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La vita è una partita a scacchi. E la vittoria, non è mangiare il Re, ma mantenere la Regina in gioco...by Marquez31

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Post N° 283

Post n°283 pubblicato il 21 Febbraio 2008 da Marquez36
 

Il blog Tuttiscrittori ha lanciato un nuovo gioco letterario.

Si partecipa inviando un breve racconto di circa 2000 battute sul tema “L’incontro”. Il testo dovrà contenere le seguenti parole ed espressioni:
addomesticare, gioia intensa, viso, te, sedersi a tavola, passerella (nel senso di passaggio), bussola, discussione, radici, tatto.
I racconti dovranno essere inviati come commento, sul blog di "tuttiscrittori", entro il 15 marzo 2008.
La giuria, composta dalla redazione di www.tuttiscrittori.it, assegnerà al vincitore un buono acquisto libri del valore di 50 euro. Io volevo partecipare, ma il raccontino è troppo lungo...


Addomesticare i sentimenti, un qualcosa che ho sentito più volte, seppur con diverse parole, ma il senso era quello.
Ciò mi fa rabbrividire, ma certe volte ne comprendo i motivi, ci sono tante persone che per qualcuno hanno perso la bussola e lo hanno pagato a caro prezzo, e così poi attuano questa politica. Io ero tra queste, ma non ne avevo la piena coscienza fino a quando il tuo viso non apparì tra le mie ciglia.

Mi avevano invitato a cena a casa loro, Genny e Simona. Pensavo fossimo solo noi tre, ma Simo mi disse che di lì a poco sarebbe arrivata una sua cugina, la quale aveva tardato causa il solito traffico di fine lavoro.
Quando entrasti dalla porta, io stavo in un'altra camera a giocare con il pc, manco mi accorsi della cosa tanto ero preso dalla partita. Avvertito da Genny ed a malincuore, tornai nel salone. La prima cosa che notai di te, fu la tua testa piena di soffici ricci, che passandoti di spalle mi regalarono tutto il loro odore; li avrei voluti toccare. Ci presentarono, ma prima di sederci a tavola scambiammo poche chiacchiere; come mio solito inizialmente mi chiudo un pò. Mi piace osservare le persone nuove, sentirne il suono della voce, ho sempre pensato che da quello poi, in me parte tutto. La serata trascorse serenamente, ma io mi sentivo un pò agitato e seppur mi guardavi poco, mi sentivo sotto esame e ogni qual volta i nostri pareri era discordanti mi dicevo: ecco ora scatta la solita frase che odio - Noi due non potremmo mai stare insieme, siamo incompatibili. Meno male dalla tua bocca quella frase non venne mai fuori, la odio così tanto che sono certo sarebbe partita una
discussione.

Questo mi aiutò un pochino a sciogliermi e pian piano riuscii ad essere me stesso, a mettere fuori la mia simpatia e a farti sorridere. A fine serata trovai il modo, usando una scusa di lavoro, per prendermi il numero del tuo ufficio. Ti chiamai dopo qualche giorno e dopo averti dato alcune notizie di lavoro, ti proposi di vederci per un aperitivo.
Mi piacevi gia tanto, ma inizialmente lasciarsi andare era difficile. Davanti al mio cuore c'era un muro, le paure della passata storia avevano messo
radici profonde, ma fino ad allora non me ne ero ancora reso conto di quanto profonde esse fossero. Al tavolo del bar tu parlavi, ma io non riuscivo a seguirti, pensavo solo a come far giungere quel magico momento nel quale l'uomo si lancia nel bacio. Tentavo con il tatto,
ogni tanto facevo urtare una delle mie mani con le tue, volevo vedere cosa facevi, se me lo lasciavi fare o se te ne ritraevi. Le noccioline sembrava non finissero mai e tu continuavi a parlarmi di un libro che avevi letto; la cosa mi distrasse a tal punto dalle mie intenzioni, che cominciai a seguire il tuo racconto. Finimmo poi per parlare di politica sociale, dei problemi della nostra città; notai che non avevi la solita magra opinione, ma avevi sviluppato un pensiero tutto tuo, che seppur non combaciava del tutto con il mio, mi fece capire che eri una testa pensante e non il solito prodotto modaiolo e spersonalizzato.
Quando poi la passione scoppiò, passammo intere giornate a letto senza manco
serdersi a tavola per mangiare, mangiavamo a letto. Giocavamo con qualsiasi cosa, al gioco del grissino, chi arrivava prima alle labbra dell'altro, aveva diritto a prendere qualcosa dal piatto altrui. Uscivamo dal letto solo per andare al bagno ed ogni volta che mi passavi davanti sembrava avessi sotto i piedi una passerella, eri a mezz'aria. Infilavi spesso qualcosa di mio, che dopo conservava il tuo odore e mi teneva compagnia fino a casa. Essere aggrovigliato al tuo corpo, mi faceva sentire come Winnie The Pooh caduto in un pozzo di miele e quando te lo dicevo, te, mi guardavi e un sorriso triste si disegnava sulle tue labbra. Non chiesi mai il perchè, in quei momenti averti era una gioia intensa e non mi andava che qualcosa guastasse il tutto.

Ma passati tre giorni, una sera prima di lasciarsi sotto al tuo portone di casa mentre io mi avvicinavo per un ultimo bacio, posasti un dito sulla mia bocca, e guardandomi negli occhi mi dicesti: SONO UN TRANS..!!...


Baci...m31

 
 
 
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FUNNY

On. Cetto la Qualunque

 

ACCUSSì..!!


Pubblico questa foto perchè c'è un particolare che mi colpisce. Questi due Uomini, che ogni giorno sfidavano la morte, avevano cmq la capacità e la voglia di ridere. Questo io vorrei fosse da esempio, a tutte quelle persone che non ci riescono più, che si immobilizzano in un pessimismo che non serve a nulla, se non a far morire l'anima.

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