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un graditissimo regalo di Martina

-by

 

Premio 10 e lode

ringrazio con tanto affetto per il premio

con la seguente motivazione assegnatomi da

 donne e.... 

Al blog "TANTO PER ESSERCI"  di una persona speciale.

http://blog.libero.it/ashla/

 

PREMIO Award Brillante

donatomi dalla cara amica Silvana

del blog : SGATTAIOLANDO

 
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I veri amici vedono i tuoi errori e ti avvertono. I falsi amici invece  pur vedendo allo stesso modo i tuoi errori...  ti lusingheranno sempre

 
 

 

Adrenocromo, la leggendaria droga dei poteri forti

Post n°1249 pubblicato il 18 Novembre 2023 da acer.250
 

Adrenocromo

L'adrenocromo è una droga di cui abbiamo abbondantemente sentito parlare, perlomeno attraverso vari media. Ma cosa sappiamo realmente dell'adrenocromo? Ora che perfino i cospirazionisti ne stanno parlando, l'adrenocromo ha raggiunto un livello di distinzione all'interno della cultura delle droghe che potrebbe risultare ingiustificato.

Essendo menzionato in film come Paura e Delirio a Las Vegas o Arancia Meccanica, sareste giustificati se pensaste che si tratta di un qualche allucinogeno di fantasia, uno che verrebbe usato per amplificare la narrazione, già di per sé distorta, di questi film. Eppure, l'adrenocromo esiste veramente!

Viene spesso citato come una droga inesistente, dovuto in gran parte alle sue radici letterarie e cinematografiche, e questo ha alimentato molta disinformazione riguardo a questo presunto allucinogeno.

In sostanza, l'adrenocromo è un composto risultante dall'ossidazione dell'adrenalina. Viene spesso impiegato in ambito medico come farmaco d'emergenza, per potenziare la coagulazione e ridurre la perdita di sangue dalle ferite.

Come altre droghe usate in medicina, l'adrenocromo è stato fatto oggetto di una certa sperimentazione ricreativa. Nonostante i suoi effetti siano privi di fondamento e scarsamente studiati, questo non ha fatto altro che alimentare la sua popolarità, come anche molte dicerie, teorie cospirazioniste e disinformazione.

Ai tempi del COVID-19, certi teorici della cospirazione credono che il virus abbia avuto origine dall'adrenocromo. Si spingono addirittura tanto lontano da affermare che la droga venga estratta dalle ghiandole surrenali dei bambini e poi venduta alle celebrità. Ci sono in giro delle teorie veramente assurde.

Alcuni studi di minore portata ed esperimenti clinici condotti negli anni ’50 e ’60 arrivarono alla conclusione che l'adrenocromo innescava in alcuni dei soggetti sottoposti ai test effetti come disturbi del pensiero e derealizzazione. Perfino lo scrittore Aldous Huxley osservò nel suo libro Le Porte della Percezione che gli effetti dell'adrenocromo erano simili a quelli della mescalina. Venne però fuori che l'adrenocromo non l'aveva mai provato e così alimentò ancor più la disinformazione.

Tutto inizia nel 1954 col saggio “Le porte della percezione” di Aldous Huxley: lo scrittore e filosofo inglese descrive l’adrenocromo come uno stupefacente prodotto dal nostro organismo e legato all’adrenalina. Una sostanza simile si legge anche nel romanzo “Arancia meccanica”, a cui si ispira l’omonimo capolavoro di Stanley Kubrick. E se ne parla anche nel libro di Hunter S. Thompson “Paura e delirio a Las Vegas” dal quale poi tratto il film del 1998 con Johnny Depp. Secondo QAnon, l’establishment progressista americano è implicato in un racket globale: i bambini misteriosamente scomparsi sarebbero in realtà vittime di un sistema di pedofili “protetto” dai potenti della Terra e avvezzo al Satanismo; fra i riti celebrati in nome del “signore del male” uno prevedrebbe lo spaventare i bimbi con l’obiettivo di accelerare la loro produzione di adrenocromo, per poi ucciderli al fine di prelevare il potente elisir. La frangia complottista sostiene che la droga naturale è in uso soprattutto nelle élite di successo, in particolar modo ad Hollywood.

collegamento a Wikipedia

 

 

 
 
 

Attenti alla truffa del QR Code… ora anche sui volantini

Post n°1248 pubblicato il 05 Novembre 2023 da acer.250
 

qr code

 

Rieccomi a parlare, ed è ormai una triste consuetudine, di truffe sempre più sofisticate, anzi cybertruffe, e tutte dai risvolti esiziali, potenzialmente in grado di svuotare il conto corrente. Il nuovo allarme viene dai Qr Code, che da alcuni anni sono diventati uno strumento efficace e versatile per una infinità di funzioni e di finalità, ma che come  vedrete possono trasformarsi in una trappola. Si moltiplicano gli attacchi di quello che con una crasi è definito “QRishing”, perché lo schema è quello classico del cosiddetto Phishing, ma ne rappresenta una pericolosa evoluzione. La nuova frontiera è, dunque, il QR Code, in quanto può essere utilizzato per effettuare pagamenti tramite le applicazioni, precisamente ciò che li ha resi interessanti anche per i cyber-criminali. “Scansiona il Qr code per accedere allo sconto”. È la frase-esca che potrebbe portare a un furto di dati o, peggio ancora, di denaro ai danni della vittima che abbocca.

L’esempio tipico è quello di una banca (presunta) che ci avvisa di un fantomatico addebito, da bloccare subito, oppure di uno sconto sensazionale da sfruttare entro poche ore. Occorre la massima attenzione, giacché la vittima viene portata in un sito, spesso identico a quello della società di cui il truffatore sta sfruttando l’immagine. L’allarme, apprendiamo da InvestireOggi, è stato già lanciato da Confconsumatori, che ha posto l’attenzione sul fenomeno, che sta mietendo molte vittime. Anche il Banco Bpm ha pubblicato una pagina per mettere in guardia i propri clienti. Un pericolo ulteriore è dato dal fatto che la truffa può partire anche offline, ovunque ci sia un volantino o un adesivo con stampato il Qr code-esca. Tre i principali metodi adoperati per il raggiro: il primo è quello di posizionare un Qr code falso accanto al logo di un manifesto precedentemente affisso. L’oggetto del camuffamento avviene ad arte, facendo sembrare il Qr code un semplice metodo alternativo per raggiungere informazioni aggiuntive rispetto all’annuncio. Il secondo metodo non riguarda più i manifesti, bensì i buoni sconto già stampati. Con questo metodo, sui buoni sconto ufficiali verrà inserito anche un Qr code falso, e l’aggiunta diventerà quasi impercettibile. Col terzo metodo, infine, si ritorna all’aggiunta sul manifesto ufficiale. In quest’ultimo caso, su un Qr code preesistente, si apporrà un Qr code modificato, che indirizzerà chiunque lo scansioni verso un sito farlocco.

Se si utilizza un browser mobile, attraverso cui non è possibile fare un controllo, è meglio evitare di aprirla. Infine, alcune applicazioni di sicurezza come gli antivirus, potrebbero aiutarci ad attivare i giusti controlli, sicché il consiglio degli esperti è di installare applicazioni di sicurezza anche sui telefoni, perché, a differenza dei browser desktop che chiedono all’utente se vuole entrare in siti non sicuri, i browser mobili di solito non lo verificano.

buona giornata a tutti  ehh attenzione alle truffe

 

 

 
 
 

L’Ora del Diavolo

Post n°1247 pubblicato il 04 Novembre 2023 da acer.250
 

orologio da taschino indicante le ore tre di notte

A tutti sarà capitato almeno una volta nella vita di svegliarsi nel cuore della notte. Più precisamente alle 3. Si tratta di un evento che si verifica in modo così ricorrente da aver incuriosito e intrigato molte persone nel corso dei secoli. Diversi approcci, da quelli scientifici a quelli spirituali, hanno cercato di dare una spiegazione a questo fenomeno, che prende il nome di “Ora del Diavolo”.

In diverse culture, le 3 di notte sono spesso associate a eventi sovrannaturali. Alcuni sostengono che questo sia il momento in cui il velo tra il mondo materiale e quello spirituale si assottiglia. Nella tradizione cristiana occidentale questa era considerata l’ora del Diavolo: una inversione beffarda del momento in cui si suppone sia morto Cristo, ovvero le 15.

Questi risvegli sono stati recentemente spiegati in modo più scientifico. Innanzitutto, è importante ricordare che i risvegli notturni sono una parte comune del sonno umano. Esso è suddiviso in cicli di circa 90 minuti, durante i quali si passa attraverso diverse fasi, comprese la REM (movimento rapido degli occhi, quella in cui si sogna). Ogni ciclo termina con una breve fase di veglia, di cui però non abbiamo quasi mai memoria. Altre volte, invece, si finisce per aprire gli occhi e restare così per ore e ore.

Uno dei motivi più comuni di questo tipo di risveglio è uno sconvolgimento del ciclo circadiano. Il nostro corpo segue un ritmo naturale di sonno-veglia che è influenzato dalla luce solare e da altri fattori ambientali. Quando questo ritmo viene disturbato, ad esempio a causa di cene troppo abbondanti o di situazioni stressanti, potremmo svegliarci a orari insoliti, come le 3 di notte.

Un altro motivo che rende il momento tra le 3 e le 4 di notte la perfetta Ora del Diavolo è che quel momento si trova proprio nel mezzo della notte. Siamo quindi già un po’ riposati e il nostro corpo inizia a invertire rotta, preparandoci al momento del risveglio. La produzione di melatonina, che ci ha fatto addormentare, inizia a diminuire, e inizia ad aumentare quella di altri ormoni.

Uno degli ormoni responsabili del ciclo sonno veglia è il cortisolo. Chiamato anche “ormone dello stress” è quello che risponde agli stimoli esterni e alle situazioni di pericolo mettendo in azione il nostro corpo. La sua secrezione ha un picco minimo nelle prime ore di riposo notturno (tra le 22 e le 24) e uno massimo (acrofase) che si registra intorno appunto tra le 3 e 4 di notte.

Chiunque abbia mai vissuto un risveglio in piena notte, specialmente intorno alle 3 del mattino, sa quanto possa essere un’esperienza strana e sconcertante. Per questo motivo la Società di medicina del sonno suggerisce alcune strategie per affrontarli:

Gestisci lo stress: pratiche di rilassamento come la meditazione o la respirazione profonda possono aiutare a ridurre l’ansia e a migliorare il sonno.

Mantieni una routine del sonno: cerca di andare a letto e svegliarti alla stessa ora ogni giorno, anche nei fine settimana, per stabilizzare il tuo ritmo circadiano.

Evita cibi difficile da digerire a cena: limita il consumo di cibi piccanti, grassi e di bevande caffeinate o alcoliche nelle ore precedenti il sonno.

Crea un ambiente di sonno confortevole: assicurati che la tua camera da letto sia buia, silenziosa e a una temperatura fresca (tra i 17-19 gradi).

Rivolgiti a un professionista: se i risvegli notturni persistono e influenzano la tua vita quotidiana, potresti dover consultare un centro di medicina del sonno per escludere cause sottostanti o ricevere un trattamento specifico.

buon sabato a tutti 

 
 
 

WhatsApp ora supporta Passkey

Post n°1246 pubblicato il 21 Ottobre 2023 da acer.250

 

Il metodo di verifica tramite SMS è destinato all'oblio, Anche se probabilmente le password non scompariranno da un giorno all'altro, questa volta la soluzione proposta per eliminarle sembra iniziare davvero a prendere piede.

Sostenuta da Google, Apple e Microsoft, Passkey ha guadagnato nel tempo non soltanto lo scontato supporto da parte dei software di queste tre aziende, ma sta conquistando anche gli altri giganti della tecnologia; tra questi, l'ultimo è WhatsApp (che è parte di Meta), nella versione per Android.

Dal 17 ottobre - ma la novità impiegherà del tempo prima di raggiungere tutti gli utenti - WhatsApp supporta l'identificazione tramite Passkey, come WhatsApp stessa ha annunciato su X.

Al momento, per verificare l'identità di un utente che attivi l'app su un nuovo dispositivo, WhatsApp invia un SMS che contiene un codice in chiaro.

Con Passkey, l'utente si può invece far identificare tramite il riconoscimento facciale, l'impronta digitale, o l'utilizzo di un PIN; nessuna di queste informazioni viene trasmessa a WhatsApp, ma esse vengono adoperate per generare alla prima impostazione di Passkey una coppia di chiavi uniche, pubblica e privata, adoperate secondo il ben noto processo di crittografia asimmetrica.

La chiave pubblica viene condivisa con il servizio a cui si intende accedere (WhatsApp, in questo caso), mentre quella privata resta sul dispositivo e non lo lascia mai

Come spiega 1Password, «quando si effettua il login, il sito o l'app genera una "sfida" dietro le quinte. L'utente effettua l'autenticazione biometrica o tramite il PIN sul suo dispositivo, e ciò sblocca la chiave privata. Il dispositivo adopera quindi la chiave privata per "firmare" la sfida, e invia la firma completa al sito o all'app. L'ultimo passo è la verifica. Il sito o l'app usa la chiave pubblica, che conserva sui propri server, per controllare che la firma sia corretta e autentica».

Il tutto accade in maniera trasparente per l'utente, il quale deve per l'appunto solo farsi identificare tramite i dati biometrici o, se questi non sono disponibili, tramite il PIN.

A me personalmente rimangono un po' di perplessità sul fatto che si debba far riconoscere un impronta sul cellulare e poi su un server, preferisco la vecchia pass e sms, ma io sono tradizionalista come ben sapete 

 

 

 
 
 

Titolare Effettivo: obbligo di comunicazione entro l'11 dicembre

Post n°1245 pubblicato il 21 Ottobre 2023 da acer.250

antiriciclaggio

Da tre giorni è ufficialmente aperta la piattaforma di raccolta delle informative imposta dal decreto del Ministero dell’Economia e delle Finanze n.55 dell’11 marzo 2022, con cui si dispone la necessità di comunicare gli estremi relativi alla titolarità effettiva “di imprese dotate di personalità giuridica, di persone giuridiche private, di trust produttivi di effetti giuridici rilevanti ai fini fiscali e di istituti giuridici affini al trust“. Quella voluta dal ministero è una manovra antiriciclaggio pensata per far sì che ogni titolare d’impresa debba affermare la propria posizione rispetto ai propri interessi, tenendo un registro apposito che certifichi in modo inoppugnabile questo tipo di informazioni.

Di fatto quello che si va a presentare al Registro delle Imprese è un’autocertificazione che dona maggior trasparenza all’insieme delle effettive titolarità, coadiuvando gli sforzi del fisco nella lotta alle azioni di occultamento di redditi e capitali.

C’è un aspetto da tenere particolarmente in considerazione in questa novità: la normativa prevede il termine perentorio dell’11 dicembre come data ultima utile per poter presentare la comunicazione certificante il Titolare Effettivo. Oltre questa data si sarà soggetti a possibile segnalazione da parte del Registro delle Imprese, passaggio che apre a possibili sanzioni fino a 1032 Euro. Per evitare ogni problema occorre pertanto mettersi in regola entro le tempistiche indicate, procedendo tramite la semplice procedura online disponibile su piattaforma DIRE o sue omologhe.

Titolare Effettivo: come si individua?

Individuare il Titolare Effettivo e le entità obbligate alla comunicazione è il primo passaggio da effettuarsi, così da perimetrare i termini dell’obbligo e capire se si sia soggetti a questo tipo di prescrizione. A tal fine occorre partire dalle definizioni di Titolare Effettivo secondo le casistiche previste dal testo del decreto interministeriale.

 
 
 
 
 

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