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Albi di Fantastica
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Le sette porte del sogno
racconto filosofico fantastico
di Salvo Gagliardo
Shall Gallardo è misteriosamente scomparso da Palermo, la sua città natale. Scomparso. Vanificatosi nel nulla! Nessuno di noi del Piccolo Gruppo sa dove sia finito. E penso nessun altro, né in città, né in qualsiasi altro luogo della Terra. In questa storia mi chiamo Giorgio, ma non rivelerò il mio vero nome, né di Shall G. dirò la sua vera identità. Scrittore del fantastico e ricercatore dell’ insolito, Gallardo è abbastanza noto come lo scrittore de Il Dio di Ghiaccio,Una Storia Transilvana e Supernova 1973. In queste brevi note mi sforzerò di raccontarvi qualche episodio singolare della vita di quell’ uomo strano e straordinario la cui mente è stata così dolorosamente toccata, e che ci ha lasciato opere dominate da un’ accesa fantasia e dall’ intenso bisogno di superare i limiti dell’ umano. Barocco Siciliano, Labirinti, Mistero Marziano, L’ Alchimista, lo stanno a dimostrare, e sono noti i suoi due complessi saggi fantastici : La macchina del tempo e Le Sette Porte del Sogno, quest’ ultimo lasciato incompiuto e pubblicato postumo. Shall manca da dieci anni, ed io non abito più a Palermo, essendomi trasferito a Milano, la città dei miei genitori, dove ho il mio lavoro, la mia famiglia ed una casa spaziosa. Ma il destino e le coincidenze hanno voluto che molti anni li abbia trascorsi in quella meravigliosa città del sud e che vivessi fianco a fianco del mio amico scrittore, con cui ho condiviso stranamente la data di nascita, il mese e l’ anno e persino una certa somiglianza fisica. I giornali che a suo tempo si sono occupati della sua scomparsa, hanno diffuso per scherzo, per gioco, o anche per verità, certe strane ipotesi che noi del Piccolo Gruppo avevamo discusso nelle nostre lunghe serate conviviali, nelle terrazze, nei giardini e negli abbaini delle nostre case, sotto le stelle ed al chiaro di luna, o davanti ad un caminetto scoppiettante, fra bicchieri ed avanzi di pasto, con i posacenere stracolmi di cicche ed un long play di Mozart sul piatto del nostro giradischi ad alta fedeltà. Spesso mi capita di rileggere i suoi romanzi migliori e sento una grande nostalgia dentro, e mi pento della nostra graffiante ironia, anche se allora noi tutti cercavamo di riportare Shall G., come ormai affettuosamente lo chiamavamo, dentro coordinate più sane e realistiche.
Le sue singolari ricerche nelle biblioteche di Palermo ne avevano fatto una figura nota ed inconfondibile: alto, dinoccolato, magro, con i capelli castani che cadevano a ciuffi sulla fronte arcuata, ed i sottili baffetti che si era fatti crescere negli ultimi tempi quando aveva cominciato a portare gli occhiali con la montatura metallica, gli abiti trascurati e l’ aria perennemente svagata e distratta. Era nato in una casa nei pressi del teatro Politeama, vicino ad una chiesa valdese, col mare azzurro ed il porto che si scorgevano dagli ampi balconi; e vi era rimasto per il resto della sua esistenza. Era una bella casa spaziosa e ricca, e per noi del Piccolo Gruppo quasi mitica; io abitavo non lontano, nel vecchio quartiere di Corso Scinà, nell’ antico Borgo di Santa Lucia. Ma per tutti noi fu mitica anche un’ altra sua dimora, quella materna, una vecchia casa di paese a Borghetto sul Monte, un piccolo comune a 500 metri di altezza, distante qualche chilometro dalla città. Shall l’ andava ad abitare quando voleva isolarsi dallo stress cittadino o doveva scrivere le ultime pagine di qualche suo strano lavoro. << Ritiri igienici>>, li chiamava. Era un fabbricato di paese a tre piani, anch’esso stracolmo di libri, con una grande voliera piena di uccelli, tre tartarughe, un grosso gatto persiano, dal nome orientale Chang, ed una cantina con dei vini scelti, Shall beveva solo vini siciliani doc, aveva una vera passione per il Marsala ghiacciato, ma avvolte preferiva anche dello cherry rosso e molto intenso , e per inciso ricordo qui la sua predilezione per i buoni sigari che spesso comprava presso la tabaccheria <> di via Dante. Ricordo anche che nella sua cantina di paese, aveva attrezzato un’ autentica sala cinematografica dove si godeva la sua ricchissima videoteca di opere fantastiche e di fantascienza, ed avvolte invitava gente del posto a vedere i film, pochissimi, di cui aveva scritto la sceneggiatura, come la storia di androidi marziani Rosen & C. di un regista palermitano, non ricordo il nome. Ma ricorderò sempre i fantastici e magici inverni di Borghetto sul Monte sotto la neve, come quello di un lontano e strano Natale.
Gallardo essendo un ricercatore di fantastico, di lui si parlò sui giornali come di un nuovo Charles Fort, il singolare collezionista americano di fatti insoliti. Di sicuro gli era molto simile, ma era simile anche ad Ambroce Bierce, anche lui scomparso misteriosamente in Messico, al grande Edgar Allan Poe,e forse a Lord Dunsany, ma di certo apparteneva alla ristretta famiglia dei Lovecraft, l’ idolo di tutta la sua vita.
Condusse approfonditi studi sul vampirismo, sui sogni e su uno strano e singolare colore dello spettro che lui stesso chiamava la <>, o più bizzarramente <> e di cui si sapeva pochissimo. A questo proposito ricordo che aveva cercato di coinvolgere nella sua idea l’ intero universo scientifico palermitano che si occupava di fisica della luce, allora Shall stava componendo il suo strano romanzo L’ Isola del Serpente. Ma d’altronde le ipotesi fantastiche che furono fatte per spiegarne la scomparsa rientravano nel personaggio, ossia nel gioco di atmosfere e di climax che circondava la sua figura e che riverberava per intero su tutti noi. Gallardo aveva cominciato a far parlare di sé dopo che la Francia gli aveva pubblicato un lungo romanzo, Claire de Lune , e gli aveva assegnato l’ ambito premio di fantascienza Jules Verne. Fu allora che, noi del Piccolo Gruppo cominciammo a considerare più seriamente le sue ostinate ricerche di antichissimi documenti che parlavano di strane macchine del tempo, e del modo con cui si poteva viaggiare dentro ai propri sogni, un’ idea fantastica che , come dopo mi disse, aveva letto nel Libro Tibetano dei Morti. Ma presto divenne interesse dei giornali la notizia della presenza in città, nel polveroso deposito di qualche vetusta biblioteca, di un remotissimo libro esoterico, forse risalente all’ età alessandrina , o forse ancora più antico, e che portava il singolare titolo di Le Sette Porte dei Sogni. Come lui stesso ci raccontò, Gallardo pensava che il manoscritto si dovesse trovare nel Convento dei benedettini di San Martino, tuffato in una splendida pineta boscosa fuori Palermo. Noi tutti sapevamo che Shall G. vi era di casa, e lo sapeva di certo frate Simplicio che lo riceveva spesso fra le sue vecchie mura.
Noi del Piccolo Gruppo sottoponevamo spesso ad una critica selvaggia e ad una graffiante ironia ciò che quella mente vulcanica andava elaborando, e tutto sommato questo era un modo per non lasciarci travolgere dalla sua indubbia << singolarità>>, da quell’ autentico buco nero che fu il nostro caro amico. Erano noti ai giornali i suoi vari ricoveri psichiatrici ed i suoi molteplici problemi con gli strizzacervelli del posto. La psichiatra Laura Bonelli , da tempo sua amica, il dottor Sandro Belmonte della clinica Solaris, Mirella Fiore, Attilio, Beppe, Luca, e Rosellina Bayardi , ed io, formavamo il Piccolo Gruppo. Per quanto mi riguarda dirò subito che per carattere sono molto diverso dal mio amico scrittore. Ma come tutti gli altri subii l’ irresistibile fascino della sua personalità, e continuai a subirlo dopo che i mie studi mi portarono ad iscrivermi alla solida facoltà di Economia e Commercio. Fino ad allora io e Shall avevamo frequentato le stesse scuole, ma lui continuò a marciare per la sua strada che lo portò alla pubblicazione del suo primo libro. Si trattava di un gustoso ed informato saggio sui costumi celtici dei paladini di Francia nella Sicilia normanna. Subito fece seguito una sua accurata e ragionata bibliografia sui libri fantastici ed esoterici che aveva compulsato per anni nelle biblioteche della città, e che titolò significativamente e con una certa ironia, Diari di una Follia. Il suo contatto con lo scrittore californiano Ben Hershell, best seller mondiale della letteratura fantastica ed horror, e con lo scrittore siciliano dell’ insolito, Giuseppe Majarona che aveva fatto uscire alcuni libri sul Triangolo delle Bermuda, sulla mitica Atlantide e sui misteri dell’ Antico Egitto, avevano dato nuovi orientamenti alla sua febbrile curiosità intellettuale. Hershell fu suo ospite, per due mesi, nella sua vecchia casa a Borghetto sul Monte. E poi giunsero gli UFO e la complessa storia degli Alieni, una passione che non tutti noi dividevamo con lui. Quando Shall G. scomparve, diversi giornali scrissero alcuni con ironia, che Gallardo era stato rapito dagli UFO. Ed in effetti, noi che eravamo andati a spulciare nelle emeroteche della città, trovammo brevi trafiletti su avvistamenti di strane sfere luminose, e di altri oggetti singolari, nei cieli di Palermo, e proprio in quei giorni. Devo qui aggiungere che alcuni di noi del Piccolo Gruppo assieme al nostro amico, e col nostro pulmino di lavoro, eravamo andati assai spesso in giro per la città a caccia di stranezze, ed anche fuori. Soprattutto Luca Normanno ed Attilio Luciani che era il nostro fotografo.
Ed arriviamo alla Società degli Astrofili, Astra, che possiede un piccolo Osservatorio amatoriale sulle colline fra Monreale e Palermo, e la cui sede si trova a Piazza Indipendenza. Ma prima parlerò di quella straordinaria e magica notte di Natale che tutti noi del Piccolo Gruppo passammo con Shall G. al Monastero dei Frati della Passione sopra Borghetto sul Monte.
Non so cosa fossero quegli strani globi luminosi che apparvero di sera fra le montagne, lassopra dove ci aveva condotto. Ovunque c’ era la neve, ed all’ improvviso le luci di tutto il paese e di Partenice a Valle che si trova più in basso , si spensero quasi a comando. E tutti noi le vedemmo, le sfere o qualsiasi cosa esse fossero. Più tardi Nicola e Beppe ironizzarono sulle nostre facoltà di suscitare allucinazioni collettive. Ma sono sicuro che quella non era stata un’ allucinazione. I frati del convento d’ altronde ci dissero che altre volte avevano visto qualcosa, ma stranamente Shall in silenzio sembrava assistere ad uno spettacolo di cui forse era il solo regista.
…….la storia continua.
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Aggiunta del 9 settembre 2009. Ieri è morto un uomo che penso sia stato grande, Mike Bongiorno. Un caro ricordo da Fantastikalbi e da me. Salvo Gagliardo.
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