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Post n°1211 pubblicato il 11 Giugno 2023 da acer.250
Il nostro orologio interno funziona diversamente da quello che abbiamo al polso. Per questo a volte le ore volano e a volte non passano proprio mai Ormai è sicuro: in testa non abbiamo niente che assomigli a un orologio. Il senso del tempo, invece, lo abbiamo eccome. Ma nasce in vari punti del cervello, ed è anche influenzato dalle emozioni, dalla memoria e dalle esperienze già fatte. Ecco perché le ore sembrano a volte volare, tipo quando giochi, e altre volte diventano interminabili. Non è ancora chiaro come funzioni questo senso del tempo, ma i primi indizi sono arrivati qualche anno fa da due curiosi esperimenti. Alcuni volontari, per esempio, sono stati buttati giù (di spalle!) da un traliccio alto una cinquantina di metri. Ovviamente erano legati, ma la caduta era comunque spaventosa. In mano avevano un cronometro con numeri che scorrevano velocissimi: se il loro tempo interiore fosse rallentato, allora sarebbero riusciti a leggere i numeri. Nessuno però ce l’ha fatta. Conclusione: quando ci si trova in pericolo il cervello non lavora più in fretta e il tempo non rallenta affatto. Succede però un’altra cosa: il tempo si allunga nel nostro ricordo. La caduta, cioè, è sembrata a tutti più lunga di quanto è stata in realtà Altro test: una psicologa di San Diego (Usa) ha messo tante persone in una stanza, chiedendo a ognuno di sceglierne alcune con cui svolgere un lavoro di gruppo. Finito l’incontro, ha chiamato i volontari uno per uno e ha detto a metà di loro che non erano stati scelti da nessuno, all’altra metà che erano stati scelti quasi da tutti. Dopodiché ha fatto compilare un questionario, e in ne ha chiesto ai volontari di dire, secondo loro, quanto tempo avevano impiegato per riempire il questionario. Conclusione: i “simpatici” hanno creduto di impiegare per la compilazione molto meno tempo degli “antipatici”. Quindi è vero: il tempo scorre più in fretta per chi è felice! |
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