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Messaggi del 21/03/2014

... pag.4 e 7 del acr torino marzo e aprile 2014

Post n°276 pubblicato il 21 Marzo 2014 da acrilmilanese

 Il Presidente del Consiglio Italiano Matteo Renzi, relaziona  la Camera sull’incontro  che ha avuto con la Merkel e con l’Unione Europea! .. a cura di Crv!

Comunicazioni alla Camera riguardo Consiglio europeo e sullo stato dell'economia, Italiana, Europea e Mondiale. Matteo Renzi  il 19 u.s. ha fatto  la sua relazione-discorso alla Camera dei Deputati riguardo la sua visita alla Cancelliera Angela Merkel, sull'Europa e le riforme per rilanciare l'Italia. Proprio a quest'ultima (l'Europa) ha mostrato il suo Jobs Act, che dovrebbe rilanciare il lavoro in Italia e deve aggiungere i famosi e tanto sbandierati, 80€ in busta paga entro la fine del mese di maggio..  

No deriva populista ad lezioni europee, sì Europa dei popoli.

 Il Presidente del Consiglio Matteo Renzi, ha  incominciato il suo discorso con un'osservazione fatta da Lula, ex Presidente brasiliano, durante il loro
incontro: Lula ha affermato che non ha mai visto l'Europa e gli Stati UE così pessimisti e stanchi. Quindi Renzi crede che si debba partire proprio da queste considerazioni per evitare che alle prossime elezioni ci sia una deriva populista ed euroscettica. Bisogna, però, anche evitare una deriva tecnocratica e favorire un'Europa dei popoli e della solidarietà. Renzi continua sottolineando che un obiettivo importante deve essere competitività industriale e commerciale che, secondo il Premier, è settore in arresto ancor prima della crisi finanziaria. Ripartire dalla sostenibilità anche per l’occupazione: Renzi annuncia che ci sarà un vero e proprio rinascimento industriale che vedrà in prima linea l'energia e le fonti rinnovabili. Quindi una nuova spinta anche in Europa per l'energia pulita e sostenibile e quindi occorre creare nuova occupazione in quel settore. Il Presidente del Consiglio parla anche di Ucraina e afferma che il referendum in Crimea deve essere considerato illegittimo. Si sono avviate e continueranno ad avviarsi delle sanzioni per la Russia, ma sanzioni graduali e reversibili perché è indispensabile tenere aperto un canale di dialogo. Rilevanza strategica del Mediterraneo per creare rapporti tra Stati,  non solo come luogo da pattugliare e sorvegliare, ma luoghi da vedere come amici abbattendo le frontiere, facendo riferimento alla sua visita recente in Tunisia. Renzi, anche condannando le politiche di austerity, conferma il bisogno di cambiamento italiano rispetto all'Europa: cambiare l'Italia per cambiare l'Europa. Continua dicendo: "fondamentale che si esca da una visione che l'Europa ci controlla i conti o ci fa le pulci. L'europa non è qualcos'altro, noi siamo l'Europa, non siamo due controparti, siamo sulla stessa barca" e ancora "non siamo credibili a chiedere un'altra Europa se c'è ancora Bicameralismo, se c'è una legge elettorale come il Porcellum, quando ci sono questi livelli di disoccupazione". Renzi indica la Camera dei Deputati come responsabile per le Riforme Istituzionali, invita i deputati e le deputate a collaborare in tal senso. Termina il suo discorso invitando a non indicare sempre l'Europa come principale fonte di crisi per l'Italia e non cercarvi un alibi per non affrontare le riforme che salveranno l'Italia. Si parla  continuamente dell’Europa, della sua grandezza sentiamo il bisogno di vivere il suo passato; e dunque proprio oggi dobbiamo interrogarci su cosa sia amare l’Europa, su cosa sia essere un buon europeo. E’ d’importanza fondamentale capire chi sia veramente colui che ama l’Europa, l’uomo che ne persegue il bene che ne ricerca la prosperità, la grandezza che vive per la sua rinascita: il vero patriota europeo dei nostri tempi! Essere un patriota europeo    non significa parlare una lingua comune, o peggio ignorare l’esistenza della propria. Non vuol dire dimenticare che si è nati in un paese con una sua storia, una sua cultura e delle proprie tradizioni caratterizzanti.
Non significa auspicare che venga un'unica lingua, un unico costume, univoche tradizioni, sul modello statunitense. No, noi siamo diversi. Noi non siamo, e non possiamo diventare una massa omologata e priva di distinzioni. Siamo popoli
uniti dal sangue, dalle radici storiche, culturali dagli scopi più alti della classicità e della migliore tradizione nordico europea, da importanti basi cristiane, creatrici di una grande sensibilità sociale dalla quale non possiamo prescindere. Ma non siamo e mai potremmo essere uniti nell’omologazione dei costumi e delle menti. Il nostro modello è dei Popoli e per i Popoli. Noi siamo forti e vincenti nelle nostre particolarità, che resistono alla vuota uniformazione dell’essere umano che sta distruggendo i popoli privi di memoria e di coscienza. Essere un patriota europeo, significa mettere in discussione il governo illegittimo nominato dalle banche a Bruxelles, significa rigettare il modello americano e comprendere che il suo stesso essere omologante è antitetico con l’Europa. Accettare il modello tecnocratico d’importazione statunitense, equivale a rinnegare l’essenza stessa aristocratico – guerriera, monastica e popolare delle nostre terre.  Il dovere è  quello di auspicare un Europa libera, e forte protagonista nel mondo. Essere un buon europeo significa avere la coscienza del compito dell’occidente. Vuol dire amare la propria specificità, abbandonando lo sciovinismo di quei nazionalismi che con continue liti da cortile hanno sempre mutilato l’ambizione e la grandezza della nostra grande patria, favorendo gli appetiti americani. Questo è fondamentale comprendere: che l’America non è nostra amica, non ha interesse ad aiutare l’Europa, ha altresì un forte interesse nel tenerla schiava. Europa è orgoglio, libertà, solidarietà verso i nostri fratelli. Il vero europeo deve riconoscere tre semplicissime verità: L’Europa è una, ma esiste nell’armonia dei propri particolarismi, e necessita di un’unica guida che rispetti i popoli. Non ci sono amici al di fuori dei propri confini, ma solo possibili alleati, mentre abbiamo molti nemici anche al nostro interno. Il modello americano fondato su libero mercato non è la chiave della nostra unione, poiché la deregulation e la forza della finanza internazionale, passa necessariamente per l’oppressione della volontà dei popoli liberi del pianeta, primi tra tutti quelli Europei.
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La solidarietà e il lavoro creano, anche,  benessere!

   Lo sosteniamo .. da tempo come acr e crv.. Lo sa bene il Sostegno a Distanza che, oltre ad essere la forma più popolare di aiuto alle realtà nel cosiddetto Sud del Mondo, resta un generatore di capitale sociale in Italia: scuole che fanno progetti di educazione allo sviluppo, volontari che danno vita ad eventi di sensibilizzazione, 1,5 milioni di persone che sostengono progetti. Un capitale sociale e umano di cui ForumSaD vuole mostrare nuove forme e sviluppi. Tra
tutte, quella che vede le associazioni impegnarsi sul territorio italiano coinvolgendo i migranti. Il Forum Nazionale sarà anche l'occasione per verificare le possibilità di realizzare una rete solidale europea di Sostegno a Distanza: per dare manforte ad un'Europa solidale. Il XV Forum Nazionale, che si è tenuto a Roma il 21 e 22 febbraio, è stato organizzato da ForumSaD  (il maggior coordinamento di organizzazioni che fanno sostegno a distanza) -  ed Elsad (Enti Locali Sostegno a Distanza). L'evento, che ha ottenuto l'Alto Patrocinio del Parlamento Europeo e l'Adesione del Presidente della Repubblica, sarà realizzato con il supporto di Fondazione con il Sud.

Per accreditarsi e avere ulteriori notizie, scrivere a ufficiostampa@forumsad.it  

Per un'Europa di progresso

Fondere in un'unica struttura sovranazionale scienziati e tecnologi del Vecchio Continente, perché sia motore di un nuovo Risorgimento, stavolta Europeo. E' la proposta avanzata lo scorso dicembre dal fisico Carlo Bernardini: un'invito rivolto ai ricercatori europei a partecipare attivamente al processo di costruzione degli Stati Uniti d’Europa sulla base dei principi di libertà, democrazia, conoscenza e solidarietà. L'iniziativa ha raccolto numerose adesioni e ora prosegue con il lancio del Manifesto per una Europa di Progresso e l'invito alla comunità scientifica europea a riunirsi a Pisa proprio come agli albori del Risorgimento italiano nel 1839 fecero gli scienziati italiani che, ben prima dell'Unità politica, auspicavano l'unità culturale per far progredire il paese.
Manifesto- Per un’Europa di progresso
Il mondo è in rapida trasformazione. Società ed economia della conoscenza hanno profondamente ridisegnato equilibri ritenuti consolidati. Aree geografiche depresse hanno conquistato, in tempi storicamente irrisori, potenziali enormi di sviluppo e crescita. Conoscenza, cultura e innovazione rappresentano più che mai il traino decisivo verso il futuro. All’opposto l’Occidente, e alcuni aspetti del suo modello di sviluppo, sono entrati in una crisi profonda. L’Europa, in particolare, risulta investita da gravissimi e apparentemente irrisolubile  problemi: disoccupazione, crisi del tessuto
produttivo, riduzione sostanziale del welfare. A pochi anni dalla sua formale consacrazione, con la nascita ufficiale della moneta comune, l’Europa rischia di deflagrare come sogno di una comunità di cittadine e cittadini che avevano
ambito ad una nuova Nazione comune: più ampia non solo geograficamente, quanto nello spazio dei diritti, dei valori e delle opportunità. Lo storico americano Walter Laqueur ha parlato della “fine del sogno europeo”.Le responsabilità sono
diverse e distribuite e investono certamente l’eccessiva timidezza nel processo di costituzione politica del soggetto europeo: la responsabilità di presentare questo orizzonte politico, culturale e sociale con le sole fattezze della
severità dei “conti in ordine”. L’Europa dei mercanti e dei banchieri, della restrizione e del rigore: una sorta di gendarme che impone limiti spesso insensati, piuttosto che sostegno nell’ampliare prospettive di visuale sugli sviluppi del futuro.
Proprio a causa di ciò, assistiamo, in corrispondenza della crisi, ad un’impressionante crescita di egoismi locali, di particolarismi e di veri e propri nazionalismi. Fenomeni spesso intenzionalmente organizzati per sfruttare
malesseri veri, e reali stati di sofferenza, ma che rischiano di produrre reazioni esattamente opposte a quanto oggi servirebbe alle popolazioni d’Europa. Come scienziate e scienziati di questo continente - consapevoli che esiste un
nesso inscindibile tra scienza e democrazia - sentiamo quindi la necessità di metterci in gioco. Di ribadire che il processo di costruzione degli Stati Uniti d’Europa è la più importante opportunità che ci è concessa dalla Storia. Che società ed economia della conoscenza -essenziali per il processo di reale evoluzione civile, pacifica, economica e culturale- si alimentano di comunità coese e collaborative, di comunicazioni intense e produttive e di uno spirito critico che permei strati sempre più vasti della società. L’unica risposta possibile alla crisi incombente è allora la costruzione dell’Europa dei popoli, di un’Europa di Progresso! Realizzata sulla base dei principi di libertà, democrazia, conoscenza e solidarietà. Nutriamo la stessa speranza con cui Albert Einstein e Georg Friedrich Nicolai nel “Manifesto agli Europei” del 1914 richiamarono alla ragione i popoli europei contro la sventura della guerra, e con cui Altiero Spinelli, Eugenio Colorni ed Ernesto Rossi ispirarono l’idea d’Europa nel loro “Manifesto di Ventotene” del 1943. Le stesse idee che ebbero indipendentemente fautori illustri anche in tutti i Paesi d'Europa.
Vogliamo riprendere ed estendere all’Europa lo spirito che nel 1839 portò gli scienziati italiani a organizzare la loro prima riunione e a inaugurare il Risorgimento di una nazione divisa. Vogliamo organizzare a Pisa la “Prima
riunione degli scienziati Europei” e proporvi di firmare questo appello che è il nostro “Manifesto
 e quindi l’acr onlus di fatto, ADERISCE a tale preziosa iniziativa.. fatelo anche VOI.. carissimi LETTORI e VOLONTARI!

.. con.. "Unità dell’Europa, solidarietà dei popol e diversità costruttiva di territori .. per ulteriori adesioni singole: info@acraccademia.it               

KBM e ACR


Ciao acr,

 

 

 

Ce l’abbiamo fatta! Proprio oggi che ricorre il ventesimo anniversario della uccisione di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin, il sottosegretario ai Rapporti con il Parlamento Sesa Amici ha annunciato che il Governo ha avviato le procedure per la desecretazione dei documenti che riguardano il caso.   Ringraziamo pertanto quanti, a cominciare dalla Presidente della Camera Laura Boldrini alla Ministro degli Esteri Federica Mogherini hanno mostrato in queste ore una straordinaria sensibilità umana e civile su questa vicenda.

 

..ma il ringraziamento più grande va a quanti hanno sottoscritto la petizione su Change.org per la verità sul caso Alpi-Hrovatin. Grazie a te e ai 68mila firmatari, a partire da oggi riusciremo a conoscere il contenuto di migliaia di dossier e documenti, i quali potrebbero dare informazioni utili e inedite per giungere alla verità su questa vicenda. Ci auguriamo che questa sia l’occasione per il Governo per cominciare ad aprire alcuni dei troppi "armadi della vergogna" che hanno inquinato ed inquinano la vita della Repubblica. 

Ancora una volta abbiamo dimostrato che quando siamo in tanti a chiederlo le cose possono cambiare.

 

Stefano Corradino e Beppe Giulietti

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 



















 

 
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