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Messaggi del 14/03/2015

.. pag 1 e 2 di Acr Europa

Post n°363 pubblicato il 14 Marzo 2015 da acrilmilanese

EUROPA DEI POPOLI - STATI UNITI EUROPEI!

Uno dei temi più attuali è la globalizzazione nella sua versione iperliberista che ha prodotto lo svuotamento del potere degli Stati nazionali, dei loro popoli, e l’appropriazione da parte delle tecnocrazie europee di elementi decisionali rilevanti in tema di politica economica. Mai si è pensato di raggiungere l'ottimale che sarebbero gli Stati Uniti d'EUROPA! Né a livello globale, né a livello europeo sono state costruite istituzioni e regole per sviluppare processi democratici degni di questo nome, in grado di compensare la perdita di controllo che le democrazie nazionali hanno subito e cercato nell'interesse di un bene preziosissimo.. LA PACE!. Non si è realizzato uno spazio della politica a livello europeo in cui si possano sviluppare il dibattito dell’opinione pubblica, i processi di deliberazione, nuove forme di rappresentanza e poteri legittimati dalla democrazia.. occorre quindi contruirli tramite un processo democratico e applicando la Costituzione Italiana.. arrivare a mettere in cantiere gli STATI UNITI... Occorre quindi più DEMOCRAZIA e una concreta difesa del LAVORO!(A)

Nel Dopoguerra la tecnocrazia della Commissione europea sembrava essere una soluzione soddisfacente alla difficoltà di trovare accordi politici tra gli Stati sulla cessione di sovranità all’Europa, ma occorreva rappresentare in modo legittimo e chiaro che il potere decisionale deve essere adffidato a gente eletta, quindi al PARLAMENTO EUROPEO. Tuttavia, per parecchio tempo i risultati positivi dell’azione europea ne hanno legittimato ex post le modalità d’azione poco democratica. Ma con la crisi economica l’Europa ha messo in luce molte contraddizioni: da una parte la gestione della crisi ha aggravato l’assenza di democrazia e ha assegnato poteri fondamentali ai “tecnici” della Banca Centrale Europea e della Commissione europea, (Non eletti ma nominati..) che hanno costretto i governi a seguire dure politiche di austerità; dall’altra parte, la gravità degli effetti della crisi ha eliminato ogni legittimità al potere tecnocratico di Bruxelles, come confermato dai sondaggi d’opinione .. Ora occorre porre riparo a tale carenza. In Italia il governo Monti (appoggiato da tutti i prtiti, tranne la Lega) del 2011 ha rappresentato un allargamento del potere dei tecnici, ma il modesto risultato elettorale di “Scelta civica” al voto di febbraio 2013 pone in evidenza quanto sia illusorio pensare che il potere dei tecnici possa trasformarsi in modello, concreto, per la politica. Le scelte politiche presuppongono competenze adeguate per affrontare la complessità sociale e il suo coinvolgimento, quindi per tale ragione non possono essere delegate ai tecnici.. occorre più democrazia.(B)

Ora è necessario che ci si ponga un interrogativo basilare... Come si costruisce una civiltà più avanzata di fronte alla crisi economico-sociale e democratica e della stessa idea di Europa, nel momento in cui la vittoria di Tsipras in Grecia reclama un generale cambiamento? Vale a dire: come può avanzare un nuovo socialismo nel Vecchio Continente? Costruendo l'Europa dei Popoli... potrebbe essere la risposta a queste domande! Poi si è cercato di dare una risposta proprio a partire dalle riflessioni sull'Europa di E. Berlinguer (e di Spinelli.. Mazzini e altri..), nei vari convegni, ma in particolare .. nel convegno che si è svolto a Roma venerdì 6 marzo 2015. Promosso da Futura Umanità, Rosa Luxemburg Stiftung, Nicos Poulantzas Institute e dal Gue, nell'Auditorium di via Rieti si sono ritrovati a confronto esponenti politici, storici e intellettuali italiani, greci, tedeschi, francesi e spagnoli sotto il titolo "Berlnguer e l'Europa, i fondamenti di un nuovo socialismo", a conferma che le riflessioni politiche del segretario del Pci, pur espresse in un'epoca storica ormai lontana, offrono un terreno fertile per seminare nuove idee e per affrontare i problemi oggi sul tappeto... Riprendiamo anche le tesi dei padri fondatori dell'Eurropa guidati da Spinelli e dall'esempio di Tsipras.
Come sottolineato da Paolo Ciofi nell'introduzione, Berlinguer considerava «esaurite le due fasi del "movimento per il socialismo" fino ad allora conosciute, quella "scaturita dalla Rivoluzione di ottobre" e "quella socialdemocratica"», e dunque suggeriva di aprire «una terza fase, o una terza via "rispetto alle vie tradizionali della socialdemocrazia e rispetto ai modelli dell'Est europeo"». Di fronte a quella che il segretario del Pci definiva «una crisi di fondo del sistema», insufficiente risultava la riproposizione di politiche di stampo keynesiano che galleggiano nella sfera distributiva senza toccare la sostanza dei rapporti di proprietà. In altri termini, nel pieno dell’offensiva neoliberista di Reagan e Thatcher e agli albori della rivoluzione digitale che si veniva profilando, i Leader SOCIALISTI con Berlinguer all'unisono con Pertini, vedevano esaurirsi “la spinta propulsiva” della socialdemocrazia, di quel compromesso tra capitale e lavoro, che in cambio di una certa redistribuzione del reddito assicurava ai gruppi dominanti il mantenimento della propria posizione di potere. E quindi progettava un nuovo assetto di società in cui, nella connessione organica tra socialismo e democrazia, si potessero pienamente affermare i valori di libertà e uguaglianza, di solidarietà e di giustizia, come peraltro la Costituzione italiana prevede... Non si dimentichi la drammatica crisi del LAVORO, che deve trivare una sua rivalutazione nei confronti del CAPITALE!
È attorno a questi concetti, ampiamente illustrati nella introduzione di Ciofi e nelle relazioni di Bierbaum, Liguori, Hobel, Golemis e Forenza che si è sviluppato un ricco e articolato dibattito. Al microfono si sono succeduti gli interventi di Casula, D’Agata, Streiff, Ferrara, de Masi, Garnier, Di Siena. Contributi scritti sono stati forniti da Greco, Lopez, Mola e Lussana. In conclusione si è convenuto di proseguire l'approfondimento e il confronto a livello europeo sui fondamenti di un nuovo socialismo e di una nuova sinistra in Europa... Che forse solo ora viene messa in evidenza dalla minoranza DEM con BERSANI, Vendola ed alcune frange di sindacalkisti e dal Leader della FIOM Landini.. Che vorrebbero riformare anche il Sindacato, che così comè ora non rappresenta più tutto il mondo del LAVORO (Tesi già sostenuta da TRENTIN della CGIL alla fine degli anni 90!(C)

Un altro esempio, ancora più recente, di legittimazione al potere tecnocratico è in fondo rappresentato dalla “Legge di stabilità” del Governo Letta e del Governo Renzi. Stiamo parlando dei regali fiscali di 19,4 miliardi dal 2015 al 2022 alle banche; di contro rileviamo soltanto una bassissima riduzione del cuneo fiscale pari a 1,5 miliardi (per i redditi annui da 15.000 euro, aumento di 14 euro al mese compresa la tredicesima!). Ennesimo regalo ai banchieri, responsabili della crisi sistemica, che hanno ricevuto come premio dalla Bce fiumi di denaro al tasso dell’1%, utilizzati per risanare le loro casse e non per elargire credito a famiglie e imprese. Il cuneo fiscale nel 2012 (per non parlare di quello del 2013) è stato di oltre il 53% del costo del lavoro, tra i più elevati nell’area Ocse; ciò significa che più della metà di quello che le imprese spendono per il lavoro va nelle casse dello Stato. È necessario ridurre tale cuneo, eliminando il costo del lavoro dalla base imponibile Irap e tagliando di almeno 11 punti gli oneri sociali a carico delle imprese... (In parte attuato dal Governo Renzi). L’Irap grava sul costo del lavoro e sui redditi derivanti dall’impiego di capitale, pertanto soltanto l’eliminazione della componente del lavoro dalla base imponibile può aiutare le imprese ad assumere e investire, recuperando competitività. Il cuneo può essere ridotto sia abbassando i contributi sociali, sia diminuendo l’imposta sul reddito: l’effetto distributivo finale sarà uguale, vale a dire ridurre l’impatto negativo della tassazione sul fattore lavoro. Secondo alcune stime di Confindustria, da qui al 2017 per questa via si potrebbe aumentare di dieci punti il Pil e creare 1,1 milioni di posti di lavoro.. Auspicabile visto il dinamismo del Governo Renzi...  Questi interventi certamente non possono provenire dai tecnici dalla mente “ragionieristica”, dall’inefficacia della politica e dallo svuotamento della democrazia, ma soltanto dal cambiamento delle forme e della qualità della politica... Occorre quindi realizzare gli STATI UNITI EUROPEI! Stiamo attraversando un periodo di irregolarità costituzionale, dove il paese è essenzialmente governato da tecnocrati che si pongono l’obiettivo di garantire la stabilità in Italia nei confronti dell’Ue e dei mercati finanziari, a qualsiasi costo. Con meno poteri, meno spazio d’azione, minori risorse, la politica ha smarrito i propri obiettivi e ha perso buona parte degli strumenti d’intervento... L'iniziativa di Landini con l'Associazionismo va in questa direzione è auspicabile che prosegua.. coinvolgendo il SINDACATO.. per rinnovarlo.. È anche vero che un sostegno ad una politica più efficace può provenire solo da una classe politica più onesta e competente, da una pubblica amministrazione più professionale e meglio organizzata, dalla riduzione degli sprechi, da una più attenta valutazione delle politiche realizzate e dei loro effetti. La politica deve ritrovare la sua dimensione in Europa e ricominciare a dominare l’economia, tenendo conto che gli elettori devono riprendere la fiducia nei loro rappresentanti politici... Nuovi processi democratici di partecipazione, deliberazione e rappresentanza, devono essere istituzionalizzati su scala europea: le decisioni sulla direzione verso cui deve andare l’Europa devono essere prese democraticamente dai cittadini... Sono rose, occorre trovare la forma concreta di riclassificare i debiti nazionali, come è stato fatto a suo tempo con la Germania.. e ridare fiato al LAVORO... integrando e valorizzando l'apporto migratorio dei profughi e dei rifugiati politici.. Come suggerisce anche il Papa... dando spazio però a tutte le religioni, cancellando o combattendo gli estremismi.(D)

[A] Sapir J. (2012), Bisogna uscire dall’euro?, Verona, Ombre Corte, pp. 90-112.[B] Assemblea annuale della Confindustria, Intervento del Presidente della Confindustria Giorgio Squinzi, Roma, 23 maggio, 2013.[C] Morselli A. (2013), “The Effect of Budget Policies in Europe between New ClassicalEconomics and New Keynesian Economics”, European Journal of Social Science, vol. 38 no 4, June, p. 473. (D). Grazie al contributo di Alessandro Morselli, Docente di Complementi di Politica Economica, Università di Roma “La Sapienza” e a cura di acr-crv con l'aiuto di www.econonomiaepolitica.it 

 
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