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« Messaggio #231Vivere il mio tempo »

Il drago e la fata

Post n°232 pubblicato il 22 Maggio 2007 da mestesso69
 

Capitolo 2 (seconda parte)

...Tremo’ colpito da un refolo di vento gelido che riusci’ a penetrargli l’armatura. Uno stuolo di guerrieri accampati ai piedi del castello si preparava minaccioso all’attacco. Poche le possibilità che il castello di Cohleydon che dominava la pianura, potesse resistere all’assalto.Remote le possibilita’ che gli ormai pochi ed esausti soldati rimasti a difendere l’ultimo avamposto della civilta’ sarebbero riusciti a respingere quell’orda famelica alla ricerca di cibo con cui sfamarsi.
Non piu’ di duecento valorosi elfi erano rimasti all’interno delle mura di ghiaccio.Sui loro volti l’ombra della rassegnazione ad un destino ormai scontato ma nei loro occhi ancora uno spirito ardente, una ferrea volonta’ a combattere fino alla fine.Al loro comando gli ultimi tre cavalieri rimasti, i tre comandanti che erano riusciti a uscire illesi dall’attacco del giorno precedente, cercavano di organizzare al meglio le truppe per resistere all’imminente attacco. Si muovevano in modo deciso e risoluto accanto alle loro cavalcature, magnifici esemplari di draghi azzurri, provando a elargire ai propri uomini se non speranza almeno sicurezza.
Al di la’ delle possenti mura di circa venti braccia di altezza,migliaia di soldati erano intenti a serrare le fila per iniziare l’avanzata verso l’ultimo baluardo di resistenza presente in quel territorio.
Un grappolo di esseri deformi raccolti intorno a un fuoco improvvisato parlavano in modo concitato, agitando le loro spade ricurve verso il castello mentre si accordavano su come procedere all’attacco. Dalle armature ormai divorate dalla ruggine emergevano brandelli di bende purulente, mentre dal volto scoperto potevano intuirsi le condizioni dei corpi, divorati da tempo dalla morte e riportati alla luce dalle loro tombe. I demoni erano invece già schierati sul lato ovest, pronti a sguainare le spade e inforcare gli archi. Senza elmo alcuno davano modo di vedere, agli abitanti del castello i loro volti malvagi, disegnati attorno iridi gialle come la peste e a sorrisi biechi, squarci da cui era possibile notare i loro canini assottigliati. Destrieri fidati e implacabili, non mancavano i draghi rossi, pronti all’attacco accanto ai guerrieri. Della statura doppia rispetto quella di un uomo, erano creature infernali in grado di volare e annientare i nemici con l’ausilio degli uncini acuminati che rivestivano i bordi delle loro ali. Mentre demoni e creature riesumate dalla morte erano mercenari assoldati dal male, i draghi erano lì per scopi altrettanto pratici. Nutrendosi di cadaveri, partecipare ad una guerra era per loro un buon sistema per procacciarsi cibo a volontà.
Chiuse gli occhi per un istante, colpito dal ricordo di tempi migliori.Tempi di pace dove ci si era illusi che le grandi terre fossero finalmente un luogo dove valeva la pena vivere. Grandi sogni riscaldavano gli abitanti di quella pianura, ultimo avamposto della civilta’ prima del deserto dei ghiacci e li illuminavano durante il lungo periodo delle tenebre.

E adesso? Cosa sarebbe successo dopo quella notte?

Un brivido lento gli si arrampico’ lungo la spina dorsale, scuotendogli tutto il corpo. Socchiuse gli occhi quanto bastava per osservare lo sguardo del suo drago. Il cuore gli era divenuto improvvisamente pesante, le membra stanche, i pensieri lugubri e affranti. Il tempo degli elfi era ormai segnato, quella notte la sua civilta’ sarebbe andata distrutta per sempre e avrebbe lasciato spazio al tempo degli umani.
Fece un cenno del capo nella sua direzione,  abbozzando un saluto che non sarebbe potuto essere espresso meglio a parole.

"Mio signore…fino alla fine "

 Gli alberi svettavano accanto al muro di ghiaccio fino a far scomparire i loro vertici innevati dentro al manto azzurro del cielo. Il portone, scolpito nel metallo da un artista molte primavere prima, si scostò dallo stipite cigolando e crepitando, inveendo contro l’intruso che aveva osato disturbare il suo riposo. Poi brontolò nuovamente quando la porta venne richiusa e l’inferno si scateno’ sul campo di battaglia.

continua...

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Rispondi al commento:
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 22/05/07 alle 14:26 via WEB
Ciao. Questo racconto è tutto frutto della tua fantasia? Se è così sei bravissimo a scrivere e a creare e forse da qui si denota molto la tua natura scorpionica: affascinante, misteriosa e seducente! Un abbraccio Elle
 
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Data di creazione: 21/01/2007
 

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Che ci fa paura
Sei nell’anima
E lì ti lascio per sempre
Sospeso
Immobile
Fermo immagine
Un segno che non passa mai
Vado punto e a capo vedrai
Quel che resta indietro
Non è tutto falso e inutile
Capirai
Lascio andare i giorni
Tra certezze e sbagli
E’ una strada stretta stretta
Fino a te
Quanta tenerezza
Non fa più paura
Sei nell’anima
E lì ti lascio per sempre
Sei in ogni parte di me
Ti sento scendere
Fra respiro e battito
Sei nell’anima
Sei nell’anima
In questo spazio indifeso
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