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Una storia romana

Post n°15 pubblicato il 30 Agosto 2009 da fantastikalbi
 
Foto di fantastikalbi

 

 

Albi di Fantastika

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Le Storie di Dante Milani

 

 

Una Storia romana

racconto fantastico di

Salvo Gagliardo

 

Primo episodio

 

 

 

Pioveva su Roma, sotto un cielo grigio ed invernale, quel pomeriggio di sabato, sulle strade intasate di traffico che portavano al Cimitero comunale, dove accanto ad una cappella di una certa pretesa architettonica e vicino ad una fossa ancora aperta, un gruppo di persone in mesta riunione ascoltava sotto qualche ombrello, le parole di un prete, che piccolo ed a capo scoperto leggeva ad alta voce da un libro di preghiere davanti ad una cassa di legno lucido elegantemente rifinita, ancora sospesa nel vuoto, e pronta ad essere calata e ricoperta di terra. Don Luigi Terzari era il vecchio parroco della chiesa di Santo Stefano in Monte, un piccolo edificio barocco che alzava il suo prospetto sul  Corso d’ Italia all’ altezza di Porta Salaria.  In questa piccola chiesa deliziosa, quasi cancellata dal verde di villa borghese, due anni prima, il dottor Mario Lorenzi e la signorina Laura Stella si erano felicemente sposati. Ora la povera Laura stava scendendo nella fossa e Mario singhiozzava accanto ad una colonna, con il vento gelido che gli tagliava la  faccia e gocce di pioggia che cadevano insistentemente  sulle tombe. Il fattaccio era successo venerdì, il giorno prima, alle undici nel quartiere Prati. Laura Lorenzi aveva posteggiato la sua Morris verde pastello, e a piedi stava attraversando il viale Giulio Cesare per arrivare da una amica che abitava in uno di quei palazzi. Riuscì ad evitare agilmente   un’ auto che le era venuta addosso, ma non la seconda che la investì violentemente. Il suo bel corpo, inguainato in un impermeabile nero e molto elegante, era volato via, la sua chioma di uno splendido castano dorato si era aperta, il suo corpo sensuale ma non volgare era sempre perfettamente in ordine e sempre ben vestito. La sua faccia resa luminosa da un accurato make up si era contratta,i suoi grandi occhi azzurri, colti da stupore, avevano cercato qualcosa, forse di fermare un ricordo. Poi era precipitata giù, inerte come un sacco, rimbalzando una sola volta sull’ asfalto inzaccherato. E sistemandosi a terra disordinatamente. I primi a soccorrerla colsero un suo ultimo respiro, un rantolo, videro la luce della vita fuggire dai suoi occhi, e un rivolo di sangue uscire dalla bocca. Mario più tardi la vide raccolta e meno aperta alla morbosa curiosità della gente

La notizia era corsa velocemente sui media, come quella del matrimonio di due anni prima. Mario Lorenzi, alto funzionario degli Uffici Esteri alla Farnesina, e addetto plenipotenziario ai rapporti con la Santa Sede, si era unito a Laura Stella il cui volto immagine splendeva sulle più importanti e lette  riviste di alta moda. Laura aveva subito dichiarato di volere rinunciare alla sua carriera di indossatrice  per aiutare il lavoro del marito alla Farnesina. L’ Espresso e Famiglia Cristiana ne  avevano riportato la notizia. Di certo Laura era la donna che molti avrebbero sognato di  sposare, alta, atletica, slanciata con il corpo robusto e con la chioma castana fluente e quasi bionda, e gli occhi di un intenso azzurro sognante.

A due anni dal matrimonio Laura Lorenzi sembrava uscita come per magia da una delle pagine  delle grandi riviste di moda. Le sue borse e i suoi abiti erano sempre firmati. Ed era lei che gli sceglieva sempre le cravatte e i foulard, o una nuova linea di profumo. Non avevano figli e lui non se la sentiva ancora di averne. Mario non era nato con il pallino della diplomazia, era figlio di un professore di liceo, e di una insegnate di scuole medie. Teresa Lorenzi non era venuta al funerale della nuora perché si era sentita improvvisamente male. Mario aveva frequentato l’ Istituto dei Salesiani in via della Conciliazione, si era iscritto in scienze politiche e laureato all’ Università di Roma. Si era specializzato alla Columbia University a New York,  e poi in un Istituto Internazionale di Ginevra. Infine aveva vinto brillantemente  un concorso ed era entrato agli Esteri. Dove aveva fatto velocemente carriera.  Era uno dei due  giovani che se ne stavano  in disparte dal gruppo di  persone che seguivano la mesta cerimonia, quasi giunta al termine. Tutti e due a capo scoperto,  vestivano di un nero impeccabile, e portavano grossi occhiali scuri. Tutti e due della stessa statura, uno era biondo e l’ altro bruno. Biondo era il fratello di Laura, Carlo Stella, l’ altro aveva il volto provato dalla sofferenza. Carlo si avvicinò a Mario nel silenzio ovattato del cimitero, interrotto dalla pioggia che cadeva monotona sulle tombe e dalle parole solenni del prete e baciò sulla guancia il cognato che esplose in un irrefrenabile pianto,mentre la cassa scendeva sotto terra e una lastra di granito e marmo le veniva posta di sopra. Mario aveva voluto che sulla lastra vi fosse incassata una delle più belle foto di lei. Aveva pagato un occhio della testa  perché venisse realizzata in una particolare foto impressione che l’ avrebbe resa inattaccabile dal tempo.

 

……..La storia continua.

 

 

 

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