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Manca un progetto, avanza un Betile

Post n°1285 pubblicato il 07 Marzo 2008 da ad_metalla
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Intervallo culturale. Si fa per dire. Giusto per richiamare l’attenzione dei frequentatori di questo blog su due recenti articoli stampa. Il primo, a firma Giuliana Altea, mette in guardia dall’applicare ai musei criteri di management aziendale, privilegiando “la preminenza del contenitore scenografico sul contenuto, del guscio architettonico sulla collezione e la proposta culturale”. Il secondo, firmato da Fabio Gambero, è l’intervista a Jean Clair, celebre critico e storico dell'arte, in cui viene denunciato come i musei stiano “diventando cenotafi, involucri vuoti”, dove “la deriva mercantile trasforma l'arte in spettacolo e i musei in luna park”. Se molto si è scritto sull’architettura del Betile e sull’architetto Zaha Hadid, poco però si conosce (anzi, nulla ancora è stato detto al riguardo) sul progetto culturale che dovrebbe giustificare la realizzazione di questa opera, tranne il fatto che dovrebbe ospitare i “Giganti” di Monti Prama. Eppure le provocazioni, le critiche, gli inviti a chiarire la faccenda non sono mancati (da leggere qui: 1, 2, 3). Tutto inutile. Le uniche risposte sono quelle che riportiamo di sotto. Di una banalità devastante. Però da leggersi attentamente, prima di passare a ben più alte ed altre considerazioni, quelle espresse da Giuliana Altea e da Jean Clair (da leggere qui: 4, 5). Più di recente del Betile si è occupato anche il Consiglio comunale di Cagliari, con l’esito che sappiamo (riportiamo di sotto la cronaca giornalistica). A tale riguardo una piccola considerazione. Mentre il Consiglio comunale si riuniva per approvare (come poi accaduto) la mozione con cui si dava mandato al sindaco di "promuovere l’accordo di programma con la Regione" (notare bene: “promuovere”), la giunta regionale aveva però già approvato la delibera n. 13/20, recante: “Presa d'atto Accordi di programma Betile e campus universitario”. Sì, avete letto bene, “Presa d’atto”. Viene da domandarsi: di cosa se il Consiglio comunale non aveva ancora deliberato in proposito ? Impossibile avere una risposta, visto che a distanza di 3 giorni nel sito internet della Regione appare solo l'oggetto della delibera, risultando impossibile scaricarne il contenuto. Magari anche per leggere che cosa ha deliberato l’esecutivo regionale a proposito del Campus universitario. Su cui torneremo in altra occasione. Alla faccia della trasparenza…
ad metalla


Ipse dixit



Il Betile romperà defintivamente il muro di Berlino tra il borgo di Sant’Elia e la città".

Maria Antonietta Mongiu, assessore regionale della Cultura (La Nuova Sardegna del 15 agosto 2007).


"Il museo Betile è un grande motore di sviluppo, non certo un “insulto".

Marco Espa, capo gruppo dell’Ulivo in consiglio comunale di Cagliari (La Nuova Sardegna del 15 agosto 2007)


"Un brasiliano per il Campus, non di calcio, ma universitario. Un olandese per rimettere a posto Sant'Elia, palazzoni compresi. E un'anglo-irachena per il museo di arte nuragica e contemporanea che, nel suo piccolo, potrebbe diventare quello che è l'Acquario per Genova o il Guggenheim per Bilbao. Il Ct della supersquadra internazionale di architetti al lavoro per Cagliari è Renato Soru". Intervista a Zaha Hadis. Domanda (di Stefano Ambu): "Un altrocompromesso, il museo dovrebbe mettere insieme bronzetti nuragici e Andy Warhol, pugnali di ossidiana e “fumetti” di Roy Lichtenstein...". Risposta (di Zaha Hadis):"Lo spazio e le forme sono concepite per accogliere tutto. Nel mio progetto ho inserito elementi di che si richiamano all'arte classica. Che però possano andare d'accordo e ricongiungersi con il presente e con il futuro. Mi piace l'idea di “fluttuare” nello spazio (dentro-fuori, appunto) e nel tempo. Fondamentale il rapporto con la terra: mi piace pensare a un museo che dia l'idea di spuntare dal suolo".

(Il Sardegna, 21 novembre 2006) .


"Il Betile è un’opera grandiosa destinata a creare un grande indotto. I dati del piano di fattibilità sono il frutto di proiezioni elaborate sui risultati di altri musei nazionali e internazionali, che negli anni hanno generato un flusso positivo di risorse e di iniziative di grande interesse"

Carlo Mannoni, assessore regionale dei Lavori pubblici (La Nuova Sardegna del 13 luglio 2007)



Rassegna Stampa


Comune. Maggioranza divisa sul mandato al sindaco per l'accordo di programma Betile, il sì spacca Giunta e Consiglio No degli assessori di An, Udc contrario ma vota a favore


Alla fine il sindaco riesce a ottenere il sì dall'Udc, contrario all'opera come An, i cui assessori non hanno condiviso l'intesa. Il Comune dice sì alla realizzazione del Betile. Ma non ci si lasci ingannare dall'esito finale: l'emendamento è passato con 28 voti a favore e appena due contrari (i consiglieri di An). La quasi unanimità non testimonia i rischi corsi dalla maggioranza che, in più di un'occasione, ha rischiato di spaccarsi. Perché il museo di Sant'Elia disegnato dall'architetto Zaha Haid piace a Forza Italia e ai Riformatori (oltre che, naturalmente, a tutto il centrosinistra) ma risulta indigesto all'Udc e ad An. LA SEDUTA Che ci fossero fibrillazioni lo si è capito da subito. In apertura di seduta, l'aula ha approvato, con 19 voti a favore, 5 contrari e un astenuto, la delibera che, almeno per il momento, boccia la ristrutturazione dell'Amsicora. Poi, il vice presidente del Consiglio Giorgio Cugusi ha introdotto il nuovo argomento, la “questione Betile”, appunto. E la seduta si è subito bloccata. «Per permettere ai messi di preparare le fotocopie dell'emendamento», ha spiegato Cugusi. In realtà, i problemi erano ben altri: assenti in quel momento, gli assessore dell'Udc, il sindaco Emilio Floris si è ritrovato a fare i conti con la ferma opposizione dei membri dell'esecutivo di area An, Edoardo Usai e Giorgio Pellegrini. È stato un susseguirsi di conciliaboli, in particolare tra consiglieri e assessori dei due partiti contrari al Betile. E non sono mancati momenti di nervosismo: durante la sospensione della seduta, Pellegrini ha abbandonato l'aula dopo un breve ma vivace scambio di vedute con il sindaco. LA SOLUZIONE Una tela difficile da tessere. A sbloccare la situazione è stata la stessa Udc: Massimiliano Tavolacci si è reso conto che quel voto poteva rompere la maggioranza e ha accettato di votare a favore dell'emendamento. I due assessori Udc Luciano Collu e Paolo Carta hanno sottoscritto l'emendamento. «Ma noi», ha poi spiegato Tavolacci in aula, «siamo critici nei confronti di questo progetto. Sembra un'operazione di marketing da rivista pattinata. Comunque, diamo al sindaco questo mandato esplorativo, riservandoci di controllare l'iter passo per passo». Pronti, ha poi spiegato fuori dall'aula, a rompere la maggioranza se quel progetto non sarà convincente. Le trattative, invece, non sono servite a convincere An. «Il voto di oggi», ha puntualizzato Francesco Fiori, «non ha un significato politico». Mentre Alessandro Serra ha posto una serie di dubbi sul Betile. L'EMENDAMENTO Un dibattito che è stato preceduto dall'incontro in mattinata tra Floris, l'assessore all'Urbanistica Gianni Campus, il governatore Renato Soru e l'assessore regionale alla Pubblica istruzione Maria Antonietta Mongiu: forse l'ultimo tassello, se ce ne fosse stato bisogno, per convincere il sindaco sull'opportunità di realizzare l'opera.

Marcello Cocco

Abstract: L’Unione Sarda del 6 Marzo 2008



Comune, via libera sofferta al Betile. Il Consiglio dà mandato al sindaco per fare l’accordo di programma

Polemiche in maggioranza sino all’ultimo minuto, ma alla fine il consiglio comunale ha dato mandato al sindaco Emilio Floris (28 sì e 2 no, di An) per promuovere l’accordo di programma. Sul piatto della bilancia interventi per centinaia di milioni di euro: la riqualificazione del quartiere di Sant’Elia, il museo Betile, il campus universitario nell’ex semoleria e il polo degli uffici regionali. L’altro ieri l’aria era di fronda diffusa: An e Udc avevano sguainato la spada. E il sindaco Emilio Floris si sentiva strattonato da una parte e dall’altra, tanto che l’argomento, da martedì, era stato rimandato a ieri. Ma la Regione fremeva: «Perdiamo il finanziamento di trenta milioni di euro». Ieri mattina, infine, il presidente della Regione Renato Soru (da cui è partita l’idea del Betile) con l’assessore Maria Antonietta Mongiu (Cultura) sono andati a trovare il primo cittadino e dopo due ore di incontro, a cui ha partecipato anche il responsabile comunale dell’Urbanistica Gianni Campus, perplessità e dubbi sono stati fugati. Il governatore della Sardegna, tra le altre cose, ha sottolineato come la Regione consideri Sant’Elia come un elemento strategico per lo sviluppo non solo di Cagliari, ma di tutta l’isola. Oltre alla riqualificazione abitativa dei palazzoni vi sarà anche la possibilità di far diventare l’area zona franca e di un intervento di riqualificazione turistica della caserma Ederle. Il sindaco, da parte sua, ha ribadito l’importanza del lungomare, del porticcolo e di una nuova viabilità. Ieri sera in Consiglio comunale, però, non tutto è andato liscio. Visto che continuavano a persistere resistenze da parte di alcuni settori della maggioranza, il primo cittadino ha chiesto che l’emendamento alla delibera che (sulla base del protocollo d’intesa del 2006) dà mandato al sindaco «per la promozione» dell’accordo di programma venisse firmato da tutti gli assessori. Ma Edoardo Usai (Pubblica istruzione) e Giorgio Pellegini (Cultura), entrambi di An, non hanno aderito alla richiesta del primo cittadino. Un fatto conseguente alla posizione negativa del gruppo consiliare di Alleanza nazionale. E durante il dibattito in Giunta è stato fatto mettere a verbale il dissenso. Poi tra il sindaco Floris e l’assessore Pellegrini (fortemente contrario al Betile) ci sono stati anche momenti di tensione, tanto che quest’ultimo non ha partecipato ai lavori del Consiglio. Poco dopo An (Alessandro Serra) ha lamentato che sul museo non si «sappia niente», nè sul progetto di gestione, nè sul costo, nè sul ruolo. Malumori espliciti anche da parte dell’Udc che, pur non raggiungendo la decisione di un voto negativo, ha chiesto al sindaco (da Massimiliano Tavolacci) di porre una serie di paletti per tutelarsi verso «chi ha dimostrato di non rispettare gli accordi di programma». Il responsabile dell’esecutivo ha anche precisato che la Regione aveva intenzione di realizzare un grande museo e che Cagliari ha dato la disponibilità per Sant’Elia, ma chiedendo in contemporanea un’opera di grande riqualificazione del quartiere: per uno sviluppo integrato, culturale ed economico, della zona. Divisioni, invece, in seno all’opposizione per la delibera sull’Amsicora: Radhouan Ben Amara (Comunisti italiani), Marisa Depau, Gian Mario Selis e Marco Piras (tutti e tre del Pd), Claudia Zuncheddu (Psd’az), Raimondo Perra (Sdi), Gialeto Floris (Italia dei valori) e Giorgio Cugusi (Democratici di sinistra) l’altro ieri erano usciti dall’aula per non votare l’emendamento a favore dell’approvazione (pur legato ad alcune condizioni) del progetto di riqualificazione del vecchio stadio presentato da Ninni Depau (Pd). Prima dell’assemblea il sindaco e l’assessore Giuseppe Farris (lavoro) hanno ricevuto una delegazione dei precari: la loro posizione sarà verificata in rapporto alla nuova Finanziaria. Grazie all’impegno dell’assessore Farris e degli uffici, i 108 precari precedenti sono stati stabilizzati con due anni d’anticipo.

Roberto Paracchini

Abstract: La Nuova Sardegna del 6 Marzo 2008

 
 
 
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