Creato da giglio.alfredo il 31/03/2013
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BIOGRAFIA di Alfredo Giglio a cura di Filo Leggiadro

Post n°454 pubblicato il 11 Novembre 2020 da giglio.alfredo
Foto di giglio.alfredo

ALFREDO  GIGLIO -  BIOGRAFIA

 

Poeta e scrittore Italiano –

Nasce il 26 maggio 1941 a Crotone, dove vive.

CONTINUA LA RICERCA DEI VALORI DELL’UOMO NELLA POESIA.

Alfredo Giglio, poeta e scrittore calabrese, nasce a Crotone il 26 maggio 1941. La famiglia, di modeste condizioni, vive, durante il periodo della seconda guerra mondiale, a San Leonardo, piccola frazione del comune di Cutro, in aperta campagna. Il padre è impiegato presso le Ferrovie dello Stato e Alfredo è il primo di quattro figli.

Trascorre quindi la sua infanzia tra la tranquilla campagna di San Leonardo di Cutro e la ridente borgata di Crotone, dove abitano i nonni.

Nel 1945, alla fine della guerra, per potere frequentare le scuole, si trasferisce a Crotone, ospite dei nonni materni, presso i quali rimarrà fino al febbraio del 1963. La sua famiglia si trasferirà a Crotone solo nel 1948.

Durante gli anni delle scuole medie, avrà, come unica passione e ragione di studio, la lettura del vocabolario della lingua italiana.

Frequenta il liceo classico Pitagora di Crotone; dopo gli esami di maturità, nel luglio del 1960, interromperà gli studi, perché costretto a curarsi per un serio esaurimento nervoso.

Continuerà, comunque, a coltivare i suoi interessi letterari, che lo porteranno a leggere svariati libri di autori noti e meno noti, ma soprattutto si appassionerà alla storia e alla poesia, da Dante al Leopardi, da Quasimodo a Montale. Si appassiona anche alla lettura di classici greci e latini.

Per la grande voglia di aiutare economicamente la famiglia, nel giugno del 1963 si reca a Milano, raggiungendo il fratello più piccolo, Vladimiro, per lavorare, come operaio, presso lo stabilimento Montedison, che produce anticrittogamici.

Alla fine di quello stesso anno lascerà Milano per andare a lavorare a La Spezia, presso una società, che si occupa di ricerche di mercato.

Nel 1965 ha voglia di cambiare aria e si trasferisce in Germania, a Francoforte sul Meno, dove sarà costretto a studiare anche il tedesco.

Tornato in Italia, riprenderà a leggere decine di libri che trattano di letteratura, di storia e anche di scienze naturali, in particolare di zoologia e di botanica, di cui è molto appassionato. Ama infatti la natura, la vita dei boschi ed il mare e si diletta di pesca e soprattutto di caccia. Oltre alla poesia, ama molto, come abbiamo detto, lo studio della storia e i classici greci e latini.

Il suo motto rimane – Carpe Diem – poiché avverte la fugacità della vita.

Nel 1968 consegue la Maturità Magistrale e si iscrive alla facoltà di Materie Letterarie presso il Magistero.

Per passare qualche ora, in modo proficuo, durante tutta la sua vita, si dedica a dare lezioni private e gratuite a gruppi di studenti di varie classi, dalle scuole primarie alle superiori.

Dal 1969 lavorerà presso la Pubblica Amministrazione fino alla quiescenza.

La sua vera passione rimarrà comunque la poesia, poiché la considera” luce vibrante dell’anima, che regala alla mente immagini sonore, scolpite dalle parole e inonda il cuore di palpitanti emozioni.”

Tra i 16 e i 17 anni compone, per il suo primo amore, una raccolta di 32 liriche d’amore che intitola POLIMNIA: liriche ormai perdute, che mettono in luce la sua sensibilità poetica. Questo titolo lo darà nuovamente alla sua ultima silloge.

Dedica anche a questo suo primo amore unromanzetto epistolare – UN’ANIMA BLOCCATA – scritto con linguaggio accurato ed appassionato.

Negli anni della sua maturità, un po’per necessità dello spirito e un po’ sotto la spinta di amici, che apprezzano la sua capacità e la sua cultura, inizia a scrivere dapprima 22 racconti - UNA VELATA REALTA’- che sono delle vere testimonianze delle condizioni sociali e culturali, un po’ disastrate della nostra Italia.

Raccoglie quindi, quasi tutte le rime, scritte nel tempo, in una prima silloge di 67 poesie –RIME SPARSE COME FOGLIE AL VENTO

Successivamente scrive due romanzetti a sfondo erotico, ma dal finale drammatico – UN CORPO SENZA AMORE – e dopo tre mesi – L’ODORE DELLA CARNE -

Una volta cessata l’attività lavorativa, si dedica con maggiore passione alla poesia- Dopo gli scritti di critica letteraria, produce la sua seconda silloge, di 63 poesie – IL VOLTO DELL’ANIMA – e, subito dopo, pubblica in un corposo volume tutte le recensioni e gli scritti critici – PULVISCOLO di  RIFLESSIONI

Continuando a scrivere, dà vita a sette storie di amori proibiti, che raccoglie nel volume –VOLARE ALTO -

Un anno dopo pubblica la sua terza silloge di 68 poesie – DOLCI  EVANESCENZE .

Non poteva non pensare di scrivere un libro dal sapore autobiografico e, l’anno successivo, nasce così – RICORDI di UN’ETA’ PERDUTA -

Non passa molto tempo e raggruppa in una quarta silloge  22 lettere e 22 poesie d’amore, che intitola appunto - LETTERE E LIRICHE D’AMORE –

E infine, innamorato sempre della vita e dell’amore, pubblica, temporaneamente, una quinta silloge di 41 poesie alla quale darà il titolo provvisorio di Poesie del cuoreQuando la silloge completa sarà di 57 liriche, tornerà a darle il titolo di – POLIMNIA

Altre liriche, non ancora pubblicate, saranno forse la nota finale della sua variegata produzione letteraria.

Viene premiato in vari Concorsi Nazionali di poesia; viene selezionato tra oltre cinquemila concorrenti ed inserito, con tre liriche, nella Enciclopedia della Poesia Contemporanea, edita dalla Fondazione Mario Luzi, sotto l’alto Patrocino della Presidenza della Repubblica.

Tuttele sue poesie e parte dei suoi scritti sono stati ripresi da molti siti web, essendo stati messi in rete da quanti apprezzano la sua arte.

Molte sue liriche sono state pubblicate in varie antologie poetiche e in molte riviste letterarie italiane.

Rimane Poeta quasi pudico e sempre modesto; rifugge dai riflettori e disprezza la pubblicità, preferendo restare anonimo e nella penombra.

 

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RECENSIONE ALLA POETICA DI ALFREDO GIGLIO A CURA DI ETTORE SCARAMOZZA

Post n°451 pubblicato il 09 Novembre 2020 da giglio.alfredo
Foto di giglio.alfredo

Recensione alla poetica di Alfredo Giglio ©

Recensire un opera così vasta, come la poetica di Alfredo Giglio, non è cosa facile, anzi si presenta come un lavoro molto arduo, per la complessità della produzione dell’Autore, che consta di ben 280 liriche, suddivise in cinque sillogi: Rime Sparse come Foglie al Vento – Il Volto dell’Anima – Dolci Evanescenze – Lettere e Liriche d’Amore – Polimnia. Forse più semplice sarebbe stato recensire le singole raccolte; sebbene le poesie scritte, essendo sempre molto variegate, per musicalità e per composizione metrica e con sfumature diverse, a seconda degli innumerevoli temi trattati, avrebbero comportato, io credo, le stesse difficoltà nel voler trarre un giudizio complessivo. Cercherò di trattare l’argomento per tematiche. Mi sembra così di capire, dopo attenta lettura di tutte le liriche, che il Poeta tratti nella sua opera, quattro temi a lui molto cari:1) l’Amore suo primiero, che gli ha comportato infinito dolore e gli ha fatto mutare persino il corso della vita,” Per scrivere di te, che fosti amore, primo, superbo dilagante e greve e dir che m’hai rubato tutto il core”(Il mio Giorno da Il Volto dell’Anima)- 2) il Dolore per lo scorrere del tempo impietoso, che porta via tutto, anche la vita” Ch’Alta s’accende e, balenando, muore nel battito veloce delle ciglia”(E vien la fine da Il Volto dell’Anima),-3) il Bisogno di amare la natura, spesso violentata dall’uomo” non v’è rimasto manco un filo d’erba, scheletri solo d’alberi bruciati” (Dalla mia finestra da Rime sparse come foglie al vento) e 4)l’Amarezza per le diseguaglianze sociali, che sono causa di infinita povertà per alcuni e di infinita ricchezza per altri. ”E l’anima rimane un verbo muto, come il senso d’amor che s’è perduto” (L’Indifferenza da Rime sparse come Foglie al Vento).La poesia, nella trattazione di queste quattro tematiche, è costantemente, per l’Autore, luce dell’anima, fatta di musicalità ed armonia ed è scritta solo per dare sfogo al proprio intimo sentire, senza velleità alcuna di apparire o di essere compresa. Come se i versi, in quanto frammenti di una interiorità superiore, dovessero giungere al cuore del lettore e generare solo piacevoli emozioni, tanto che chi legge dovrebbe sentirsi anch’egli poeta, in una perfetta simbiosi di suoni e di sentimenti. La poetica di Alfredo Giglio, quindi, è sapientemente pervasa, nella sua complessità e nella sua felice espressione linguistica, da riflessioni esistenziali, da evocazioni letterarie solenni, da molte sensazioni interiori e da un senso vivo di profonde passioni, che si confrontano continuamente con la fugacità della vita. In moltissimi versi, tutti ricchi di assonanze, espresse sempre in un ritmo soavemente musicale, troviamo uno stile decisamente classico, strutturato e piacevole e, in molte poesie, non è difficile riscontrare un lirismo puro, che tocca tutte le corde dell’animo sensibile; però tutti i suoi versi sono quasi sempre accompagnati da un sensazione cupa di grande incertezza per il futuro delle vicende umane, disilluse da una sorte spesso avara. Osservo infatti che il Poeta lamenta sempre sia quel suo grande amore, mai realizzato, al quale ha dedicato la silloge “Il Volto dell’Anima”, nonchè un romanzetto epistolare ”Un’Anima Bloccata”, in cui si può trovare una prosa spesso così aulica che rasenta quasi la poesia, sia lo scorrere veloce del tempo inclemente, sia la mancanza di quei valori antichi, ormai perduti, che non partoriranno mai più quella solidarietà umana, appartenuta ad un tempo, non troppo lontano. Il sentimento d’amore, ovviamente, permea quasi tutte le opere di Alfredo Giglio, ”La luce del suo sguardo era sublime e i baci caldi del suo labbro molle all’anima ridavano armonia” (La Vita mi Scorrea da Polimnia) unitamente all’idea della vita, che lentamente soccombe all’arroganza del tempo eterno e frettoloso “ Passan sovente i giorni della mia vita grama, che più non vede ombra di futuro” (Passano i giorni da Liriche d’Amore). Nondimeno passa inosservato quell’amore, già detto prima, che questo Autore, che definirei poliedrico, nutre per la natura, spesso trascurata e violentata dall’uomo “quanti voli son rimasti tarpati, troppi rami son caduti spezzati” (Negli Urli del Vento da Polimnia)Posso quindi aggiungere che nella poetica dell’Autore troviamo spesso, in un linguaggio decisamente nobile, anche l’idea della morte,” ragion di vita per me sei diventata, senza di te io spero di morire” (Morire da Rime Sparse come Foglie al Vento ) che chiude sempre il ciclo della vita “per ciò che nulla al mondo è infinito” ( Niente è Infinito da Dolci Evanescenze).Dopo questa completa e approfondita lettura di tutta l’opera poetica di Alfredo Giglio, posso ben dire, in conclusione, che il Poeta ha toccato tutti i temi della vita e dell’amore, nella loro complessità, senza nemmeno trascurare temi riguardanti ricordi o temi naturali o temi di valore universale “fra dense nubi partorite in terra, ai giorni alterni con la notte esisti, pieni di pluvia ed alitar di vento, nel sempiterno divenir del tempo” (Nasce la Vita da Dolci Evanescenze), per cui ha maturato, lo affermo con decisione, una dolce seduzione estetica, in un perenne crescendo di intuizione lirica. 
 
                                               Ettore Scaramozza

 
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