alcuni briganti sette anni prima, e che è stato rinchiuso in una caverna per tutto il tempo.
In quel paese aveva dimora un famoso scienziato che aveva sviluppato un'assurda teoria sugli effetti malefici del “Fluidum letale”, cioè di un fluido che si sprigiona a stretto contatto con la terra e che quindi Grenouille aveva assorbito per parecchi anni. Egli convince la sua nuova cavia ad esibirsi in una dimostrazione pubblica dell’esistenza del fluidum letale e della possibilità di guarire le persone che ne sono affette. Tiene il protagonista rinchiuso in una stanza areata e lo nutre con una dieta speciale a base di cibi che provengono da luoghi ove vi è scarsa presenza del malefico fluido. Dopo sette giorni, Grenouille si è ristabilito e supera con successo l’esibizione in pubblico, anche grazie ad un suo primo esperimento sull’odore dell’uomo, che gli riesce egregiamente, e col quale riesce ad ingannare tutti gli abitanti della città. Ma dopo solo sette giorni la lascia e si dirige verso Grasse, dove arriva in pochi giorni di cammino e attraverso un viaggio in mare, il primo per lui. Una volta arrivato nel paese trova subito lavoro come vice garzone dalla vedova di un profumiere, che però sposerà presto il primo garzone.
Il protagonista trova subito un giaciglio dentro una stalla e vi si stabilisce; durante il tempo trascorso nella profumeria apprende l’arte dell’enfleurage, un metodo per estrarre l’essenza degli oggetti anche se non vegetali tramite immersione nel grasso. Un giorno mentre gira per la città un odore viene al suo naso... una fanciulla, ma questa volta è la più bella che lui abbia mai sentito: subito la individua nella città, ma decide di aspettare ancora un anno, in modo che la sua essenza arrivi al culmine.
Alcuni mesi dopo un assassino misterioso comincia a decimare la popolazione femminile di Grasse; le sue vittime hanno tutte due particolarità: sono le fanciulle più belle della città e vengono ritrovate nude e con i capelli tagliati. Varie indagini vengono svolte, ma nessuno riesce a trovare il minimo indizio su chi possa essere l’assassino. Viene instaurato il coprifuoco per tutte le ragazze, il vescovo scomunica l’assassino... ma nessun risultato. Poi improvvisamente gli omicidi si arrestano e girano voci di alcuni omicidi nelle città limitrofe; i cittadini cominciano a sentirsi nuovamente al sicuro, tutti, tranne uno: il padre della fanciulla tanto desiderata da Grenouille che decide di non abbassare la guardia, seguendo la corrente opposta di fronte alla massa.
A questo punto il narratore svela completamente che l’assassino è il protagonista e si dà inizio ad una caccia. Il padre spaventato, per la possibile malasorte della figlia, scappa dalla città e si rifugia in una locanda per trascorrere la notte, ma l’olfatto di Grenouille riesce a scovarli e durante la notte anche alla stupenda fanciulla viene rubato l’odore. Il giorno seguente iniziano le ricerche dell’assassino, questa volta con molti indizi in più, e nello stesso giorno Grenouille viene arrestato e condannato a morte.
Il giorno dell’esecuzione il paese si raduna attorno al patibolo preparato appositamente fuori dalle mura della città; il prigioniero non viene portato come di consueto dalla prigione a piedi, ma sopra una carrozza nera. Alla sua discesa dalla carrozza le persone a lui vicine cominciano a comportarsi in modo strano, agitandosi e prostrandosi a lui: dopo poco l’intera folla comincia ad assumere un comportamento animale e a prostrarsi a Grenouille. Il padre dell’ultima ragazza uccisa addirittura gli salta addosso e lo bacia come se fosse suo figlio. I festeggiamenti continuano per tutta la notte, fino al mattino dopo. Il protagonista al suo risveglio decide di lasciare la città e si dirige verso Parigi; nella città di Grasse regna lo stupore ma nessuno vuole ricordare gli avvenimenti del giorno prima. Per chiudere il processo il giudice manda alla tortura il marito della profumiera, che dopo vari giorni dichiara d’esser lui il misterioso assassino, e viene giustiziato.
Una volta arrivato a Parigi Grenouille si dirige verso il cimitero, luogo tipicamente malfamato dove trova, seduti attorno ad un fuoco, alcuni uomini; apre la boccetta con dentro il suo profumo e se lo versa addosso. Alla sua esecuzione aveva usato una sola goccia di quella fragranza. Gli uomini si accalcano su di lui e cominciano a baciarlo ed abbracciarlo, sempre con maggiore foga fino a strappargli i vestiti, la pelle, le viscere: lo amano e non vogliono perdere nulla di lui; lo divorano.

Alle volte un po’ brutale e spietato “Il profumo” di Patrick Süskind è uno dei più bei libri che io abbia mai letto, un opera straordinaria che racchiude in sé tutto il minuzioso lavoro dell’autore nella descrizione degli odori e nella loro classificazione. Penso che un libro così possa anche essere preso come modello di vita: tutto dovrebbe essere fatto come Süskind ha scritto il suo romanzo, con una attenta analisi e una grande dedizione per i particolari, perché in fondo è grazie ai particolari che riusciamo a percepire quello che ci circonda.

 
 
 

Tre quarti di voi mi fa schifo...buonisti del cazzo.

Post n°76 pubblicato il 06 Giugno 2006 da WONDERFULCHET
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Sì é vero...sono un classisata di merda...uno snob da schifo...specie di fronte alle ovvietà che vengono spacciate per grandi verità...certo che sono verità...sono cose ovvie...stanno lì a farci da tappezzeria.
Sì é vero...ucciderei, lobotomizzerei tre quarti della popolazione con cui ho rapporti...tre quarti delle persone che incontro mi sta sulle balle...dice cose stupide, ovvie...ha sguardi da fesso...tre quarti della gente che mi parla mi fa ribrezzo...mi commuove per la sua ignoranza, per la sua stupideria...per la sua banalità...devo essere banale...banale...banale...così potrò vendere la mia merce...e procurare compassione...passione...delirio...potrò, essendo banale, far da specchio alla mediocrità dei tre quarti della popolazione che mi tocca sopportare...sono un classista di merda...uno snob del cazzo...un radical chic senza ritegno...una testa di cazzo che se la tira...che vorrebbe sterminare la maggior parte della gente che incontra...mi state sulle palle...voi e le vostre poesie del cazzo...voi e la vostra musica del cazzo...voi e i vostri week end in montagna...i vostri cibi etnici...il vostro circolo equo e solidale delle idee...le vostre emozioni in codice binario...i vostri smalti perlati...le catenine di conchiglie...la vostra condotta morale...mi sta sul cazzo la vostra condotta morale...il vostro bisogno di essere capiti...di essere rassicurati...siete merda e per queto che vi odio...che vi ucciderò...

 
 
 

La Rivoluzione lussuriosa del Marchese...

Post n°75 pubblicato il 31 Maggio 2006 da WONDERFULCHET
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Il corpo esibito, toccato e goduto. Lo spirito che si libera in evoluzioni plastiche e poi si ricompone su di un letto disfatto. Il Marchese De Sade e la sua opera letteraria. Laddove raccontare la lussuria e i piaceri della carne diventa un canto di estrema libertà nei confronti della censurare e della morale cattolica.
Ho sempre pensato che affrontare il tema del sesso e dell’erotismo sia stato ed è tuttora molto rivoluzionario. Affrontare dei testi classici erotici, nobilita la materia, elevandone il grado stilistico. Ma il messaggio è sempre poi fondamentalmente forte e di impatto. De Sade attraverso la lussuria si spinge oltre per affrontare un discorso rivoluzionario e politico. Si può dire che il senso di laicità, di materialità e di godimento carnale presente nei suoi scritti abbia preparato, o meglio, anticipato i messaggi della Rivoluzione francese. Affrontare certe tematiche, come quelle incentrate sulla lussuria e sul piacere carnale, vuol dire manifestare una piena libertà di espressione e quindi sfidare il potere precostituito.
Lui fu imprigionato non tanto per le sue pratiche sessuali estreme, ma perchè rappresentava una minaccia per lo Stato cattolico e monarchico.
Il De Sade sembra un autore pornografico dei nostri giorni. La sua scrittura è davvero cruda ed essenziale, ed in ciò, molto contemporanea. Ti spiega come masturbarti, la pratica e la meccanica della sodomia tra uomo e donna, la fellatio, insomma tutte le pratiche sessuali possibili ed immaginabili. I dialoghi del De Sade in fondo, sono molto essenziali e crudi. Premesso che nella pornografia non c’è finzione, mentre il teatro e il cinema è l’arte dell’artificio, personalmente penso che a livello di immagine non c’è confine. Il confine ci può essere se sotto una rappresentazione di questo genere, c’è un discorso politico. Quanto detto non è per nobilitare la materia dell’erotismo, che magari è già nobile di per sè, ma perchè questo nesso tra libertà di espressione e repressione attuato dalle istituzioni dell’ancièn regime, era alla base di tutto un fiorire di letteratura erotica, che aveva nel Marchese De Sade il suo massimo esponente.
Il sesso e la rappresentazione letteraria e teatrale come atto di estrema liberazione da tutti i vincoli di controllo sociale e politico. Come canto estremo di laicità e di individualismo. Liberazione dai gioghi cattolici che ci tormentano, che assillano la nostra esistenza spirituale e la nostra coscienza, che ci presentano il piacere come una colpa da cui rifuggire. Ecco, l’opera lussuriosa del De Sade è un tentativo di liberarsi da tutti questi vincoli e ha quindi, una forte valenza politica, al tempo della Corona di Francia, così come nei nostri giorni.
C’era un regista francese che aveva fatto una scena stupenda con un cavallo ed una cavalla che si accoppiavano. Di fronte a loro c’era una ragazza che si masturbava con un oggetto di non meglio identificato. Non ricordo il titolo del film, e a dire il vero neanche il nome preciso del regista, ma quella scena mi è rimasta impressa.

E. Pazzi - Tutti i diritti riservati - 2005

 
 
 

Anziché scrivere troiate...oggi copio ed incollo...e divulgo...

Post n°74 pubblicato il 31 Maggio 2006 da WONDERFULCHET
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Esordisce come autrice giovanissima, a soli 15 anni, sotto la guida di Giacinto Spagnoletti che fu lo scopritore del suo talento artistico. Nel 1947, Merini incontra "le prime ombre della sua mente" e viene internata per un mese a Villa Turno. Quando ne esce, alcuni amici le sono vicino e Giorgio Manganelli la indirizza in esame presso gli specialisti Fornari e Musatti.
Giacinto Spagnoletti sarà il primo a pubblicarla nel 1950, nell'Antologia della poesia italiana 1909-1949, con le poesie Il gobbo e Luce. Nel 1951, su suggerimento di Eugenio Montale e della Spaziani, l'editore Scheiwiller stampa due poesie inedite dell'autrice in "Poetesse del Novecento".
Nel periodo che va dal 1950 al 1953 la Merini frequenta per lavoro e per amicizia Salvatore Quasimodo. Nel 1953 sposa Ettore Carniti proprietario di alcune panetterie di Milano. Nello stesso anno esce il primo volume di versi intitolato "La presenza di Orfeo" e nel 1955 "Nozze Romane" e "Paura di Dio". Nello stesso anno nasce la prima figlia, Emanuela, e al medico curante della bambina la Merini dedica la raccolta di versi "Tu sei Pietro" che viene pubblicata nel 1961.
Dopo "Tu sei Pietro" inizia un triste periodo di silenzio e di isolamento, dovuto all'internamento al "Paolo Pini", che dura fino al 1972 (anche se intervallato da alcuni ritorni in famiglia, durante i quali nascono altri tre figli).

Si alterneranno in seguito periodi di salute e malattia che durano fino al 1979 quando la Merini ritorna a scrivere, dando il via ai suoi testi più intensi sulla drammatica e sconvolgente esperienza del manicomio, testi contenuti in "La Terra Santa", che sarà pubblicato da Scheiwiller nel 1984. Nel frattempo (1981) muore il marito e, rimasta sola, la poetessa dà in affitto una camera della sua abitazione al pittore Charles; inizia in questo periodo a comunicare telefonicamente con il poeta Michele Pierri che, in quel difficile periodo del ritorno nel mondo letterario, aveva dimostrato di apprezzare la sua poesia. Lo sposa nell'ottobre del 1983 e va a vivere a Taranto, dove rimane per tre anni.
In quel periodo scrive le venti poesie-ritratti de "La gazza ladra" (1985) e testi per Pierri. Sempre a Taranto porta a termine "L'altra verità. Diario di una diversa".
La Merini fa ritorno a Milano nel luglio del 1986 dopo aver sperimentato nuovamente gli orrori del manicomio di Taranto: si mette in terapia con la dottoressa Marcella Rizzo alla quale dedica più di una poesia. Nello stesso anno riprende a scrivere e ad incontrare i vecchi amici, tra cui Vanni Scheiwiller, che le pubblica appunto "L'Altra verità. Diario di una diversa", il suo primo libro in prosa al quale seguiranno "Fogli bianchi" nel 1987 e "Testamento" (del 1988).

Sono questi, per la Merini, anni fecondi dal punto di vista letterario e di conquista di una certa serenità. Nell'inverno del 1989 la poetessa frequenta il caffè-libreria "Chimera", situato poco lontano dalla sua abitazione sui Navigli, e offre agli amici del caffè i suoi dattiloscritti. Sarà in questo periodo che nasceranno libri come "Delirio amoroso" (1989) e "Il tormento delle figure" (1990).
Negli anni seguenti diverse pubblicazioni consolidano il ritorno sulla scena letteraria della scrittrice. Nel 1991 escono "Le parole di Alda Merini" e "Vuoto d'amore" a cui fa seguito nel 1992 "Ipotenusa d'amore", nel 1993 "La palude di Manganelli o il monarca del re" e il volumetto "Aforismi", con fotografie di Giuliano Grittini. È questo l'anno in cui le viene assegnato il Premio Librex-Guggenheim "Eugenio Montale" per la Poesia, premio che la consacra tra i grandi letterati contemporanei e la accosta a scrittori come Giorgio Caproni, Attilio Bertolucci, Mario Luzi, Andrea Zanzotto, Franco Fortini.

Nel 1994 vede la luce "Titano amori intorno" uscito presso l'editore "La vita felice", con sei disegni di Alberto Casiraghi, e il volume "Sogno e Poesia", da "L'incisione di Corbetta", con venti incisioni di altrettanti artisti contemporanei. Nel 1995 viene pubblicato da Bompiani il volume "La pazza della porta accanto" e da Einaudi "Ballate non pagate".
Sempre nel 1994 esce nelle "Edizioni Melusine" "Reato di vita, autobiografia e poesia". Nel 1996, con il volume "La vita facile", le viene attribuito il "Premio Viareggio" e nel 1997 il "Premio Procida-Elsa Morante".
Nel 1997 vengono pubblicate dall'editore Girardi la raccolta di poesie "La Volpe e il sipario", con illustrazioni di Gianni Casari, dove è più che mai evidente la tecnica della poesia che nasce spontaneamente in forma orale e che altri trascrivono. Fenomeno, questo, che - pur essendo tipicamente contemporaneo, con la scelta dell'oralità a svantaggio della scrittura - rimane per ora unico dentro all'universo della poesia contemporanea. Si assiste pertanto, a proposito di Merini, al fenomeno di un'oralità che conduce sempre più verso testi assai brevi e, infine, all'aforisma.

Sono questi gli anni in cui la produzione aforistica di Merini diventa molto ricca, come testimonia nel 1997 "Il Catalogo Generale delle Edizioni Pulcinoelefante", edito da Scheiwiller.
Nel 1999 in "Aforismi e magie", pubblicato da Rizzoli, viene raccolto per la prima volta il meglio di quel genere. Il volume viene illustrato dai disegni di Alberto Casiraghi, amico, poeta ed editore della Merini che ha sollecitato, raccolto e accompagnato con i suoi piccoli libri "Pulcinoelefante", questa nuova vocazione.
La collaborazione con i piccoli editori - che comprendono, oltre "Pulcinoelefante", lo "Zanetto", la "Vita felice", il "Melangolo" e altri - ha portato ad altri minitesti come, tra gli ultimi pubblicati, "Lettera ai figli", edito da Michelangelo Camilliti per l'edizione "Lietocollelibri" e illustrato da otto disegni onirici e surreali di Alberto Casiraghi.
Da ricordare il volume edito da "l'Incisione", "Alda Merini", che contiene poesie inedite della poetessa e disegni dell'artista Aligi Sassu, opere stampate su torchio in litoserigrafia.

Nel 2000 esce nell'edizione Einaudi "Superba è la notte", un volume che è il risultato di un lavoro minuzioso compiuto su numerose poesie inviate all'editore Einaudi e a Ambrogio Borsani. I versi che compongono la raccolta sono stati scritti nel periodo che va dal 1996 al 1999. Non essendo stato possibile dare al materiale un ordine cronologico i curatori si sono basati sull'omogeneità tematica e stilistica complessiva dell'opera.
Nel 2002 viene stampato dall'editore Salani, un volumetto dal titolo "Folle, folle, folle d'amore per te", con un pensiero di Roberto Vecchioni che nel 1999 aveva scritto "Canzone per Alda Merini"
Sempre nel 2002 viene pubblicato dall'editore Frassinelli "Magnificat, un incontro con Maria", corredato da disegni di Ugo Nespolo e ancora, da Frassinelli, "La carne degli Angeli" con venti opere inedite di Mimmo Paladino; nel 2003 la "Einaudi Stile Libero" pubblica un cofanetto con videocassetta e testo dal titolo "Più bella della mia vita è stata la poesia".

Nel 2003 e 2004 viene pubblicato dall'Einaudi "Clinica dell'abbandono" con l'introduzione di Ambrogio Borsani e con uno scritto di Vincenzo Mollica. Il libro è diviso in due sezioni: la prima, "Poemi eroici", che comprende versi scritti alla fine degli anni Novanta, la seconda, "Clinica dell'abbandono", che raccoglie i versi degli ultimi anni. Questo volume riproduce, con alcune aggiunte, il testo del cofanetto con videocassetta "Più bella della poesia è stata la mia vita".
Nel febbraio del 2004 Merini viene ricoverata all'Ospedale San Paolo di Milano per problemi di salute. Da tutta Italia vengono inviate e-mail a sostegno di un appello lanciato da un amico della scrittrice che richiede aiuto economico. Sorgono numerosi blog telematici e siti internet nei quali viene richiesto l'intervento del sindaco di Milano Albertini. La scrittrice ritorna successivamente nella sua casa di Porta Ticinese.
Dal 15 marzo sempre del 2004 è in vendita l'album che contiene undici motivi cantati da Milva tratti dalle poesie di Alda Merini più una traccia cd rom. L'autore delle musiche è Giovanni Nuti. Il 21 marzo, presente la stessa Merini, in occasione del suo settantatreesimo compleanno, viene eseguito un recital al Teatro Strehler di Milano, occasione per la presentazione del disco (riproposto poi con successo nello stesso teatro per un ciclo di serate musicali nel Maggio 2005, sempre con la presenza della poetessa sul palco).
Durante l'estate 2004 molte sono state le iniziative sorte per far conoscere in maniera più diffusa la poesia di Alda Merini. Si cita ad esempio l'incontro che si è tenuto il 21 luglio al Teatro Romano dal titolo "Ebrietudine, omaggio ad Alda Merini", sei cantate composte da Federico Gozzellino su poesie di Alda Merini.
Alla fine del 2005 esce per Crocetti Editore "'Nel cerchio di un pensiero (tearo per voce sola)'" raccolta nata dalle dettature telefoniche di Alda Merini a Marco Campedelli. Vengono riportate 53 poesie, quasi tutte inedite curate nella edizione da Roberto Fattore, Luce Bragaja, lo stesso Marco Campedelli e Massimo Natale. Per sottolineare la natura orale e "orfica" dei componimenti è stato scelto di non inserire segni di interpunzione tra e nei versi per lasciarli liberi così come sono nati.
Del 2005 è anche la raccolta "Le briglie d'oro (Poesie per Marina 1984-2004)", edita da Scheiwiller.

 
 
 

I sogni di Bunker Hill...

Post n°73 pubblicato il 30 Maggio 2006 da WONDERFULCHET
Foto di WONDERFULCHET

Che ne so...é che mi capita di provare tanto calore quando penso a "I sogni di Bunker Hill"...un affetto per quel libro che trascende la razionalità...voglio bene a quel libro, così come ad Arturo Bandini...voglio bene all'albergatrice cinquantenne con cui Arturo intesse una relazione...voglio bene allo scrttore prestato agli studios americani che ospita Arturo per alcuni mesi a casa sua...voglio bene al bungalow nel villaggio di pescatori in cui Arturo vive per un bel pò prima di tornare a cercare la tardona alla reception dell''albergo...provo affetto per quelle pagine...per quelle atmosere di pazza disillusione...di affettato ciniusmo...di geniale umorismo...affetto che sento ancora adesso...I sogni di Bunker Hill...un romanzo dettato da Fante alla moglie...come dettato da Dostoevskij fu "Il giocatore"...

 
 
 

Pornografia

Post n°72 pubblicato il 29 Maggio 2006 da WONDERFULCHET
Foto di WONDERFULCHET

I tuoi pensieri sono pornografia...pornografia per le scale che scende rotolando...pornografia edulcorata da buone intenzioni...banalità che ti accompagnano nel tuo bisogno di trovarti tra sguardi compiacenti...i tuoi pensieri e le tue parole sono ovvia pronografia...se ci fosse giustizia a questo mondo...saresti dovuta rimanere analfabeta...

 
 
 

Non mi masturbo...quindi evitate di venire qui...

Post n°71 pubblicato il 29 Maggio 2006 da WONDERFULCHET
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Evitate di venire...prego...di venire qui...prego. Evitate di leggere...io no mi masturbo...non scrivo per me...questo é rivolto a voi...evitate di leggere...di guardare...di essere qui...insomma...io non mi masturbo....non mi sono mai masturbato...quindi evitate di venire qui...di leggere...di commentare...tanto vi sentirete comunque inadeguati...e quindi non commentate...io non mi msturbo...qui non mi masturbo...qui...evitate quindi di farlo anche voi...please

 
 
 

Base One...

Post n°69 pubblicato il 22 Maggio 2006 da WONDERFULCHET
Foto di WONDERFULCHET

Non ricordo precisamente quando ci siamo incontrati. Abitavamo nella stessa zona e lui stava iniziando a suonare il sassofono. Io ero un po' un punto di riferimento per tutti i ragazzi della zona che suonavano, quindi penso sia probabile che Massimo mi abbia cercato e che alla fine mi abbia trovato. Lui aveva 14 anni, io ne avevo 25.

Tutti i diritti sono riservati - E. Pazzi 2006

 
 
 

Un altro mondo...

Post n°68 pubblicato il 16 Maggio 2006 da WONDERFULCHET
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E perché mai...un altro mondo?
Possibile? Auspicabile...che tu voglia un altro mondo? Diverso da quello che ci ha fatto incontrare.
Perché un altro mondo? Perché cancellare tutto il dolore? E le bugie? E gli abbracci? E i fendenti alle braccia? Alle braccia...sul volto e i calci sui denti...perché un altro mondo? Perché dimenticare l'amore e l'odio che c'éstato?...che c'é ancora...in un altro mondo...in altro modo in un nuovo mondo...tutto cambierebbe...e nulla ci rimarebbe...come tavole bianche di marmo...fredde ed intoccabili...

 
 
 

Ringraziamenti...

Post n°67 pubblicato il 15 Maggio 2006 da WONDERFULCHET
Foto di WONDERFULCHET

E' raro trovare qualcuno disposto a ringraziare...oggi ho voglia di ringraziare:

- Ringrazio Enzo di Capurso, che mi ha fatto conoscere, quando avevo 14 anni, il soul di Joe Coker, la melodia pop di Paul McCartney e il pop trash della bellissima Belinda Carlise...

- Ringrazio "Fuori Orario", che una notte di tanti anni fa, avevo 14 anni, programmava "Let's get lost" di Bruce Weber...

- Ringrazio Andrea ed Antonio di Firenze che mi hanno fatto conoscere, quando avevo 17 anni, sul terrazzo di casa loro a S. Spirito, la musica di Capossela...

- Ringrazio Alessandra, che mi ha fatto conoscere, nella sua stanza, quando avevo 20 anni, Tom Waits, Nick Cave e Tori Amos...(io le ho fatto conosere Capossela...nella mia di stanza)...

- Ringrazio una sera di un anno fa, trascorsa tra le bancarelle della festa di Liberazione agli ex mercato generali...quando ho incontrato Massimo Urbani...volendo trovare Vannucchi...

- Ringrazio Massimo Urbani e il suo spirito che mi hanno fatto conoscere Tony Formichella e Maurizio Urbani...e tanti altri...

 
 
 

Per chi si é perso per strada

Post n°66 pubblicato il 15 Maggio 2006 da WONDERFULCHET
Foto di WONDERFULCHET

Tony ha la faccia di un indiano Cherokee. Ha la faccia di un sopravissuto. Lo sguardo di uno che s’è perso qualcosa, a cui hanno rubato un grosso baule pieno di ricordi. Uno che si è perso per strada, sulla via del ritorno verso casa. Ha trascorso tutta la sua gioventù a Montemario, tra Piazza Guadalupe e Piazza Igea..

Tutti i diritti riservati 2006 - E. Pazzi

 
 
 

Narciso

Post n°65 pubblicato il 11 Aprile 2006 da WONDERFULCHET
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Un tempo...ti scrivevo...ti leggevo...ti aspettavo e poi ti aprivo. Un tempo ti scopavo...e, senza languore, ti mangiavo...consumandoti prim le mani...e finivo...un tempo incommensurabile. Un tempo tremavo al vento...sudato e nudo...e tu, un tempo, eri più bella...tremavi con me...un tempo poco lontano. Un tempo potevi trovarmi al solito posto....al solito tavolo...senza parole per te...né per nessuna altra donna...solo per me stesso...ed io ero bellissimo...nel mio narcisismo.

 
 
 

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