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Messaggi del 18/11/2016

x Teo segue x pag. 5 e 8 di Acr Torino

Post n°475 pubblicato il 18 Novembre 2016 da acrilmilanese
 
Foto di acrilmilanese

Ciao Teo segue da pag 2 di Acr Europa o da pag 5 Acr Torino..

Referendum costituzionale 2016, csa cambia se vince il No?

Il 4 dicembre 2016 ci sarà un importante appuntamento elettorale nel quale si deciderà il futuro della Costituzione, ma non solo: il referendum costituzionale 2016.

Quello del referendum costituzionale è un tema molto caldo e in questi giorni diversi italiani stanno riflettendo su cosa votare il 4 dicembre 2016.

Sia i partiti politici a favore del Sì, sia quelli contrari alla riforma costituzionale, stanno conducendo un’importante campagna elettorale per il referendum. Tuttavia, non tutti gli elettori hanno ben capito per cosa si vota e per questo nei giorni scorsi vi abbiamo spiegato quali sono i punti più importanti del testo della riforma costituzionale voluta dal premier Renzi.

Il risultato del referendum costituzionale, però, potrebbe essere molto importante non solo per le modifiche che apporterà al Parlamento, ma anche per gli effetti che avrà sulla politica italiana. Infatti,

Matteo Renzi ha dichiarato che nel caso in cui vincesse il No sarebbe pronto a dimettersi.

Cosa succede quindi se vince il No? Si tornerà a votare per eleggere un nuovo Parlamento oppure ci sarà un nuovo Governo non eletto? Gli italiani vogliono una risposta, poiché molti di loro sceglieranno se votare SI o No al referendum costituzionale anche in base a questo aspetto.

Ecco quali sono gli scenari possibili qualora al Referendum Costituzionale 2016 vincesse il No.

Referendum costituzionale 2016: se vince il No la riforma non verrà approvata

Prima di analizzare gli effetti politici del No, vediamo cosa cambierebbe per il sistema istituzionale italiano.

Se la maggioranza degli italiani voterà No la riforma della Costituzione non verrebbe approvata e di conseguenza nessuna delle modifiche previste dalla Legge Boschi entrerebbe in vigore:

  • nessuna cancellazione del CNEL;
  • nessuna riduzione del numero dei senatori;
  • il Parlamento sarà ancora caratterizzato da un bicameralismo paritario;
  • il testo del Titolo V sarà quello approvato con la riforma del 2001;
  • senatori eletti e non nominati;
  • le Province non saranno eliminate.
Referendum Costituzionale 2016, Matteo Renzi: “se vince il No mi dimetto”

Il premier Matteo Renzi è stato il principale promotore della riforma costituzionale e per questo motivo punta molto sulla vittoria al referendum. La campagna referendaria è già partita e non perché, come dichiarato da lui stesso, intende “trasformare il referendum in plebiscito”, ma “perché intende assumersi precise responsabilità”.

Ed è per questo motivo che Renzi ha legato il suo futuro politico all’esito del Referendum Costituzionale di ottobre, dichiarando: “se perdo il referendum, smetto di far politica”.

Successivamente Renzi ha smentito l’ipotesi per cui dopo il referendum, anche nel caso in cui vincesse il Si, si tornerà a votare. Infatti, il premier ha dichiarato che l’intenzione del Governo è quella di arrivare a fine legislatura, così da rispettare le scadenze naturali. Renzi comunque ha specificato che la decisione finale spetterà al Presidente della Repubblica e che il Partito Democratico non ha paura delle elezioni. “Per me nel 2017 si fa il congresso del partito. E poi nel 2018 si vota", ha concluso il Presidente del Consiglio.

Referendum Costituzionale 2016: la Boschi appoggia il premier

Naturalmente anche il Ministro Boschi ha cominciato la campagna referendaria a favore del Sì. In una delle sue ultime interviste ha confermato che anche lei, nel caso vincesse il No, lascerebbe il Governo. Insomma, se la maggioranza degli italiani voterà No, ci sono delle possibilità che il Governo Renzi si dimetta e ci sarà bisogno di eleggerne uno nuovo. A chi spetterà questa decisione? Le elezioni del 2018 verranno anticipate o ancora una volta sarà il Presidente della Repubblica a scegliere il nuovo Presidente del Consiglio? Silvio Berlusconi, leader di Forza Italia e promotore del Sì, ha indicato qual è lo scenario più probabile.

Referendum Costituzionale 2016: cosa succede se vince il No e Renzi si dimette? Nei mesi scorsi Silvio Berlusconi si espresso in merito al Referendum Costituzionale 2016, dichiarando che nel caso in cui vincesse il No, Forza Italia sarebbe pronta a dar vita ad un “Governo di unità nazionale per una emergenza” insieme al Partito Democratico, con cui si darà vita ad una nuova elegge elettorale. Quindi, Berlusconi non è favorevole ad anticipare le elezioni del 2018, e qualora la sua proposta venisse accettata gli italiani si troverebbero ancora una volta ad essere governati da un Governo che non hanno eletto, almeno direttamente. Possiamo rispondere alla nostra domanda dicendo che se vincerà il No almeno sul piano politico rischia di non cambiare nulla. Infatti, gli italiani potrebbero trovarsi ancora una volta di fronte a quella che Berlusconi stesso, facendo riferimento al Governo Renzi, ha definito come “una non democrazia, una democrazia sospesa dove c’è un governo abusivo”. (segue)
 
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x Teo acr Europa 2 e Torino 5 e 8

Foto di acrilmilanese

Ciao Teo, grazie x lo stupendo lavoro, se puoi oggi mi pubblichi x cortesia i seg articoli acr Europa pag 2 -  acr Torino pag 5 e 8 nov e dic 2016  - le foto te le ho mandate su facebok di Rio Merzario...

Magari capissimo! Con il referendum costituzionale del 4 dicembre gli italiani sono chiamati a respingere o approvare la riforma Boschi-Renzi. Motivo per cui è nato il Governo Renzi. Perché votare Sì e perché votare No? Ecco le ragioni dei favorevoli e dei contrari. CONDIVIDI.. Referendum costituzionale 2016: i pro e i contro - La classe politica italiana non è divisa soltanto sul e sul No alla riforma costituzionale ma era anche divisa sull’opportunità o meno di rinviare il referendum a causa dell’ultimo devastante terremoto che ha sconvolto il Centro Italia. Poi ci ha pensato chi di dovere e ha detto "siamo in ballo? .. Balliamo!'L’idea, fu suggerita dall’ex parlamentare dem Pierluigi Castagnetti, è stata rilanciata dal ministro dell’Interno Angelino Alfano, trovando la piena condivisione di diversi esponenti di Ncd e dello stesso Partito democratico. Il presidente del Consiglio Matteo Renzi ha però subito stoppato la proposta e anche fonti di Palazzo Chigi si sono affrettate a smentire ogni ipotesi di slittamento. Sul destino del referendum costituzionale incombeva anche l’ex presidente della Corte Costituzionale Valerio Onida, il quale si era rivolto al Tribunale civile di Milano per chiedere di sollevare l’eccezione di legittimità costituzionale sul quesito del referendum. Secondo Onida, il fatto che in un unico quesito venissero sottoposti agli elettori diversi argomenti eterogenei minava la libertà di voto. Il quesito del referendum costituzionale 2016 recita infatti: “Approvate il testo della legge costituzionale concernente ’disposizioni per il superamento del bicameralismo paritario, la riduzione del numero dei parlamentari, il contenimento dei costi di funzionamento delle istituzioni, la soppressione del CNEL e la revisione del Titolo V della parte II della Costituzione’, approvato dal Parlamento e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 88 del 15 aprile 2016?”. Qualora il Tribunale decideva.. ma sappiamo tutti cosa ha deciso e quindi si vota!Il referendum costituzionale: Sì o No? Vediamo ora, il destino di Renzi .. Votare Sì o votare No? Questo è il dilemma. Almeno per gli italiani che non hanno ancora preso posizione in vista del prossimo referendum costituzionale confermativo. Il premier Matteo Renzi, nel corso della conferenza stampa di fine anno 2015, aveva annunciato che in caso di vittoria del No, non solo si sarebbe dimesso da premier ma avrebbe concluso la sua carriera politica. Negli ultimi tempi, però, il presidente del Consiglio e leader del Pd ha rivisto alcune sue posizioni, optando per una minore personalizzazione della consultazione referendaria (su consiglio di chi l'ha voluto a quell'incarico) . “Si vota nel 2018 comunque vada il referendum costituzionale”, ha annunciato Renzi e lo ribadisce ancora oggi, dicendo che è lì per governare non galleggiare. Il capo del governo ha smesso di parlare di sue eventuali dimissioni, esortando media e opinione pubblica a focalizzare la propria attenzione sul contenuto del testo che gli italiani sono chiamati ad approvare o respingere. Un ottimo motivo, dunque, per analizzare le ragioni del Sì e quelle del No.  le ragioni del Sì e quelle del No, del referendum costituzionale del 4 dicembre 2016 che chiderà gli italiani, come vuole la Costituzione vigente da 70 anni: Sì o No alla riforma della Costituzione proposta dal ministro Maria Elena Boschi e appoggiata dal governo Renzi. Come votare? Ma quali sono i contenuti della riforma costituzionale e su cosa sono chiamati a esprimersi gli elettori? Ecco di seguito  i motivi per cui votare Sì o No alla riforma Boschi-Renzi: un confronto schematico tra le argomentazioni avanzate da chi è a favore e da chi è contrario alla legge che  modifica alcuni punti obsoleti della nostra Carta costituzionale "votare Sì o No"!? Lo scontro tra il Sì e il No è trasversale e coinvolge tutti gli schieramenti politici e ideologici. Naturalmente il leader naturale del partito del Sì è Matteo Renzi, ma a predicare le ragioni della riforma costituzionale c’è anche l’ex Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, il quale ha spiegato che “le due debolezze fatali della storia repubblicana sono stati la minorità dell’esecutivo e il bicameralismo perfetto”. Contemporaneamente si sono delineati anche i comitati del No, presieduti da costituzionalisti ed esponenti delle opposizioni, i quali hanno definito la riforma costituzionale votata dalla maggioranza “l’anticamera di uno stravolgimento totale dei principi della nostra Costituzione e di una sorta di nuovo autoritarismo”. Molti dubbi sono stati sollevati anche in merito al nuovo rapporto tra Stato centrale e regioni disegnato dalla nuova legge, che, secondo i costituzionalisti del No, non risolverebbe le criticità scaturite dalla riforma del 2001. Il testo della riforma Boschi introduce alcune novità, tra cui l’abolizione del bicameralismo paritario e del Cnel, la riduzione del numero dei parlamentari, la modifica del quorum per l’elezione del presidente della Repubblica e l’aumento del numero delle firme necessarie per proporre una legge di iniziativa popolare. Per questo tipo di referendum, chiamato anche confermativo o sospensivo, non è necessario il raggiungimento del quorum. Diversamente dal referendum abrogativo - come quello di aprile sulle trivellazioni, per intenderci - vincerà l’opzione (Sì o No) che ha ottenuto la maggioranza dei consensi a prescindere dal numero di votanti. Per i sostenitori del Sì, tra cui troviamo non solo esponenti Pd ma anche docenti di Diritto e studiosi della Costituzione, la riforma Boschi rappresenta un salto di qualità per il sistema politico italiano e per il suo farraginoso processo legislativo, garantendo maggiore stabilità a un Paese che ha visto 63 governi susseguirsi negli ultimi 70 anni. Le più note ragioni per votare Sì al referendum costituzionale di dicembre sono: -addio bicameralismo: si supera il famoso ping-pong tra Camera e Senato, con notevoli benefici in termini di tempo; -il fatto che solo la Camera sia chiamata a votare la fiducia al governo implica l’instaurazione di un rapporto di fiducia esclusivo con quest’ala del Parlamento; -la diminuzione del numero dei parlamentari e l’abolizione del Cnel produrrà notevoli risparmi; -grazie all’introduzione del referendum propositivo e alle modifiche sul quorum referendario migliora la qualità delle democrazia; -il Senato farà da “camera di compensazione” tra governo centrale e poteri locali, quindi diminuiranno i casi di contenzioso tra Stato e Regioni davanti la Corte costituzionale. Perché votare No. Tutte le ragioni anti-riforma sono dichiarate  vedi posizione ufficiale del comitato del No. I motivi per cui, secondo gli esponenti del fronte del No, gli italiani dovrebbero opporsi all’approvazione del ddl Boschi-Renzi si possono riassumere nei seguenti punti: -si tratta di una riforma non legittima perché prodotta da un Parlamento eletto con una legge elettorale (Porcellum) dichiarata incostituzionale. Inoltre, anche gli amministratori locali chiamati a comporre il nuovo Senato godrebbero dell’immunità parlamentare; -anziché superare il bicameralismo paritario, la riforma lo rende più confuso, creando conflitti di competenza tra Stato e Regioni e tra Camera e nuovo Senato; -la riforma non semplifica il processo di produzione delle leggi, ma lo complica: le norme che regolano il nuovo Senato, infatti, produrrebbero almeno 7 procedimenti legislativi differenti; -i costi della politica non vengono dimezzati: con la riforma si andrà a risparmiare solo il 20%; -l’ampliamento della partecipazione diretta dei cittadini comporterà l’obbligo di raggiungimento di 150mila firme (attualmente ne servono 50mila) per i disegni di legge di iniziativa popolare; .. segue.. come potete vedere ci sono i pro e i contro.. ecco perchè il costituente del 46-47 (la Costituzione attuale entrò in vigore il 1° gennaio del 1948) prevedette questo referendum.. sapeva già cosa sarebbe successo? .. ci sa di Sì. Cmq. Pensiamoci e votiamo secondo coscienza e .. convenienza! Ricerca a cura di Crv-Acr!
 
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