Creato da Armanarman2 il 24/05/2010

Ritorno alla Genesi

Racconti

 

 

« IL VENDITORE DI FUMOLa banda dei corvi neri. »

La casa paterna

Post n°92 pubblicato il 13 Agosto 2022 da Armanarman2

 

Nella strana fattoria, c'era anche Tobia, un ragazzino di colore della Somalia, che aiutava il fattore nei lavori dei campi. 

Tobia era un piccolo grande uomo, minuscolo, dalla pelle nera, con i capelli ricci e due occhi scuri come la notte, un gran lavoratore. 

Il signor Benson si prese cura di lui, dopo che i suoi genitori morirono uccisi nel suo paese, molti anni prima, a causa dei numerosi conflitti che affliggevano il Sudafrica.

Ma questo fatto aveva suscitato un po' di invidia nei due figli del fattore, Bartolomeo e Gabriel, che non amavano tanto i lavoratori di colore.

Tobia, molte volte, aveva dovuto subire in silenzio, le offese verbali del figlio maggiore del signor Benson, lo scorbutico Bartolomeo. Lo rimproverava di non lavorare bene, di essere poco pulito, di non sapere distinguere la frutta matura da raccogliere da quella ancora acerba. 

Si doveva impegnare di più sul lavoro, ma erano tutte scuse.

La verità e che non lo poteva sopportare, a causa del colore della sua pelle. 

Bartolomeo non amava tanto i forestieri, figuriamoci poi quelli di una razza diversa. 

Una bella fattoria quella delle "Anatre Selvagge", e una straordinaria compagnia di animali, la rendeva unica. 

Ma forse non era proprio come la gente se la immaginava. 

Situata su una collinetta in mezzo al verde della montagna, con le sue pareti di un bel colore giallo paglierino e il tetto rosso come i suoi tramonti, con un ruscelletto di acqua cristallina, che mormora lode a Dio, con tanti alberi di frutta, sopra il mare verde della campagna. 

Si stava bene nella fattoria, e tutti gli animali facevano il loro dovere.

La mucca Guglielmina faceva il latte fresco, che il fattore mungeva tutte le mattine e per poi venderlo nel paese vicino di Agua Mara

La gallina Crestina cercava di covare le uova nel pollaio, dico cercava, ma senza che nascesse mai un pulcino.

«Ma perché queste uova non si schiudono mai?» diceva disperata e confusa la povera gallina Crestina. Nessuno aveva il coraggio di dirle la verità sulla sua malattia, e perché era diventata sterile, a causa della lunga permanenza negli allevamenti da batterie intensive, a cui era sottoposta con lunghe ore di agonia, per schiudere anche trecento uova all'anno! 

L'asinello Gelsomino si caricava, tutti i santi giorni, della legna, che gli metteva sulla sua povera groppa il suo padrone, che doveva vendere al paese, e due barili di acqua, che doveva portare ai contadini che curavano i campi.

«Poi mi sento lamentare la colomba Purina che porta solo un ramoscello d'ulivo!» brontolava Gelsomino con la schiena che gli faceva male.

C'erano poi le capre e gli agnelli, che andavano al pascolo, sotto lo sguardo attento del cane da guardia Burk, un bel pastore tedesco, che abbaiava in continuazione con fare festoso.

 

Il signor Benson, viveva felicemente in questa strana fattoria di campagna, circondata dai suoi agrumeti e dai pascoli rigogliosi.

Due galline di nome Marta e Maria gli facevano compagnia: la gallina Marta non faceva altro che andare su e giù dal pollaio al cortile, sempre in cerca di qualcosa da beccare nel terreno, sempre ansiosa da non stare mai ferma un minuto (tanto che, quando andava a dormire nel pollaio, era tutta stressata e con un gran mal di cresta, con le penne aride e secche che sembravano un cespuglio visitato da un tornado), mentre l'altra gallina Maria, se ne stava sempre buona e tranquilla vicino alle gambe del fattore, le piaceva ascoltare le sue storie, specialmente quella dell'agnellino Martino, che la faceva commuovere e ogni tanto faceva un bel coccodè annuendo soddisfatta per i bei racconti che narrava il caro fattore.

La fattoria era costruita su due piani.

Al piano inferiore della tenuta, il signor Benson teneva tutti i suoi attrezzi per il lavoro dei campi come la zappa, la falce, la trebbiatrice a mano, un tagliaerba, oramai fuori uso da tempo; tutti buttati in disordine in un angolo della cucina rustica, nonostante un caminetto con la legna accatastata da un lato, donasse un particolare tocco di poesia alla stanza, ma di poetico, visto il caos che vi regnava, c'era ben poco.

Un tavolo antico fatto di legno di abete con i piedi sgangherati si trovava al centro della stanza, con due sedie vecchie con la paglia sfilacciata, dove il gatto Castiel faceva le sue pennichelle quotidiane, una grande finestra, con due vistose tende di stoffa a fiore tutte annerite, donava luce alla stanza.

Al centro del tavolo si trovava un vaso di fiori quasi sempre vuoto, senza più fiori da molto tempo da quando il signor Benson era rimasto vedovo molti anni prima.

Nessuno metteva più i fiori di campo in quel vaso che sembrava la testimonianza di un tempo felice, passato in quella casa, ma adesso era solo un vaso vuoto senza vita.

Sulle pareti scurite dal tempo e mai più ripitturate, qualche quadretto pendeva storto qua e là, facendo pensare al tocco sensibile di una figura femminile che un tempo vi abitava.

Sulla credenza della cucina, sparpagliati in disordine, dei fogli di un vecchio giornale locale, una mela ingiallita, delle scorzette di pane ammuffito, mentre poco più a destra, sotto la scala che conduceva al piano di sopra, in mezzo a tante cianfrusaglie c'erano dei vecchi scarponi bucati, con la loro storia fatta di un duro lavoro nei campi ed un paio di stivaloni alti fino alle cosce, che servivano per passare il fiumiciattolo della campagna.

Al piano superiore, dove c'era la stanza da letto del fattore, vi si accedeva attraverso una vecchia scala di legno tarlata, che dalla cucina portava al piano superiore attraverso un'apertura nel soffitto.

La stanza da letto, com'è facile immaginare, era sempre in disordine con i panni stropicciati sparsi in tutta la stanza. Sulla sedia di mogano vicina al letto c'era una camicia a quadrettoni colorata di un rosso sbiadito e buttata lì tutta stropicciata.

Per terra un pantalone di velluto scuro tutto consumato e buttate ai piedi della sedia, sul pavimento vicino al letto, le ciabatte di stoffa emanavano un odore non proprio gradevole assieme ai calzettoni di lana bucati. La testata del letto era di legno di ciliegio antico intarsiato. 

Ai lati del letto si trovavano due comodini impolverati con i cassetti pieni di varie medicine, un paio di occhiali per la lettura, dei fazzoletti di stoffa e la Bibbia. Il signor Benson leggeva spesso il Salmo 23 prima di addormentarsi, "Quand'anche camminassi nella valle dell'ombra della morte, io non temerei alcun male, perché tu sei con me".

Sopra il comò, una grande specchiera opaca e piena di aloni, un portafotografie dalla cornice d'argento, sul quale stazionava una vecchia fotografia in bianco e nero ormai scolorita dal tempo, in cui un bel giovanotto abbracciava sorridente una bella ragazza Clotilde, che poi divenne sua moglie e che lo lasciò troppo presto da solo con due figli piccoli a cui badare, Bartolomeo e Gabriel.

Il figlio più grande, Bartolomeo, era sempre stato ubbidiente e rispettoso verso il padre: lavorava nei campi con dedizione e sacrificio, studiava diligentemente, non portava nessun problema al povero babbo. D'altro canto, il fratello minore, Gabriel, era sempre stato di carattere difficile, scorbutico e disubbidiente: non gli piaceva lavorare nei campi e non gli piaceva studiare.

Gabriel aveva infatti ben altre idee per la testa, ma lo vedremo proseguendo con la storia. 

Il signor Benson non aveva più con sé i vantaggi della gioventù: non era più giovane, forte, scattante e con l'avanzare dell'età, la solitudine e la malinconia erano diventate le sue compagne più fidate.

Attimi monotoni e tutti uguali scandivano l'incessante scorrere del tempo.

Il vecchio fattore rimaneva seduto su una carrozzella, passando le sue giornate in compagnia dei suoi ricordi con il fidato gatto Castiel che gli teneva compagnia, accovacciato su una sedia vicino a lui.

Per Benson da molto tempo il silenzio di quella casa era diventato troppo pesante. 

Ormai aspettava da un momento all'altro che la "Vecchia Signora" bussasse alla sua porta: ma l'aspettava senza timore, senza paure, l'attendeva come una liberazione per potersi ricongiungere alla sua amata compagna e poter tornare a stare insieme a lei, questa volta per sempre.

La perdita della moglie, la partenza del figlio minore Gabriel di cui non aveva più notizie da anni lo avevano abbattuto nel fisico e nello spirito facendolo cadere nella depressione e solitudine.

Non si curava più delle sue terre e il fattore Benson stava tutto il giorno sulla sua sedia vicino alla finestra, leggeva del continuo la Bibbia dove trovava un po' conforto.

Ogni tanto si alzava dalla sua carrozzella per riempire la ciotola del gatto con dei croccantini, per poi ritornare a sedersi nel suo mondo di ricordi.

Intanto i lavoratori di colore dei campi lavoravano poco e male, perché non venivano pagati da tempo e incominciavano a incrociare le braccia.

Gli animali da parte loro non stavano meglio, mal nutriti e dimagriti.

La terra era abbandonata a se stessa, piena di gramigna, i frutteti con oltre duecento piante di meli, ciliegi, cornioli, un tempo coltivati ma oggi tutti coperti di rovi e vegetazione selvatica con la frutta marcia caduta per terra e l'uva con i tralci malati pieni di chicchi d'uva secchi e pieni di muffa.

I frutteti senza il raccolto erano circondati da frutta marcia caduta per terra, pesche, pere, mele, ed era diventata cibo per i topolini della campagna. 

 

Seminare un bel campo e aspettare che porti un bel raccolto è il pensiero di ogni bravo contadino, se non ci fosse di mezzo la banda dei "Corvi Neri"!   

 

 

 

 

La URL per il Trackback di questo messaggio è:
https://blog.libero.it/aliens3/trackback.php?msg=16405804

I blog che hanno inviato un Trackback a questo messaggio:
Nessun trackback

 
Commenti al Post:
Nessun commento
 

AREA PERSONALE

 

TAG

 

ARCHIVIO MESSAGGI

 
 << Aprile 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
1 2 3 4 5 6 7
8 9 10 11 12 13 14
15 16 17 18 19 20 21
22 23 24 25 26 27 28
29 30          
 
 

CERCA IN QUESTO BLOG

  Trova
 
Citazioni nei Blog Amici: 3
 

ULTIME VISITE AL BLOG

Armanarman2cassetta2samynicmariagraziapaolavbiondogiotto460Sky_Eaglegdasperoni25ba.vi60nunsepodiamichidiangelogesu_risortoannunz1iononcerotupiterx0
 

CHI PUÒ SCRIVERE SUL BLOG

Tutti gli utenti registrati possono pubblicare messaggi in questo Blog e tutti possono pubblicare commenti.
I messaggi e i commenti sono moderati dall'autore del blog, verranno verificati e pubblicati a sua discrezione.
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963