Zagare

Haiku

Dove il tempo

assassino divide

 il cuore lega

Dall'amore generato

Dalla terra al ventre

frutto mai nato

dall’amore generato.

Alfio Fazio Prima

Nota: versi del mio bsnonno

Filigrana di memoria

Tuffi di risa

in quel foulard di sabbia

piccole dita affondano

aprendo l’uscio del passato

Filigrana di memorie

riemergono

non più

splendenti di luce vera

si azzittisce l’animo

accende immagini

di piccole donne

stuprati dai loro affetti

Riposti con cura

nel tempo dei tempi

a ricordare dolori

strappi di margherite

e lapidari immagini

a trafiggere il cuore.

Fuoco nel fuoco

La Sovrana

Puoi riscoprirmi

Tutte le volte che vuoi

nel mio essere donna

Ti basta solo entrare in ciò che è svanito

tornare indietro nel tempo

spostare di poco la memoria

rivedermi ai fornelli

in quel prepararti

  gustosi piatti

No! Non la Cenerentola

della fiaba

ma la Regina

La tua Regina

che attende il suo Re

con tavole bandite 

pronta a saziare le tue voglie

Rimembrare le sere

che ci portavano fuori dal guscio

quando uscendo dalla doccia

mi osservavi con  occhi di desiderio

e pettinandomi d’innanzi allo specchio

osservavo il fuoco 

delle tue iridi

mentre indossavo le autoreggenti

sapendo che ardeva in te

più forte il desiderio di me

Come una Zingara

leggevo il palmo della tua anima

per donarti la donna dei tuoi sogni

e mi risvegliai colpita alle spalle

dalla lama dei tuoi tradimenti

cosciente che il mio castello di sabbia

crollava insieme a me

poiché ero amante 

ma non la Sovrana

del tuo cuore.

Poche parole ma solo mie

Non si da pace

il cuore

e la mia anima

ti cerca

tra le tue

ultime righe

Custodite gelosamente

dentro una gelida

lastra di vetro

Poche parole

rimaste eterne

sopravvissuti

alla tua fine

Non hanno più

lo stesso senso

Prima sorrisi e allegria

anche se a volte

tristezza e malinconia

Ora sono lacrime

senza più fine

pace e sconforto

e a tratti pazzia

poche parole

ma sole mie

le uniche cose

che serbo di te.

Gocce di poesia

Le note del dolore

Le note del dolore

continuano a picchiettare

come una triste musica

scuotono il mio tormento

Grondano le iridi

tra la rabbia e lo sconforto

s’inabissano

Il pensiero che a te mi porta

si lascia trafiggere

assorbendo il tuo dolore

lame arrugginite affondano

fra le piaghe dell’anima

trivellano e lacerano

gli ultimi brandelli

di sana agonia

mentre svanisco

tra le viscere

della pazzia.

Sento

Sento

l’anima vibrare

mentre ascolto

il ritmo del cuore

Sono note triste

quelle che odo

e mi chiudo

nei cupi attimi

che tormentano

il mio sentire

Ti cerco invano

tra l’intemperie

che sovrastano

ogni mio alito

Seppellendo

anche l’ultima speranza

sprofondo negli abissi

che da te mi separano

Annaspo tra i rivoli

e i ceppi di cemento

espandendo di me

petali d’anima

e le affido al vento

sperando che ti porti

l’essenza del mio dolore.

Nontiscordardime

Ho sfogliato tutti

i treccentosessantacinque

fogli della mia vita

alcuni avevano

colori intensi

altri dentro possedevano

l’arcobaleno

le ultime erano tutte in nero

Oggi riprendo in mano

un nuovo diario

spero che sia di sole vestito

e quando le nuvole

minacciose  si avvicinano

stenderò sul mare

un arco alla vita

e nel cielo petali di rosa

e per te

alla mia anima chiederò

un velo di nontiscordardime

poiché  io mai potrò di te

Buon anno anima mia.