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Diario di Viaggio di Wolands

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SO CHE E' FINITA

Oh madre, sento la terra che mi cade sulla testa
E mentre mi arrampico su un letto vuoto
Oh va bene.. ho detto abbastanza
Io so che è finita, eppure non desisto
Non so cos'altro fare
Oh madre, sento la terra che mi cade sulla testa
Guarda, il mare vuole impadronirsi di me
Il coltello penetrarmi
Pensi di potermi aiutare?
Triste sposa velata, sii felice
Bel consorte, dalle il suo spazio
Amante chiassoso e villano, trattala con gentilezza
Sebbene lei abbia bisogno di te più di quanto ti ami
Ed io so che è finita, eppure non desisto
Non so cos'altro fare
So che è finita
Ed in realtà non è neppure mai cominciata
Ma dentro di me era tutto così reale
E tu addirittura ti sei rivolto a me dicendo:
"Se sei un tipo così divertente
Allora perché te ne stai da solo stasera?
E se sei un tipo così sveglio
Allora perché te ne stai da solo stasera?
Se sei tanto simpatico
Allora perché te ne stai da solo stasera?
Se sei tanto affascinante
Perché dormi solo stanotte?
Lo so perché..
Perché questa è una sera come tutte le altre
Ecco perché te ne stai da solo stasera
Con i tuoi trionfi ed il tuo fascino
Mentre loro sono l'una nelle braccia dell'altro.."
é così facile ridere
é così facile odiare
Ci vuole del coraggio per essere buoni e gentili
é così facile ridere
é così facile odiare
Ci vuole del fegato per essere buoni e gentili
L'amore è Naturale e Vero
Ma non per te, amor mio
Non stasera, amor mio
L'amore è Naturale e Vero
Ma non per quelli come noi, amor mio

Oh madre, sento la terra che mi cade sulla testa
 

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Marta non m’abbandonare,… non è possibile che tu non sia,...
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ARRIVA IL CIRCO

Post n°31 pubblicato il 07 Febbraio 2008 da wolands
Foto di wolands

C'era un tempo in cui quando arrivava il circo, erano tutti felici. Finalmente arrivava lo spettacolo, con numeri stupefacenti. I loro camion colorati e i clown dipinti sulle fiancate ravvivavano la città. Erano piccoli circhi, ma riuscivano a portare tanta felicità. Nella zona dove abitavo io c'era una piccola piazzetta, e ogni anno, puntualmente arrivava il Circo Pierantoni. Quattro tiranti piantati per terra e via al montaggio del tendone a strisce giallo e blu. La piazza era piccola, ma anche col tendone montato, c'era spazio per il traffico veicolare.
A quel tempo c'era solo un cinema che proiettava a settimane alterne le eroiche gesta di Maciste e di Ercole, e i film di Franchi e Ingrassia, non c'era internet, e in pochi avevano la televisione. Il circo era la novità che tutti aspettavano per un anno intero, e quando arrivava, in quella piazza posta al centro di un complesso di case popolari, la gente si lanciava in una spontanea gara di solidarietà.
Era come se la famiglia si allargasse, come se fossero arrivati i parenti da un'altra città.
Mia madre forniva l'elettricità per le luci lampeggianti della cassa, la nostra vicina di casa lasciava il cancello aperto, ed ogni tanto arrivava qualcuno del circo a riempire un bidone d'acqua, sia per gli animali che per il loro fabbisogno; non ci si poteva permettere il lusso di comprare l'acqua minerale. In cambio, i bambini curiosavano, chiedevano, volevano scoprire i segreti. Come faceva quella bella ragazza a camminare su quel filo posto a due metri di altezza? Qual era il segreto di quel ragazzo che si infilava in bocca una torcia e sputava fuoco? Mi svelò il trucco una mattina, dentro la sua roulotte, e fu per me la fine di un mito.
Ma il Circo Pierantoni era una famiglia, faceva parte della famiglia, di tutti, a volte rimaneva nella stessa piazza per quasi un mese. E ricordo ancora la gente che, seduta su quelle gradinate fatte con tavole di legno, seguiva attentamente, anche alla ventesima replica, “O zappatore”, la Cavalleria rusticana, o la storia di Peppino Musolino, ed alla fine del secondo tempo, quando la recita finiva, tirava fuori dalle tasche i fazzoletti. Poi tutti a casa. Anche oggi il circo aveva concluso il suo spettacolo. Pierantoni era il Mario Merola siciliano.
Giovanni Lozopone, ma come dichiara lui stesso, “nessuno mi conosce con questo nome”, è nato a Marsiglia, in Francia, ma dall'età di 8 anni abita in Sicilia e ha passato tutta la sua vita nel circo. Prima insieme al padre, poi, dal 1961 con un proprio circo regionale, ha cominciato a viaggiare per paesi e città portando in giro il nome di un colonnello della casa di Pinerolo.
“Quando mio nonno morì, cadendo dal trapezio, Rodolfo Pierantoni, anche lui circense e titolare del circo dove lavoravano i miei nonni, si offrì di fare da tutore a mio padre, mio zio e mia zia, che a quel tempo erano giovanissimi. Crescendo con lui, siamo stati, da sempre, conosciuti come i figli di Pierantoni”
Fino al 1993, quando, per ragioni d'età, deise di chiudere la sua attività circense. L'ultima serata è stata a Lentini, con un incasso di 3 milioni: un grande incasso per quei tempi. Quello fu l'ultimo spettacolo del Circo Pierantoni,
Oggi Giovanni Lozopone, meglio conosciuto come Gianni Pierantoni, ha 79 anni, vive a Francofonte dove ha acquistato un piccolo pezzo di terra e ci ha messo su le giostre per i bambini. Ma la tradizione continua, sua figlia Egle adesso fa parte della grande famiglia Togni.

 
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