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POLITICI E POLITICANTI di Alfredo Giglio

Post n°447 pubblicato il 02 Agosto 2020 da giglio.alfredo

POLITICI  E POLITICANTI

a cura di Alfredo Giglio ©

Dato che le condizioni politiche della nostra Italia sono notevolmente peggiorate, fino a toccare il fondo, vorrei spiegare, con una analisi lucida, ma sintetica, fatta con un linguaggio semplice e diretto, perché risulti comprensibile a tutti, le cause che l’hanno portata a tanto degrado.

Dobbiamo partire dal 1989; con la caduta del muro di Berlino, si è avuta la dissoluzione del blocco sovietico e con essa, in Italia, lo scioglimento del partito comunista, con la scomparsa di tanti bravi politici a favore dei troppi politicanti di oggi. Ma proseguiamo con ordine. Con lo scioglimento del Partito Comunista ed il convertirsi dei suoi successori alla liberaldemocrazia è venuta meno la rappresentazione politica del vecchio proletariato, aggravata dalla deriva neocorporativa dei sindacati. La svolta revisionista degli ex comunisti si è avuta, sotto la spinta delle lobbies sioniste, che hanno fortemente voluto l’affermazione del neoliberismo, teoria questa che favorisce la crescita incondizionata del capitale a danno delle classi subalterne.

In questo stato di cose, è sorta una crisi profonda, per il netto prevalere delle forze reazionarie, che producono in modo sempre più capitalistico a danno delle forze produttive. Questa crisi ha reso la classe dirigente sempre meno credibile agli occhi delle masse ed ha segnato la fine della Prima Repubblica, ad opera dell’inchiesta di Mani Pulite nel 1991. La causa è da attribuirsi al sistema clientelare e corruttivo, diffuso a tutti i livelli. Scompaiono così la DC ed il PSI.

Nasce così la Seconda Repubblica, dominata dall’ideologia neoliberista.

Torniamo per un attimo al nostro tema. Dobbiamo dire che tutti, o quasi tutti, i politici, ex comunisti, sono spontaneamente, prima attraverso l’Ulivo di Prodi e poi attraverso la Margherita di Rutelli, confluiti nel Partito Democratico e diventati difensori del capitalismo, anche perché in questo partito, è confluita, quasi tutta le vecchia Democrazia Cristiana.

All’Italia occorrevano, allora come oggi, degli ottimi statisti. Non ne vedo nessuno all’orizzonte. Abbiamo avuto soltanto Luigi Einaudi ed Alcide De Gasperi:Sarebbe stato, a mio avviso, un ottimo statista anche Aldo Moro, se l’avessero lasciato in vita.

Mi piace citare, ora, una frase attribuita erroneamente a De Gasperi, statista di notevole levatura: “Un politico e un politicante badano esclusivamente alle prossime elezioni, mentre uno statista bada alle prossime generazioni.” Tale frase, devo precisare, è da attribuire al politico statunitense James Freeman Clarke.

Anche Salvini cita questa frase due volte, forse per atteggiarsi a statista. In realtà, ha fatto cadere il governo, perché è stato allettato dai sondaggi molto favorevoli e pensava a probabili elezioni anticipate. Considerarlo statista,farebbe rivoltare De Gasperi nella tomba.

I bravi politici, per dirne solo alcuni, come Fanfani, Colombo, Spadolini, Almirante, Berlinguer, Andreotti e Craxi, sono scomparsi. Gli ultimi due, Andreotti e Craxi, sono stati travolti da inchieste giudiziarie, per avere sfruttato il sistema clientelare a loro personale vantaggio. Andreotti era probabilmente colluso anche con la Mafia siciliana.

Oggi abbiamo solo politicanti, del tutto incapaci, perché totalmente digiuni di cultura politica e non solo.

Intanto con la seconda repubblica nasce  intorno a Berlusconi, con l’appoggio di Bossi e Fini, una forza conservatrice, di concezione neoliberista; tale forza neoliberista, voluta insieme alla globalizzazione dei mercati, dall’alta finanza speculativa, che fa capo sempre alla finanza ebraica, impedisce ai governi nazionali di avere voce in capitolo nelle scelte di politica economica, la quale viene affidata all’Unione Europea,filo capitalista, che favorisce soprattutto l’esplosione del debito pubblico,per sottomettere gli Stati europei ad una nuova specie di oligarchia dominante.

Per onestà intellettuale, diciamo che l’Italia è oggi fortemente penalizzata dal suo enorme debito pubblico, cresciuto a dismisura con i governi a guida PSI e che l’Europa, voluta da De Gasperi, Schuman, Adenaur e Spaak, con il supporto di Altiero Spinelli, sogno imperfetto, realizzato a metà, ha il pregio di averci consentito più di 70 anni di pace e di progresso economico e culturale.

In questa nuova visione, in cui si affermano le ideologie di stampo neoliberiste, i nostri politici vengono fagocitati e messi da parte, a favore di una classe di politici-politicanti, che, difendendo i rapporti di produzione dominanti, ossia il potere dei mercati, continua a perdere credibilità. Però i politicanti incapaci sono graditi all’Europa. Mentre la credibilità delle masse non interessa ai poteri forti, che stanno lì senza essere eletti da nessuno. Per loro possiamo citare Jean Babtiste Le Ronde D’Alembert che diceva: “Le guerre nascono per distruggere gli uomini, i politici per ingannarli.” Infatti, molti non sanno che le dimissioni di Papa Benedetto XVI° sono state imposte dalle lobbies sioniste, che la globalizzazione è voluta dalle stesse lobbies per aumentare i loro capitali a livelli planetari, che i flussi migratori governati dal miliardario Soros, hanno lo scopo di fare del popolo europeo un popolo di meticci, anche secondo il piano Kalergi, perché, essendo privo di storia e di amor di patria, diventerà un popolo debole, facilmente manovrabile. A dire il vero la globalizzazione ha come risvolto positivo la libera circolazione delle merci e dei capitali, con una più rapida circolazione delle informazioni. In negativo, vedo, un maggiore sfruttamento dei popoli più poveri ed una maggiore disparità sociale. Sono questi temi molto complessi, come l’affermarsi di organismi transnazionali, di cui ci occuperemo in un altro saggio. Tornando a noi, diremo che, in Italia, i politicanti, che per primi hanno fatto le spese della loro inconsistenza, sono stati i tecnocrati da Amato a Ciampi, da Dini a Monti, solo perchè hanno portato avanti una politica apertamente antipopolare.

Non hanno avuto lunga vita politica nemmeno i dirigenti liberali del pseudo centro-sinistra, da Prodi a D’Alema, da Veltroni a Rutelli, fino a Bersani, per le loro politiche liberiste, non certo amanti dell’eguaglianza sociale, ma totalmente asservite all’Europa. Il trasformismo del centro sinistra ha aggravato la crisi, perché ha creato disaffezione verso la politica, dal momento che nessuno poteva soddisfare o difendere i bisogni sociali. Sono così state travolte tutte le altre deboli alternative da Di Pietro a Pecoraro Scanio, da Cossutta a Bertinotti.

Gli spazi lasciati vuoti da una classe politica più o meno valida, vengono occupati da una classe di politicanti, esponenti demagoghi del populismo: nel centro-sinistra si afferma Matteo Renzi, a destra Matteo Salvini e nello schieramento, puramente qualunquista, troviamo il comico Grillo e l’anonimo DiMaio.

Questa classe di politicanti dovrebbe servire a garantire l’egemonia del blocco sociale dominante. Caduto Berlusconi, per una congiura orchestrata ai suoi danni da alcuni giudici, con la palese complicità di Napolitano, si afferma Matteo Renzi, che facendosi passare per rappresentante del centro-sinistra e svolgendo, una volta giunto al governo, politiche apertamente neoliberiste, ha finito per perdere il consenso dei suoi elettori. I danni provocati dal governo Renzi sono stati tanti e continuano a crescere dal momento che ha fatto nascere e sostiene ancora  un governo fatto da politicanti incapaci. Così, da un giorno all’altro, si sono affacciati, sulla scena politica-politicante, come già detto, altri due campioni: Di Maio, che incarna il prototipo dell’uomo qualunque e Salvini, che rappresenta un elettorato tipicamente conservatore, il quale si è reso responsabile della caduta del governo giallo-verde.

Premesso ciò, il nuovo governo PD – M5S dimostra, purtroppo, che tra i nostri attuali politicanti non c’è neppure uno statista. Se ce ne fossero stati, sarebbe stata risparmiata all’Italia e agli Italiani l’umiliazione di questi lunghi mesi di peggior governo della Repubblica. Tutti uniti dall’antisalvinismo, ma non da un programma di governo e da un progetto di sviluppo, che semplicemente, fino ad oggi, non esiste.

Tutti guardano alle eventuali nuove elezioni, ma nessuno guarda alle future generazioni: non esiste, ripeto, almeno fino ad oggi, un piano di sviluppo e di ammodernamento dell’Italia, che possa trainare e rilanciare l’occupazione e la produzione.

Stando così le cose, alziamo gli occhi al Cielo, nella speranza che Dio ce la mandi buona.

 

                                                         Alfredo  Giglio

 

 
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