Creato da xania66x il 29/10/2007

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Post n°200 pubblicato il 11 Febbraio 2011 da xania66x

studio dell’University College di Londra e dell’Università di Milano-Bicocca
Guarda il tuo corpo, il dolore diminuisce
L'idea della sofferenza nasce da alcune parti del cervello che rappresentano la dimensione del proprio fisico
MILANO
- Avete paura del dolore? Basta guardare il vostro corpo e la sensazione passa. O, almeno, si attenua. A dirlo, uno studio congiunto, condotto dagli scienziati dell’University College di Londra e dell’Università di Milano-Bicocca e finanziato dalla BBSRC (Biotechnology and Biological Science Research Council), che ha analizzato le relazioni fra le esperienze sensoriali come il tatto o il dolore, i movimenti e il modo in cui il cervello riesce a modificare azioni ed elaborazioni sensoriali basate sulla percezione del nostro corpo. Pubblicata sulla rivista Psychological Science, la ricerca si è basata su un esperimento sensoriale che ha coinvolto 18 volontari, di cui sono state studiate le reazioni al dolore scatenato dal contatto fra un oggetto caldo e la pelle della loro mano sinistra. Gradatamente, la temperatura della sonda termica posta sulla mano dei partecipanti al test veniva aumentata e i partecipanti all’esperimento dovevano premere un pedale non appena iniziavano a sentire dolore.] - Avete paura del dolore? Basta guardare il vostro corpo e la sensazione passa. O, almeno, si attenua. A dirlo, uno studio congiunto, condotto dagli scienziati dell’University College di Londra e dell’Università di Milano-Bicocca e finanziato dalla BBSRC (Biotechnology and Biological Science Research Council), che ha analizzato le relazioni fra le esperienze sensoriali come il tatto o il dolore, i movimenti e il modo in cui il cervello riesce a modificare azioni ed elaborazioni sensoriali basate sulla percezione del nostro corpo. Pubblicata sulla rivista Psychological Science, la ricerca si è basata su un esperimento sensoriale che ha coinvolto 18 volontari, di cui sono state studiate le reazioni al dolore scatenato dal contatto fra un oggetto caldo e la pelle della loro mano sinistra. Gradatamente, la temperatura della sonda termica posta sulla mano dei partecipanti al test veniva aumentata e i partecipanti all’esperimento dovevano premere un pedale non appena iniziavano a sentire dolore.
LO STUDIO- Si è così visto che se le persone riuscivano a vedere la loro mano attraverso uno specchio, la percezione del dolore era minore e il livello di sopportazione del calore di tre gradi superiore rispetto, invece, a quando la visione veniva oscurata da un blocco di legno e non si vedeva quindi la mano. «L’immagine che il cervello mostra del nostro corpo ha una forte correlazione sul livello del dolore - ha spiegato la dottoressa Flavia Mancini, fra gli autori dello studio - e anche il modo stesso in cui il nostro corpo viene rappresentato influenza la percezione del dolore». Nella seconda parte dell’esperimento, infatti, gli scienziati hanno usato una serie di specchi concavi e convessi per mostrare le immagini delle mani ingrandite o ridotte: nel primo caso, i volontari hanno tollerato un calore maggiore prima di avvertire dolore, mentre nel secondo la sopportazione del calore è stata minore rispetto a quando la mano veniva mostrata nelle sue dimensioni reali. Ciò ha suggerito agli studiosi la convinzione che l’idea del dolore scaturisca da alcune parti del cervello che rappresentano la dimensione del corpo.
INTERAZIONE- «Il nostro interesse si è focalizzato sul rapporto fra l’esperienza del dolore e la rappresentazione che il cervello fa del proprio corpo - ha detto il professor Patrick Haggard, collega londinese della ricercatrice italiana e co-autore della ricerca - e abbiamo dimostrato che esiste un’interessante interazione fra i sistemi visivi del cervello e quelli del dolore. Del resto, molte terapie psicologiche per combattere il dolore si focalizzano sullo stimolo doloroso, cambiando per esempio le aspettative o insegnando delle tecniche di distrazione. Ecco perché, quando un bambino va dal dottore per farsi togliere il sangue, dovrebbe evitare di guardare l’ago della siringa e concentrarsi, invece, sul suo braccio, così da sentire meno male».

Ho letto con attenzione questo articolo,perchè tornando a casa dopo una giornata in giro per la città,mi si è acuito un dolore alla caviglia per una storta presa tempo fa. Ammetto che è anche colpa mia,camminare con scarpe tacco 12 non è comodissimo,ma si sa..noi donne siamo masochiste quando si tratta di scarpe..Comunque ora mi ritrovo con la caviglia dolorante e scarpe più comode ovviamente..cosi,ho iniziato a fissarla...Risultato,il dolore non è diminuito,anzi ad un certo punto sentivo delle pulsazioni fastidiose....la vista mi si è annebbiata,vuoi perchè guardavo intensamente,vuoi per la stanchezza,mi stavo abbioccando...e mi sa che cambio il colore dello smalto,da rosso fuoco a bianco perlato!
 

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Commenti al Post:
monellaccio19
monellaccio19 il 11/02/11 alle 19:17 via WEB
"Guardare da vicino il proprio dolore è un modo di consolarsi". (STENDHAL) Carlo
 
 
xania66x
xania66x il 12/02/11 alle 14:49 via WEB
Ah ecco...ora si spiega il tutto...non che io sia gigantesca..ma dagli occhi ai piedi ci sta una certa distanza...sarà per questo!!::( si lo so...ora la pernacchia la merito io )...:-)
 
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Ci sono persone che per un breve periodo entrano nella tua vita,lasciando un segno che difficilmente verrà cancellato per poi scomparire. questo è per Voi,se mai doveste tornare a leggere questo blog.Grazie per la Vostra gentilezza e signorilità.Da parte mia non posso che auguraVi ogni bene!
 
 
 
 
 

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