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I veri amici vedono i tuoi errori e ti avvertono. I falsi amici invece pur vedendo allo stesso modo i tuoi errori... ti lusingheranno sempre
« un cane che parla ! | come districarsi nella j... » |
Anzi, fanno più belli, perché fra gli internauti spopolano i “lifting virtuali” e la cura del corpo digitale richiede tempo e attenzione: online, sul web, su Facebook, bisogna apparire alla moda e in forma, più belli che nella vita reale. Così accade che un italiano su due “tarocchi” il proprio profilo online per creare un alter ego migliore, a immagine e somiglianza di chi vorrebbe essere. Sono accortezze in buona fede, “bugie bianche”, qualche volta abbastanza inconsapevoli. Ma indicano la costante attenzione che si riserva all’immagine e alla identità online. A evidenziare questa tendenza è una ricerca Intel condotta da Redshift Research in nove paesi. Nel proprio profilo online si perdono i chili di troppo, si recupera una nuova giovinezza, si vuole essere alla moda ed essere fotografati in luoghi esclusivi, si cerca di piacere. L’alter ego digitale è migliore di quello reale o almeno, così tende ad apparire, il fenomeno è così diffuso che, evidenzia la ricerca Intel, un italiano su due dichiara di aver “taroccato” almeno una volta il suo profilo online, magari anche solo con piccole accortezze, inconsapevoli o in buona fede, addirittura il 53% degli intervistati, in particolare tra gli uomini, arriva a confessare un desiderio sorprendente: vorrebbe assomigliare di più all’immagine di sé che racconta quotidianamente online, fra le motivazioni alla base di quelli che sembrano dei veri e proprio “lifting virtuali” vincono il desiderio di catturare l’attenzione di amici e conoscenti nel 55% dei casi o, nel 40%, il tentativo di nascondere le proprie insicurezze, ma pesano anche il narcisismo e la volontà specie fra gli uomini di giocarsi quelle asso nella maniche per pescare nuove relazioni. Tutto questo si traduce in un’accurata selezione delle foto messe online e sul proprio profilo, sempre molto selezionate (specialmente fra la popolazione femminile) e mai causali, talvolta addirittura passate al fotoritocco. Oppure ci si presenta più divertenti di quanto sia nel quotidiano, più colti, e si cerca di farsi immortalare in luoghi esclusivi o di stile. In ogni caso, gli internauti spesso se ne accorgono: gran parte del campione intervistato nella ricerca ammette infatti di accorgersi dei cosiddetti “fake” o delle semplici “limature” di immagini, tweet o post. C’è da segnalare anche un altro fenomeno: quando si esagera, gli altri sono infastiditi, tanto da invocare una “etichetta” per il comportamento sul web. Più della metà degli italiani non sopporta generalmente gli utenti che condividono ogni singolo dettaglio delle proprie giornate, compresi gli aspetti più intimi. Non piacciono allo stesso modo con percentuali di poco inferiori anche le foto troppo esplicite o le volgarità, così come, un po’ a sorpresa, gli utenti che si lamentano sempre di tutto o che fanno troppi errori di ortografia. Ben l’80% degli intervistati invoca l’introduzione di una “net” o di una “mobile” etiquette, per una convivenza più civile e rispettosa della privacy e degli individui anche online. Secondo la ricerca, il tentativo di accreditarsi più belli in rete porta a cercare di essere migliori anche nella vita in carne e ossa. O comunque a cambiare comportamento, se è vero che il 33% degli intervistati dichiara di scattare più foto di sé e della propria famiglia e il 31% degli italiani confessa di essere più curioso e di leggere di più, in cerca di spunti da condividere e commentare in Rete, quest’ultima è comunque una percentuale più bassa che nel resto d’Europa, dove il valore si assesta al 42%, e di molto inferiore a quella dei paesi del Medio Oriente, Egitto in testa (71%). Il 27% degli italiani dichiara di fare maggior esercizio fisico e, nel 15% dei casi, di curare di più anche l’abbigliamento, non solo: si guarda anche più televisione, per avere spunti di chiacchiera online. La cura del corpo virtuale richiede tempo e attenzione, in assenza di connessione ci si sente persi, la metà del campione intervistato afferma di sentirsi scollegato dal mondo e in qualche modo perso se non ha la possibilità di collegarsi e di condividere o raccogliere informazioni online. |
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