Creato da: wolands il 21/06/2007
Diario di Viaggio di Wolands

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SO CHE E' FINITA

Oh madre, sento la terra che mi cade sulla testa
E mentre mi arrampico su un letto vuoto
Oh va bene.. ho detto abbastanza
Io so che è finita, eppure non desisto
Non so cos'altro fare
Oh madre, sento la terra che mi cade sulla testa
Guarda, il mare vuole impadronirsi di me
Il coltello penetrarmi
Pensi di potermi aiutare?
Triste sposa velata, sii felice
Bel consorte, dalle il suo spazio
Amante chiassoso e villano, trattala con gentilezza
Sebbene lei abbia bisogno di te più di quanto ti ami
Ed io so che è finita, eppure non desisto
Non so cos'altro fare
So che è finita
Ed in realtà non è neppure mai cominciata
Ma dentro di me era tutto così reale
E tu addirittura ti sei rivolto a me dicendo:
"Se sei un tipo così divertente
Allora perché te ne stai da solo stasera?
E se sei un tipo così sveglio
Allora perché te ne stai da solo stasera?
Se sei tanto simpatico
Allora perché te ne stai da solo stasera?
Se sei tanto affascinante
Perché dormi solo stanotte?
Lo so perché..
Perché questa è una sera come tutte le altre
Ecco perché te ne stai da solo stasera
Con i tuoi trionfi ed il tuo fascino
Mentre loro sono l'una nelle braccia dell'altro.."
é così facile ridere
é così facile odiare
Ci vuole del coraggio per essere buoni e gentili
é così facile ridere
é così facile odiare
Ci vuole del fegato per essere buoni e gentili
L'amore è Naturale e Vero
Ma non per te, amor mio
Non stasera, amor mio
L'amore è Naturale e Vero
Ma non per quelli come noi, amor mio

Oh madre, sento la terra che mi cade sulla testa
 

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LILI MARLENE: DA FLOP A CANZONE PER SOPRAVVIVERE

Post n°13 pubblicato il 21 Settembre 2007 da wolands
Foto di wolands

Nell'aprile 1941, Richard Kistenmacher parte per Belgrado. Insieme ad altri uomini che, nella vita civile, sono tecnici dell'emittente radio di Berlino, ha ricevuto la missione di creare un'emittente per i soldati nella città danubiene occupate. Kistenmacher è professore di musica e compositore. In strada per la capitale serba, si ferma a Vienna e perquisisce gli archivi dell'emittente austriaca per vedere se hanno alcuni dischi in archivio. Ne sceglie sessanta. Uno di questi dischi si chiama “Lied eines jungen Wachtpostens” ovvero “La canzone di una giovane sentinella”, un flop commerciale dell'estate 1939. Il disco aveva venduto solo 700 copie. Kistenmacher non aveva avuto il tempo di ascoltare tutti i dischi che aveva portato via da Vienna. Sceglie secondo i titoli, e dopo avere ascoltato qualche secondo del disco. “Das Lied eines jungen Wachtposten”, ad esempio, comincia col suono di una tromba, come in una fanfara, ed è un inizio che gli sembra adeguato per un'emittente dell'esercito. Mettere in piedi la stazione radiofonica di Belgrado prenderà del tempo, ma, alla fine, finisce per poter cominciare le sue emessioni. Durante questo periodo di preparazione, Kistenmacher ha avuto il tempo di ascoltare i suoi dischi, ma è la melodia di “Lied eines jungen Wachtpostens" che trova potenzialmente la migliore. Il 18 agosto 1941, il programma della sera si conclude con questa canzone, selezionata da Kistenmacher, Gli piace enormemente e l'utilizza durante una settimana intera come sigla finale alle emissioni vespertine. Ma il capo della stazione radiofonica di Belgrado non è d'accordo sulla scelta, chiama Kistenmacher nel suo ufficio e gli ordina di “... divertirsi con altre ragazze!” Ma i soldati tedeschi di stanza in Iugoslavia, in Grecia non sono dello stesso parere. E inviano lettere di protesta all'emittente chiedendo di ascoltare quella canzone. Kistenmacher riceve l'autorizzazione di terminare le emissioni radio alle 21 h 55 e di poter mettere la canzone che, non è più la versione originale di “Lied" ma è diventata “Lili Marleen.”
I soldati che ritornano in permesso in Germania chiedono alle emittenti tedesche di programmare la canzoncina. In un attimo, invade il Reich e tutti i territori che occupa. Hitler dice al suo aiuto di campo: “Questa canzoncina ci aiuta a sopravvivere”
"Lili Marleen" diventa così il canzone-culto della seconda guerra mondiale, sebbene sia nata, in effetti, durante la prima.

 
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