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Rifiuti&Politica (1)

Post n°1486 pubblicato il 13 Luglio 2009 da ad_metalla
 
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Seconda legge di Sodd: "Prima o poi, la peggiore combinazione possibile di circostanze è destinata a prodursi".

"Accusatio manifesta"

di Massimo Manca

Il sonno della ragione pare essersi interrotto. Sono passate due settimane dal mio "Non c'è due senza tre" e qualcosa, infatti,  pare timidamente muoversi. Oggi, riguardo all'appalto rifiuti del Comune di Cagliari,  il quotidiano "Il Sardegna" dà conto (QUI!) di una serie di circostanze e fortuite coincidenze (io preferisco chiamarli "conflitti di interessi") che per primo avevo portato all'attenzione di chi segue questo piccolo blog. Onore al merito. Nel pezzo di Ennio Neri due i fatti nuovi: la notizia di una lettera anonima indirizzata ai gruppi consiliari (poi finita nelle mani del sindaco Emilio Floris, che ora si appresterebbe a consegnarla alla Procura della Repubblica), e le dichiarazioni rese al giornalista dall' ing. Alberto Rao (il tecnico di fiducia dell'amministrazione cagliaritana - e non solo - che ha predisposto il progetto per l'appalto della gestione dei rifiuti, quello di prossima indizione). Quest'ultimo nega ogni suo coinvolgimento nella predisposizione del progetto dei servizi di igiene urbana aggiudicato in precedenza dal Comune di  Quartu alla De Vizia Transfer S.p.A. Per la verità l'ing. Rao dice qualcosa in più, assai interessante. Almeno ai miei occhi. Riguardo al Comune di Carbonia, dove ebbe a lavorare per la predisposizione della documentazione della gara d'appalto del servizio di igiene urbana (appalto  aggiudicato sempre alla De Vizia), l'ing. Rao afferma di "essere subentrato a Giovanni Maria Motzo, a progettazione finita". Invece, riguardo alla progettazione e all'appalto di Quartu S.Elena, l'ing. Rao dichiara: "Non c'entro nulla, penso sia opera dei tecnici comunali locali". Balle spaziali. O se preferite, "Excusatio non petita, accusatio manifesta". Ora, l'ing. Alberto Rao può dichiarare tutto quello che vuole, può anche nascondersi dietro ad un dito (peraltro con argomentazioni ridicole, facendo cioè finta di non sapere che un conto è un capitolato speciale d'appalto, altra cosa è la progettazione tecnica ed esecutiva dei servizi di igiene urbana), io invece confermo tutto quello che ho scritto in precedenza. Anzi, grazie anche al prezioso assist fornito da Alberto Rao, aggiungo qualche elemento di conoscenza e riflessione in più. Così facendo spero di dare qualche risposta agli interrogativi che mi sono giunti da alcuni appassionati della materia. Prima però partiamo dalle coincidenze, che oramai non si contano più e che legano, o coinvolgono, gli appalti rifiuti di diverse amministrazioni comunali  alle stesse persone e società. Partiamo, quindi, dal nome tirato in ballo dall'ing. Rao, ovvero Giovanni Maria Motzo.

In verità da tempo avevo perso le tracce dell’ing. Giovanni Maria Motzo. I primi ricordi risalgono a molti anni fa, quando sul finire degli anni ’90, complice l’entrata in vigore della nuova normativa sui rifiuti (Decreto Ronchi), la società Con.ser di Rino Mingotti (Imola) cominciò a frequentare più assiduamente la Sardegna, facendo incetta di incarichi ed organizzando a più non posso seminari e workshop. Ad uno di questi, ed in particolare alla società Con.ser – se non ricordo male correva il 1998 – un quotidiano locale dedicò ampio spazio. Ricordo in particolare l’intervista che fu fatta a Rino Mingotti: nel presentare e promuovere a costo zero la sua azienda (che opera nel settore dei servizi pubblici locali, in particolare redigendo piani d'impresa, atti deliberativi, convenzioni, statuti, atti di gara, etc), Mingotti raccontava che molti dei tecnici di cui si avvaleva erano sardi. In effetti Giovanni Maria Motzo (ma non solo) all'epoca faceve parte dello Staff della Con.ser, una società, questa, che, come ho già detto, a partire dalla fine degli anni ’90 (e fino a tempi molto recenti) ha rastrellato non pochi incarichi pubblici. Solo restando alla Provincia di Cagliari (intesa come ente) sono circa una decina, se non ricordo male.  Comunque, ad un certo punto di Giovanni Maria Motzo non ho più saputo nulla, o per meglio dire mi sono fatto la convinzione che i suoi rapporti professionali con la Con.Ser fossero venuti meno. Però l'altro giorno, grazie alle dichiarazioni di Alberto Rao (secondo le quali egli sarebbe subentrato a Giovanni Maria Motzo per la predisposizione della documentazione della gara d'appalto del servizio di igiene urbana del Comune di Carbonia, poi aggiudicato alla De Vizia) ho fatto un un ulteriore sforzo di memoria per cercare di ricollegare alcuni fatti. Sfrucugliando il mio personale archivio, quello in cui raccolgo tutto quello che si muove sul fronte rifiuti in Sardegna, ho trovato la conferma che cercavo, l'ennesima coincidenza. Il 6 novembre del 2006, infatti, con determinazione n. 2893, il Comune di Quartu S.Elena conferisce all’ing. Giovanni Maria Motzo un incarico di supporto tecnico per il completamento della progettazione tecnica, quella che gli uffici comunali stavano predisponendo in proprio per l’indizione dell’appalto pluriennale di raccolta e gestione dei rifiuti urbani.

Raccontata così sembrerebbe che Alberto Rao abbia ragione, soprattutto quando riferendosi alla progettazione dell’appalto integrato dei rifiuti urbani di Quartu S.Elena, e rispondendo al giornalista del quotidiano “Il Sardegna”, afferma: “Non c'entro nulla, penso sia opera dei tecnici comunali locali". Ora i casi sono due: o Rao mente (sapendo di mentire), oppure ricorda male. Nel primo caso, posto che noi siamo arcisicuri che con la progettazione dell’appalto quartese lui abbia molto a che vedere, verrebbe da chiedersi per quale motivo voglia negare così platealmente un suo coinvolgimento a Quartu S.Elena, seppur indiretto (vedremo poi perché indiretto). Nel secondo caso, ma soprattutto per chi ci legge, occorre fare, brevemente, un po’ di chiarezza sull’iter dell’appalto integrato dei rifiuti del Comune di Quartu S.Elena. Chi frequenta il palazzo di Via Porcu, o chi ne segue le gesta, sa bene infatti come sono andate le cose. Non si tratta di svelare segreti, solo di fare un poco di memoria.  Cioè, si sa bene che nel 2006 l’amministrazione comunale di Quartu, dopo avere nei fatti sconfessato un accordo di programma sottoscritto dalla precedente amministrazione di centrodestra (che avrebbe dovuto impegnarla in una gestione unitaria ed associata dei rifiuti con altri Comuni dell’hinterland), decise di provvedere in proprio, attraverso i propri uffici, che furono quindi messi in moto per lo studio e la progettazione del nuovo appalto (nel mentre, con la solita proroga, la De Vizia continuava ad assicurare i servizi in essere e di cui al vecchio appalto).  In tal senso, l’incarico che fu conferito all’ing. Giovanni Maria Motzo non fa altro che confermare che all'epoca l'amministrazione comunale si stava muovendo con una propria progettazione dell'appalto. Poi accadde – per motivi che a tutt’oggi mi sono sconosciuti  –  che il lavoro di progettazione che stavano portando avanti gli uffici comunali (con l’ausilio dell’ing. Motzo) fu interrotto. Insomma, in un determinato momento si decise di ricorrere ad una precisa modalità di gara, ovvero la procedura aperta  ai sensi dell’art. 3, comma 37 e dell’art. 55, comma 1, del D.Lgs. 163/06 (i commi sono importanti, vedremo poi perché), con un inequivocabile criterio di aggiudicazione, quello dell’offerta economicamente più vantaggiosa. Cioè, per farla breve e per essere chiari, accadde che l’amministrazione comunale rinunciò ad ultimare lo studio e la progettazione esecutiva dell’appalto, progettazione che fu mandata in appalto, ovvero affidata alla scienza e coscienza delle società che avessero deciso di concorrere per l’aggiudicazione dell’appalto. Detto che poco prima – per ragioni  evidenti per qualcuno, o forse no per molti… – l’incarico all’ing. Motzo venne revocato.  Solo che a differenza di quanto accaduto a Carbonia,  l'ing. Rao non subbentrò direttamente a Motzo.  Nel senso che, almeno per quanto ci risulta, l'ing. Rao ha fatto comunque  la sua parte sulla progettazione dell'appalto rifiuti quartese, non per conto del Comune, certo, ma per conto della De Vizia, risultando essere questa, in ultimo, l'unica società ad avere presentato un progetto ed un'offerta, poi aggiudicata per circa 95milioni di euro. Ancora due cosette: la prima è che la giunta comunale, con delibera n. 72 del 27/04/2007, si limitò quindi ad approvare dei criteri generali (sostanzialmente un atto di indirizzo per il dirigente del Settore Ambiente) per l’affidamento del nuovo servizio di igiene urbana; la seconda è che il dirigente del Settore Ambiente, con la velocità degna di un centometrista, nel prendere atto dei criteri generali e degli indirizzi della giunta, approvava lo stesso giorno (il 27/04/2007), con determinazione n. 911, gli atti di gara (bando, disciplinare, modulistica, etc etc…).

Sia chiaro: a parte alcuni interrogativi,  le coincidenze con altri appalti e la tempistica, (elementi che sollevano non poche  perplessità), il procedimento seguito dal Comune di Quartu non fa una piega, tutto regolare. O al limite della regolarità. Semmai si tratta (e proprio volendo) di chiedersi quali siano le ragioni di opportunità o convenienza che spinsero  l’amministrazione quartese verso una simile modalità di gara (procedura aperta), soprattutto con il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa. Dico questo perché resto convinto che quando si delega alle società partecipanti ad un appalto di questo tipo il compito e il potere di studiare e progettare (in luogo degli uffici comunali) e poi offrire alle loro migliori condizioni  il servizio di igiene urbana, spesso le società guardano più ai propri interessi e necessità piuttosto che a quelle della città (il risultato finale può essere devastante, soprattutto se l'appalto è di lunga durata, con importi di spesa elevati, tanto che spesso le amministrazioni comunali finiscono per diventare "ostaggio" delle società, che si permettono di fare il bello e cattivo tempo, a loro piacimento, tanto più se hanno a che fare con una direzione lavori debole o compiacente) . E spesso, quindi, capita che il prodotto finale non sia proprio quello che ci si poteva aspettare a fronte di un così alto importo a base d’asta. E magari capita pure che devi fare buon viso a cattivo gioco, fosse solo per evitare la magra figura e l’ennesima scandalosa proroga dei servizi, cioè devi aggiudicare l’offerta pervenuta allo scadere dei termini perché è l’unica che si è materializzata sul tuo tavolo. In tal senso faccio un passo indietro e richiamo le modalità di gara scelte dall’amministrazione quartese, citandole testualmente: “Procedura aperta  ai sensi dell’art. 3, comma 37 e dell’art. 55, comma 1, del D.Lgs. 163/06”. Ora fermiamo la nostra attenzione sul comma 1 dell’art. 55 del D.Lgs. 163/06 e chiediamoci perché l’amministrazione comunale ha richiamato solo il comma 1. Forse perché il comma 2 (“Le stazioni appaltanti utilizzano di preferenza le procedure ristrette quando il contratto non ha per oggetto la sola esecuzione, o quando il criterio di aggiudicazione è quello dell'offerta economicamente più vantaggiosa”) avrebbe dovuto suggerire il ricorso alla procedura ristretta, in luogo di quella "aperta" scelta dal Comune di Quartu ? Forse perché il comma 4 (“Il bando di gara può prevedere che non si procederà ad aggiudicazione nel caso di una sola offerta valida, ovvero nel caso di due sole offerte valide, che non verranno aperte”) avrebbe dovuto suggerire, nell’interesse dei cittadini e di una più ampia competizione, di non aggiudicare l’appalto nel caso fosse pervenuta una sola offerta valida o ritenuta non soddisfacente ? Resta il fatto che a partecipare all’appalto si è presentata solo la De Vizia, che io sono certo che sulla progettazione De Vizia ci sia la firma dell’ing. Alberto Rao (detto che sono altrettanto certo che da qualche parte si possono rinvenire le carte che lo documentano...) e che l’amministrazione comunale ha deciso il 31 ottobre 2007 di aggiudicare l’appalto alla De Vizia, anche se quella della società avellinese si è rivelata essere l’unica offerta depositata entro i termini (a Carbonia, invece, sono state due). Vi chiederete: quanto è stato il ribasso d’asta offerto dalla De Vizia ? Risposta secca, senza commenti: lo 0,15% circa.

Ora, fatta questa lunga precisazione (soprattutto per confutare le dichiarazioni di Alberto Rao) possiamo tornare all'appalto del Comune di Cagliari. Non prima, però, di dire che sarebbe molto facile ricostruire le fortune di alcune aziende che operano in questo campo guardando alla storia e alle vicissitudini di alcune amministrazioni pubbliche. Una sorta di gioco del domino, dove vince chi riesce ad attaccare, una dopo l’altra, le proprie tessere, senza passare il turno all’avversario, costruendo una sorta di cartello o di serpente, alla fine vincenti. Certo, questo gioco alle volte può avere delle varianti, o delle sorprese. Insomma,  alle volte può capitare che l’abilità di qualcuno batta  la strategia di altri. Cioè può capitare che qualcuno riesca a far cadere una sull’altra, in un meraviglioso effetto domino, tutte  le tessere che altri avevano messo faticosamente in piedi. Vediamole, quindi, queste tessere.

Abbiamo già detto che l’attuale servizio di raccolta rifiuti a Cagliari viene corrisposto dal 2005 (e negli ultimi tempi in regime di proroga, in attesa del prossimo appalto pluriennale) da un’A.T.I. composta dalle società De Vizia, Aspica e Cns. Se della società De Vizia abbiamo già detto qualcosa (e molto resta ancora da dire…) sulla società Aspica (la più antica società privata italiana a svolgere servizi ecologici, fin dal 1868) ci siamo soffermati poco, se non per dire che l’ing. Alberto Rao (che su incarico del comune di Cagliari ha predisposto il progetto del nuovo appalto rifiuti) non solo ha lavorato e lavora per la De Vizia, ma ha pure ricoperto in passato incarichi organizzativi, direttivi e/o fiduciari proprio per conto della società Aspica. E della società Aspica avevamo anche detto che in passato versò un contributo elettorale, regolarmente dichiarato, ad Alleanza Nazionale. Ora andiamo avanti e sveliamo qualche altro dato di fatto. Ad esempio che la società Aspica è controllata dalla Waste Italia, società, quest’ultima, a cui fa capo anche la Daneco (vedremo poi di chi si tratta) e che svolge attività nell'ambito della raccolta, del trattamento e della valorizzazione energetica dei rifiuti. Ora, queste tre società fanno insieme capo al più importante gruppo privato nel mercato delle energie rinnovabili, dei rifiuti solidi urbani e speciali in Italia, che si chiama Unendo. Ma soffermiamoci un attimo sul Gruppo Waste Italia. Ebbene, questo nasce nel 2000 grazie ad una cordata di imprenditori italiani impegnati nel settore energia, imprenditori che rilevarono dalla multinazionale statunitense Waste Management Inc. (all'epoca leader mondiale nel settore della gestione dei rifiuti, in odor di mafia italo-americana secondo dati del 1992 provenienti dai sindacati tedeschi del settore) tutte le sue attività nel territorio italiano. Con un fatturato di circa 210 milioni di Euro (ricavi in crescita del 21% nel 2008), il Gruppo Waste italia serve decine di Comuni e migliaia di aziende private. Poi progetta, realizza e gestisce Impianti di selezione, trattamento, trasformazione e valorizzazione energetica, insieme a giacimenti controllati di frazioni residuati di rifiuti in Italia e all'estero. Inoltre progetta, realizza e gestisce impianti a energia rinnovabile: fotovoltaico, eolico, biomassa, biogas, mini-hidro. E finanzia, anche, Forza Italia e An.

Report, Rai 3, 1 Ottobre 2006


MILENA GABANELLI IN STUDIO
Il sistema (delle imprese private che finanziano i partiti, ndr), che quando non è illegale è certamente immorale e rasenta il ricatto, si basa sullo scambio, io ti do e tu restituisci. Ci sono anche quelli che danno perché ci credono, troppo spesso in ballo c'è solo il tornaconto che qualcuno preferisce chiamare visibilità.


BERNARDO IOVENE (fuori campo)
Nel 2000 le società del gruppo Waste Italia, hanno dato 100, 100 e 50 milioni a Forza Italia. Nel 2001 altri 200, 200, 200 e 150, e poi ancora 200, 200, 200 e 100. Parliamo di milioni di lire sempre a Forza Italia. Dal 2002 i contributi passano ad Alleanza Nazionale in euro: 103 mila, 103 mila. Nel 2004 100 mila, 100 mila, 100 mila e 100mila. Si tratta sempre dello stesso gruppo che si occupa di raccolta smaltimento rifiuti e termovalorizzatori.

BERNARDO IOVENE
Io ho visto che dal 2000 ad oggi ha finanziato prima Forza Italia e poi Alleanza Nazionale.
RENATO BRUNETTA- Forza Italia
Si, si ma... non si sa mai, non si sa mai.
BERNARDO IOVENE
E sta vincendo tanti appalti...
RENATO BRUNETTA- Forza Italia
Allora, a pensar male si fa peccato e quindi certamente Lei che fa queste domande maliziose fa peccato, però ci azzecca alla fine.
BERNARDO IOVENE (fuori campo)
La Waste Italia e consociate è a Milano.
PIETRO COLUCCI- Amministratore Delegato Waste Italia
Lo scopo per cui facciamo questi finanziamenti è quello di renderci visibili.
BERNARDO IOVENE
Ma poi ricevete favori?
PIETRO COLUCCI- Amministratore Delegato Waste Italia
No guardi, se il meccanismo fosse il favore non lo faremmo in modo pubblico, non Le pare, sarebbe anche troppo banale? No, l'esigenza è quella di chiarire certamente i contributi vengono fatti, indirizzati, verso quei partiti che "noi sentiamo più vicini" da un punto di vista della...
BERNARDO IOVENE
E in questo caso Alleanza Nazionale ultimamente, forse perché il ministro dell'ambiente era di Alleanza Nazionale?
PIETRO COLUCCI- Amministratore Delegato Waste Italia
Insisto, no, Alleanza Nazionale è uno dei partiti che abbiamo finanziato. Noi finanziamo sistematicamente i DS da anni senza visibilità perché lo facciamo attraverso il sostentamento di loro iniziative che, se mi consentite... .
BERNARDO IOVENE
Dove governano lo fate?
PIETRO COLUCCI- Amministratore Delegato Waste Italia
No, a livello nazionale. Acquisire visibilità, non acquistare... termine infelice!
BERNARDO IOVENE
Scusi...
PIETRO COLUCCI- Amministratore Delegato Waste Italia
No, perché sa...
BERNARDO IOVENE
Acquisisce visibilità, cioè che cosa vuol dire?
PIETRO COLUCCI- Amministratore Delegato Waste Italia
Guardi, un' azienda che fa produzione...
BERNARDO IOVENE
Si, ma voi partecipate a gare pubbliche poi, cioè la visibilità dove sta?
PIETRO COLUCCI- Amministratore Delegato Waste Italia
Sta nel fatto del... come dire, trasferire... allora, le gare pubbliche vengono affidate con gara ovviamente, no? Nel nostro settore non esiste un affidamento ai privati. Innanzitutto perché le istituzioni che ricevono i contributi sono sempre diverse da quelle che fanno le gare, un fatto strutturale.
BERNARDO IOVENE
E allora perché lo fate? Ve lo chiedono?
PIETRO COLUCCI- Amministratore Delegato Waste Italia
No, guardi, questo è un meccanismo perverso. Capisco che la cosa sia sottile. Innanzitutto è un problema di... come dire, di vicinanza ideale ed è il motivo per cui...

Prima di proseguire un piccolo intermezzo è d'obbligo. Intanto per fare una piccola precisazione e poi per riferire degli sviluppi giornalistici di questi ultimi giorni (QUI! e QUI!). La precisazione è questa: esistono molti modi per sollevare dubbi, perplessità e riflessioni. Anche per fare denunce. Ora, io trovo alquanto fastidioso che qualche "frillo", che a me pare molto interessato alle vicende rifiuti, abbia utilizzato (per quanto mi pare di capire leggendo le cronache giornalistiche) parte della mia inchiesta giornalistica per redigere una lettera anonima, inviata poi ai gruppi consiliari del Comune di Cagliari e alla Procura della Repubblica di Cagliari. A naso direi che il "corvo" si nasconde nelle stanze del palazzo di Via Roma e che i suoi fini non abbiano nulla da spartire con la trasparenza amministrativa di qualche Comune, con le ragioni di una virtuosa concorrenza tra aziende (nell'interesse dei cittadini)  o con il conflitto di interessi di qualche progettista. Nella migliore delle ipotesi potrebbe anche trattarsi di qualche concorrente azienda che si occupa di rifiuti, stanca d'assistere ad una dubbia triangolazione d'appalti ed imprese che hanno in mano quasi tutto il mercato dei rifiuti che conta in Sardegna. Sono però più propenso per la prima ipotesi. E lo sono perchè oggi ho appreso per la prima volta che la lettera anonima giunta alla Procura della Repubblica di Cagliari non si occupa solo di rifiuti, ma anche del prossimo "appalto del gas, quello per sanare la ferita provocata dal contenzioso Isgas-Comune". Una vicenda, questa, di cui nulla so, di cui non mi sono occupato e su cui, anche volendo, non ho elementi di conoscenza per denunciare alcunchè. E per tagliare la testa al toro ricordo a me stesso che il primo pezzo sull'affaire rifiuti, tutta farina del mio sacco,  è stato da me pubblicato su questo blog lo scorso 30 giugno.

(ATTENZIONE: SEGUE DI SOPRA)

 
 
 
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