Creato da acrilmilanese il 05/08/2010
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Messaggi del 24/06/2016

x Teo pag 1 e 2 di Civennese-Bellagino Luglio-Agosto

Post n°434 pubblicato il 24 Giugno 2016 da acrilmilanese

Ciao Teo, mi pubblichi, per cortesia, il seguente articolo corpo 14 su pag 1 e .. *2 de il Civennese-Bellagino  luglio-agosto 2016. .. (e a pag 2 toglimi x piacere Raffaele e aggiungi Giorgio (GAGLIARDI).. tra i nomi ..*se ti serve pubblica pure l'articolo sulla SICILIA...).. (+ le foto di Bellagio-Civenna programma della pro loco di luglio e agosto/settembre).. Le foto usa quelle del CRV, oppure le trovi sul portale della Proloco di Bellagio o in internet.. b.lav.

Dall'U.E. fuori il REGNO UNITO.. che non è più tanto UNITO!... ORA .. L'ITALIA? a cura di Crv e ACR.

Vince ma non CONVINCE(.. con oltre il 51%) la Brexit: contro i risultati dei  sondaggi e dei dibattiti tra politici, operatori dei mercati, analisti e cittadini comuni su cosa potesse significare la Brexit sia per il Regno Unito (che ora non è più tanto unito... visto che si è espresso in modo DIFFORME.. ) che per l’Unione Europea, gli inglesi hanno votato per lasciare l’UE.. Il popolo britannico chiamato alle urne per esprimersi sulla permanenza del loro Paese nell’Unione Europea o meno ha parlato: il Regno Unito lascia l’UE, con un voto molto variegato. In Inghilterra il dibattito è molto acceso e ha visto il coinvolgimento di diversi politici, istituzioni internazionali e nazionali nonché agenzie di rating e case d’affari... Il Fondo Monetario Internazionale, le agenzie di rating, come ci si aspettava, Obama e una lunga lista di personaggi ed organizzazioni, compresa la Bank of England, si erano schierati contro l’uscita dall’UE del Regno Unito ammonendo sui possibili rischi. Boris Johnson, ex-sindaco di Londra, .. era ed è .. uno dei più accesi sostenitori della Brexit, usando talvolta parole di fuoco contro l’Unione Europea e spiegando sui giornali i perché della sua avversione all’Europa unita. David Cameron, che fa parte dello stesso partito di Johnson, ha fatto di tutto per convincere i cittadini a votare a favore di una permanenza in UE, ma ha fallito. Il primo ministro inglese è stato costretto a dimettersi visto che ha promosso lui il referendum dopo aver trovato un accordo di massima con l’UE per ridefinire gli accordi in vigore. .. Forese.. Manca la chiarezza?!.. su quali siano gli effetti di un’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea, come affermato dallo stesso parlamento inglese, l’evento è già stato inserito nella top 5 dei possibili scenari catastrofici per i mercati dall’Economist. Cosa succederà ora che il Regno Unito ha deciso di lasciare l’Unione Europea?! .. Nelle ultime settimane si è parlando molto del possibile impatto della Brexit, ossia l’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea. David Cameron, dopo aver rinegoziato i termini di permanenza con i vertici UE, ha indetto per il 23 u.s. un referendum utile per far decidere al popolo britannico le sorti del proprio Paese.. che ha scelto caparbiamente. Il dibattito sulla Brexit ha visto la discesa in campo di personalità di spicco politche ed economiche, le quali hanno spiegato le loro ragioni per un voto a favore o contro l’uscita dall’UE. Ora non è difficile capire quale  sarà l’impatto di un’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea! Su questo punto parecchi analisti, case d’affari e banche hanno cercato di dire la loro anche se, come evidenziato dallo stesso Parlamento inglese, non si sa bene cosa possa succedere in termini economici. Intanto i mercati crollano:  basta seguire i mercati in tempo reale. L’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea avrà conseguenze piuttosto forti dal punto di vista economico. Infatti secondo uno studio della B. S. in collaborazione con l’Ifo Institute di Monaco, la Brexit costerebbe ai contribuenti inglesi circa 313 miliardi di Euro con il Pil in contrazione del 14% nell’arco di 12 anni. Lo studio prenderebbe in considerazione due tipi di isolamento del Regno Unito a seguito della Brexit: uno più leggero e uno più pesante. Nel caso dello scenario più accomodante la perdita pro capite del Pil si attesterebbe a 220 euro, mentre nel caso di scenario più sfavorevole la perdita pro capite arriverebbe a 1025 euro. L’uscita del Regno Unito permetterebbe però la cancellazione delle spese versate all’UE nella partecipazione al budget europeo, consistenti nello 0,5% del Pil che tuttavia non bilancerebbero l’emorragia di Pil causata dalla Brexit. Nel report di Bertelsmann vengono anche analizzati gli effetti sui vari settori dell’economia inglese. Una Brexit potrebbe indispettire non poco i Paesi dell’UE che potrebbero decidere di regolamentare in maniera più stringente gli scambi con il Regno Unito. Una mossa del genere influenzerebbe diversi settori dell’economia inglese e per ognuno di loro avrebbe effetti più o meno pesanti. Il settore finanziario perderebbe un 5% e potrebbe appesantirsi nel caso in cui molti degli istituti finanziari con base a Londra decidessero di spostare le loro sedi nelle capitali finanziarie dell’Eurozona tipo Francoforte. Il settore chimico è quello che subirebbe le perdite più alte stimate in un 11%. Gli altri settori più appesantiti sarebbero quello dell’automotive, meccanico e dell’ingegneria perché sono ormai troppo radicati nelle economie europee. Brexit: gli effetti per l’economia UE sarebbero meno gravi ma comunque incisivi. Di contro, per i Paesi dell’UE rimanenti la Brexit avrebbe un impatto nettamente meno significativo ma comunque incisivo. Prendendo a riferimento l’altra economia più forte in UE ossia la Germania, lo studio mostra cifre ben diverse. In uno scenario di basso isolamento negli scambi per l’Uk la Germania brucerebbe 8,7 miliardi di euro di Pil, mentre nel caso più sfavorevole ne perderebbe 58. In termini di pro capite, il caso più favorevole costerebbe 100 euro, mentre il caso più sfavorevole 700. I settori più colpiti sarebbero quello dell’automotive con perdite stimate intorno al 2%, il settore dell’elettronica, quello siderurgico e il settore alimentare. Questo studio non tiene conto dello scandalo Volkswagen che da solo potrebbe costare già l’1,1% del Pil tedesco. Inoltre, per compensare la mancanza dei contributi al budget europeo da parte del Regno Unito, la sola Germania dovrebbe versare 2,5 miliardi di euro in più rispetto a quanto già versa e l'ITALIA?. Brexit: le stime economiche nascondono la paura di un’uscita a catena dall’UE? Ora, quanto mostrato da Bertelsmann è uno scenario che si potrà avverare nel miglior caso entro 2 anni. Questo è ciò che prevede l’articolo 50 del Trattato dell’Unione Europea, il quale stabilisce in 2 anni il termine limite entro cui rinegoziare gli accordi con il Paese uscente. La cosa sembra difficilmente praticabile visto che andrebbero rinegoziati tutti gli accordi vigenti punto per punto ed è probabile che si giunga ad un accordo di transizione prima che l’uscita del Regno Unito sia effettiva. Bertelsmann in realtà calcola solo costi economici ma non politici. L’uscita di scena del Regno Unito farà scattare sogni di uscita sopiti in altri Paesi UE, come ad esempio Spagna, Portogallo, Grecia e Italia (Meloni e Salvini.. sono già all'opera..). Esse sono stufe di politiche di austerity che durano ormai da anni. Anche la Francia non è esente da venti di indipendenza europea, visto il successo di Marine Le Pen (..l'amica.. della Lega di SALVINI..) nelle recenti elezioni regionali che hanno fatto capire come i francesi comincino ad essere insofferenti alle politiche europee. Il cataclisma economico evidenziato da Bentelsmann così come Goldman Sachs o dalla Confindustria inglese (CBI) (tramite una ricerca di Price Waterhouse Coopers) è ipotetico e sottintende le preoccupazioni di carattere forse più politico che non economico dei Paesi UE convinti (Germania e blocco nordico). La Brexit potrebbe rappresentare la fine della zona Euro e dell’Unione Europea e questo preoccupa più di tutto, anche se sarebbe utile capire come attuare concretamente l'EUROPA voluta dai padri fondatori. Le cifre da capogiro come le perdite per il Regno Unito da 100£ miliardi (per la CBI, €330 miliardi per Bentelsmann) e l'aumento della disoccupazione nell’ordine di 2-3 punti percentuali non sembrano veritiere ma forse messe in giro più per far cambiare idea al popolo inglese, che era nettamente spaccato sulla permanenza nell’Unione Europea. Attualmente, per coloro che rimangono nell'UE., il rischio Brexit ha più carattere politico che non economico, per quest’ultimo bisognerà aspettare due o più anni per vederne gli effetti... la lezione che arriva dalla storia è molto chiara.. stiamo attenti a non farci trascinare su facili prospettive.. di rivincita.. pensiamo a cancellare o a sistemare il debito PUBBLICO italiano.. che si sta rivelando sempre di più ..una pietra al collo che ci trascina.. sempre più giù... (segue)

 
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