Creato da alex.canu il 28/01/2012

alessandro canu

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FRAGILE: IL TRENO DI DUCHAMP

Post n°116 pubblicato il 07 Novembre 2013 da alex.canu

 

   Domenica 3 novembre 2013, Il mio treno, proveniente da Pisa e diretto a Roma è in sosta alla stazione Ostiense per qualche minuto appena, il tempo di far scendere i passeggeri e proseguire diretti a Termini. La mostra di Duchamp, re-made in italy, alla Galleria Nazionale d'Arte Moderna è stata inaugurata da poco e mi riprometto di trascorrervi tutta la mattinata. La giornata è inondata da un sole troppo caldo, considerata la stagione, che mi fa quasi rimpiangere di non essere andato al mare. Musica da IPod con auricolari sub-woofer conficcati nelle orecchie.

   Su una banchina, due binari più in la, una giovane donna fotografa due uomini che si abbracciano virilmente. Un bambino dell'età apparente di circa 5 anni spinge un trolley giocattolo. Sulle spalle tiene uno zainetto da viaggio adatto a lui. La donna fa cenno ai due uomini di fare spazio anche al bambino quindi fotografa il gruppo. Il bambino ha i capelli biondi, come la madre, lunghi fino alle spalle. Indossa una polo rossa e un paio di jeans abbondanti. Anche gli uomini e la donna indossano un abbigliamento comodo da viaggio. Uno dei due uomini è più alto, porta i capelli cortissimi. E`leggermente stempiato e porta occhiali da vista con una pesante montatura. L'altro uomo ha capelli neri, appena macchiati di grigio e una bella barba scura, un paio di occhiali da sole gli danno un'aria giovane. La donna chiede al bambino di spingere il suo trolley e di fare ciao con la mano. Il bambino ubbidisce e spinge il suo carrello mentre agita la mano come gli ha chiesto di fare la mamma. La donna lo fotografa con evidente soddisfazione. L'uomo alto con gli occhiali da vista si avvicina al bambino e chinandosi fino alla sua altezza, lo abbraccia da dietro, la donna scatta una foto. Anche l'uomo con la barba e gli occhiali da sole, dopo una lunga insistenza della donna, si china accanto al bambino e la giovane mamma, dopo aver affidato la macchina fotografica all'uomo alto con gli occhiali da vista si china verso il bambino e lo bacia, mentre abbraccia l'uomo con la barba. Il bambino spinge quindi il suo trolley e riprende il suo gioco solitario.

   Marcel Duchamp, (28 luglio 1887 – 2 ottobre 1968), è stato un pittore, scultore e scacchista francese naturalizzato statunitense nel 1955.

   Rumore di treni in transito e altoparlanti che annunciano altri treni in arrivo e partenza in due lingue diverse: inglese e italiano. I due uomini e la donna parlano, sorridono e controllano l'ora sul grande quadrante bianco dell'orologio della stazione. L'uomo con la barba scura prende la macchina fotografica e la consegna al bambino. Gli da delle istruzioni sommarie e gli fa vedere come deve inquadrare, quindi si avvicina all'uomo alto con gli occhiali da vista, lasciando al centro uno spazio per la giovane donna che li abbraccia alla vita tutti e due sorridendo al bambino con la macchina fotografica. I tre adulti dicono cheese e sorridono a tempo. Il bambino coi capelli lunghi e biondi restituisce la macchina fotografica all'uomo alto con gli occhiali da vista e riprende a giocare col suo piccolo carrello colorato. La donna si stringe all'uomo con la barba e i capelli leggermente brizzolati, mentre l'uomo alto con gli occhiali con la pesante montatura sporge dalla manica della felpa il suo orologio da polso e controlla l'ora. La donna bionda si spinge verso il binario nella direzione dalla quale dovrebbe arrivare il suo treno. L'uomo con la barba scura e gli occhiali da sole accarezza sulla testa il bambino e gli scarmiglia dolcemente i capelli. Tutti osservano l'ora, il treno sta per giungere.

   Considerato fra i più importanti e influenti artisti del XX secolo, nella sua lunga attività si occupò di pittura attraversando le correnti del fauvismo e del cubismo. Fu animatore del dadaismo e del surrealismo e diede poi inizio all'arte concettuale, ideando il Ready-Made e l'Assemblaggio.

   Una voce maschile campionata annuncia, in arrivo sul quarto binario, il treno proveniente da Roma Termini e diretto a Genova Brignole, allontanarsi dalla linea gialla. Un'altra voce campionata, stavolta di genere femminile, avvisa i signori viaggiatori che il treno proveniente da Pisa centrale e diretto a Roma Termini è in partenza dal secondo binario, la polizia vigila costantemente sui bagagli lasciati incustoditi. L'uomo con la barba abbraccia l'uomo alto e stempiato con gli occhiali da vista, la donna li guarda entrambe e sorride. L'uomo alto stringe a se la donna con i capelli biondi e il bambino, questi si protende verso l'uomo con la barba che lo prende in braccio sorridendo. Il treno proveniente da Roma Termini e diretto a Genova Brignole tarda ad arrivare, mentre il mio comincia già a chiudere le porte. La gente sulla banchina del binario quattro inizia ad arretrare, il treno sta per arrivare. I due uomini e la donna si abbracciano, il bambino si tiene alla mano della madre.

   In occasione del centenario del primo Ready-Made creato da Duchamp, Ruota di bicicletta, 1913, la Galleria Nazionale d'Arte Moderna ha organizzato una mostra dove saranno presentati i quattordici Ready-Made donati da Arturo Schwarz al museo nel 1997, accompagnati da una selezione di importanti opere e di documenti originali, fondamentali per la comprensione del percorso duchampiano.

   Il mio treno ha appena iniziato ad avviarsi. Faccio ancora in tempo a vedere la donna sollevare la sua leggera trousse da viaggio, mentre il bambino con i capelli biondi tiene ora per mano l'uomo con la barba scura e i capelli leggermente brizzolati. L'uomo alto con gli occhiali da vista solleva il bagaglio più pesante. Il mio treno si allontana dalla stazione Ostiense, mi incollo al finestrino sporco, cerco di cogliere gli ultimi fotogrammi della scena per capire finalmente quale dei due uomini sia il padre del bambino, ma già i viaggiatori in attesa del treno iniziano ad accalcarsi sul binario quattro. Perdo completamente di vista la donna, il bambino e i due uomini con gli occhiali. Chi di loro rimarrà a terra lasciando gli altri tre? Il mio treno affronta una leggera curva che lo porta fuori dalla stazione, sento, dietro di me, il rumore dei freni metallici stridere sulle rotaie di ferro del quarto binario. Proprio ora, penso con disappunto, ancora pochi secondi soltanto e avrei saputo chi sarebbe rimasto a terra a salutare gli altri tre.

   Il progetto espositivo si concentra su lavori organici e non convenzionali, legati alla parola come formulazione del pensiero: l'arte di Duchamp si concentra sulla dissociazione tra il concetto e il titolo, perché vede nello sviluppo degli oggetti comuni la metamorfosi di un pensiero che diventa azione.

   Il diretto Pisa-Roma Termini compie il suo ultimo faticoso tratto. Dal finestrino vedo lo scheletro metallico del gasometro stagliarsi nel cielo in perenne attesa di una foto neorealista e i primi tristi condomini che stendono i panni ad asciugare direttamente sui binari dei treni frecciarossa. Passiamo a fianco di un tristissimo rudere non identificato di tempio romano. Ci sovrastano a destra le rampe tentacolari della tangenziale che taglia in due il dialogo che Alberto Sordi ha con se stesso, mentre si interroga sulla vita e sulle giuste raccomandazioni chieste ai suoi superiori, per l'imminente concorso del figlio ritardato al ministero.

   Questa esposizione vuole anche testimoniare l'influenza che Duchamp ebbe sulla scena artistica italiana quando, in seguito alle mostre personali presso la Galleria Schwarz di Milano, dal 5 giugno al 30 settembre del 1964, e a Roma presso lo spazio Gavina di via Condotti, nel giugno 1965, Duchamp diede l'occasione ad alcuni artisti italiani di entrare in contatto diretto con lui. In questa esposizione sono infatti presenti anche opere di Baj, Baruchello, Dangelo, Patella, ecc.

   E`libero? si informa una anonima signora sudata e grassa con una pesante valigia fra le mani. Non lo vede? rispondo sgarbato alla donna, che si siede risentita accanto a me. La monografia su Duchamp che tengo fra le mani mi è improvvisamente intollerabile, forse non passerò tante ore a guardare ruote di bicicletta rifatte e copia di copia di copia di orinatoi Mutt. Forse approfitterò del miracoloso ed originalissimo sole di questa giornata, penso, facendo ripartire la musica addormentata dentro il mio IPod.

 
 
 
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