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Post N° 21

Post n°21 pubblicato il 05 Ottobre 2007 da adunabambinasognata

   Al ritorno da ogni viaggio di lavoro mio padre portava sempre doni. Non erano giocattoli ma dolci pensieri, come quelli che solitamente un giovane innamorato farebbe alla sua Valentina.

   Ricordo fasci di ginestre profumatissime che raccoglieva lungo le strade di campagna e piccoli oggetti che parlavano dei paesi e delle città dove era passato. Il dono più bello era la luce dei suoi occhi, con quei bagliori dorati che saettavano in tutto quel verde, quando si riempivano di gioia mentre ascoltavo estasiata i suoi racconti che disegnavano nella mia fantasia immagini più colorate di un arcobaleno: storie delle persone che aveva incontrato durante quei giorni di assenza. A volte erano belle, a volte meno…come quella volta che entrò in casa senza dire una parola, lasciando cadere come un peso morto le chiavi che solitamente faceva dondolare tra il pollice e l’indice per tirarne fuori il tintinnio festoso, sul mobile, con stizza. Ricordo che ripeteva senza sosta: era caldo... era caldo… Lo aveva stretto tra le braccia dopo averlo tirato fuori dalle lamiere di un’auto, era stato il primo testimone, ed il primo a soccorrere quando su quella strada c'era ancora tanto irreale silenzio... solo loro due, senza gente curiosa intorno. Avrebbe potuto essere uno dei suoi figli, ed era caldo mentre si spegneva tra le sue braccia mormorando che aveva tanto freddo. 

   Quando arrivava l’estate fremeva per portarci in quei posti dei quali ci aveva parlato durante l’inverno.

   Quante tappe, quante soste, quanti paesi ho visto con lui…

   Io, nipote di un capitano di mare, qual era il mio bisnonno, avevo anche un capitano di terra come padre; ed ero orgogliosa di tutto questo perchè ero piena di sogni, racconti e favole di posti senza confini come solo i capitani sapevano raccontare… Mi sentivo ricca e speciale.

   Quando cominciai a sentirmi una signorinella, papà pensò bene di portarmi in regalo una collana. Era una collana di conchiglie… piccolissime conchiglie infilate non so come su tre lunghi fili che arrivavano fin sotto il petto. Non valutai il regalo granché... ormai ero signorina ed avrei desiderato ben altro, magari uno di quegli oggetti che portano tutti, ma proprio tutti… identico a mille altri ma  bello solo perché visto in una vetrina come tante.


   Stranamente quella collana è sempre rimasta con me, anche se dimenticata per molto tempo. La ritrovai tra i pochi oggetti sopravvissuti alle mode ed ai tempi nella mia vita
Oggi è l'oggetto più prezioso che conservo, riposto nel baule del corredo che non è stato mai usato, acquistato nei giorni in cui si sogna il principe azzurro e si è ancora troppo bambine per capire che i sogni sono belli proprio perché  restano tali.

 
 
 
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