Un attore in scenaL'amore per la qualità delle cose |
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Nickname: MANonTHEmoonMilano
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Messaggi di Novembre 2013
Vivere una vita senza fianchi...può essere un obiettivo folle, ma senza frizione. Infatti la "Sfiga all'Ok Corral" è cieca, ma la fortuna mica ci vede tanto bene. Quando penso al futuro penso che ormai è passato quello che era presente anche se imperfetto nel condizionale imperativo dell'infinito. I verbi vanno coniugati dunque, ma con rito civile. Sono cose che lasciano il tempo che trovano, anche se ci si ritrova solo dopo tanto tempo. Infatti, come in uno spicchio, ci si guarda intorno a pezzi. Il mandarino non è cinese ma se è mandarancio io non mi arrangio. Un vecchio film diceva: per favore non mordermi quel pollo. E anche sei fai una figuraccia inizia a tacchinare alzando i tacchi, che magari non sono 12, ma forse qualcosa in meno. A una donna che mi chiedeva se io mi gustassi il sesso ho detto: "Io ti salerò!". Anche se la nostra storia era senza pepe ormai, condito o senza, il nostro rapporto era di fatto nato..corto. Guardo troppi fim: L’impanatura è completata: Non ci resta che friggere! Un interrato di fresco: Il grande semifreddo. Che razza di pollo mi ha dato il macellaio? E’ troppo grosso per cuocerlo tutto insieme: I tre forni del condor!. Mi sa che ho visto troppi stupidi film anche se mi sento molto cieco! E' stato proprio un polpo basso, anche se interessante. Chi rompe paga, e le cozze sono sue, soprattutto se sono troppo brutte. Perchè dunque rifarsi una vita, e non rifarsi una morte? Sono cose che potremmo pensare qualora avessimo un cervello. Ma materia grigia e lo studente bigia, la scuola gestita dal ministro della d...istruzione, i corsi di laura, che forse non c'è, è andata via, e anche se Marco se ne è andato e non ritorna più, a volte ritornano. Anche i conti tornano. E quando tornano, potrebbero anche smetterla, perchè sono quarti ma senza nobilità. La Vispa Teresa o hai visto Teresa? I dubbi certi non lasciano campo alle incertezze. Perchè solo quando vivono nel fiume asciutto della tempesta di sabbia, annaspano, fanno e disfano e si dipanano. Dacci oggi il nostro pane quotidiano, o la nostra pena quotidiana per quanto costa il pane che ci da solo pene. E' aumentata la frutta anche se tutto ciò è frutto di un dare avere di alcune pere. Solo pere forse, ma nemmeno tanto perchè mela dai, che ce la fai, se no, semmai, chissà cosa fai. Sembrano discorsi assurdi, e sicuramente lo sono, ma non c'è peggior sardo di chi non vuole annaspare. Piove solo se il governo è ladro e c'è il record di precipitazioni, dal balcone del terzo piano. Ho visto la luce, meno male hai visto che tasse? E se il tasso si alza, perchè va sotto terra? L'Iva aumenta, ma anche l'Eva mica scende di molto! Il consiglio dei ministri è come il coniglio dei ministri, ma non esce dal cappello del mago! Sul banco degli impuniti ci sono i nostri parlamentari, e non mi parlate di decadenza, ma date un dieci ad Enza che con mille euro è arrivata a fine mese. Si vive come si può, si fa quel che si può, si salvi chi può, poropopoppò! Aiutaci tu, che non paghi i contributi alla serva oscura. Abbiamo nuove prove? Proviamole? E se non provole? Provoliamole!!!!! Baciamo le mani, senza dubbio, anche se non siamo feticisti. Almeno così su due piedi. Il terremoto arriverà e la terra tremerà, o tre merdà! Era giusto per fare rima! Ci rivolgiamo a Rocco, ma solo se ricco, e non racchio. Ma questa è un'altra storia. Alan Panassiti
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...è arrivato il grande freddo, una cosa che si ripete, puntuale, ogni stagione e puntualmente si parla di ondate di gelo, di record ecc. ecc. E' un periodo lavorativamente impegnativo per me, per fortuna, anche se è la qualità stessa del lavoro a non essere più la stessa. Colpa della crisi? Forse. E anche di chi cerca di approfittarsene. Mi rendo conto che siamo in un periodo storicamente drammatico, mai visto prima, ma credo che il lavoro possa essere comunque retribuito e vissuto qualitativamente meglio. Siamo labili: questo è il pensiero di oggi. Tendiamo a giudicare? Forse. Ma quando abbiamo un opionione, che è diversa rispetto a un giudizio ma che allo stesso tempo lo presuppone (anche se di merito), se non accettata scoppia la rivolta. E le persone si allontanano dimenticando quello che magari può essere importante, le parole dette e i fatti ad esse seguite. Insomma siamo labili. Non c'è più voglia di soffrire in questo mondo, ne di lottare per mantenere un qualcosa. E si cade anche nella contraddizione in termini quando ci si oppone a una idea che viene esposta. Insomma, dobbiamo pensare di riuscire sempre ad assecondare gli altri o magari possiamo esprimere una idea diversa? Questo tema sarà affrontato nei miei prossimi post. Alan |
Non è destra ne sinistra. Dobbiamo veramente mandare via tutta questa feccia. Ennesimo incapace frutto di una sinistra salottiera e strafottente che ha flirtato con Berlusconi per 20 anni, nonostante le parole di facciata. Al primo posto del suo programma politico "I matrimoni gay". Una emergenza sociale fondamentale l'unione omosessuale, che potrebbe cambiare le sorti di un paese economicamente distrutto in cui tutto va a puttane e tutti vanno a puttane (o quasi). Bugie e inchieste anche su di lui, truffe e imbrogli. Questo il nuovo che avanza? Anche no! Eravamo in piazza a Milano quando, con l'ennessimo tentativo di suicidio della sinistra, disse, ad elezione di Pisapia avvenuta: "Abbracciamo i nostri fratelli Rom". Cadde il gelo nella piazza, l'entusiasmo si raffreddò ma per fortuna ormai Pisapia aveva vinto (per fortuna?). Vendola che pontifica dalla regione Puglia come il sommo salvatore di un paese in declino, costituendo l'ennesima stortura a sinistra. Opponendosi a tutti a casaccio. Sinistra Ecologia e libertà? Sinistra? forse la mano che arraffa e distribuisce poltrone. Ecologia: quando conviene se no si fa morire la gente con l'Ilva. Libertà? Si attualmente Vendola non è in galera... Questo è Nichi Vendola, attenzione! Il nuovo che avanza...o mio Dio! Sembra estremamente vecchio...
L'articolo del FATTO QUOTIDIANO del 16 Novembre La telefonata di Nichi Vendola è tremenda, moralmente tremenda, perché testimonia quel rapporto amicale e quasi complice tra politici (anche i più stimabili) e potenti (anche i meno presentabili). Le risate, le promesse, l’arroganza. E il totale disprezzo per i giornalisti liberi. Era già nota parte del testo, ma ascoltare quella voce fa un altro effetto. Un effetto terribile. Se possibile la difesa di Vendola, e dei suoi quattro o cinque fanboy, è persino peggiore: non se la prendono con se stessi, ma con chi ha pubblicato l’audio di quella telefonata. Come se la colpa morale non risiedesse in ciò che è stato detto, ma nell’averlo reso noto. A chi scrive che “così il Fatto fa il gioco della destra”, è facile replicare che i giornali non devono porsi il dubbio se una notizia (vera) giovi a Tizio o a Caio (il famoso “cui prodest“): devono semplicemente dare la notizia (vera). Anche se riguarda un politico che si stima(va). Ai finti smemorati che ripartono con la litania del “Fate il gioco di Grillo”, pare giusto ricordare che Grillo e Casaleggio, previo post del primo Galeazzone Ciano incontrato per strada, hanno provato a sfanculare il Fatto giusto un mese fa, scivolando peraltro in una delle loro peggiori bucce di banane. Il Fatto fa informazione e denuncia tutto ciò che scopre. La cacciata di Tavolazzi dal Movimento 5 Stelle, per esempio, la dette proprioIlfatto.it. E certo Grillo, e più ancora Casaleggio, non ne furono felici. Gli eterni detrattori si mettano l’animo in pace: siamo un giornale libero e l’unico padrone che abbiamo è la Costituzione. Per questo siamo così amati e per questo generiamo un tale rosicamento (peraltro molto divertente da leggere). Occorrerebbe smettere di ragionare da tifosi e imparare a essere esigenti anzitutto con chi sembrava meritare la nostra fiducia. Vendola è politicamente e moralmente indifendibile. Se quella telefonata avesse riguardato Berlusconi, Vendola si sarebbe incatenato in piazza chiedendone (giustamente) la cacciata. Se avesse riguardato Grillo, stampa e tivù italiane ne avrebbero come minimo chiesto l’ergastolo. I primi arrabbiati dovrebbero essere proprio gli elettori di Sel, perché se è vero che mai Vendola ha riso dei tumori (ci mancava solo questo), è altrettanto vero che i toni di quel colloquio sono oltremodo deludenti e fastidiosi: pressoché inascoltabili. Lo è il definire “provocatore” un giornalista libero, lo è sghignazzare per la violenza di un potente che strappa il microfono dalle mani di un cronista, lo è il promettere a Riva che “il Presidente non si defila”: invece di supercazzolare arrampicandosi sugli specchi, il Caro Compagno Leader Nichi chieda scusa e si dimetta. Ora, anzi ieri. A me il suicidio di Vendola non fa piacere: fa incazzare. Certi toni, da certe persone, me li aspetto. Da Vendola – per quanto mai suo elettore – non me li sarei voluti aspettare. E questo suo lamentare complotti e macchine del fango, come un Berlusconino qualsiasi, mette malinconia. Come ha qui scritto Peter Gomez: “Per tutto il pomeriggio lo avevamo cercato in più colleghi telefonandogli, inviando sms e parlando con il suo entourage. Volevamo dargli la possibilità di replicare e avevamo pensato di chiedergli se, alla luce di quanto è accaduto a Taranto, non si fosse pentito dei suoi comportamenti. Vendola non ha risposto, né richiamato. Oggi però querela. E la sua replica, arrogante, dice tutto. Meglio così. Ci vedremo in tribunale. Ne siamo felici”. E come ha scritto Massimo Gramellini: “Il bubbone italiano è tutto in questa danza che i potenti ballano tra loro, in questa confusione continua di ruoli che non sempre configura dei reati, ma instaura comunque un clima complice, un circuito chiuso al cui interno si consuma lo scambio dei privilegi e dei favori. Chi è fuori dai giochi vi assiste con rabbia o con invidia, a seconda dei gusti e del carattere. È un bubbone incurabile. Si può soltanto estirpare, sostituendo radicalmente la classe dirigente e fissando regole che ne prevedano il ricambio totale ogni dieci anni. Prima che si formi il nuovo bubbone. Non è detto che chi arriva sia migliore di chi se ne va. Ma il salto nel torrente è preferibile a questa pappa in cui ormai si può solo affogare”. E’ davvero tempo di cambiare tutto, possibilmente con un ricambio autentico (dunque drastico) e non con l’avanzata dei giovani vecchi alla Orfini o Alfano (non basta avere 40 anni per essere meritevoli). Vendola poteva migliorare la politica. Ci ha provato, non c’è riuscito. La telefonata con Archinà sta a Vendola come l’inchiesta di Report (peraltro non impeccabile, a voler essere eufemistici) su Di Pietro. Si regali una degna uscita di scena: si dimetta. E lasci spazio a chi, per esempio Claudio Fava o Giorgio Airaudo, certe risate (e certe promesse) mai le ha fatte. O così è lecito sperare. P.S. Se poi Maurizio Landini, e magari Stefano Rodotà, e magari anche Pippo Civati provassero a costruire davvero un polo credibile di sinistra, giusto per fronteggiare l’eterno inciucio e per rinforzare (e dunque aiutare) quel blocco di autentica opposizione che è ormai sola esclusiva del Movimento 5 Stelle, male non sarebbe. |
Inviato da: cassetta2
il 27/07/2019 alle 11:53
Inviato da: aldogiorno
il 28/04/2018 alle 17:24
Inviato da: vita1954c
il 07/04/2018 alle 03:12
Inviato da: aldogiorno
il 25/12/2017 alle 10:03
Inviato da: lab79
il 19/11/2017 alle 01:41