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un graditissimo regalo di Martina

-by

 

Premio 10 e lode

ringrazio con tanto affetto per il premio

con la seguente motivazione assegnatomi da

 donne e.... 

Al blog "TANTO PER ESSERCI"  di una persona speciale.

http://blog.libero.it/ashla/

 

PREMIO Award Brillante

donatomi dalla cara amica Silvana

del blog : SGATTAIOLANDO

 
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I veri amici vedono i tuoi errori e ti avvertono. I falsi amici invece  pur vedendo allo stesso modo i tuoi errori...  ti lusingheranno sempre

 
 

Messaggi di Maggio 2023

Il Green pass dei documenti … rivoluzione Green ?

Post n°1209 pubblicato il 30 Maggio 2023 da acer.250
 

applicazione io

Si tratta di un portafoglio  digitale europeo che sarà necessario per avere accesso a una lunga serie di servizi, anche tra i più utili e di uso quotidiano, disponibile attraverso l’utilizzo di una app per smartphone nel pieno controllo del singolo utente”.

Servirà per  servizi come la richiesta e l’acquisto di una carta sim per il proprio telefonino o la gestione virtuale del proprio conto corrente . Sfruttando l’app IO, il portafoglio digitale europeo permetterà di usufruire dei servizi delle pubbliche amministrazioni, di richiedere la patente di guida o le ricette mediche. Tutto però con la possibilità che una volta che lo strumento sia reso obbligatorio i cittadini siano costretti di fatto, a piegare il capo e obbedire

Molti analisti in questi giorni hanno paventato il rischio che,  pian piano lo strumento possa diventare sempre più vincolante. Soprattutto sulla base dei “crediti carbonio” (carbon footprint), strumento che l’Ue vuole mettere in campo per spingere i cittadini verso la tanto decantata “rivoluzione Green“. Ogni famiglia dovrà orientare i propri consumi, l’inquinamento e l’alimentazione alle indicazioni dell’Unione. Da qui l’inquietante dubbio, che  in caso di disobbedienza ai parametri europei, la minaccia possa essere quella di bloccare (o limitare) l’uso del portafoglio digitale Uno scenario che può sembrare assurdo in un primo momento, ma che guardando bene dalle parti di Bruxelles non appare nemmeno, purtroppo, così inverosimile.

 

 
 
 

Arriva l’algoritmo che riconosce il raffreddore

Post n°1208 pubblicato il 16 Maggio 2023 da acer.250
 

donna con raffredore

(Adnkronos) - Niente visita medica: per la diagnosi del raffreddore basta parlare a un computer. È la scoperta di un team di ricerca del Sardar Vallabhbhai National Institute of Technology (SVNIT), in India, che ha messo a punto un algoritmo in grado di distinguere la voce di un paziente sano da quella di uno raffreddato. Il dispositivo, che per la diagnosi ha bisogno di una o due parole, non è solo rapido, ma anche piuttosto accurato, con risultati che sfiorano il 70% di precisione. La ricerca è stata pubblicata sulla rivista di settore “Biomedical Signal Processing and Control”.

 
 
 

Dopo un periodo di stress che invecchia si può ringiovanire

Post n°1207 pubblicato il 16 Maggio 2023 da acer.250
 

stress

Che lo stress accelerasse l'invecchiamento era risaputo, ora si è scoperto che è vero anche il contrario: terminato l'affaticamento, l'orologio del nostro corpo torna a rallentare e riporta l'organismo alla giusta età. Secondo i ricercatori di Harvard e della Duke University il meccanismo ha una base biologica sofisticata. Nel loro studio usano topi di laboratorio e individui sottoposti a interventi chirurgici o con malattie come il Covid grave, oltre a donne in gravidanza. "La nostra scoperta è che l'età è fluida e fluttuante, e contrasta con la convinzione che l'età biologica possa procedere in un'unica direzione", scrivono i ricercatori.

 
 
 

Zelensky e l'invenzione della grande offensiva che mai ci sarà

Post n°1206 pubblicato il 13 Maggio 2023 da acer.250
 

giornali

 

Sono mesi oramai che si parla, nella stampa mainstream, della offensiva che le forze armate ucraine dovrebbero condurre contro l'esercito russo. Sgombriamo il campo da fraintendimenti: allo stato attuale delle cose non ci sarà nessuna  grande offensiva ucraina.

Nella storia militare di solito azioni di questo tipo si studiano e si cerca di attuarle nel più totale segreto, per prendere il nemico alla sprovvista. In questo caso siamo di fronte all'azione militare più propagandata della storia e lo è proprio perché si tratta di una fantasia, di una cosa che non avverrà mai, allo stato attuale delle cose.

La funzione di questa tanto sbandierata grande offensiva sta nel fatto che continua a tenere alta l'attenzione degli occidentali, in modo da rimanere fermi nella loro fallimentare politica di appoggio all'Ucraina in una guerra che è destinata a perdere, con conseguenze drammatiche per la popolazione locale.

Negli ultimi 15 mesi la stampa occidentale, come d'abitudine, ha dipinto una situazione del conflitto ucraino del tutto distaccata dalla realtà. Il canovaccio è sostanzialmente il seguente: i russi cattivi e criminali, del tutto disorganizzati e incapaci, stanno subendo inenarrabili perdite da parte degli ucraini che, armati dall'occidente e disponendo della superiorità dei nostri armamenti, stanno resistendo ai russi e appena la situazione del clima migliorerà libereranno il territorio ucraino (Crimea inclusa) dall'invasore.

Nei fatti le cose sono del tutto differenti. Che il tifo sfegatato offuschi la capacità di analisi si sa, ma qua siamo di fronte ad una manifestazione di follia collettiva, peggio del battage pubblicitario della guerra in Iraq.

Essenzialmente i russi avevano concepito l'operazione militare speciale per costringere gli ucraini alle trattative. Chi crede che l'uso della terminologia "operazione militare speciale" sia sintomo di pronezza ai voleri russi è il solito semplicista destinato a capire niente. I russi se avessero iniziato una guerra (com'è quasi ora) avrebbero bombardato parlamento, sede del governo ucraino e sedi dei ministeri per decapitare il paese: non era questa la loro intenzione. Nella prima fase della operazione i russi hanno solo mostrato i muscoli: sfondando ovunque e spingendo gli ucraini a trattare seriamente dopo essere stati presi in giro da tutti per 8 anni con i trattati di Minsk. Calcolo riuscito alla grande infatti dopo 5 settimane dall'inizio dell'operazione militare speciale gli ucraini erano pronti a firmare la pace coi russi in Turchia.

Ma intervennero gli USA e Boris Johnson che in quei giorni volò a Kyev, ed il messaggio fu  chiaro: voi ucraini non dovetre fare la pace con nessuno vi dovete immolare perché il nostro obbiettivo è la disgregazione della Russia o almeno il cambio di regime con un auspicata rimozione di Putin. Gli ucraini forti degli aiuti occidentali presero alla sprovvista i russi che erano oramai convinti di aver raggiunto un accordo. Così si spiega la confusione russa in quei primi due mesi di intervento.

La tattica usata dei russi da allora in poi è stata quella di accontentarsi di rimanere a Bakhmut, snodo stradale e ferroviario fondamentale ma soprattutto città superfortificata. L'esercito russo ha trasformato Bakhmut in un tritacarne senza avanzare di un millimetro per mesi: si prendeva una posizione e poi si consentiva agli ucraini di riprenderla facendogliela pagare carissima. Quindi cosa hanno fatto i russi? Hanno cambiato la tattica militare ed invece di  cercare di avanzare (con costi in termini di vite esorbitanti) hanno iniziato una guerra di logoramento. La cosa sembra sfuggita ai commentatori d'accatto che sul presupposto, oramai eminentemente teorico, che la Russia cercasse di avanzare hanno del tutto sovrastimato le perdite russe e sottostimato quelle ucraine.

I russi dispongono di un sistema di riconoscimento satellitare (con l'aiuto anche dei droni), che riesce a comunicare con l'artiglieria in tempi rapidissimi: in meno di un minuto si passa dall'avvistare il nemico che avanza e bombardarlo con sistemi d'arma avanzatissimi e che in parte erano stati provati anche in Siria, dove i russi hanno ottenuto in pochi giorni risultati che altri paesi sembravano non riuscire ad ottenere in mesi se non anni.

Cosa abbiamo visto a Bakhmut? Interi battaglioni disintegrati in pochi istanti. Si calcola che il rapporto tra morti ucraini e quelli russi vada da 8:1 a 16:1. Questo è quanto. Per far capire cosa sia successo (nel silenzio generale) in Ucraina negli ultimi 12 mesi è sufficiente quanto detto pubblicamente da Christopher Cavoli, comandante delle forze armate USA in Europa secondo il quale la violenza dei combattimenti in Ucraina è di una scala inaspettata. Afferma inoltre che, come NATO, non abbiamo gli uomini, i mezzi, e nemmeno la capacità industriale per poter entrare in un simile conflitto. Fa quasi tenerezza un Mirko Campochiari, "analista militare" (fa ridere già così) per Limes, che solo pochi giorni fa ha affermato che per mettere fine al conflitto ucraino non era necessario l'intervento della NATO ma sarebbe bastato l'esercito polacco.

Di nuovo riemerge il razzismo che caratterizza ancora oggi la narrazione della Seconda guerra mondiale: tedeschi superiori tecnologicamente e i russi che resistono solo in forza della loro vocazione al martirio. O la favoletta del "generale inverno", narrazione sempre più ridicola.

Come durante la Seconda guerra mondiale i russi, che al contrario dei nostri giornalai sono 10 anni che assistono all'umiliazione del diritto internazionale ed hanno visto i propri fratelli ucraini diventare ostaggio di un governo eterodiretto da Washington, si sono preparati. Noi no: siamo rimasti a fare delle chiacchiere, vittima di una classe dirigente quasi comica ma che ci metterà in guai drammatici.

Quindi i dati sono questi: gli ucraini stanno finendo i proiettili della dfifesa antiaerea, mentre i russi hanno il 97% degli aerei che avevano prima della guerra. Il che vuol dire che gli ucraini si ritroveranno nella situazione in cui si trovò l'Iraq nel 2003. Inoltre, sono a corto di munizioni di artiglieria il tutto in una guerra di posizione e di logoramento; quindi, tra un po' dovranno uscire con le mani in alto armati di bandiera bianca. Va tenuto presente che tutti i paesi NATO hanno dato agli ucraini le proprie riserve di proiettili di artiglieria e solo così si spiega il fatto che non si siano già dovuti arrendere, ma anche questo aiuto volge al termine dato che non abbiamo, ora come ora, le capacità industriali per stare dietro al consumo.

Oltre alla mancanza di munizioni c'è il consumo di uomini. Mentre Fazio Fabio, un propagandista d'eccezione, si scandalizzava perchè la Russia avesse posto in essere una mobilitazione parziale, di certo non si è scandalizzato delle 8, e diconsi 8, mobilitazioni degli ucraini: oramai a combattere ci vanno i vecchi ed i bambini.

Quindi gli ucraini hanno finito i mezzi e gli uomini e in queste condizioni non c'è grande controffensiva che possa tenere. C'è poi l'aspetto ancora più drammatico rappresentato dall'aiuto militare europeo: dei proiettili di artiglieria abbiamo detto, questo aiuto è il più importante che gli ucraini ricevono ma come detto, finiti gli stock di magazzino, anche gli aiuti sono finiti. Parliamo ora dei miracolosi sistemi d'arma che "noi superiori" europei forniamo agli ucraini con i quali certamente spazzeranno vie le truppe russe. Così possiamo entrare nel ridicolo.

Basti pensare all'importanza data ai carri armati Leopard. Sono ottimi, sono veloci, fanno questo, fanno quello... e sono pure del tutto inutili: in una guerra di posizione coi carriarmati ci si fa il brodo, salvo utilizzarli come artiglieria. Per tutta risposta alla comparsa dei Leopard sul fronte i russi li hanno bersagliati con i droni, in modo da spendere qualche decina di migliaia di euro per distruggere carri costosissimi. A questo si aggiunga che ogni paese ha dato agli ucraini ciò che aveva: i paesi dell'ex Patto di Varsavia hanno determinati stcock, i paesi tradizionalmente atlantici ne hanno altri; quindi, le forze armate ucraine hanno decine di sistemi diversi e si deve vedere se riescono ad integrarsi bene in una vera battaglia. A questo va aggiunto che per ogni tipo di sistema d'arma è necessario uno specifico apparato di logistica, in quanto questi mezzi hanno bisogno di continua manutenzione.

Il generale Paolo Capitini ha definito questo come "un incubo logistico". Insomma non ci sarà nessuna  grande controffensiva, e forse tra un anno non esisterà nemmeno più un'Ucraina come l'abbiamo conosciuta fin' ora. Non solo perché perderà la Crimea e tutte le zone russe, tra cui Odessa, ma anche perché oggi ungheresi e polacchi vorrebbero riprendersi rispettivamente la Transcarpazia e la Galizia. Insomma, sono in tanti gli avvoltoi che hanno intenzione di  banchettare sul cadavere di una nazione il cui popolo è vittima di una classe dirigente compiutamente, che ha stabilito di suicidarsi per compiacere il padrone a stelle e strisce.

 

 

 
 
 

La nuova narrativa della guerra infinita

Post n°1205 pubblicato il 09 Maggio 2023 da acer.250
 

fucile

Nulla che non avessimo scritto in altre note, ma è necessario annotare il cambio di registro dei due più autorevoli media americani. Serve a evitare che una vittoria limitata di Kiev – che suonerebbe come una sconfitta – apra prospettive di pace. Serve cioè a far proseguire il conflitto.

Tale prospettiva è peraltro delineata nell’articolo del NYT, che riporta i commenti del ministro della Difesa ucraino Oleksiy Reznikov, secondo il quale “ogni successo in questo conflitto è una nuova tappa, un nuovo passo, sulla via della vittoria”, aggiungendo che la controffensiva sarà “solo una parte della storia” di questa guerra.

Non solo. Ancora il NYT: “La guerra si è già protratta per più di 14 mesi, è ciò rende più probabile che il conflitto si protragga per anni. Quando le guerre durano più di un anno, tendono a durare in media più di un decennio, ha rilevato il Center for Strategic and International Studies in un’analisi sui conflitti dal 1946″. Il Center suddetto è un organismo di tendenza neocon.

Così, dopo un anno nel quale i media hanno propagandato senza posa le falsità neocon che davano la resilienza ucraina sostenuta dalle magiche armi Nato come fattori di vittoria, sicura e prossima, sul degradato esercito russo, si cambia tutto.

E, ovviamente, anche la nuova narrativa è riportata senza porre o porsi domande, anzitutto se vale la pena far morire tanti ucraini e rischiare la terza guerra mondiale per un conflitto che si prospetta inutile ai fini del ritorno dell’Ucraina ai confini del passato, cosa a cui ormai non crede più nessuno.

Kissinger e il negoziato cinese

Se questa è la spinta dei neocon, per fortuna non tutto l’establishment Usa è tanto folle. L’ex segretario di Stato Henry Kissinger, ad esempio, In un’intervista alla CBS, ha affermato: “Ora che la Cina è entrata nel negoziato, penso che si arriverà a un compimento entro la fine dell’anno”. Entro tale scadenza, ha aggiunto, “parleremo di processi negoziali e persino di negoziati reali”.

Non solo Kissinger, tante le voci in controtendenza. A suo modo anche il Capo degli Stati Maggiori congiunti, generale Mark Milley, ha una posizione sfumata rispetto alle pulsioni neocon, come ha dimostrato in una recente intervista a Foreign Affaires nella quale, però, ha evitato accuratamente di ripetere l’implicito appello per l’inizio dei negoziati lanciato lo scorso febbraio, che gli attirò ire funeste.

Forse per questo si sta ventilando l’ipotesi di sostituirlo. Al suo posto dovrebbe arrivare un afroamericano, il generale Charles “CQ” Brown Jr. (Washington Post), la cui nomina sembra dovuta a una conoscenza più specifica del teatro Indo-pacifico, ormai chiave per il conflitto Usa-Cina. Ma il sospetto di cui sopra resta.

In attesa, l’improvvida decisione della presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen di visitare l’Ucraina il 9 maggio, data in cui la Russia celebra la vittoria sul nazismo.

Non sfugge la coincidenza simbolica, che vede un’autorità tedesca portare il supporto del suo Paese – e dell’Europa – alla lotta degli ucraini contro Mosca proprio in quel giorno. Una nefasta sfida simbolica della quale l’Europa avrebbe dovuto fare a meno.

Tratto dall’Antidiplomatico

 
 
 
 
 

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