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SO CHE E' FINITA

Oh madre, sento la terra che mi cade sulla testa
E mentre mi arrampico su un letto vuoto
Oh va bene.. ho detto abbastanza
Io so che è finita, eppure non desisto
Non so cos'altro fare
Oh madre, sento la terra che mi cade sulla testa
Guarda, il mare vuole impadronirsi di me
Il coltello penetrarmi
Pensi di potermi aiutare?
Triste sposa velata, sii felice
Bel consorte, dalle il suo spazio
Amante chiassoso e villano, trattala con gentilezza
Sebbene lei abbia bisogno di te più di quanto ti ami
Ed io so che è finita, eppure non desisto
Non so cos'altro fare
So che è finita
Ed in realtà non è neppure mai cominciata
Ma dentro di me era tutto così reale
E tu addirittura ti sei rivolto a me dicendo:
"Se sei un tipo così divertente
Allora perché te ne stai da solo stasera?
E se sei un tipo così sveglio
Allora perché te ne stai da solo stasera?
Se sei tanto simpatico
Allora perché te ne stai da solo stasera?
Se sei tanto affascinante
Perché dormi solo stanotte?
Lo so perché..
Perché questa è una sera come tutte le altre
Ecco perché te ne stai da solo stasera
Con i tuoi trionfi ed il tuo fascino
Mentre loro sono l'una nelle braccia dell'altro.."
é così facile ridere
é così facile odiare
Ci vuole del coraggio per essere buoni e gentili
é così facile ridere
é così facile odiare
Ci vuole del fegato per essere buoni e gentili
L'amore è Naturale e Vero
Ma non per te, amor mio
Non stasera, amor mio
L'amore è Naturale e Vero
Ma non per quelli come noi, amor mio

Oh madre, sento la terra che mi cade sulla testa
 

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Marta Abba, un amore Pirandelliano

Post n°40 pubblicato il 08 Luglio 2008 da wolands

Sono ben 560 lettere, quelle che Luigi Pirandello scrisse a Marta Abba, e lei gli rispose ben 280 volte, a testimonianza di un rapporto che andava al di là della semplice collaborazione artistica. Musa ispiratrice del grande scrittore e commediografo agrigentino, Marta Abba fu una delle più grandi interpreti del Novecento, e soprattutto, una delle più grandi interpreti delle commedie del grande drammaturgo siciliano.

Nata a Milano il 25 giugno 1900, primogenita del commerciante Pompeo Abba e di Giuseppina Trabucchi, ebbe con Pirandello un rapporto molto intimo, al punto che lo stesso scrittore agrigentino in una delle sue lettere scriveva “…Marta non m’abbandonare,… non è possibile che tu non sia, come autrice vera e sola, in tutto quello che ancora faccio. Ma io sono la mano. Quella che in me detta dentro, sei tu”

Si è molto discusso, su una presunta storia d'amore, da alcuni ritenuta solo platonica, tra l'attrice e il grande scrittore siciliano, ma sebbene nessuno, ancora oggi sia in grado di affermare con certezza che fra i due non ci fosse solo un amore platonico, e che tutto fosse amplificato dalla celebrità raggiunta da Pirandello dopo il conferimento del premio Nobel, si può affermare con certezza che il rapporto fra i due fu di notevole intensità sentimentale. Senza contare che la loro collaborazione artistica regalò pagine importanti al teatro italiano.

Marta Abba cominciò a studiare recitazione presso l'Accademia dei Filodrammatici, ed esordì sulle scene teatrali nel 1922  nel Gabbiano di Cechov. Nel 1925 avvenne la svolta decisiva della sua carriera artistica. Luigi Pirandello, che l’anno prima grazie ad una sovvenzione di 50.000 lire concessagli da Benito Mussolini aveva creato il teatro “dei dodici”, letta una critica di Marco Praga che ne esaltava le qualità sceniche, la scritturò come prima attrice del suo nuovo Teatro d'Arte di Roma con un contratto che prevedeva una paga di 170 lire giornaliere. Da quel momento, la giovane attrice milanese divenne la musa e l'interprete preferita dal drammaturgo siciliano, portando in scena quasi tutti i suoi lavori. Da “Diana e la Tuda” a “L'amica delle mogli”,  fino a “Come tu mi vuoi”. Marta Abba conquisterà il drammaturgo fino a identificarsi in una immagine vivente del teatro pirandelliano: il successo dell’uno sarebbe stato il successo dell’altra.

A testimonianza del rapporto con Pirandello, rimane un epistolario. Un carteggio di circa 560 lettere scritte dallo scrittore, alle quali l'attrice rispose per 280 volte, poi donato all'Università di Princeton nel New Jersey e pubblicato integralmente soltanto nel 1994 da Mursia “Caro maestro... lettere a Luigi Pirandello (1926-1936)”; mentre “Lettere di Luigi Pirandello a Marta Abba”, pubblicato da Mondadori nel 1995, contiene solo le lettere scritte da Pirandello all'attrice.

La pubblicazione avvenne tardi perché per decenni la grande attrice italiana aveva meditato sull'opportunità di mettere a disposizione degli studiosi quei documenti, e continuava a rimandare ogni decisione, combattuta tra il desiderio di rivelare al mondo un Pirandello intimo ed ancora ignoto, e il pudore d'infrangere il velo di riserbo sul loro rapporto.

Nel 1985, all'età di ottantacinque anni, finalmente l'attrice si mise in contatto con l'università di Princeton, che fu ben disposta ad accettare la donazione, garantendone la conservazione e la pubblicazione da parte della Princeton University Press.

Gli ultimi anni li trascorse a San Pellegrino Terme dove morì il 24 giugno 1988, il giorno prima di compiere 88 anni.

 
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Commenti al Post:
silvietta_36
silvietta_36 il 16/07/08 alle 15:41 via WEB
Marta non m’abbandonare,… non è possibile che tu non sia, come autrice vera e sola, in tutto quello che ancora faccio. Ma io sono la mano. Quella che in me detta dentro, sei tu” ..... bellissima!
(Rispondi)
 
silvietta_36
silvietta_36 il 16/07/08 alle 15:45 via WEB
....si bellissima! Passionale! ... credo non si possa scrivere altro. Sdrammatizzo? Nessuno mi ha mai scritto o detto qualcosa che anche solo vagamente assomigli a quelle righe :( :))
(Rispondi)
 
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