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Sally mi ha lasciato...la mia dolce cagnetta

Post n°84 pubblicato il 17 Settembre 2010 da alex105milano
 
Foto di alex105milano

"Sally era una bellissima cagnetta, una meticcia, dal pelo morbido e di color crema, taglia media e grandi occhioni...l'avevo raccolta dalla strada nell'agosto dello scorso anno"...

Avevo raggiunto casa dopo il lavoro e mi ero subito precipitato in cucina per preparare la cena di Sally, la mia dolce cagnetta.
Quella sera, martedi 14 settembre scorso, avevo fatto un po' tardi, erano le 20.30 circa, e dovevo preparare da mangiare alla mia cagnetta gravemente malata.
Lei aveva i suoi tempi doveva prendere dei medicinali e non potevo ritardare la loro somministrazione, prima del pasto.
Negli ultimi giorni la sua malattia le aveva peggiorato il suo quadro clinico e il cane soffriva tanto. Così, d'accordo con mia moglie, avevo deciso per la sua soppressione. Volevamo porre fine alle sue sofferenze e stavamo tentando di superare il nostro dolore per questa decisione grave ed estrema, supportati dal notro veterinario che, da dottore coscienzioso e onesto, ci aveva convinti che la soluzione per porre fine alle sofferenze di Sally, l'unica, era di ricorrere all'eutanasia. Ci stavamo convincendo che dovevamo mettere da parte il nostro egoismo e offrire a Sally una prova d'amore, ponendo fine alle sue sofferenze. Ma ci saremmo riusciti? Avevo chiamato telefonicamente il dottore e avevo prenotato per oggi, venerdi 17 settembre, la procedura per porre fine alle sofferenze di Sally, ovvero la sua soppressione.
Lunedi 13 settembre alle ore 10.00 chiamo il dottore e prenoto. Dopo aver riposto la cornetta del telefono, mi sono ritrovato gli occhi pieni di lacrime. Ora, seduto sul divano, lo stesso sul quale più volte avevo giocato con Sally, ero scoppiato in un pianto immenso e doloroso. Come potevo, io che l'amavo tanto, tradirla e accompagnarla all'appuntamento con la sua morte?
Mi sembrava di essere nel "braccio della morte" di un lugubre penitenziario e di dover vestire i panni della guardia che attendeva il giorno e l'ora in cui avrebbe prelevato il condannato a morte, Sally in questo caso, e accompagnato verso la camera a gas per la sua soppressione. Stavo male, ma purtroppo la cosa andava fatta. Abbiamo pianto tanto, per tutto il giorno, io e mia moglie. Preparavo le sue ultime pappette e piangevo, pensando che Sally doveva morire. Che situazione brutta. Che dolore, che angoscia.
Mentre lei mangiava, le accarezzavo il capo, la guardavo nei suoi grossi occhioni e piangendo dicevo a me stesso: "Perdonami Sally, ti prego, perdonami per quello che sto facendo".
Alle ore 14.30 di lunedi 13 settembre, mi reco nella stanza dove Sally riposava. Lei era sul balcone, se ne stava buona buona...era sdraiata per terra come una sfinge...stava guardando fuori dalla ringhiera e osservava la campagna sottostante, piena di ulivi. C'era un bel sole e sull'orizzonte il mare, una tavola, luccicava sotto i raggi del sole.
Sally era bellissima, il suo faccino era dolcissimo, ma i suoi occhi erano tristi. A un certo punto le ho visto scendere una lacrima dall'occhio destro. Ora mi stava osservando, aveva notato le mie mani stringere la sua ciotola, ma non aveva reagito ed era rimasta ferma, al centro della stanza, immobile e intristita.
La cosa mi aveva preoccupato perché, solitamente, si sarebbe alzata e sarebbe venuta da me cercando la sua pappa. Decisi di chiamarla verso di me e solo allora, con fatica, si sollevò sulle zampe e mi raggiunse al centro della stanza.
Mi inclinai verso di lei, le presi il musetto fra le mani e la baciai sul capo...allora lei cominciò a scodinzolare freneticamente e a strusciare la testa sulla mia gamba destra, adesso voleva la pappa.
Posi la ciotola sul tavolinetto, in alto, e lei sollevandosi sulle zampe posteriori, appoggiò quelle anteriori sul piano del tavolino e avvicinatasi alla ciotola cominciò freneticamente a mangiare e, ogni tanto, si girava a guardarmi soddisfatta.
Dunque, Sally era affetta dalla patologia del megaesofago, una grave malformazione dell'esofago che le impediva di ingoiare completamente i pasti. In pratica, l'esofago è interessato da una diffusa dilatazione con ridotta o assente funzione motoria. E l'unica terapia efficace è alimentare il cane dall'alto.
La conseguenza più evidente di questa patologia era il dimagrimento del cane che continuava a perdere peso.
Sally era costretta a mangiare in posizione eretta, cioè dall'alto, appoggiandosi sulle zampe posteriori e aiutandosi con quelle anteriori poggiate sul piano del tavolinetto dell'altezza di circa 80 cm..
A volte la reggevo per non farla stancare. Subito dopo aver mangiato, la prendevo in braccio e la tenevo sulle mie gambe, stando seduto su di una sedia e cercando di sorreggerla in maniera tale da farle assumere una posizione eretta. Tutto ciò per 15 minuti circa. Era il tempo necessario, dopo ogni pasto, per permetterle di ingerire completamente tutto il pasto ed evitare, così, i conati di vomito. La stessa procedura quando beveva. Tutto ciò per tre volte al giorno, tutti i giorni.A volte, però, c'erano dei momenti in cui anche tale procedura non riusciva ad evitare i rigurgiti e le crisi di vomito.
Erano scene bruttissime in cui il cane si dimenava e cercava di divincolarsi dal mio abbraccio e dalla mia presa, ma dovevo insistere per non farle rigurgitare l'intero pasto. Lei aveva bisogno urgente di assimilare il cibo che mangiava per prendere peso, altrimenti...
Ma Sally continuava ad avere le crisi, malgrado il mio impegno nell'utilizzare quella tecnica, di cui sopra, per la sua alimentazione. Ma ritornando al primo pomeriggio di quel lunedi 13 settembre, il pranzo andò bene e Sally, subito dopo si sdraiò per terra, standosene sul balcone, e si addormentò. Non avrei mai immaginato che il giorno dopo sarebbe morta.
Nel frattempo cresceva in me l'ansia e la paura per il momento che stava sopraggiungendo, e cioè oggi, quando alle ore 17.45 circa avrei posto fine alla sua vita tramite la soppressione assistita che le sarebbe stata procurata dal mio medico veterinario. C'erano dei momenti in cui piangevo e tremavo, non avevo il coraggio di accompagnarla dal dottore. Stavo male, ero angosciato, demoralizzato, addolorato e pensai di chiedere aiuto a mio genero. Così gli chiesi di occuparsene lui. Fabio, questo il nome, accettò, sia pur con grandissimo dispiacere, e mi confermò la sua disponibilità
Non ce la facevo, non potevo e non me la sentivo di accompagnare Sally al suo appuntamento con la morte. Stavo male, molto male.
La sera di quel lunedi, come tutte le sere, me ne stavo con lei sul balcone seduto per terra, dopo la pappetta, e la coccolavo a lungo. Allora Sally si distendeva sul fianco sinistro e si allungava tutta, poggiando la sua zampa destra sulle mie gambe e così socchiudeva gli occhi e se ne stava tutta tranquilla e rilassata, ora respirava con meno affanno. Era dolcissima.
L'accarezzavo e la baciavo sul dorso, accarezzandole il pelo mordibo. Non sapevo che quella sarebbe stata la sua ultima sera trascorsa con me, l'ultima da viva.
Il giorno dopo, a pranzo, dopo la consueta procedura per alimentarla, la presi in braccio come sempre e cominciai a coccolarla. Sally se ne stava buona e mentre l'abbracciai sentii il suo faccino poggiarsi sulla mia guancia sinistra e sentii una lacrima sgorgarle dall'occhio. Comincia a piangere, sentivo che Sally non stava bene...continuavo ad accarezzarle il pelo e avevo tanta rabbia dentro di me per quel maledetto male che me la stava portando via, facendola soffrire tanto. Mi sentivo perso.
Realizzai che, forse, la mia decisione di farla sopprimere dal veterinario sarebbe stata la cosa più giusta da fare. Ma nello stesso tempo non volevo. Ero confuso, amareggiato e arrabbiato...
L'adagiai per terra, vicino la sua bella cuccia, e le accarezzai il capo. Sally mi guardò e si sdraiò sul fianco lasciando poggiare il capo sul tappetino di moquette che avevo sistemato accanto alla cuccia. I suoi occhi erano tristi. Le mandai un baio volante e la salutai con la mano. Guadagnai l'uscita e mi allontanai per raggiungere il mio lavoro. Non avrei mai immaginato che quella sarebbe stata l'ultima volta che avrei visto Sally da viva...
Più tardi, lo stesso giorno (martedi 13 settembre), ero in cucina a preparare frettolosamente la pappetta a Sally, ero un po' in ritardo.
Alle ore 20.40 entro nella stanzetta di Sally, ma lei non c'è...La intravedo sul balcone è ancora sdraiata per terra. Allora la chiamo, ma lei non reagisce. Preoccupato mi avvicino e...la tragedia.
Sally è lì, immobile con gli occhi aperti e lo sguardo assente. Mi chino su di lei e mi accorgo subito che non respirava più. Allora la tocco e sento che, ormai, è rigida e il freddo della morte l'ha già avvolta tutta.
Mi inginocchio su di lei, le afferro il capo, la bacio sulle orecchie, l'accarezzo dolcemente e scoppio in un doloroso pianto di rabbia e di dolore immenso, tanto dolore. Poco dopo, con gli occhi pieni di lacrime e singhiozzando, avverto telefonicamente mia moglie e i miei ragazzi del triste evento. Di lì a poco mi raggiungerà tutta la famiglia. Adesso siamo tutti lì, a piangere la dipartita della nostra amatissima Sally. Mia moglie è disperata. Resteremo a tarda notte accanto a Sally, alla nostra dolcissima Sally vegliandola e piangendola...
Sally se n'è andata con grande dignità e grande compostezza...si è fatta trovare sdraiata per terra, sul fianco sinistro, come se stesse dormendo, con la bocca leggermente aperta e gli occhi socchiusi, come se si volesse addormentare...una lacrima le era fuoriuscita dall'occhio destro...ma questa volta il suo sonno sarebbe stato quello eterno...Martedi 14 settembre 2010, la data del suo decesso.
La perdita di Sally mi ha lacerato il cuore e mi lascia un immenso dolore...ma il ricordo dei bei momenti trascorsi con lei, giocando sul divano, giocando con la sua pallina da tennis o col riporto dell'osso, mi riempie di gioia e mi aiuta a ricordarla così affettuosa, dolcissima, esuberante, giocherellona e impetuosa...questo è il grande ricordo che mi resta della mia stupenda cagnetta, della mia indimenticabile e unica Sally, la mia Tatina.
L'ho seppellita l'indomani mattina sotto un grande albero di ulivo, così ogni giorno, aprendo la finestra della mia stanza, potrò guardarla, perché lei ora riposa lì, dove io posso vederla.
Quando sentirò la sua mancanza, mi basterà guardare quell'ulivo e rivederla, e così potrò sorridere sapendo che la mia Sally ora è felice, lassù, in Paradiso, lì dove salgono al Cielo tutti i cani...Sì, perché credo che i cani siano le uniche creature a salire in Paradiso, perché sono le uniche che meritano l'amore eterno e la bontà divina...
Addio Sally, ora tornerai a correre con la tua pallina, stretta fra i denti, lungo i viali dell'eternità, lì dove la luce di Dio ti illuminerà per sempre...Ti amerò per tutta la vita, mia dolce Sally. Ciao!

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