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CRISI DELLA CRITICA E DELLA POESIA a cura di ALFREDO GIGLIO

Post n°324 pubblicato il 22 Settembre 2014 da giglio.alfredo

 

CRISI DELLA CRITICA E DELLA POESIA

 a cura di Alfredo Giglio ©

 

 

Essere un buon critico oggi è difficile, poiché viviamo in un pantano ove sono, da tempo, annegati valori autentici di sensibilità e di cultura, per cui la critica è in crisi irreversibile: essa dovrebbe essere un qualcosa capace di rivendicare un diverso modo di vedere l’opera d’arte, con un linguaggio diverso da quello di oggi, che invece ricalca lo stile, oserei dire giornalistico. A questo aggiungo che molta critica (posso dirlo tranquillamente), lavora sulla difensiva, difende cioè valori non espressi, cadendo così in una sorta di pseudo-critica, per cui i critici di nuova generazione appaiono soltanto degli imbonitori, o, se vogliamo, dei venditori di grazia ad uso e consumo degli amici.

Alla crisi della critica si accompagna, com’è facile comprendere, la crisi della poesia.

Oggi si definisce poesia un coacervo di componimenti a volte sciatti, a volte semplicemente prosaici, che non danno alcuna emozione, poiché restano a livello mentale e non  penetrano l’animo umano.

A questo punto, è bene fare un piccolo distinguo fra poeta e poesia.

Ebbene, possiamo dire che Poeta è colui, che, totalmente immerso nel percorso che lo porta a scrivere, compone al meglio i suoi versi, guidato non da regole precise, ma soltanto dalla propria sensibilità, acquisita attraverso la continua lettura di testi poetici: il Poeta, in buona sostanza, è chi vive di poesia.

La Poesia, a sua volta, ha come elemento essenziale la dimensione del ritmo, nella sua sonorità e nella natura del significato. Elementi questi  che le conferiscono analogia con la musica, col canto, col suono della lira: sono tutte note, che vibrano dolcemente dentro chi legge, determinando piacevoli emozioni.

Ora passiamo alla differenza fra Arte e Artista.

L’arte, per dirla in parole povere e comprensibili, viene espressa in simboli, figure retoriche, melodie, esplosioni cromatiche, armoniose forme marmoree e quant’altro l’uomo riesce ad estrinsecare del proprio mondo interiore, a seconda delle proprie capacità ed inclinazioni.

Il tutto deve essere però espresso liberamente e senza fini aggiuntivi.

 

Non condivido personalmente tutti coloro che, in nome di un presunto talento, vogliono a tutti i costi, un riconoscimento sociale o economico.

L’Arte, esprime quindi l’abilità dell’uomo di creare cose di rara bellezza, che esprimano, ripeto, il suo mondo interiore, mentre percepisce la natura che lo circonda, per dare all’osservatore o al lettore un senso di piacere o di forte emozione.

L’Artista invece deve essere persona di straordinaria passionalità, che traduce i suoi sentimenti in liricità.

Infatti, non dimentichiamo che “l’intuizione lirica è sempre rappresentazione di un sentimento e costituisce l’elemento ispiratore, capace di ricondurre ad unità le molteplici immagini, altrimenti prive di nesso”.

In breve, l’Artista che, in fondo, è una persona come tutti noi, che mangia, beve, si pettina e si lava i denti con lo spazzolino, deve essere un soggetto che abbia acquisito delle buone basi culturali ed in più quella sensibilità, che lo porta, in primis, ad essere un buon critico di se stesso.

Artista, per concludere, è colui che possiede una straordinaria abilità creativa, è cioè l’artigiano che realizza ed interpreta l’opera d’arte, al fine di comunicare ad altre persone, utilizzando appunto la propria capacità e sensibilità, pensieri ed emozioni e quant’altro possa giungere all’anima, attraverso i sensi.

Al di fuori di questi semplici principi, di queste brevi cenni esplicativi, non vi può essere buona critica, nel senso più severo della indagine, né buona poesia che possa accostarsi all’Arte…quella vera.

Detto questo, mi fanno sorridere, con amarezza, tutti coloro, che avendo strappato, Dio sa come, un qualsiasi titolo accademico, smettono di studiare, di affinarsi, di dedicarsi alla riflessione e, con malcelata modestia,  salgono in cattedra, sentendosi dei Padreterno, quando, poi, grattando la scorza, trovi il vuoto assoluto, trovi l’ignoranza più crassa. E l’ignoranza è qualcosa di deprimente.

Molti di questi, che da mattina a sera, sgomitano per apparire, per arrampicarsi, si autodefiniscono poeti, scrittori, critici letterari e quant’altro la loro povertà mentale gli suggerisce. Non curandosi nemmeno di scopiazzare talvolta qua e là…ed io ne ho trovati alcuni, sui quali col mio silenzio ho steso un velo pietoso. Tali personaggi si costruiscono, ogni tanto, aiutati dalle circostanze, una personale fortuna, non contentandosi di sbarcare il lunario alla meno peggio. Emblematico il caso recente di uno scrittore, autore di un pessimo libro, reso quasi decente dal lavorio di valenti redattori, ormai ricco, che viaggia con la scorta pagata da noi contribuenti, condannato, per plagio, a risarcire, in solido con la sua Casa Editrice, delle testate giornalistiche, dalle quali aveva impunemente scopiazzato alcuni articoli di cronaca.

Ora è evidente che nessuno è padrone dell’intero scibile umano, ma se alla realtà ci si accosta con umiltà ed onestà intellettuale, l’ignoranza diviene meno apparente e più sopportabile.

A volte mi viene di domandarmi: chissà se, persone di tal fatta, trovandosi di fronte ad uno specchio, non vedano, scoprendosi più piccoli di quanto appaiono, i segni della loro pochezza e della loro vanagloria.

 

Alfredo Giglio

 

 
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Commenti al Post:
DJ_Ponhzi
DJ_Ponhzi il 23/09/14 alle 13:36 via WEB
molto interessante la riflessione sul poeta e poesia, buona giornata !!!
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