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RECENSIONE ALLA POETICA DI ALFREDO GIGLIO A CURA DI ETTORE SCARAMOZZA

Post n°451 pubblicato il 09 Novembre 2020 da giglio.alfredo

Recensione alla poetica di Alfredo Giglio ©

Recensire un opera così vasta, come la poetica di Alfredo Giglio, non è cosa facile, anzi si presenta come un lavoro molto arduo, per la complessità della produzione dell’Autore, che consta di ben 280 liriche, suddivise in cinque sillogi: Rime Sparse come Foglie al Vento – Il Volto dell’Anima – Dolci Evanescenze – Lettere e Liriche d’Amore – Polimnia. Forse più semplice sarebbe stato recensire le singole raccolte; sebbene le poesie scritte, essendo sempre molto variegate, per musicalità e per composizione metrica e con sfumature diverse, a seconda degli innumerevoli temi trattati, avrebbero comportato, io credo, le stesse difficoltà nel voler trarre un giudizio complessivo. Cercherò di trattare l’argomento per tematiche. Mi sembra così di capire, dopo attenta lettura di tutte le liriche, che il Poeta tratti nella sua opera, quattro temi a lui molto cari:1) l’Amore suo primiero, che gli ha comportato infinito dolore e gli ha fatto mutare persino il corso della vita,” Per scrivere di te, che fosti amore, primo, superbo dilagante e greve e dir che m’hai rubato tutto il core”(Il mio Giorno da Il Volto dell’Anima)- 2) il Dolore per lo scorrere del tempo impietoso, che porta via tutto, anche la vita” Ch’Alta s’accende e, balenando, muore nel battito veloce delle ciglia”(E vien la fine da Il Volto dell’Anima),-3) il Bisogno di amare la natura, spesso violentata dall’uomo” non v’è rimasto manco un filo d’erba, scheletri solo d’alberi bruciati” (Dalla mia finestra da Rime sparse come foglie al vento) e 4)l’Amarezza per le diseguaglianze sociali, che sono causa di infinita povertà per alcuni e di infinita ricchezza per altri. ”E l’anima rimane un verbo muto, come il senso d’amor che s’è perduto” (L’Indifferenza da Rime sparse come Foglie al Vento).La poesia, nella trattazione di queste quattro tematiche, è costantemente, per l’Autore, luce dell’anima, fatta di musicalità ed armonia ed è scritta solo per dare sfogo al proprio intimo sentire, senza velleità alcuna di apparire o di essere compresa. Come se i versi, in quanto frammenti di una interiorità superiore, dovessero giungere al cuore del lettore e generare solo piacevoli emozioni, tanto che chi legge dovrebbe sentirsi anch’egli poeta, in una perfetta simbiosi di suoni e di sentimenti. La poetica di Alfredo Giglio, quindi, è sapientemente pervasa, nella sua complessità e nella sua felice espressione linguistica, da riflessioni esistenziali, da evocazioni letterarie solenni, da molte sensazioni interiori e da un senso vivo di profonde passioni, che si confrontano continuamente con la fugacità della vita. In moltissimi versi, tutti ricchi di assonanze, espresse sempre in un ritmo soavemente musicale, troviamo uno stile decisamente classico, strutturato e piacevole e, in molte poesie, non è difficile riscontrare un lirismo puro, che tocca tutte le corde dell’animo sensibile; però tutti i suoi versi sono quasi sempre accompagnati da un sensazione cupa di grande incertezza per il futuro delle vicende umane, disilluse da una sorte spesso avara. Osservo infatti che il Poeta lamenta sempre sia quel suo grande amore, mai realizzato, al quale ha dedicato la silloge “Il Volto dell’Anima”, nonchè un romanzetto epistolare ”Un’Anima Bloccata”, in cui si può trovare una prosa spesso così aulica che rasenta quasi la poesia, sia lo scorrere veloce del tempo inclemente, sia la mancanza di quei valori antichi, ormai perduti, che non partoriranno mai più quella solidarietà umana, appartenuta ad un tempo, non troppo lontano. Il sentimento d’amore, ovviamente, permea quasi tutte le opere di Alfredo Giglio, ”La luce del suo sguardo era sublime e i baci caldi del suo labbro molle all’anima ridavano armonia” (La Vita mi Scorrea da Polimnia) unitamente all’idea della vita, che lentamente soccombe all’arroganza del tempo eterno e frettoloso “ Passan sovente i giorni della mia vita grama, che più non vede ombra di futuro” (Passano i giorni da Liriche d’Amore). Nondimeno passa inosservato quell’amore, già detto prima, che questo Autore, che definirei poliedrico, nutre per la natura, spesso trascurata e violentata dall’uomo “quanti voli son rimasti tarpati, troppi rami son caduti spezzati” (Negli Urli del Vento da Polimnia)Posso quindi aggiungere che nella poetica dell’Autore troviamo spesso, in un linguaggio decisamente nobile, anche l’idea della morte,” ragion di vita per me sei diventata, senza di te io spero di morire” (Morire da Rime Sparse come Foglie al Vento ) che chiude sempre il ciclo della vita “per ciò che nulla al mondo è infinito” ( Niente è Infinito da Dolci Evanescenze).Dopo questa completa e approfondita lettura di tutta l’opera poetica di Alfredo Giglio, posso ben dire, in conclusione, che il Poeta ha toccato tutti i temi della vita e dell’amore, nella loro complessità, senza nemmeno trascurare temi riguardanti ricordi o temi naturali o temi di valore universale “fra dense nubi partorite in terra, ai giorni alterni con la notte esisti, pieni di pluvia ed alitar di vento, nel sempiterno divenir del tempo” (Nasce la Vita da Dolci Evanescenze), per cui ha maturato, lo affermo con decisione, una dolce seduzione estetica, in un perenne crescendo di intuizione lirica. 
 
                                               Ettore Scaramozza

 
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