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un graditissimo regalo di Martina

-by

 

Premio 10 e lode

ringrazio con tanto affetto per il premio

con la seguente motivazione assegnatomi da

 donne e.... 

Al blog "TANTO PER ESSERCI"  di una persona speciale.

http://blog.libero.it/ashla/

 

PREMIO Award Brillante

donatomi dalla cara amica Silvana

del blog : SGATTAIOLANDO

 
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I veri amici vedono i tuoi errori e ti avvertono. I falsi amici invece  pur vedendo allo stesso modo i tuoi errori...  ti lusingheranno sempre

 
 

Messaggi di Agosto 2020

Ecco cosa significa venire intubati

Post n°1177 pubblicato il 14 Agosto 2020 da acer.250
 

Il virus? Non esiste? I 35mila morti? Persone anziane con molte patologie pregresse. In Italia cresce il partito dei negazionisti, un movimento trasversale che abbraccia tanto chi propaganda teorie complottiste, tanto chi all’esistenza del SARS-COV-2 ci crede anche, ma ne minimizza pericolosamente i rischi. Proprio per ricordare agli italiani cos’è e cosa può provocare il coronavirus, i volontari della Protezione Civile dell’E.R.A. di Taranto hanno postato qualche tempo fa un messaggio che è un po’ un pugno nello stomaco per chi mette la testa sotto la sabbia per non vedere.

Un post dedicato alla “ventilazione artificale”, un’espressione neutra che anche sui giornali abbiamo letto più volte. “Da buoni ‘seminatori di panico e allarmisti’ come spesso veniamo etichettati” i volontari della protezione civile spiegano cosa significa dover ricorrere alla ventilazione perché, si legge nel post, “un sacco di gente che non ha idea di cosa si tratti”.“Non è una maschera di ossigeno messa in bocca mentre stai sdraiato a pensare alla tua vita”.

“La ventilazione invasiva per il COVID-19 – si legge -, è un'intubazione fatta sotto anestesia generale e consiste nel rimanere 2 settimane senza muoversi, spesso a testa in giù (decubitus ventrale) con un tubo sepolto in bocca fino alla trachea che ti permette di respirare al ritmo della macchina a cui è collegato.Non puoi parlare, mangiare o fare niente in modo naturale”.

E poi, proseguono i volontari, “il fastidio e il dolore che provoca hanno bisogno della somministrazione di sedativi e antidolorifici per garantire la tolleranza al tubo per tutto il tempo in cui il paziente ha bisogno del macchinario, tutto questo durante un coma artificiale”.

Un trattamento invasivo e doloroso che può lasciare dei segni anche nei pazienti più giovani. “In 20 giorni di questo ‘trattamento morbido’ in un giovane paziente la perdita di massa muscolare è del 40 % e la riabilitazione sarà da 4/6 mesi, associato a trauma della bocca o anche delle corde vocali”.

“Questo – si legge ancora - se il tempo di ricovero non è troppo lungo e il tubo deve essere tolto per fare una tracheotomia.Ecco perché le persone anziane o già fragili non ce la fanno”. Il post, pubblicato a fine luglio ma rimasto a lungo virale su facebook, ha ricevuto centinaia di condivisioni. Scorrendo i commenti purtroppo ci si rende conto che il messaggio non è arrivato sempre a destinazione. Proprio per questo post di questo tenore sono oggi più necessari che mai.  “Continueremo ad ‘allarmarvi’ – spiegano dalla Protezione Civile - fino a quando la gente si renderà conto che questa ‘sceneggiata’ ci è costata finora 35.000 morti e che il virus è ancora in mezzo a noi”.

 
 
 

LO STATUS SYMBOL DEI SENZA MASCHERINA

Post n°1176 pubblicato il 08 Agosto 2020 da acer.250
 

O ci sono cose che io non so, oppure in giro c’è tanta gente irresponsabile. Delle due l’una. Che il Covid-19 sia ancora in giro intorno a noi e un po’ ci ‘derida’ è un sicuro dato di fatto: i numeri lo confermano. I nuovi contagi in Italia oscillano quotidianamente tra e tendono a salire numeri , che rimangono tali finchè li leggiamo sui giornali o ci vengono raccontati nei notiziari ma che diventano, anzi sono, persone in carne e ossa che soffrono e si sentono attanagliate da un nemico subdolo ed invisibile che ogni giorno porta qualche nostro concittadino alla morte. E stiamo parlando del nostro Paese. Perchè se poi usciamo dai confini nazionali le persone che si ammalano sono ogni giorno migliaia; così come i decessi. In alcuni Stati abbiamo assistito a indicazioni sconsiderate da parte dei governanti con risultati, purtroppo, sotto gli occhi di tutti. E con l’avvicinarsi dell’autunno come sarà? I tecnici e gli specialisti ci ammoniscono preparandoci ad un possibile, quanto non auspicabile, ritorno di una nuova fase di virulenza. Oggi le terapie intensive  non sono sgombre da Covid-19, e domani come sarà? Decessi, come anticipato, ne avvengono ancora; in alcuni stati confinanti stanno ritornando norme stringenti per evitare la diffusione; anche qui in Italia si dà corso a controlli serrati per chi arriva da nazioni tuttora fortemente sotto assedio da parte del coronovirus. Del vaccino si sente parlare di tanto in tanto ma i tempi si allungano; o meglio, sono nella norma per la sua produzione ed i test ai quali deve essere necessariamente sottoposto prima di venire inoculato nelle persone. Un quadro realistico, per nulla drammatico ma da tenere sotto controllo. Abbiamo superati i mesi del cosiddetto lockdown, sofferti da tutti, giovani e meno giovani, dal punto di vista della ‘reclusione casalinga’, dei decessi di parenti o amici, dell’economia piegata fortemente con la messa in crisi di molte famiglie; con l’abnegazione con cui intere categorie di lavoratori dalla sanità a quanti ci hanno consentito comunque di poter trascorrere le nostre giornate: tutto vissuto con grande rispetto delle norme (salvo le ‘bravate’ dei soliti che si ritengono evidentemente superiori o immuni). Poi è arrivato il momento dei passaggi alle Fasi successiva alla 1, quella dei medici da 20 ore di lavoro al giorno e dei camion militari che trasportavano le bare dei deceduti, e lentamente si è cercato il ritorno ad una ‘normalità’. Una ‘normalità’ subito infranta negli aperitivi, negli incontri (anche politici), negli assembramenti vissuti senza il rispetto di indicazioni elementari quali il ‘distanziamento fisico’ (distanziamento sociale non mi piace per nulla!) e l’utilizzo di dispositivi di protezione, mascherine in primis: per sé e, soprattutto, per gli altri. La mascherina, tutti ce ne serviamo, è senza ombra di dubbio un fastidio, specialmente con il caldo di questi giorni, ma, per quanto universalmente dettoci, il suo utilizzo è la sola modalità per non aumentare i contagi o quantomeno per contenerli. Ciò che le tv al contrario ci rimandano, ciò che tutti noi possiamo verificare tranquillamente camminando per strade affollate, soprattutto frequentando luoghi chiusi, è che ormai la mascherina è diventata lo ‘status symbol’ per chi non la utilizza là dove, al contrario, lo dovrebbe fare. Lo status symbol di oggi è la mascherina sotto il mento oppure a proteggere il gomito, luogo notoriamente molto lontano dai polmoni attaccabili dal Covid! La mascherina sotto il mento o attaccata al gomito è sinonimo di ‘donne e uomini senza paura’!, nuovi eroi sprezzanti del pericolo che si muovono in gruppo, vicinissimi lasciando ad altri il timore di ammalarsi. Avendo peraltro anche esempi eccellenti. Il tema vero da considerare è la mancanza di RI.SPET.TO, sì proprio mancanza di rispetto. E’ come viaggiare in macchina a 200 chilometri orari: ciò che si mette maggiormente in pericolo è la vita altrui. O ci sono cose che io non conosco, oppure in giro c’è tanta gente irresponsabile.

 
 
 
 
 

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