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acr il milanese

Post n°416 pubblicato il 06 Maggio 2016 da acrilmilanese

Ciao pubblica per piacere questo articolo a pag 7 e 8 de il milanese  e maggio-giugno 2016... c. 14. Grazie a presto e buon lavoro.. papà Ps: le foto le trovi nel sito del Comune di  milano (Carmela Rozza e Stefano Pillitteri con Pisapia, Parisi e Sala. 


In Italia ed in Europa, la democrazia si fonda su un sistema di contrappesi. ..a cura di CRV e ACR

 Il potere politico non può fare il suo comodo, e deve essere sempre sottoposto all'esame di istanze giuridiche che ne impediscano eventuali condotte arbitrariamente studiate da chi vuole comandare. I contrappesi non funzionano mai bene se la bilancia pende troppo da una parte.. capita a volte. Se non si ha il giusto bilanciamento, ma supremazia del giuridico sul politico, la democrazia perde efficacia e credibilità. Se un intero progetto di politica economica di un governo viene smantellato da una sentenza della Corte costituzionale, la sentenza va applicata e non elusa, però il rischio è che l'autonomia dei governi, già fortemente indebolita dal trasferimento di consistenti quote di potere a entità sovranazionali, ne esca fortemente ridotta e compromessa.

Se un' istanza extra politica dovesse avere l'ultima parola sulle sorti di un rappresentante nelle istituzioni eletto democraticamente, l'idea stessa della sovranità popolare ne esce malconcia. La Cassazione può stabilire che sarà il giudice ordinario e non il Tar a decidere se il candidato pinco pallino, in caso di vittoria elettorale, dovrà decadere o no dalla carica di Governatore o Parlamentare  della realtà x REGIONALE o NAZIONALE. Dovendo affrontare le conseguenze della stessa legge, la Severino, tanto Tizio/a (da sindaco di ...) quanto Caio (sindaco di ...) sono stati sottoposti al giudizio del Tar.

La certezza del diritto subisce duri colpi se le decisioni appaiono così casuali, difformi, variegate. E l'attesa di una sentenza diventa quasi un confidare nella vincita al Lotto. Un giorno potrebbe essere il Tar, un altro il tribunale. Quante altre possibilità riserva la sorte?! Il bilanciamento dei poteri è doverosamente sacrosanto. Ma se tutto, come tende ad accadere in Italia, è sottoposto a quella dinamica particolare che viene chiamata con termine complicato "giuridicizzazione della politicizzazione", allora potrebbero nascere alcuni problemi.

La Corte costituzionale ha deciso che non si aprirà un nuovo buco nelle finanze pubbliche sul caso Equitalia. Ma si aspettavano anche le sue decisioni sul blocco degli stipendi del pubblico impiego. La politica economica  ha perso la sua autonomia.

I ricorsi infiniti al Tar bloccano le opere pubbliche, e non c'è quasi mai un momento in cui si possa chiudere definitivamente una controversia. Senza considerare che se si è cittadini di diverse regioni si hanno trattamenti diversi sulle stesse questioni. Le istanze di valutazione si moltiplicano. Ma le leggi stesse vengono smontate pezzo a pezzo da sentenze di singoli giudici che ne danno un'interpretazione così "soggettiva" da svuotare di significato la stessa legge.

Si può pensare tutto il male possibile sulla legge che regolamenta la fecondazione assistita, ma che frammento dopo frammento venga smembrata da una miriade di sentenze che ne cancellano ora un articolo, ora un comma, ora una singola parola infligge un colpo alla sovranità del potere legislativo. Se si vuole cambiare una legge, la si cambi, ma non affidandola alle cure demolitorie dei giudici. Così come sulla legge elettorale.

Prima dell'approvazione dell'Italicum si diceva che il sistema elettorale in vigore dovesse chiamarsi Consultellum, dalla Consulta. È possibile che la Corte costituzionale possa addirittura indicare con quale legge elettorale votare. Non paga di questa "giuridicizzazione" estrema cui viene sottoposta, la politica poi si inventa ulteriori tribunali per incrementare a dismisura polemiche e contenziosi. L'ultima, la commissione Antimafia presieduta da Rosy Bindi che allo scadere della campagna elettorale deve stabilire quali candidati nelle elezioni amministrative siano "presentabili" oppure no.

Ovviamente i presunti "non presentabili" ricorreranno, si opporranno, metteranno in discussione la legittimità di un esito elettorale falsato. Chi deciderà alla fine? E se si decide fuori tempo massimo, come quando una sentenza decise di cancellare il Consiglio regionale piemontese al termine della legislatura, che senso ha una cancellazione così tardiva? Il bilanciamento dei poteri deve saper raggiungere un equilibrio, non introdurre confusione, sovrapposizioni, controversie infinite. La proliferazione del "giudiziario" rende incerto e perennemente revocabile il diritto. Con il rischio che la bilancia possa spezzarsi... sembra una cosa tanto elementare e banale.. ma così non è.. vero caro lettore?

http://www.acraccademia.it/Il%20Sanremese%20pag%203.html

 
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