Creato da giglio.alfredo il 31/03/2013
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LETTERA D'AMORE 4 di Alfredo Giglio

Post n°390 pubblicato il 13 Febbraio 2016 da giglio.alfredo
Foto di giglio.alfredo

 

 

 

Dolce Visione, ch’allegra il core mio,

come vedi, passano i giorni vuoti di dolcezza, in cui lo sgomento s’annida nell’anima smarrita, mentre il sole riscalda tanti cuori, ma non il mio che resta più gelato, votato al nulla, che s’annida dentro.

Non odo più la musica ancestrale, che dona l’armonia all’universo e parmi di vedere, d’ogni cosa, solo l’ombre scure, che più non mostrano un alito vitale.

Mi muovo lento e cerco di sentire se mai nel cuore mi sia rimasto un moto, un palpito veloce e d’anima un sospiro, ma niente vedo…. e sento solo un gelo, che mi prende nel corpo e la mente mi perfora.

Ogni speranza, ogni illusione, ogni briciola d’amore è svanita! Anche la fantasia, ch’albergava in me sì tanta grande, vacilla, insieme alla memoria, che non ha più dolci ricordi da celare e quindi muore.

Unica consolazione a me rimane, solo il pensiero, che va, ad ogni istante del dì, verso di te, ch’ormai alimenti tutti i sogni miei, che erano freddi e privi di calore e d’ardimento.

Forse meglio sarebbe stato che gli occhi miei, che lacrime non hanno ormai da tempo, non avessero mirato il tuo fulgore, né la grazia del corpo tuo, né l’eleganza, né la dolcezza della tua voce o la fragranza che da te sorge e brilla, più che luce d’un corpo celeste, nella volta trapunta di luminose stelle.

Della pena che mi pervade e m’annienta nelle membra ormai svogliate, a me non cale, ch’avvezzo è l’animo mio all’intimo dolore, provato ai patimenti d’amore, ma quel che più mi preme è la speranza che si ridesti in te quel sentimento, che non sia di compassione, che ti conduca alla fiducia e alla visione del voler mio, che tende a dolci carezze, sfiorate con le dita sul seducente seno, turgido e voglioso, prima ch’il tempo avaro non lo riduca flaccido e cadente, o a baci, dolci come il miele, del labbro tuo soave, che par che celi la voluttà d’un petalo di rosa.

Come sarebbe bello ricordare tutti quegli attimi in cui le tue mani, delicate e fresche, avrebbero potuto accarezzare il volto mio.. o le mie carezze sulla tua pelle, liscia come seta e morbida come di velluto, che manda all’anima sorpresa tutto l’incanto, che vien dal tuo profumo, che dalle narici arriva a risvegliare il mio cuore intorpidito.

Io resto muto in attesa degli eventi ed immerso vieppiù nella speranza  di non morire con la voglia, che mi brucia dentro, d’aver da te un segno d’amor, che sia amor di donna, bella e generosa.

Termino i miei lamenti che t’arrecan  noia e vado con la mente al sogno e all’illusioni, che siano preludio al godimento, più che a delusioni nell’intimo cocenti.  

Tuo per sempre   Al

 

 

 

 
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