Alla sera

E' bello rientrare a casa dal lavoro e trovare un sorriso a cui raccontare le proprie giornate

 

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L'intervento

Post n°516 pubblicato il 18 Marzo 2008 da mestesso69

Percorre con la mano la cicatrice.Su e giu’ lungo il petto alla ricerca dell’inizio e della fine.Sembra infinita.E’ stata il prezzo da pagare per continuare a sognare…a sperare in una migliore sorte…a vivere.

Un conto salato, di quelli che ti tagliano le gambe e ti fanno barcollare, un conto simile a  quelli che ti presentano in un ristorante di alta classe…”forse e’ per questo motivo che te lo consegnano quando sei ancora seduto al tavolo” si era sempre detto sdraiato su un lettino…un numero indefinito di sonde collegate al suo corpo. Immagini e suoni metallici a scandire il battito irregolare del suo cuore quando gli avevano detto tre semplici parole…non quelle di un motivetto che spesso gli ritornava in mente bensi’ "trapianto di cuore" eppure aveva barcollato lo stesso . Un terremoto improvviso che  gli aveva spazzato via ogni certezza fin dalle fondamenta

Da bambino gli avevano insegnato a custodire le gioie e i dolori all’interno di quello scrigno segreto e lo aveva fatto in modo certosino. Tutto catalogato alla perfezione come in una degna biblioteca…tracce indelebili del suo passato…testimonianze inconfutabili della propria esistenza.Gli avrebbero portato via tutto per farlo vivere…lo avrebbero ucciso per farlo vivere


Davanti ai suoi occhi,poggiato sulle ginocchia, come un gatto alla ricerca di fusa, il suo diario…il suo fidato compagno di mille avventure…il suo amico del cuore.Contiene pagine e pagine di inchiostro di stilografica in troppi punti diluito da fiumi di lacrime versate…racconti…emozioni…sensazioni…momenti di felicita’…inquietudini…periodi di buio assoluto.


Ha iniziato a scriverlo alla vigilia dell’intervento chirurgico poco prima di fare piazza pulita intorno a se e allontanare tutte le persone che gli dicevano di essergli vicino dimenticando di aggiungere quando-non-hai-problemi-e-sei-sempre-ben-disposto-ad-aiutarmi e non vi e’ stato giorno negli ultimi anni in cui non vi abbia riportato su qualcosa…anche una semplice barzelletta origliata al bancone del bar. Vi ha annotato ogni ricordo per non dimenticarsi mai di quello che e’ stato e poter, una volta finita la convalescenza, travasare la sua essenza in un altro scrigno…piu’ capiente…piu’ affidabile e meglio funzionante.


Aspetta con serenita’ che lo vengano a prelevare.Ha paura ma questa volta sa a cosa va incontro…scene di un thriller gia’ visto che non ti fanno piu’ accartocciare lo stomaco…Un nuovo trapianto lo attende…ormai anche il suo cuore di scorta deve essere sostituito come una pila esausta.Ha deciso di non affidare piu’ i suoi pensieri all’inchiostro…gli impegni di lavoro e la frenesia della vita gli risucchiano fino all’ultimo secondo della sua giornata…non c’e’ piu’ spazio per la venticinquesima ora da dedicare a se stesso e in fondo non gli serve piu’.I medici gli hanno detto che la chirurgia ha fatto passi da gigante…gli hanno assicurato che il cuore che andra’ a montare lo accompagnera’ per il resto della sua esistenza.Ha gia’ sentito queste parole…lo fanno sorridere ma non ha importanza…se lo terra’ ben stretto fino a quando vorra' pulsare con lui…finge di credere a cio’ che gli dicono o forse ci spera ma soprattutto ha imparato a conservare i ricordi e i rimpianti nel profondo della sua anima…laggiu’ dove nessuno potra’ mai portarglieli via.
L’infermiera lo accompagna in sala operatoria.Una luce bianchissima lo acceca.Gli piace la sensazione di pace che prova in quegli attimi…tutto sembra piu’ bello…tutto sembra piu’ facile. Tra poco un meritato riposo…un lungo sonno senza incubi e ansie… prima di una nuova battaglia.

 

 

 

 

 

 

 

 

 
 
 

Luna park

Post n°515 pubblicato il 08 Marzo 2008 da mestesso69

Abituato ad essere una figura che infonde sicurezza...abituato ad essere una persona capace di fare sorridere e divertire...abituato ad essere un uomo pieno di iniziative e frenesia che lo portano spesso a viaggi e vacanze...abituato ad essere un manichino pronto a rendere facile e spensierata la vita che facile e spensierata non e'...abituato a fare da accompagnatore per donne alla ricerca di un qualcosa in piu' nella monotonia dell'esistenza...abituato ad impersonificare il peter pan che ognuno sogna di avere al proprio fianco...abituato ad essere una carta di credito...abituato ad essere una targhetta a fianco della porta di un ufficio...abituato a sopravvivere...stanco di sopravvivere...stanco di essere cio' che gli altri si aspettano che io sia.

Mi hanno detto che la vita e' un insieme di emozioni, di azioni, di avventure, di colpi di scena, di dolori, di problemi da affrontare, di risate...un qualcosa di eccitante e stuzzicante, un qualcosa che varrebbe la pena affrontare.
La mia vita e' priva di tutto questo, trascorre liscia come su un binario di una montagna russa...ci sono salite...attimi in cui trattenere il respiro e lo stomaco...ci sono discese ripide...momenti in cui lo stesso respiro e lo stesso stomaco sembrano voler andare via da me...e' un viaggio perfettamente organizzato e preparato nei minimi dettagli...la sicurezza, ma anche la paura, che ogni giro sia sempre uguale al precedente...
Forse e' il momento di scendere da questa carrozza e provare un'altra giostra...mi piacerebbe salire su uno di quei cavalli che sembrano danzare al ritmo di valzer...ma le abitudini...si sa...sono dure a morire e soprattutto sono una buona armatura da indossare durante la battaglia dell'esistenza.

 

 
 
 

Il temporale

Post n°514 pubblicato il 28 Febbraio 2008 da mestesso69

Incontrarti dopo molto tempo

un brivido portato dal vento.
Incrociare i tuoi sguardi
emozioni che rimbombano nel cuore.
Un lungo pomeriggio insieme
trascorso in un istante
accecante e strabiliante
come un lampo.
Vederti andare via,
scivolarmi dalle mani come sabbia
il respiro rapito dal silenzio
che preannuncia tempesta...
una tempesta dell'anima.
Tutti corrono al riparo
io resto li'
impotente e sconfitto
a ripensare alle tue parole di saluto
"Ecco gia' mi inizi a mancare".
Piove...
inizia a piovere a dirotto
gocce amare che scendono dagli occhi
in attesa del sereno
che entrambi sappiamo non arrivera' mai.

 
 
 

Tondolo non deve morire

Post n°513 pubblicato il 25 Febbraio 2008 da mestesso69

La stanza e’ avvolta da un buio profondo…ha qualcosa di minaccioso e di tetro…lo stesso buio che alberga dentro di lui.Un pozzo profondo che risucchia ogni pensiero e confonde la mente e lo lascia in balia dei propri istinti.La maggior parte delle persone la chiama pazzia…chi e’ piu’ ferrato in materia lo definisce stato confusionale allucinogeno…lui la considera normalita’. Fin da bambino ha visto la sua parte piu’ oscura riflessa nello specchio e l’ha accettata.Ricorda ancora i lunghi pomeriggi trascorsi in attesa che qualche malcapitata lucertola finisse in una delle sue trappole artigianali.L’euforia per la cattura…il piacevole brivido di averla tra le mani…l’adrenalina nel vederla dimenarsi e contorcersi per il dolore che le veniva inferto…il piacere nel sentire il sangue caldo sulle mani…l’orgasmo nel sentirsi simile ad una divinita’ e poter disporre della vita e della morte altrui. Passare dalle lucertole ad altro era diventato un bisogno…incontrollabile e irrefrenabile come una valanga che ad ogni metro acquista sempre piu’ forza e tutto travolge.Aveva mascherato il suo sadismo per lunghi anni, difendendolo da tutto e da tutti affinche’ potesse crescere ed irrobustirsi dentro di lui.Lo aveva riversato tra le pagine segrete di un suo diario.Annotava con minuzia ogni particolare di quello che lui definiva esperimento…peso, dimensioni…tempi di agonia…trofei da mettere in bella mostra dentro l’abisso della sua anima….lezioni da ripassare per non dimenticare. Ancora oggi lo nasconde dietro ad una maschera da “brava persona della porta accanto” ma quando e’ li’ dentro, nell’oscurita’ del suo laboratorio segreto lascia che il suo vero volto appaia…lascia che il suo io prenda forma.Tiene un lungo coltello tra le mani.La vittima e’ immobilizzata sulla sedia di fronte a lui.Lascia che la lama scorra veloce sulla sua nudita’.Sorride…annusa la sua paura diffondersi nell’aria. 

“Osserva e resisti…non e’ tempo di morire.Non devi morire” gli sussurra.Un filo di voce che sembra seguire una nenia infernale.

Gioca…si diverte ad essere il protagonista di una storia il cui finale e’ gia’ scritto…gia’ scritto col sangue.Sa pero’ che non e’ la meta quella che conta bensi’ il viaggio…un po’ come la felicita’.Lo sa bene ed e’ per questo che nel corso degli anni ha sperimentato svariate agonie da sottoporre alle sue vittime. Ad alcuni ha somministrato cibo senza sosta ed ha atteso che i loro stomachi esplodessero in mille parti come colpiti da una granata, ad altri ha fatto ingoiare pezzi di pane fino al soffocamento, altri ancora li ha immersi in acqua bollente o in acidi e ha aspettato che la loro pelle si dissolvesse come carta velina sul fuoco….un crescendo di orrore che sembrava senza fine e allo stesso tempo un bisogno atavico di rendere il mondo partecipe del suo operato.Era per questo che lo aveva rapito molti mesi prima.Lo aveva scelto con cura nonostante l’avesse incontrato per caso lungo una strada. Stava riposando in prossimita’ di una vetrina di un negozio…un viso tondo ed una corporatura robusta.Un vagabondo la cui mancanza nessuno avrebbe mai notato.Lo aveva portato con se all’interno del suo laboratorio e lo aveva legato gambe e braccia ad una sedia. Scoprire la sua incapacita’ di parlare era stata la ciliegina sulla torta.Nessuna necessita’ di recidergli la lingua per impedirgli di urlare.Il testimone perfetto…avrebbe assistito alle sue neferatezze senza mai essere in grado di raccontarle a qualcun altro…una sorta di diario dalle pagine scritte in inchiostro simpatico.

Un click e una flebile luce azzurrognola comparve illuminando un piccolo acquario. Alcuni pesci variopinti sembravano dipingere tele immaginarie con il loro nuotare.Poggio’ il coltello sul ripiano e raccolse un piccolo retino.Un rapido gesto, automatismo imparato con il tempo, e uno splendido esemplare di scalare si ritrovo’ boccheggiante sul pavimento.

L’euforia si fece largo in lui mentre il piccolo animale si contorceva alla ricerca di acqua.Un ultimo battito di coda e poi il silenzio.Un’altra vittima…l’ennesima…ormai ne aveva perso il conto.

Spense la luce  e riconsegno’ la stanza all’oscurita’. Altri pesci erano presenti in quell’acquario…future vittime di un efferato serial killer.

“Presto il gioco sara’ finito” confido’ al malcapitato testimone prima di chiudere dietro di se la porta di quel locale.Mancava ormai poco…una volta uccisi tutti gli scalari avrebbe riversato la sua furia omicida verso di lui…verso quel silente spettatore dallo sguardo perso nel vuoto.Lo avrebbe dilaniato in centinaia di pezzi con il coltello da cucina . avrebbe sparso tutto il polistirolo per  aria  come coriandoli a Carnevale ma fino ad allora Tondolo non doveva morire…quel pelouche sarebbe stato la sua personale vendetta.     

 
 
 

I giganti

Post n°512 pubblicato il 23 Febbraio 2008 da mestesso69

Era arrivato il momento…come ogni anno.Sembrava essere trascorso un secolo…tante cose erano cambiate…a volte invece sembrava essere trascorso un secondo… ricordi ancora ben vivi nella mente.Stress, fatica e pericoli pronti di nuovo ad attenderlo fuori dalla porta dell’ufficio con un caffe’ e una brioche in mano.L’eccitazione e la curiosita’ di vedere in opera tutto quello che aveva pianificato e progettato su carta da mesi dentro di lui. L’ennesima prova con cui cimentarsi…l’ennesima sfida di una vita fatta di sfide.

 

Poche operazioni preliminari e poi di colpo un silenzio irreale…di fronte a lui un film gia’ visto e rivisto a cui era stato tolto il sonoro.Giganti di ferro si erano improvvisamente fermati per poi adagiarsi al suolo e godersi un meritato riposo. Al chiarore di una luna piena si erano addormentati… cuccioli indifesi e inoffensivi…un po’ come lui.Sereni e tranquilli come chi sa di essere indistruttibile avevano spalancato le  fauci di lamiera e si erano spogliati dalle loro armature per mettere a nudo le carcasse, gli ingranaggi,le strutture affaticate da tanto lavoro …anziani usurati dal tempo …un po’ come lui.

 

Gli fa impressione vedere quante debolezze siano presenti al loro interno nonostante da fuori abbiano un aspetto cosi’ solido…non ne rimane stupito…sa bene che e’ cosi’…sa perfettamente che in ogni essere e’ cosi’…persino in lui albergano miriadi di punti fragili.
Si immerge sempre piu’ nelle loro profondita’ alla ricerca del piu’ minimo particolare a cui mettere mano…scava nel lato oscuro delle loro anime con discrezione.Toccare quei punti puo’ essere pericoloso…i giganti possono da un momento all’altro risvegliarsi magari solo per difendersi da intrusioni poco gradite.Non amano che altri si spingano oltre e a volte si ribellano…un po’ come lui.Non ha paura…dice di non aver mai avuto paura nella sua vita…ma solo rispetto un po’ come per il mare. Mente…mente a se stesso…dentro di lui si e’ fatto strada un piccolo timore…come nel passato teme di poter perdere quel qualcosa che si tiene stretto stretto al cuore. 

 

 

 
 
 

Il maratoneta

Post n°511 pubblicato il 13 Febbraio 2008 da mestesso69

Corre…lo fa da una vita.Gli hanno insegnato a correre fin da quando era piccolo perche’ li’ nella savana e’ l’unica alternativa possibile per  sopravvivere. Correre per fuggire dai predatori…correre per cacciare le prede. Non gli e’ costata nessuna fatica imparare a farlo. Gli e’ sempre piaciuto sentire la brezza sul volto e tra i capelli…carezze inattese, ha sempre apprezzato sentire i polmoni contrarsi alla ricerca di  ossigeno fresco. Lo chiamavano figlio del vento…forse a torto…forse a ragione…nessuno mai era riuscito a batterlo sia nelle brevi distanze che in quelle lunghe.Un predestinato…Si era allenato ogni giorno alla continua ricerca del suo limite per diventare il migliore.Poco importava vedere scorrere al suo fianco il mondo senza avere la possibilita’ di osservare i dettagli…i particolari che lo rendevano attraente come una bella donna..l’unico obiettivo era non vedere nessuno davanti a se.
Un’intera esistenza per la corsa…un’intera esistenza di corsa.
Si era trasformato in un maratoneta.Non vi era corsa nel mondo in cui non avesse primeggiato.Era per lui una sensazione unica tagliare il traguardo e aspettare che gli altri arrivassero via via dietro di lui.Lo faceva sentire meno perdente nella vita.Un nuovo trofeo da mettere in bella mostra nella bacheca di casa…un nuovo amico con cui condividere la sua solitudine…un souvenir a ricordo dell’ennesima vittoria…a ricordo di un giorno un po’ meno anonimo di altri…
Corre…il percorso deserto dinnanzi a se…pochi metri lo separano dal nastro azzurro dell’arrivo…sente l’adrenalina salire…assaggia per l’ennesima volta la sensazione di invincibilita’…niente e nessuno potra’ mai sconfiggerlo.Aumenta il passo facendo ricorso alle sue ultime energie conservate in chissa’ quale luogo segreto del suo corpo. Nessuno riesce a mantenere il suo ritmo…metro dopo metro solca un profondo divario tra se e gli altri corridori. Li semina sempre piu’ quasi fossero fermi…statue di pietra in bella mostra.Alza le braccia al cielo e sorride per festeggiare…una piacevole consuetudine per chi come lui sembra essere nato per essere un vincente.Anche in questa occasione ha vinto…anche in questa occasione ha perso…nonostante abbia superato per l’ennesima volta i suoi limiti non e’ riuscito a seminare le ombre dietro e dentro di lui.  

 

 

 
 
 

Il bruco

Post n°510 pubblicato il 08 Febbraio 2008 da mestesso69

Troppo stretto la’ dentro per poterci rimanere.Un piacevole aroma di stabilita’ e di sicurezza tra le pareti ma nessuna finestra da cui osservare cio’ che gli stava attorno.Non poteva vivere di soli sogni.E cosi’ era andato via, aveva rinunciato alla sua dimora, una splendida e gustosa mela verde, sospinto dalla sua voglia di esplorare, dalla sua innata curiosita’. Nessuna paura…pochi rimpianti…ma pesanti come macigni. Lo avevano raccolto mentre strisciava nel fango sospeso tra la vita e la morte.Due manine morbide e calde lo avevano trasportato in una nuova casa…piu’ grande…piu’ spaziosa…piu’ bella nonostante fosse una semplice scatola di cartone  Ogni giorno riceveva cibo in abbondanza e poi carezze e poi sorrisi. In quel luogo gli avevano insegnato a non sentirsi brutto e a credere in se stesso, a credere nei sogni.Gli avevano detto che presto si sarebbe  trasformato in farfalla e cosi’ avrebbe potuto volare ed osservare il mondo come desiderava. E lui attendeva…aspettava la sua grande occasione senza ansia…senza fretta perche’ in quella scatola c’era piu’ di quanto mai aveva sperato di vedere…fin troppo per un bruco come lui…Passava le giornate preparandosi al grande volo cercando di diventare migliore di quello che era e poter cosi’ ricompensare le tante cure ricevute ma quando il fatidico giorno arrivo’ non trovo’ piu’ nessuno ad osservarlo.Quella bambina dalle mani morbide era scomparsa…altri interessi l’avevano rapita…nessuna voglia di guardare un paio di ali color del cielo.La grande gioia si tramuto’ in dolore…inizio’ ad odiare cio’ che aveva da sempre atteso con ansia.Ritorno’ mesto nella scatola e racchiuse le ali dietro di se per non vederle, per non usarle, per non sentirsi tradito e morire ogni giorno di piu’. Ma i sogni si sa sono come le idee…non possono essere uccisi…troppe rinunce e sacrifici fatti…troppo grande la voglia di volare per poter rimanere li’.Fu cosi’ che mise da parte i suoi tormenti e inizio’ a volare.Non aveva importanza se non c’era nessuno ad osservarlo…lui volava…guardava quel mondo cosi’ simile a cio’ che aveva sempre immaginato.Fu cosi’ che i suoi sogni si tramutarono in realta’ e si ritrovo' pronto a vivere. 

 
 
 

Coriandoli

Post n°509 pubblicato il 04 Febbraio 2008 da mestesso69

Una miriade di  minuscoli pezzi di carta svolazza nel cielo per poi planare dolcemente al suolo.Per un pomeriggio il grigiore della realta’ sembra acquisire nuovi colori…vivaci…sgargianti. Per un pomeriggio davanti ai suoi occhi sembra esserci il suo mondo interiore. Lo respira…lo vive…si sente stranamente libero…
Ci sono persino piccoli elfi e minute fate a popolarlo…come nella sua fantasia. Sono ancora  piu’ belli e dolci di quanto avesse mai potuto immaginare.Li osserva muoversi un po’ goffamente e sorridere divertiti e spensierati…sorride anche lui.
Li segue con lo sguardo in ogni dove alla ricerca di quel qualcosa d’altro che sa perfettamente non esserci. La principessa…la sua principessa non c’e’…e’ rimasta dentro al castello…laggiu’ oltre il bosco incantato…laggiu’ dove non e’ possibile andare.Un’altra giornata in cui sentirsi prigioniero di un mondo non suo…un’altra giornata da trascorrere dietro le sbarre del rimpianto e della rabbia.Come coriandoli al vento,lacrime amare fuoriescono dall’anima…da sotto la maschera…e’ carnevale.

 
 
 

A te (Jovanotti)

Post n°508 pubblicato il 29 Gennaio 2008 da mestesso69

A te che sei l’unica al mondo
L’unica ragione per arrivare fino in fondo
Ad ogni mio respiro
Quando ti guardo
Dopo un giorno pieno di parole
Senza che tu mi dica niente
Tutto si fa chiaro
A te che mi hai trovato
All’ angolo coi pugni chiusi
Con le mie spalle contro il muro
Pronto a difendermi
Con gli occhi bassi
Stavo in fila
Con i disillusi
Tu mi hai raccolto come un gatto
E mi hai portato con te
A te io canto una canzone
Perché non ho altro
Niente di meglio da offrirti
Di tutto quello che ho
Prendi il mio tempo
E la magia
Che con un solo salto
Ci fa volare dentro all’aria
Come bollicine
A te che sei
Semplicemente sei
Sostanza dei giorni miei
Sostanza dei giorni miei
A te che sei il mio grande amore
Ed il mio amore grande
A te che hai preso la mia vita
E ne hai fatto molto di più
A te che hai dato senso al tempo
Senza misurarlo
A te che sei il mio amore grande
Ed il mio grande amore
A te che io
Ti ho visto piangere nella mia mano
Fragile che potevo ucciderti
Stringendoti un po’
E poi ti ho visto
Con la forza di un aeroplano
Prendere in mano la tua vita
E trascinarla in salvo
A te che mi hai insegnato i sogni
E l’arte dell’avventura
A te che credi nel coraggio
E anche nella paura
A te che sei la miglior cosa
Che mi sia successa
A te che cambi tutti i giorni
E resti sempre la stessa
A te che sei
Semplicemente sei
Sostanza dei giorni miei
Sostanza dei sogni miei
A te che sei
Essenzialmente sei
Sostanza dei sogni miei
Sostanza dei giorni miei
A te che non ti piaci mai
E sei una meraviglia
Le forze della natura si concentrano in te
Che sei una roccia sei una pianta sei un uragano
Sei l’orizzonte che mi accoglie quando mi allontano
A te che sei l’unica amica
Che io posso avere
L’unico amore che vorrei
Se io non ti avessi con me
a te che hai reso la mia vita bella da morire, che riesci a render la fatica un' immenso piacere,
a te che sei il mio grande amore ed il mio amore grande,
a te che hai preso la mia vita e ne hai fatto molto di più,
a te che hai dato senso al tempo senza misurarlo,
a te che sei il mio amore grande ed il mio grande amore,
a te che sei, semplicemente sei, sostanza dei giorni miei, sostanza dei sogni miei...
e a te che sei, semplicemente sei, compagna dei giorni miei...sostanza dei sogni...

 
 
 

Profumi

Post n°507 pubblicato il 28 Gennaio 2008 da mestesso69

Profumi di primavera
lassu'
nel cielo limpido
fragranze di fiori nell'aria
laggiu'
verso l'orizzonte
essenze di me e di te
quaggiu'
essenze di noi

 
 
 
 
 

INFO


Un blog di: mestesso69
Data di creazione: 21/01/2007
 

immagineSiamo angeli con un'ala sola...
solo abbracciati riusciremo a volare

 

SEI NELL'ANIMA

Vado punto e a capo così
Spegnerò le luci e da qui
Sparirai
Pochi attimi
Oltre questa nebbia
Oltre il temporale
C’è una notte lunga e limpida,
Finirà
Ma è la tenerezza
Che ci fa paura
Sei nell’anima
E lì ti lascio per sempre
Sospeso
Immobile
Fermo immagine
Un segno che non passa mai
Vado punto e a capo vedrai
Quel che resta indietro
Non è tutto falso e inutile
Capirai
Lascio andare i giorni
Tra certezze e sbagli
E’ una strada stretta stretta
Fino a te
Quanta tenerezza
Non fa più paura
Sei nell’anima
E lì ti lascio per sempre
Sei in ogni parte di me
Ti sento scendere
Fra respiro e battito
Sei nell’anima
Sei nell’anima
In questo spazio indifeso
Inizia
Tutto con te
Non ci serve un perchè
Siamo carne e fiato
Goccia a goccia, fianco a fianco
 

 
 

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